La Tenebra assedia ...
 
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La Tenebra assedia l'Uomo dalla Notte dei Tempi


GioCo
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Prima una comunicazione di servizio. Preparatevi, perché ritengo coerente che tra gennaio e febbraio sia annunciato al pubblico il nuovo covid che dovrà essere molto più aggressivo del precedente. Questo significa che la terza ondata si avvicina. Difficoltà coerenti con la situazione: razionamento dei beni di prima necessità. In particolare energia e cibo.

Ma questo contributo non è per la politica, sono certo che siete bravissimi anche da soli a capire quello che accade. D'altronde i commenti possono solo sprecarsi in questo momento per chi non accetta di mettere la testa sotto la sabbia o non verrà preso della stanchezza perché poco resistente: sono anni che insisto che la resistenza (emotiva) sarà il solo argine per affrontare la situazione che ci attende. Cioé l'attuale assalto della Tenebra.

Ma qui non voglio tediarvi con queste questioni. Desidero raccontarvi qualcosa che voglio sia preso esattamente come una Fiaba. Niente di vero quindi, solo coerenza come sempre. Se vi sembrerà calzare a pennello con la nostra situazione, non fateci caso. Le Fiabe sono strane almeno quanto i sogni e non ci dicono nulla di vero a parte forse quel che riguarda i rapporti simbolici veicolati.

Bene, iniziamo.

Esiste un mondo oltre il nostro, un mondo dove la luce non è così abbondante e soprattutto non è così scontata come lo è per noi il sorgere del sole. Si tratta di un luogo che ha molti nomi, uno di questi è Lande. Qui vivono forme che bramano un tipo specifico di luce che non è esattamente la stessa del sole, ma ha più a che fare con il sentimento.

L'esistenza nelle Lande vede in generale due modi per ottenere questa luce: procurarsela o produrla. Colui che se la procura deve procacciarla, cioè sottrarla a qualcun altro che ce l'ha. Il vantaggio è che ci sono meno probabilità che gli venga rubata, perché il furto è la specialità dei ladri e dei truffatori e questo rende le cose più difficili a quelli della stessa risma, in più deve consumarla per se stesso e quindi è più facile che l'eventuale collega trovi poco da rubare. Lo svantaggio è che può rimanere senza luce, una condizione imbarazzante che espone quest'ombra alle brame della Tenebra (poi specifico cosa intendo). Chi la produce invece non ha bisogno di rubarla e ce l'ha sempre disponibile. E' difficile che rimanga completamente senza, ma può esserne privato (da chi volesse profittarne) anche con cadenza regolare e quindi averne a disposizione per se giusto quel minimo sindacale. Questo gli fornisce il vantaggio di avere una certa protezione permanente dalle brame della Tenebra ma al costo di subire continuamente angherie da parte di chi sceglie di non produrre da sé quella luce, proprio per non diventare a sua volta vittima.

In un mondo come questo quindi gli eroi tendono ad essere stron%i colossali, peggio dei farabutti, perché almeno quelli non si nascondono dietro al falsa maschera della filantropia (di natura spirituale nelle Lande).

Prima di continuare vorrei farvi riflettere che procurarsi o produrre luce è una scelta, ma non tutti sono disposti ad assumersi la responsabilità che questo comporta. Per capire cosa intendo è necessario fare un altra piccola digressione (perdonatemi): in questa Fiaba ciò che accade a livello spirituale (nelle Lande in particolare in quanto a noi più prossime) comanda quello che accade poi a livello materiale, solo che la forma che assume l'accadimento tra i differenti luoghi (spirituale e materiale) è di natura metaforica. Se ad esempio viene conquistato e distrutto un regno nelle Lande non accade specularmente la stessa cosa nel mondo della materia, ma questo evento potrebbe materializzarsi poi in una battaglia politica fallimentare che finisce per distruggere un movimento o un partito. Viene conservato quindi il significato di ciò che accade e non la forma che è difficile quindi da prevedere. Tuttavia un argine di previsione è più che accessibile, in particolare quello che accade nelle Lande si riflette poi sull'umore umano prima che gli eventi prendano forma nel mondo della materia e il motivo è semplice: l'organo connesso è il cuore. Solo che "di là" è anche la fonte che emette luce (e la trasforma come un prisma).

