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La sovranità appartiene...alla Tecnica


PietroGE
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Lucida riflessione di Cacciari sul tema della potenza della Tecnica da lui definita come "Apparato globale formato da economia, finanza, scienza, innovazione, sviluppo", la quale ha ormai abbandonato il recinto del mezzo e strumento per soddisfare i bisogni umani ma è diventata sovrana, al posto dei popoli. Io aggiungerei non solo di quelli occidentali ma anche dei popoli asiatici. Ci sarebbe anche da discutere dell'illusione di sostituire la scienza alla religione cercando nella prima le risposte alle domande fondamentali dell'umanità e relegando la seconda a folklore, ma sarebbe mettere troppa carne al fuoco.

 

Musk oracolo di una destra mai vista e quella sinistra ancorata al passato

I padroni della “Macchina intelligente” sono gli attuali sovrani del mondo. Ma è necessaria una politica che sappia distribuire equamente la ricchezza.

«Metti i Musk al comando!». Questo sembra il segno dell’epoca in cui già siamo entrati. Nessun disegno politico, nessuna definita strategia segnano questo processo. Si tratta di una evoluzione, proprio in senso culturale-antropologico, del sistema che regge ormai il nostro mondo. L’opinione pubblica vi partecipa, soggetto attivo e oggetto in uno, quanto i suoi “capi” politici. La potenza della Tecnica (l’Apparato globale formato da economia, finanza, scienza, innovazione, sviluppo) non è più sentita da tempo come ciò che è in grado di rispondere ai nostri bisogni, di superare il bisogno, ma l’Autorità sovrana che li produce e li detta. La Tecnica domina il dover essere dell’umanità e ne è diventata, in tutta evidenza, la nuova religione. È essa che ci guida nella nebbia, promettendoci, se ci affideremo alla sua intelligenza, di eliminare l’angosciosa imprevedibilità dello stesso futuro. Ciò che la Tecnica afferma si trasforma in una sorta di profezia. Quanto esplicabili gli algoritmi su cui si basa? Quanto responsabili i suoi oracoli?

Domande di giorno in giorno più oziose – ciò che universalmente si avverte è che la Macchina, Macchina ormai divenuta intelligente, “spirituale”, rappresenta il fattore fondamentale della nostra vita. E i suoi padroni ne sono perciò, di necessità, i sovrani. Stupirsi dell’affermazione politica dei Musk potrebbe suonare perciò agli orecchi di un sano realismo un patetico lamento. Si sono affermate nel corso degli ultimi decenni culture politiche che hanno assecondato un tale processo e che nulla hanno a che fare con le destre e le sinistre del Novecento.

Queste esprimevano tutte, in forme anche contrapposte, in lotta tra loro, la volontà politica di volgere ai propri fini la potenza del sistema tecnico-economico. Esse concepivano ancora la Tecnica in quanto strumento. Cambia tutto tra anni ’70 e ’80. Lì è la vera rivoluzione. Segnata dai Reagan e dalle Thatcher. Le destre neo-conservatrici e neo-liberiste mantengono soltanto come orpello ideologico, a scopo demagogico, alcuni dei connotati delle destre storiche: retoriche nazionalistico-identitarie, velleità civilizzatrici (l’idea della propria come la sola, autentica civiltà), l’esaltazione dello strumento penale come fattore di sicurezza.

In realtà la loro forza consiste nella capacità di aderire pienamente alla potenza globale del sistema economico-finanziario che guida la rivoluzione tecnologica del nuovo Millennio. Eliminare gli impedimenti che ne limitano l’affermazione, amministrare il contesto culturale e sociale in modo che ne interiorizzi i “valori” (il primo dei quali sarà il successo individuale, da perseguire con ogni mezzo, sul modello dei grandiosi successi della Tecnica), questo soltanto è ciò che deve residuare della “vocazione politica”.

