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La politica delle emergenze è l'emergenza


GioCo
Noble Member
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Il Drago colla disperazione, che capiremo presto se è perché disperato o disperanza, ha un cruccio: come continuare a servire il pensiero unico di stoca%%o se lo stesso non è più in grado di reggere se stesso?

"Mi facci il piacere"! Direbbe Totò che era un Signore oltre che un principe. Ma noi che siamo di lignaggio più scrauso possiamo anche fare i pezzenti con un più prosaico "ma vaffa..." che dopo i pentastellati di quel satanista posseduto di Grillo pare brutto brutto anche solo ricordarlo.

Mi spiego meglio. Il mio demone impera ed è pure impaziente. Al solito invece "io" frena. Non ha fretta di trovarsi nella situazione in cui quello che dice non può essere compreso e quando verrà compreso il giorno che dovrà esserlo "tanti saluti a 'soreta" che tanto non se lo potrà ricordare più nessuno.

Certo sono abituato ad essere frainteso e a volte (per fortuna non così spesso) preso a calci per ciò che sostengo. D'altronde non può essere diversamente, non siamo nel Mondo dei Puffi dove il nemico è Gargamella e il Grande Puffo ci dice sempre quello che è giusto o sbagliato. Se fossimo in un altro luogo e tempo, probabilmente le mie parole verrebbero prese per ovvietà senza pudore. Ma noi non siamo in quel tempo, non viviamo in un Mondo coerente in sé stesso. Il nostro pensiero, quello che ci abita e che usiamo per interpretare i fenomeni che ci circondano è tutto tranne che una chiave sensata per "capire" quanto accade.

In altre parole viviamo nella confusione e per la confusione. Viviamo quindi (anche) di confusione. Senza, in totale paradosso, ci sentiremmo "persi", come se ci mancasse la mamma. Veniamo nutriti a "latte del caos" e ne abbiamo ritualmente bisogno per respirare. Putroppo.

Ma non sono qui ora per intristire o preoccupare. La presente ha un intento molto più "terra terra". Semplicemente faccio notare che una politica che si basa sulle emergenze, quella che è stata di fatto concepita per avere le emergenze come pilastro della "trasformazione sociale" e per il rimodellamento degli stili di vita, dato che è ormai del tutto palesemente fuori controllo a causa delle interazioni socio-politiche globali complesse, non può che diventare essa stessa "emergenza" (localmente). In altre parole, l'abuso della politica delle emergenze, rende la politica (locale) stessa una emergenza.

Attenzione, questo a prescindere poi dagli obbiettivi. Non importa se vuoi un futuro tecno-totalitario, dove una piccola minoranza avrà tutto e quindi ogni diritto e il resto non avrà nulla e quindi solo "concessioni" generosamente offerte da chi ha tutto, il punto è che "tutto" diventa una parola molto relativa.

Ricordo che non essendo il tempo, le mie parole hanno forzatamente un significato che potrà essere chiaro solo "dopo". Ora vanno prese come un cenno, tipo il cartello che trovate prima della svolta cieca e che vi avvisa che non vedrete chi viene dall'altra parte. Per ciò vi invita alla prudenza, semplicemente.

In questo caso il mio (come sempre) è solo un invito a riflettere, perché (come sempre) scrivo per i posteri, non per i miei contemporanei. Vale anche per chi "pensa di capire", perché non dipende dall'intelligenza ma da ciò che ci è consentito o meno "vedere" e i limiti non "li stabilisco" da perfetto coglione quale sono. Li constato e basta.

Allora "proviamo" a dire di questo "tutto" cosa intendo. Guardiamo ad esempio Blackrock con il resto della trimurti econocentrica (Vanguard e State Street) i cui numeri e legame contestuale non è ovviamente un caso. Essa possiede beni "reali" di economia "vera", non titoli spazzatura per intenderci. Qualsiasi contrazione di valore economica quindi colpisce direttamente il cuore di quella trimurti. Il valore dell'occidente oggi è una montagna di fuffa, carta straccia o "canistracci oil" per dirla alla Pozzetto. Valgono tanto quanto una stregoneria.

Ma dettano legge sul prezzo dei beni reali. Come il petrolio o i prodotti derivati, tipo l'eolico. Perché senza petrolio non produci le meravigliose pale per fare energia pulita. Come non produci le macchine senza terre rare.