Ora seguite la metafora: se viviamo al secondo piano, non ha molto senso per noi sognare di spostarlo tutto al terzo o al quarto per abitare più in alto, no? Più coerentemente conviene fare le valige e spostarci noi ai piani superiori, prendendo un appartamento che si trova già più in alto rispetto dove ci troviamo. Allo stesso modo se noi pretendiamo di "elevare" il mondo materiale in cui viviamo, magari per salvarlo da qualche orrore che lo assedia, è un po' come se pretendessimo di spostare tutto il piano del palazzo dove abitiamo più in alto, al solo scopo di "non fare la fatica" di spostare solo il nostro culo (certamente più leggero). In ambito esoterico questa è l'accidia ed è intuibile come la differenza rispetto al significato più comune sia sottile ma non marginale.

Purtroppo i legami affettivi ci vincolano agli inquilini del nostro piano materiale e questo ci tiene incatenati al Basso Astrale (anche qui, poi specifico cosa intendo). Ma il mondo materiale è strutturato in un certo modo e per certi scopi più generali che ci comprendono, così come il piano di una palazzina comprende altri piani, elevarlo non ha quindi senso. Anche fosse possibile, ne dovrebbe poi prendere il posto un altro equivalente perché l'intera struttura regga e dopo infinita fatica troveremo che non è stato comunque eliminato. Resta il desiderio di non lasciare indietro gli affetti ma anche questo è un totale non senso. Ognuno è nel proprio percorso e ha i suoi modi e i suoi tempi per affrontarlo, possiamo aiutare ma non sostituirci eseguendo i compiti che sono assegnati ad altri. L'affetto in questo senso non ci aiuta, così come non aiuta il bambino che deve imparare a camminare. Se infatti vogliamo che impari a farlo da solo, camminare per lui non lo aiuterà. Aiuterà invece chi vorrà possederlo perché ogni perdita di autonomia corrisponde a un preciso livello di possessione. Per intenderci: le vacche non hanno autonomia se non quella che il gestore della fattoria gli concede (ovviamente).

In generale l'affetto oltre ad essere un legame emotivo è una forma di luce (minore) che nelle Lande ha una serie di effetti fisici molto concreti (e molto seri). In particolare per i suoi abitanti è IL cibo ma non solo. Ricordate che all'inizio l'ho descritto come un luogo in (eterna) penombra? Perché la luce è una rarità in quel mondo così come nel nostro l'emozione positiva. Ma essere privati di questo "cibo", di questa "luce", non comporta una perdita diretta di qualcosa di materiale, se non per ciò che occorre al fine di significare una perdita emotiva, ad esempio di pazienza e serenità. Pensiamo a un classico: il guaio nel luogo e nel momento peggiore.

Ecco, adesso arriva la parte "interessante". Possiamo per brevità e semplicità dividere gli abitanti delle Lande in due gruppi distinti. I defunti (umani) che vi rimangono intrappolati e "gli altri". Su "gli altri" diremo solo che sono il veicolo di brama della Tenebra. Diciamo "quelli che comandano" o se preferite "i predatori" per definizione. Non nel senso che sono tutti predatori ma che se si interessano all'umano è perché sono predatori. Ci amano tanto tanto, come noi le mucche (e il latte e la carne di mucca). Gli altri che non hanno con noi relazione di predazione ci ignorano volutamente, non interagiscono in ogni caso e quindi è come non esistessero. Per dirla tutta quindi, se "i buoni" nelle Lande esistono, di noi "se ne fregano" e (aggiungo) fanno benissimo. Perché vedremo che anche "i buoni" umani per rimanere tali "devono fregarsene" del destino degli altri umani vincolati alle Lande. L'alternativa finché stiamo "in basso" (per interagire con interesse) è solo la predazione. C'è ovviamente chi si interessa al destino umano e non instaura relazioni predatorie, ma non abita le Lande (semplicemente). Abita piani superiori (e più distanti) dove la luce è naturalmente di suo già più abbondante e non occorre predarla. Ma sono anche luoghi lontani -emotivamente- (molto) dalla realtà materiale e nella misura della distanza stabilire una relazione "più positiva" è più oneroso (=difficile). Se quindi un entità positiva vi assicura che è solo venuta per proteggervi e questo vi rende "eletti dal fato" o dal divino, prudenza. La possibilità che sia un inganno è più che coerente: è praticamente quasi una certezza. Tra l'altro, più siete luminosi di vostro, più attirate l'attenzione dei predatori.

