Il denaro sicuro: che mito eh?
Tutti cercano di rendere duraturo qualcosa che nasce per circolare come l'acqua o l'aria. Non si può trattenere a lungo l'aria e così è per la moneta.
Eppure pare proprio che la gara più gettonata a livello globale da sempre sia l'apnea monetaria. Vale per qualsiasi cosa abbia per noi valore: la conservazione di un affetto o del posto di lavoro, non cambia a livello emotivo il meccanismo, cambia solo il carico emotivo associato. Solo che per le cose "spirituali" ha un senso dato che si rivolge all'infinito, per quelle materiali dipendenti dalla caducità meno.
Come si spiega questo apparente paradosso? Lo faremo al solito con la disamina emotiva che ci chiarisce qualche arcano.
Tutte le transazioni di questo Mondo, passano attraverso il corpo. Sono per ciò di fatto fisiche. Ma noi non viviamo di solo pane, ci ricorda qualcuno. Per ciò "lo scambio" include sempre altro. Il demonio riponde: si, certo, ma non potete vivere senza pane, mentre per me è diverso. Quindi vi garantisco il pane in cambio di...
Ecco che allora il problema come sempre, se visto dalla prospettiva emotiva, non è mai se avere o meno il pane, ma qual'è la misura, qual'è la soglia o equilibrio che ci può far dire che la pretesa del pane non riguarda la necessità, ma l'effimero, il superfluo? Quantificazione impossibile, dato che varia per ognuno e per ogni contesto, ma la misura è sempre una ed è la parsimonia, una tendenza che il Male constrasta in ogni modo.
D'altronde se abbiamo una vacca da mungere, non ci interessa che sia parsimoniosa nel dare il suo latte.
La resistenza, non è mai quindi fisica. Mai. Gesù stesso ci ha tenuto a essere molto chiaro su questo punto: ha sempre rifiutato il "sacrificio" fine a se stesso. Quando fu il tempo e per far festa, trasformò l'acqua in vino perché gli fu chiesto. Non trasformò la pena i solleivo, ma l'acqua in vino. Cioè il futile, il rinunciabile.
Allora? Allora il punto come sempre è capire che non esiste niente di più necessario dell'inutile.
Perché è la palestra emotiva perfetta e per nessun'altra ragione. L'esagerazione dell'inutile corrisponde quindi sempre, sempre, sempre con la perdita di controllo emotiva. Allena "chi la subisce" a non avere controllo emotivo.
Questo ci dicevano i vecchi. Cosa abbiamo inteso? Che erano troppo severi e che il divertimento e il sesso libero erano esigenze "naturali" e via con le feste senza limiti. Oggi con l'ideologia Woke il processo continua e siamo agli sgoccioli. Non c'è altro margine, il tempo stringe.
Ma approfondiamo. Ogni transazione "obbligatoria" in questo Mondo, quello della materia che è poi quello del corpo fisico, legata alla sopravvivenza e al quieto vivere, riguarda per noi esclusivamente il corpo. Un tetto sulla testa, un piatto di minestra e un minimo di dignità. Non è così.
Ogni transazione riguarda esclusivamente un passaggio di valore. Dato che il tramite è il corpo il passaggio di valore passa per forza per il corpo ma il corpo non è nemmeno un fine. Non posso quindi avere lo stipendio e un posto dove divertirmi, cioè dove stare emotivamente bene? Il lavoro è sacrificio (per noi oggi). Quindi potrà pure essere per qualcuno "divertente" ma poi è un obbligo e anche se non ti diverte più lo devi fare lo stesso.
Peccato che il termine del divertimento è quello dell'attività più seria di tutte: il @GioCo è esattamente questo, divertimento. Niente @GioCo, niente divertimento. Per ciò il bimbo quando si diverte non vuole mai finire di giocare: è imprescindibile per la sua crescita e in specie "spirituale" (=emotiva). Il senso è quello.
Lavoro è quindi per noi diventato nel suo significato, l'antitesi del divertimento. Ma è così? Non lo so, di sicuro è incoerente dato che il divertimento è un lavoro (su se stessi) per ciò che abbiamo appena detto dal punto di vista emotivo, allora: perché mai il lavoro deve diventare comunque "sacrificio" emotivo? Non sembra avere senso. In effetti nella nostra costituzione, fatta dai padri fondatori, il lavoro è inteso come ciò che arricchisce noi e la comunità. Quindi forse "Huston" ci siamo persi qualche pezzo per strada.