Allora la sfida fino a un certo punto era di usare come leva finanziaria l'equivalente di scomesse. Cioè le "canistracci oil". Contratti di pura creatività contabile, basati essenzialmente sulla truffa legalizzata. In buona sostanza assicurazioni sul nulla ripetute all'infinito. Tipo, "ma se mi pagassi in futuro tot tonnellate di petrolio -che non ho- valutandolo X, quanto Y varrà per allora?". Contorcimenti buoni per un gioco da "Casinò Royale" cioè per l'intrattenimento di sfaccendati faccendieri o per un film da dare in pasto ai beoti poveracci. L'equivalente del virtuale e qui arriva il digitale che rimette tutto in una dimensione dove sti giochetti vanno fuori controllo. Proliferano come i vermi nel cadavere ma non solo, iniziano a "sembrare" veri.

Ecco che la parola "sembrare" acquista una dimensione tipicamente magica ed esoterica... O esotica come preferisco dire. Gli autori hanno successo, ma no solo "successo" un successo travolgente, strepitoso, assurdamente inconciliabile con qualunque credo tu possa avere in testa, tanto da tranvolgere la loro stessa sopresa per una cosa che "non poteva di certo funzionare" in partenza. Diventano fastastiliarmente ricchi, opuenti e senza riguardo o misura, come se avessero vinto in successione tutti i totocalci o i totip che ti possono venire in mente e arrivati a un certo punto, si siano resi conto di aver vinto tutto il vincibile terraqueo esiziale e quindi di aver trasceso la vincita stessa e con essa "il Male". Come un dio.

In altre parole hanno perso la capacità di perdere.

Certo, era tutto finto, tutto SOLO virtuale. Ma la loro opulenza era reale e pure l'ultimo passaggio. Quello che gli ha fatto perdere gli ultimi freni inibitori. Quindi la perdita di tutte le inibizioni. Quando intendo "tutte" intendo proprio "tutte". Ecco da dove arriva poi uno come Shwab, da quale humus, quale contesto e da qui capiamo poi le idee che lo abitano e "il successo" che lo circonda.

Ripeto (perché temo sia il mio demone che la vostra reazione) NON sto scrivendo per ciò che è possibile capire del tutto adesso. Abbiate quindi pazienza che se non fosse per il mio demone me ne starei buonino buonino nel mio angoletto a farmi i miei sacrosantissimi ca%%i.

Pero però. "Tutto" è virtuale. Quindi vuoto, finto, senza concretezza. Funziona finché il finto "lotta" con il finto. Poi se invece deve confrontarsi con la materia... Ecco che casca il caco (marcio).

Non doveva accadere, non era previsto che si uscisse dal recinto del virtuale. La commedia doveva rimanere tutta entro le cornici digitali ben preparate e studiate. Le infrastrutture sono state tirate su di fretta e alla buona maniera, ma erano lì per rappresentare i recinti da cui non doveva uscire nulla.

Invece... Qualcosa è andato storto. I tempi non sono allineati. Certe cose che dovevano succedere "dopo" (secondo i calcoli virtuali) sono successe "prima" altre ci hanno messo "troppo". Questo se rappresenta una variabile tutto sommato relativa in un Mondo come quello a cui siamo abituati, nella società del caos dove tutto è virtuale è un "disastro".

Perché non si può ridurre l'eccesso di accumulo e non si può regolare l'esagerazione di una valanga una volta che l'hai provocata. Ti travolge e basta.

Avevano anche previsto che nel caso, la valanga avrebbe più che altro travolto i poveracci. Noi saremmo stati "la carne da cannone" come sempre.  Putroppo "noi" siamo esattamente l'unica vera risorsa su cui hanno basato (parzialmente senza capire) la gestione futura di tutti i loro piani. Ora si trovano senza credibilità e con un bisogno senza precedenti di massima fedeltà...

...E la forbice cresce, si dilata come una valanga.

Il Drago lo sa benissimo e desidera scappare. Chi l'ha messo lì invece vuole che stia a prenersi in faccia tutto per essere ricordato come l'epicentro del disatro, tipo "vai avanti te che a me scappa da ridere". O tipo il Mascellone: si usa l'usabile e si butta l'inutile.

Come in alto così in basso, in ogni dove l'odore del tradimento non può essere più celato per nessuno ed in questo contesto può proliferare solo "il crimine". Con tutto ciò che ne consegue.


Arian Van Heisen hanno apprezzato
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