Dopo questa breve esposizione (se siete interessati ad approfondimenti ditemelo nei commenti e cercherò di accontentare ogni curiosità) non posso trascurare un inciso sui defunti umani. Quando si muore si spezza il legame terreno stabilito alla nascita e questo "come una frusta" apre per un breve lasso di tempo un passaggio verso i piani più alti che vengono visti come "tunnel di luce" perché è come aprire un varco da cui si intravede ciò che si trova dall'altra parte (i piani superiori) più luminoso rispetto alle Lande. Come ho detto la luce che si trova nelle Lande ha vari effetti fisici. Uno di questi (forse il più importante) è rendere leggero il corpo Astrale: tanto più è carico di luce propria tanto più rapidamente potrà raggiungere i piani superiori e tuffarsi nel tunnel (che è posto in alto). Cioè il corpo Astrale che è la parte manifesta nelle Lande, diventa di fatto (come se ci trovassimo in un sogno) il nuovo veicolo, una volta perduto il legame sensibile con la materia o meglio il corpo di carne a cui era collegato e che per tramite della Mente teneva fissata l'attenzione sul mondo della materia. Ma, se qualcosa ci vincola a terra perché ci appesantisce, ad esempio i cari che ci dispiace abbandonare, sia quelli in vita che quanti si trovano nelle Lande, oppure un risentimento (ad esempio verso chi ci ha privato della vita anche involontariamente) o un debito (ad esempio abbiamo predato luce profittando dell'innocenza o della disponibilità -emotiva- di qualcun altro durante la nostra vita) questo ci costringe a rimanere a terra, come una mongolfiera troppo pesante per sollevarsi. Non è una condanna tanto di qualcuno (una divinità ad esempio) ma di qualcosa. L'abitudine alla predazione in particolare è uno dei motivi più ricorrenti per rimanere vincolati al Basso Astrale. Il Basso Astrale è costituito da tutti i corpi Astrali che appesantiti in questo modo sono "condannati" a rimanere nelle Lande. Ovviamente "gli altri" hanno tutto l'interesse a tenere alto quel numero, perché usano i corpi Astrali pesanti per i loro fini e le loro brame (di luce). Il motivo è che non possono interagire direttamente per ottenere quello che vogliono perché banalmente non c'è modo per loro di ottenere la "luce pura" che l'Uomo tende a emettere spontaneamente. Ci vuole un addestramento specifico e per questo hanno bisogno di un tramite che suggerisca alla Mente del vivente quale luce emettere e come produrla. Cioè quale emozione provare rispetto l'accadere. Questi "camerieri" della Tenebra costituiscono di fatto il "Basso Astrale". La loro controparte in vita non è difficile da individuare. Questi posseduti non possono sottrarsi alle brame della Tenebra nelle Lande e a volte nemmeno in vita quando riescono a riprendere un corpo, perché dipendono dalla luce (che rubano) per il minimo di autonomia decisionale che gli rimane, per ciò sono in trappola e rimanendo in trappola hanno già deciso il loro destino di predatori.

Se avessero deciso di produrre luce da sé stessi (durante la vita carnale) la possibilità di rimanere intrappolati nelle Lande una volta perduto il corpo erano pressoché nulle o comunque molto basse. Va da sé che la vita coltivata nei pensieri positivi (indipendentemente da ciò che accade) oltre che nel profondo rispetto del nostro prossimo (indipendentemente dal giudizio che ne conserviamo) e nel distacco emotivo (rispetto ai legami affettivi terreni NON rispetto a quelli più elevati emotivamente oltre che spiritualmente) contribuisce ad alleggerire il corpo Astrale. Se poi non si riesce a "passare" oltre per motivi che esulano dalla Sua pesantezza, vi sono molte occasioni che rimangono spendibili per riprovarci, basta seguire la logica. Ciò che conta è quindi alleggerirsi e distaccarsi dalle cose terrene e materiali. Certamente è più difficile farlo in Astrale, dove la differenza tra un esistenza decente e una orrenda sta proprio nella disponibilità di luce, mentre nell'esistenza materiale il corrispettivo tra un esistenza decente e una orrenda è la disponibilità di ricchezza materiale. Quindi se è difficile il distacco dai vantaggi materiali è certamente più difficile il distacco da quelli in Astrale, ma non impossibile.

Sempre secondo me, eh?


3CENT0 e SupernovaX hanno apprezzato
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esca
 esca
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Interessante. Significa che il modo in cui ciascuno si pone di fronte a tutto cio' e' l'unico brandello di liberta' d'arbitrio, e oserei dire di vera lungimiranza, a dispetto di chi sostiene di avere l'intero processo della propria esistenza materiale nelle mani. Quaggiu' siamo povere creature incatenate e le catene si stanno via via stringendo, e c'e' ancora chi e' convinto di essere eterno.


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orckrist
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1.

Fredda la mano ed il cuore e le ossa,

Freddo anche il sonno è nella fossa:

Mai vi sarà risveglio sul letto di pietra,

Mai prima che muoia il Sole e la Luna tetra.

