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La minaccia Usa di bloccare gli aiuti all'Egitto...


Tao
 Tao
Illustrious Member
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LA MINACCIA USA DI BLOCCARE GLI AIUTI ALL’EGITTO È PIÙ PER AMORE DI EL BARADEI CHE DELLA DEMOCRAZIA. È RICOMPARE L’AUTORE DEL “PROGETTO POMED” MC INERNEY IN VESTE DI ESPERTO

Gli Stati Uniti sono angosciati per il loro fedele pupillo Mohammed el Baradei che nella sua ricerca di una sistemazione politica in seno al nuovo ordine egiziano, sembra la Sora Camilla ( Tutti la vogliono, nessuno la piglia).

Per parlare a suocera perché nuora intenda, hanno detto che potrebbero non pagare il loro consueto obolo ( che in gran parte torna a casa sotto forma di acquisti di armamenti per mantenere l’equilibrio bellico con Israele, paese che gli Egiziani si sono impegnati a non attaccare) a meno che non si dimostri la volontà di ripristino di un poco di democrazia.
Ad esempio prendendo el Baradei al governo.

L’Egitto riceve annualmente 1,55 miliardi di dollari di aiuti, di cui 200 milioni vanno all’economia civile ( amici e clienti) e il resto viene assorbito dai militari alla voce armamento e stipendi.

Kuwait, Arabia Saudita e Katar, alla riunione degli amici dell’Egitto a Deauville nel 2011, si impegnarono a esborsi miliardari a fondo perduto, ma, sembra a causa di un attivista egiziano dei diritti umani detenuto in Arabia Saudita, non si è vista una piastra ne un dinaro.

La Francia – la più generosa tra gli europei- si era impegnata a 650 milioni di euro ( oltre 800 milioni di dollari US ), ma per ora, insomma lo sapete, i tempi sono duri per tutti.
Hanno pronti 300 milioni per la costruzione della metropolitana del Cairo – questa delle metropolitane deve essere una fissazione dei socialisti, l’aveva anche Craxi – se l’Egitto si vorrà indebitare per la differenza .

Con quattro milioni di persone che vivono stabilmente da anni tra le tombe del cimitero per trovar riparo, lascio pensare ai lettori che fine farebbero i freschi cunicoli del metrò.
penso che passerà alla storia accanto delle brioches di Maria Antonietta.

Le casse del paese sono semivuote per lo stop brutale inferto alla principale risorsa rappresentata dal turismo e dall’industria alberghiera. Il governatore della Banca Centrale ha rifiutato l’offerta di fare il primo ministro ed è volato a Abu Dahbi che è il paese più serio degli emirati.

L’Autore di questo sanguinoso bordello e direttore del POMED ( Project Middle East for Democracy) McInerney i cui ” aiuti” abbiamo pubblicato con tanto di link, ha intanto cambiato cappello e si è fatto intervistare da uno dei siti democratici ( http://www.devex.com) e dispensa consigli di rilancio economico, tanto perché nessuno dimentichi che ci sono ancora dei fondi a disposizione.

Negli USA va in onda una sceneggiata tra l’ormai solito senatore Mc Cain ( nomen omen) che vuole bloccare i fondi e il democratico presidente della Commissione esteri Robert Menendez del New Jersey che fa il poliziotto buono.

Se andate a vedere i precedenti colpi di stato ( Pakistan , Mali, Madagascar, Tailandia, Honduras) vedrete che gli aiuti sono al massimo diventati ” privati” ma gli importi sono casomai cresciuti.
Dimenticavo: un capitano l’altro giorno in Mali ha chiesto scusa per aver fatto il golpe.
Ed è rimasto dov’era.

Antonio De Martini
Fonte: www.corrieredellacollera.com
9.07.2013


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