La resistibile ascesa delle destre nelle democrazie occidentali trova qui la sua spiegazione. Esse, nella loro del tutto inedita versione, trasversalmente presenti in ogni parte degli schieramenti politici, riflettono il sistema dominante, di cui le antiche sinistre iniziano forse soltanto ora a intendere la natura autenticamente rivoluzionaria. Di fronte ai successi della Tecnica le prime hanno radicalmente mutato la propria strategia di fondo (mantenendo del loro passato soltanto i cascami populistici), le secondo hanno svolto il ruolo dei “buoni conservatori”, di chi vorrebbe rendere “dolce” un passaggio che in sé è irreversibile e traumatico. Invece di affrontarlo, invece di cercare di organizzare sindacalmente e politicamente i soggetti concreti che in esso venivano colpiti, si è limitata a cercare di difendere, quasi mai con efficacia (vedi la tragedia sulle politiche per l’immigrazione) i “diritti umani”, che nessuno mai ha spiegato cosa fossero se disincarnati da norme positive che rendessero sanzionabili i trasgressori.

Dall’epoca dei Reagan e delle Tatcher la nuova destra è pronta all’appuntamento con i Musk. La vecchia sinistra non li ha visti crescere. Ha parlato per qualche tempo di un capitalismo borghese che non esisteva più. Poi è rimasta incantata dalle ideologie della fine della storia, della globalizzazione economico-finanziaria come portatrice universale di democrazia e di pace. Mentre le nuove destre saltavano sul carro dei vincitori, riuscendo così anche a dare l’impressione di guidarlo, le sinistre difendevano arcaiche forme di centralità di parlamenti e assemblee elettive, senza un’idea neppure sulla loro riforma.

Vince la potenza politica delle destre? No, vince l’immagine di potenza che il sistema-Musk esprime – e che le nuove destre, quelle che contano, del tutto estranee alle geografie parlamentari del Novecento, idolatrano. Le sinistre perdono perché appaiono fuori gioco rispetto ai fattori determinanti il nostro destino. La loro è una forma di astensionismo, che dura dagli anni ’80, sia da ogni effettuale partecipazione che da ogni efficacia critica allo stato di cose esistente.

La loro “astensione” determina il crollo della loro rappresentatività soprattutto rispetto ai settori sociali più deboli e colpiti. E anche questo, a guardar bene, è del tutto ragionevole: sono i meno protetti ad aver bisogno di protezione. E dove vuoi cercarla se non presso quelli che ti appaiono più agguerriti? Poiché non siamo nel pieno e non alla fine della storia, poiché le contraddizioni si moltiplicano, nulla è deciso.

È certo però che le sinistre occidentali avranno un futuro se riusciranno a comprendere davvero le ragioni oggettive del loro fallimento, ragioni che travalicano di milioni di leghe limiti e difetti tattici o errori di leader, e sapranno non semplicemente “ricollocarsi” all’altezza delle nuove forme sociali di produzione, ma rappresentare, all’interno di queste forme, un segno vivente di contraddizione.

Contraddizione tra il pensiero necessariamente unico della Macchina “spirituale” e coscienza critica, tra lavoro dipendente e comandato, da un lato, cui sempre più appartiene anche quello del ricercatore e dello scienziato, e, dall’altro, la prepotente istanza di libertà che dalla stessa scienza proviene. Senza utopismi, con i piedi ben fondati sulle possibilità reali che proprio le conquiste dell’intelletto umano oggi ci offrono, ma che dilegueranno come neve al sole senza una politica che sappia distribuire equamente la ricchezza prodotta e creare le condizioni di una federazione tra popoli e nazioni oltre ogni delirio egemonico.

 


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oriundo2006
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Il pistolotto finale è nello stilema tipico dell' 'ottimismo della volontà'.

Superfluo e inutile: certifica l' impotenza delle volontà.

La tecnica non perderebbe affatto le sue caratteristiche se potesse dirigere anche la redistribuzione del profitto e dei beni. Semplicemente lo può già adesso con la potenza dei calcolatori elettronici applicati al controllo degli esseri umani, stipati in inverosimili alveari chiamati 'città' e costretti a vivere e pensare 'agli ordini'.

L' estensione' del 'controllo' è solo questione di tempi e modi confacenti: la tabella di marcia prevede tutto e i supercomputer quantistici faranno il resto al buon momento. Una serie di 'crediti' assegnati in base ai propri comportamenti attuali e probabilmente alle precedenti vite anteriori, renderà 'felici' gli utenti post-umani.

Si potrebbe dire che così facendo  la tecnica sta 'coprendo' ogni aspetto delle passate ideologie ed utopie, dimostrandole superflue perchè in via di realizzazione 'superiore', ed esibendo la bontà della sua natura 'perfettibile' con la continuità del 'progresso' illuminato, proprio in questo 'superamento', applicato alla vita collettiva, 'sociale', oramai 'amministrata' in via di direttive applicate ovunque agli individui senza che la 'politica' o i 'parlamenti' se ne interessino davvero, realizza il suo Piano. 