Nel vento nero le stelle anch'esse moriranno,

Ed essi qui sull'oro ancora giaceranno,

Finchè l'oscuro signore non alzerà la mano Sulla terra avvizzita e sul mare inumano.

 

2.

Oh! Tom Bombadil, Tom Bombadillo!
Nell'acqua, bosco e colle, tra salice e giunchiglio,
Con fuoco, sole e luna, ascolta il mio richiamo!
Vieni, Tom Bombadil, del tuo aiuto abbisognamo!

 

3.

Il vecchio Tom Bombadil è un tipo allegro,
Porta stivali gialli ed una giacca blu cielo.
Nessuno l'ha mai preso, perchè Tom è il Messere;
Più potenti i suoi canti, e più veloci i suoi piedi.
Va' via, vecchio Spettro dei Tumuli, sparisci rapido al sole!
Diradati come la fredda nebbia, ululando più triste del vento,
Lontano dalle montagne, nelle terre squallide e brulle!
Non tornar mai più qui! Lascia vuoto il tuo tumulo!
Sii perso e dimenticato, più buio dell'oscurità,
La dove apriranno i cancelli quando il mondo corretto sarà!
Svegliatevi, allegri ragazzi! Svegliatevi al mio richiamo!
Siano caldi il cuore e le membra! La gelida pietra è caduta!
L'oscura porta è spalancata; la mano morta è rotta.
La Notte è stata cacciata, ed il Cancello vi aspetta!
Ehi! Ehi! Venite qui! Dove girovagate?
Su, giù, qui, lì, vicino oppur lontano?
Orecchie-aguzze, Saggio-naso, Coda-fischio e Zotico,
Amico Calze-bianche, e vecchio Grassotto Bozzolo!

 

 

 

Questo post è stato modificato 3 anni fa da orckrist

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SupernovaX
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qualcuno ha mai visto questo film (Nosso lar)?

https://www.youtube.com/watch?v=hht_AdtUIGY

mi sembra carino e varrebbe la pena di darci un'occhiata prima che lo tolgano da youtube, la descrizione delle Lande (il basso astrale) è abbastanza simile alla rappresentazione che ne fa il film.

i predatori, poi, mi hanno ricordato molto i voladores di Castaneda, penso che stiamo parlando delle stesse entità o di qualcosa di molto simile. Si tratta di esseri* che si nutrono delle peggiori emozioni prodotte dagli esseri umani; per loro emozioni, sentimenti, passioni etc... sono materia tanto quanto lo sono il pane e la pasta per noi ma, tra tutte, quelle che trovano più appetibili sono quelle dal livello vibrazionale più basso quindi odio, paura, rabbia etc... sono le portate che preferiscono.

vista la situazione, quest'anno ne avranno in abbondanza sia per il pranzo di Natale che per il cenone di Capodanno. auguro loro buona indigestione.

* ne parlo come se si trattasse di qualcosa di reale, per me si tratta perlomeno di un qualcosa di verosimile, potrebbe essere anche semplicemente una metafora di realtà interne all'essere umano ma la sostanza non cambia... di qualsiasi cosa si tratti, per accertarsi della loro realtà basta tenerle a digiuno stretto per un po' e vedere come si arrabbiano. 


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GioCo
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Post: 2205
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Postato da: @derwanderer

qualcuno ha mai visto questo film (Nosso lar)? [...]

i predatori, poi, mi hanno ricordato molto i voladores di Castaneda [...]

* ne parlo come se si trattasse di qualcosa di reale, per me si tratta perlomeno di un qualcosa di verosimile, potrebbe essere anche semplicemente una metafora di realtà interne all'essere umano ma la sostanza non cambia... di qualsiasi cosa si tratti, per accertarsi della loro realtà basta tenerle a digiuno stretto per un po' e vedere come si arrabbiano. 

