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L'amore omosessuale non è amore, ma odio

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spadaccinonero
Illustrious Member Guest
Registrato: 2 anni fa
Post: 10314
 

Che manica di cazzate.

complimenti per l'esordio su cdc

benvenuto

8)


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donjuan
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 121
 

Che manica di cazzate.

complimenti per l'esordio su cdc

benvenuto

8)

😆


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GioCo
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2195
 

Da dove nasce il contenzioso sessuale?
Sarebbe lecito considerarlo un problema in un mondo dove ognuno è semplicemente lasciato in pace di decidere da sé quale partner preferisce?

E poi, in una ragione che ci porta a condannare l'individuo, per gli atti che compie, quale spazio ha il giudizio dell'atto?
Voglio dire, se il problema è sapere o sceglire tra essere omofobo o xenofobo (tenendo per un attimo fuori dal quadro la vastità degli indifferenti) in un gioco delle parti che divide e mette di malumore tutti, perché scontenta comunque, essendo necessariamente una vivisezione dell'esistente, come è possibile conservare oggettività nella parzialità?

Come è possibile considerare che ogni maschio è un potenziale omofobo e un potenziale omossessuale, come ogni donna, perché abitato dal seme di ogni possibilità: l'uomo cresce secondo una biologia che in origine è priva di orientamento sessuale (altrimenti non può stabilirne uno) e ne sviluppa uno per covenienza, dato che strutturalmente non siamo cavallucci marini e per complessità genica, non possiamo permetterci di cambiare sesso a piacere, senza danni e dolori.
Tuttavia come i babbuini, come mille altre specie sociali mammifere complesse, l'omosessualità ha un senso strettamente biologico, non è per ciò necessariamente incompatibile con la "natura" umana.

Ciò detto, un conto è l'espressione sessuale che un individuo possiede, un altro è forzare in una direzione omo in vece che etero l'educazione.
Un conto è rispettare le tendenze di ognuno tenendo a bada gli estremismi, le intolleranze, le ghettizzazioni, che non giovano a nessuno, un altra è non considerare le pesanti ripercussioni sociali, economiche, politiche nello smontare un modello (quello della famiglia tradizionale) e sostituirlo con un altro, quando in realtà la famiglia in senso "Happy Days" è già una imposizione dogmatica polulista e distorta di un epoca moderna, quella post bellica e moraleggiante di certa classe conservatrice cristiana (non cattolica) statunitense, recentemente caduta in disgrazia.

Il modello europeo più diffuso di famiglia era quello della "antica famiglia allargata" e contadina, fatta di casolari enormi tutti appiccicati, dove generazioni imparentate vivevano più o meno in un clima di guerra fratricida per fazzoletti di terra o una mucca, condividendo solo fatica e malanno e in un mondo terribilmente oscuro (nel senso che non c'era proprio luce, di notte ovunque "zero lumen"). In tali condizioni era eviente che il collante non potesse essere altro che una religione del dolore. Dove Amore e Dolore erano tutt'uno, professati per dovere. Chi non si adeguava e cercava scampo anche in minuscole particelle di piacere personale era un posseduto o un affaturato come dicevano in certe regioni.

I preti vivevano meglio di altri per ciò erano costretti a una religione che proibiva il sesso, per lo più perché nel 1500, dopo quasi aver perso credibilità in tutta europa, caduta in disgrazia la chiesa dei cattolici iniziò il processo di revisione morale più vasto e oscurantista che si sia mai visto in terra e in senso di austerità mortifera, condannando la fornicazione, che diventò presto "qualunque atto sessuale di piacere". Si allentò un poco durante il 1700 dopo la rivoluzione francese ma questo solo per creare le sacche di coloni eterofobici che poi andarono a conquistare la terra promessa. La caccia alle streghe fu il cordone ombelicale, vi siete mai chiesti perché ci ricordiamo proprio "le streghe" e non "gli stregoni"?! Perchè uno degli episodi più noti è proprio a Salem (contea di Essex, Massachusetts, New England)? In gran parte gli stregoni vennero lasciati in pace e si chiamavano Newton, Galielo, Cartesio e tanti altri, mentre altri stregoni considerati inopportuni, eccessivi, come Giordano Bruno, vennero messi al rogo. Era quindi un processo di rinnovamento che partiva dalla chiesa per generare il nuovo dogma esoterico di una specifica "scienza oggettiva", di scuola Aristotelica.

Da cotanto humus storico alle derive xenofobe, esasperate, demoniache, che poi osserviamo tramite la lente del film "Il Demonio" di Brunello Rondi e che ha per oggetto proprio l'esasperazione dolorosa della relazione sessuale (etero) tratto da un episodio di cronaca nera secondo lo studioso e antropologo di fama mondiale Ernesto De Martino il passo successivo proprio della conseguenza è pura banalità.

Allora bisogna aprire bene la mente e il cuore insieme, capire cos'è oggettivo e cosa invece è stato escluso, tagliato fuori dall'oggettivo tanto quanto dall'emotivo (che ha subito la stessa sorte di "recisione dolorosa") e in cambio di questa fanatica follia modernista. L'oggettività in sé è stata una liberazione e rimane un punto centrale da cui non si può prescindere, detto questo però questa oggettività, monca, orrenda, dolorosa, che ha inaugurato scellerate icone horror come Frankenstein (precursore moderno felice e parto della fantasia femminile) di cui abbiamo subito ogni deriva fanatica possibile durante le due guerre, è molto meglio saperla incompleta, parziale, lontanissima dall'essere per il genere unamo "unica risposta possibile", men che meno esasutiva o desiderabile come soluzione.

Questo non significa che l'oggettività, come le lucide analisi del Sherlock Holmes di Conan Doyle, non ci siano di fondamentale aiuto per scoprire le questioni "dei delitti e dei castighi", ma che come i cartelli stradali non vanno mai sostituiti ai fondamentali che rimangono altri, come avere le mani ben salde sui comandi, avere un idea precisa di cosa ci sta guidando, di dove siamo partiti e dove intendiamo arrivare: in una parola essere presenti.

Senza questi, allora possiamo essere tranquillamente oggettivi ma guidati dall'emozione o essere emotivi e con la necessita continua di giustifiche oggettive. Cioè "tra la perduta gente" che rovescia di continuo ragione ed emozione, con il solo risultato di costruire la propria perdizione.


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