Ma è davvero Piano 'umano' e solo 'umano' ?

L' ultimo ostacolo siamo in realtà noi stessi, animali 'ontologici', noi esseri umani dotati di certi caratteri fissi, ritenuti immutabili ma che ora vengono messi al vaglio per essere sostituiti, in vista dell' Uomo Totale, probabilmente 'immortale' e comunque dotato di un corpo assai differente dall'attuale.

Lo scopo 'politico' della tecnica è tutto qui: realizzare il dominio assoluto sul vivente, su ogni vivente, per attaccare infine l' Origine del Vivente.

Nulla di più 'politico' e di più antiumano. E 'antidivino'.

In genere, nel passato, una scarica di meteoriti ripristinava le cose al giusto posto.

E gli umani ricominciavano daccapo.

Se così non fosse, mi dissocio dal mondo futuro. 


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sarah
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Cacciari rischia realmente di apparire "ancorato al passato" se non vede, o finge di non vedere, che la redistribuzione della ricchezza è un concetto che ha cambiato - pesantemente - il proprio significato. Leggendolo, forse superficialmente, mi sembra di avvertire ancora un tono "sindacale", in cui si rivendica che anche il lavoratore dipendente possa beneficiare appieno proprio di quei beni di consumo prodotti a raffica nel pieno dell'era industriale. E che lo stato si faccia garante dei suoi bisogni primari, come la salute, attraverso il finanziamento di servizi sostenuto da tasse riscosse "in modo progressivo" e in base alle possibilità di ciascuno. Beh, forse una delle cose che tanto ci sorprendono di questi tempi incomprensibili è proprio la caduta di tante maschere, con l'amara scoperta che tutto ciò non è più minimamente nelle intenzioni del potere, né intende più connotare il cosiddetto "stile di vita" occidentale. Ammesso che lo sia mai stato.  Tutto ciò non può che restare solo propaganda elettorale. E' difficile anche rivendicare una sorta di primato morale per la parte politica che interpreta la "contraddizione", che reclama la paternità dello spirito critico. Non so, forse mi lascio trasportare troppo dall'immaginazione ma mi sembra di poter dire che la cosiddetta "tecnica" sia circondata da due differenti categorie di attori: chi la corteggia e chi in qualche modo la domina. Saranno anche vere, adesso, tutte le svariate wunderwaffen di Musk in grado di incantare le masse e trascinarle verso qualche altro trabocchetto (per non dire di peggio) di natura politica, ma le vere chiavi che rendono tutto il macchinario così potente e davvero efficace in termini di controllo e dominio finanche spirituale credo siano chiuse in qualche altro "cassetto". Ho pensato al movimento futurista, sempre classificato come spazzatura letteraria in gran parte perché (tralasciando per un attimo i contenuti delle opere) con la sua esaltazione dell'artificiale, animava gli ideologi della destra italiana. Ma loro, i corteggiatori, non erano destinati a "beneficiare", per così dire, del frutto di questa tecnologia. Ci è stato detto che, ringraziando il Cielo, le "grandi conoscenze" sono poi finite in mani migliori  che le hanno rese "umane" e adatte a servire le migliori cause sotto la guida di indiscutibili principi morali universali. Senza troppo banalizzare, ci guardiamo intorno e giudichiamo noi stessi. Quelle "mani sicure" oggi forse sentono di essere ad un passo dal controllo vero della natura umana e si sono esaltate. E temono anche di perdere questa occasione. Perché alla fine, ideologie o no, è vero, l'ostacolo è l'uomo stesso e alcuni dei suoi tratti immutabili. Il dato di fatto è venuto fuori, se lo si vuol vedere, e non ha più alcun senso affermare che certe "battaglie" siano appannaggio di un ramo del parlamento o di un altro. Perché adesso si è capito di che battaglia si tratta. Ancora l'uomo contro la sua natura o "altro" contro l'uomo? In tale marasma, non stupisce neppure troppo che il potere di un personaggio come Musk, visto da distante e solo in superficie, attragga così tanto le folle.


oriundo2006, PietroGE e Hospiton hanno apprezzato
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