Non ho mai citato Nosso lar (=Nostra Dimora) tratto dalle opere del medium Chico Xavier (di cui ritengo più interessante la vita) e Castaneda per un infinità di motivi, tra cui che fanno riferimento a quelle culture proprie dell'America latina troppo distanti dalle nostre. Ci sono dei punti di contatto (e mi sorprenderebbe il contrario) ma la questione cruciale è dove focalizzi l'attenzione, per quali significati. Queste opere, a loro modo ammirevoli, purtroppo hanno la pecca di indicare esperienze a un pubblico proveniente da una certa tradizione che non è la nostra. Le tradizioni sono l'humus della terra da cui proveniamo. A me affascinano tantissimo ad esempio gli Apu (QUI) parlando però con un  peruviano ho scoperto che non aveva la minima idea di cosa fossero. Quando gliel'ho spiegato gli ha dato un altro nome e li ha riconosciuti subito correggendomi nei particolari che mi sfuggivano. Ecco, vedi, le parole sono ingannevoli. Quando noi sentiamo certe parole che appartengono a un registro differente dal nostro, il rischio che corriamo è associarle a qualcosa che si avvicina e di cui abbiamo nozione ma che non centra niente con il significato originale associato. Le montagne peruviane sono certamente simili alle Alpi, ma non identiche. Fauna, flora, clima, strategie di soppravvienza, cibo e la stessa aria che si respira cambiano radicalmente umori, atteggiamenti, aspirazioni, desideri e un sacco di altre cose, come l'aspetto delle persone e i luoghi abitati, ma anche il senso del sacro e del fantastico.

Ad esempio, per quanto riguarda Castaneda che era un antropologo ciò che è interessante è la radice della tradizione tolteca che studiava. Un po' come da noi è interessante la radice storica delle fiabe e del mito, veri e propri prontuari di ascetismo nostrano (con le chiavi di lettura corrette).

L'approccio di quelle culture dipende dalle due figure sacre per eccellenza di quelle terre, il giaguaro e l'aquila. Contrariamente a quanto potremmo ritenere con la nostra mentalità occidentale (da "Asino di Apuleio") non sono due entità separate ma due lati di un unica medaglia, due raffigurazioni dell'essere precise e non metafisiche ma molto, molto concrete e che vogliono essere vissute, non immaginate. Per noi tutto questo è inconciliabile, folle. Non abbiamo le chiavi esperienziali per decodificare questo modo di intendere l'esistenza, per questi stili di vita, e tendiamo a fare una grande confusione. Questa difficoltà di comprensione le rende molto affascinanti, tutto quello che è esotico esercita un forte fascino, ma usarle per fini differenti dalla semplice curiosità evadendo un percorso più vicino alle nostre esigenze lo trovo sciocco.

Noi "occidentali" (europei mediterranei) ad esempio facciamo riferimento a un bagaglio di conoscenze veramente devastante (spesso dimenticato o peggio travisato) ma che fa largo uso dell'immaginazione intendendola proprio come mezzo di riscatto (il "conosci te stesso" era nei templi spesso all'ingresso di percorsi di guarigione onirica). Non parliamo di cose simili ai voladores (entità comunque distinte dall'Uomo) ma di persone come noi con funzioni simili (dette anche "forme pensiero" a intendere che il pensiero è una forma fisica) che per qualche motivo rimangono intrappolate nell'infra-mondo, il basso astrale, cioè la parte più densa di un ambiente che viene rappresentato a strati e ogni strato appartiene a uno specifico modo di intendere il rapporto emotivo con la realtà (più luminoso=meno denso) e questo ci riconduce a Dante (tanto per capirci). Prendi ad esempio i miti dell'antropogenesi orfica da cui ha attinto a piene mani anche quella furbacchiona della Blavatsky per farci su essenzialmente un bel pastrocchio, eterodiretta com'era dai suoi inquietanti guru tibetani (ma non solo) che ci parlano di un anima (vedi QUI) molto prima di Platone e poi Sant'Agostino e in una forma più vicina a quella che noi intendiamo oggi, intesa come parte (distinta ma addormentata) del nostro essere e indicata come dáimōn (poi tradotto grossolanamente in negativo come demone dal cattolicesimo) ma che significa "essere divino" e indica il semidio che alberga dentro l'Uomo e che è indicato con le ali e associato a Eros (il Dio dell'Amore, dice niente?). Uomo che sarebbe nato dai brandelli di Dioniso (bambino) divorato dai titani secondo il volere di Era e dal fumo sprigionato dai corpi dei titani inceneriti dalla collera di Zeus. Il mito come sempre è un codice che serve a dirci altro, funziona da "indicazione stradale" per la contemplazione ascetica. Ad esempio in questo caso indica la natura ambigua umana, fatta del fumo di esseri certamente divini ma feroci (che potrebbero benissimo corrispondere ai voladores di Castaneda) e dai brandelli di un Dio che per "funzionare" e accendere la luce divina che è in noi vanno rimessi insieme. Noterai la somiglianza con i miti egizi e quelli mesopotamici, ma anche con il nostro modo di intendere l'arte, la bellezza e il tipico vivere gaio e spensierato che in trasparenza ci rimanda all'idea di paradiso o di campi elisi.


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