Se il lavoro è qualcosa di cui andare fieri, esiste distinzione tra divertimento e sacrificio. Rimangono semplicemente due attività parallele ognuna delle quali ha un suo "pregio". Il sacrificio diventa "costruire" un futuro e sapere di essere compartecipi nel farlo, di condivedere questo "sforzo" collettivo e quindi non si avverte come "buttato via". Se invece mi consumo per una massa di imbecilli e per fare l'inutile se non adirittura un danno, cosa condivido? Un crimine taciuto. Per ciò non posso di certo esserne fiero. Mi pagano? Magari ai fini della corruzione, come nell'azzardo, i premi sono solo per qualcuno: si impoveriscono tutti perché uno possa avere "un poco" più degli altri. La cassa vince sempre. Per il resto c'è solo la scommessa. Inseguendo la "promessa" millantata di vincere il pubblicizzato "terno al lotto" nel frattempo ci si inguaia e la colpa ricade sul fatto che "non siamo stati abbastanza bravi".
Con la postilla che nel futuro digitale, pure la vincita diventa virtuale. Quindi non c'è bisogno neppure di selezionare un vincitore. Tutti rimangono sullo stesso piano mentre "si decide prima" a qualche idiota va la fuffa.
Ecco che il Mondo perverso della econo-crazia speculativa e delle scommesse, fatta di promesse raramente mantenute, apre le porte all'esagerazione, all'impossibilità di gestire un limite se non per volontà terza, quella di una macchina. Come il giocatore incallito che finisce sotto i ponti pur di continuare a scommettere, dimenticando persino il motivo per cui ha iniziato a dipendere dalla scomessa, così abbiamo "il lavoratore incallito" premiato perché lavora (no perché contribuisce al bene collettivo) e nel tirare la carretta vende l'anima in cambio di promesse, fuffa, finendo per godere briciole ottenute sulla pelle di una marea di "sfigati", pensando oltrettutto che sto sacrificio sia un merito: l'inferno. Ma in futuro siamo riusciti a concepirla peggio: la vincita diventa virtuale.
Ricominciamo da capo. Il denaro è sicuro? Ecco, nel Mondo corrente e per tutto ciò che abbiamo fin qui osservato, la risposta non è difficile da capire, solo da accettare.
Se un tale Mondo spinge per il denaro digitale è perché il denaro solido ha dei vincoli che sono emotivi. Vedo quel che spendo. Come il giocatore incallito, mi posso fare degli scrupoli. Non va bene, per la casa da @GioCo, non va bene. I clienti non devono avere scrupoli, devono potersi divertire senza remore.
Allora limitiamo l'accesso alla scommessa? SIA MAI!!! Si ammazza lo scrupolo demonetizzando: occhio non vede, cuore non duole.
Eh, ma non è così semplice. Mai niente per il Male è semplice. E' una vita davvero grama quella e senza la potente brama sotto che spinge, nemmeno il Male la farebbe. Bisogna convicere che la promessa del denaro digitale è meglio della promessa monentaria. Ricordate il forziere di Paperon de Paperoni? Il denaro si vede e si quantifica a occhio e per ciò appaga. Il numero digitale no perché in effetti è la dematerializzazione del valore monetario che poi è sempre il frutto della scommessa (ricordiamolo). Il valore stesso per ciò diventa fuffa, volatilità allo stato puro: oggi c'è e domani "puff" a prescindere dalla quantità che non è più una garanzia. Per ciò bisogna poi che il valore, nella testa dei cretini, divenga a sua volta ugualmente fuffa.
Allora? Allora ci si inventa sta ca%%ata superiore della sicurezza: il denaro digitale è più sicuro. Che sia l'esatto opposto, solo un vero idiota non riesce a vederlo. Dalle frodi estremamente più facili e radicalmente meno sotto controllo, alle transazioni per l'acquisto di qualsivoglia cosa senza più alcun freno inibitorio e per la gioia del crimine globale più efferato e privo di scrupoli, la realtà è lì da vedere, poi se si vuole la si vede se no si fa finta che sia tutt'altro. Come il solito.
Eh ma @GioCo prima c'erano le valigette di soldi con cui corrompere, adesso tutto è tracciato!!!
L'ho già detto che parlare con un asino sordo non è molto utile? Se vuoi intendere quel che vuoi intendere, non c'è partita e non mi interessa nemmeno "convincerti". Se vedi, constati l'evidenza, se no buona fortuna.
Non sono la tua balia.
Quel che nel mio piccolo posso fare è fornire argomenti di riflessione e per farlo sposto l'angolo della visuale per vedere ciò che di solito non vediamo. Tutto qui.