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L'economia della diperazione


GioCo
Noble Member
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Si parlerà (credo) sempre più spesso di "economia della distruzione", intendendo con questa locuzione una forma di speculazione che guadagna (letteralmente) nel distruggere qualsiasi cosa, anche la cultura. L'economia della disperazione allarga il concetto e include tutta l'economia che ha radice infernale.

Ma andiamo con calma che al solito non c'è niente di difficile o incomprensibile, perché ogni passaggio è coerente all'osservabile. Dato che non cerco e non spaccio verità non si tratta di nulla che abbia a che fare con la verità, ma rimane entro un quadro altamente coerente e quindi ci fornisce certamente ottimi strumenti cognitivi per indagare poi la verità (se qualcuno vorrà farlo).

Per ciò preciso che quando dico "inferno" non indico niente di metafisico, intendo certamente indicare la figura retorica e poetica dantesca, ma per estensione qualcosa di molto concreto e a noi vicino.

Torniamo all'economia della distruzione. La locuzione rimane poco chiara, ma se la intendiamo come "economia parassita" iniziamo un lento avvicinamento a qualcosa di più significativo, anche se non è un modo del tutto coerente e quindi corretto di intenderla e vedremo subito perché: i parassiti in natura tendono ad avere una relazione "organica" con l'ospite nella loro evoluzione adattiva, perché hanno tutto l'interesse a non distruggerlo. Quindi nel tempo non cercano di prevalere ma di integrarsi funzionalmente nell'ambiente di riferimento. Con questo tipo di economia invece non c'è riguardo per l'ospite che viene considerato unicamente come "bene" da sfruttare ottusamente, come una miniera: si prende ma per non restituire nulla. Quindi non è di esempio neppure la malattia in quando biologicamente connaturata alla Vita e quindi funzionale al suo stesso riequilibrio in senso adattivo.

E' difficilissimo per la mentalità media concepire un rapporto di netta scissione tra sfruttato e sfruttatore, perché è del tutto aliena al nostro modo di intendere "naturalmente" l'integrazione e l'adattamento all'ambiente. Diciamo che se dovessimo dare una risposta a cos'è naturale partendo da cosa è innaturale, questa operazione di scissione netta è la risposta più coerente perché la natura fa di tutto per destituirla di fondamento ed è solo un evidenza evidente che possiamo osservare in ogni sua singola espressione, indipendentemente da quanto poi questa ci può (o meno) apparire feroce. Per ciò il portatore di questa mentalità ha come obbiettivo primario celare dietro un paravento "naturale" la sua azione innaturale. Tipo quella predatoria "homo homini lupus".

In effetti quindi anche l'espressione più repellente (per noi) del selvatico (pensiamo a come certe larve si nutrono a spese di altri esseri viventi tra gli insetti ad esempio) non è difficile considerarla funzionale in via più generale alle stesse necessità delle vittime e la loro organica integrazione con la natura. Se invece tale espressione fosse nettamente a vantaggio del carnefice e basta, ci apparirebbe "aliena", puramente e insensatamente distruttiva, come estranea al contesto di riferimento o a questo Mondo e alle sue leggi.

Un esempio su tutti è la macchina. Anche la macchina oggi sta cercando di possedere la vita, sta cercando di integrarsi, ma non lo fa rendendosi organica alla natura quanto assimilando. Il concetto di assimilazione è un concetto ancora più estremo e irraggiungibile se non si introduce quello di forma pensiero e di conseguente possessione. In questo caso tecno-possessione.

Il nostro corpo è prima di tutto uno strumento. Come un aereo, un veicolo. Ma come un aereo non è esclusivo, chiunque può "salire a bordo". Il fatto che noi lo consideriamo un veicolo monoposto a nostro esclusivo esercizio, ci confonde. Pensiamo ad esempio a un arto che "si muove da sé". Ci terrorizzerebbe e in questo senso siamo confusi.

In effetti il vecolo biologico è solo uno strumento e chiunque può tranquillamente prenderne possesso, anche dei malintenzionati, ne più e ne meno che dei terroristi dirottatori per un aereo di linea.

Il Sogno di chi Governa è sempre stato quello di poter governare direttamente i nostri veicoli al nostro posto, ma non sempre e comunque, solo per i capricci e non in assoluto ma lasciandoci vivere "i loro programmi" in autonomia consensuale. Potremmo capirlo meglio se lo riportiamo a un idea infantile del Mondo: chi non ha desiderato che i genitori facessero sempre e solo quello che volevamo? Poi magari gli siamo stati grati quanto non l'hanno fatto, ma al momento di certo non eravamo loro grati.

Quindi quando guardiamo personaggi MOLTO inquietanti, come (completamente a caso) la foto che ritrae Nathaniel Rothschild accanto all'artista Marina Abramović con alle spalle il dipinto "Satan Summoning his legion" (QUI una copia) che gira nei social ultimamente, dobbiamo immaginare gente che ha in testa un pensiero ossessivo di separazione egoica "estremamente" infantile, patologico e che non è altro se non la diretta e plastica conseguenza di ciò di cui rivendicano il possesso, ciò verso cui si identificano che è il possedere stesso, l'atto di possessione. Più il senso di possesso che pervade è onnicomprensivo più è vicino alla necessità disperata di separazione (perché ti sciogli dentro l'ospite per "regola naturale", rischi di non sapere più chi sei) più diventa forza identificante e (per forza) di conseguenza la controtendenza "difensiva" è quella del pensiero satanico. Si viene per ciò colti da una specie di bulimia dove da una parte ce la compulsiva necessità di inglobare tutto per non sparire e dall'altra la quasi penosa volontà (debole) di separarsi da tutto questo, per non "perdere" l'identità che rimane piccola e "indifesa" come quella di un bimbino viziatissimo. L'atroce conflitto "spirituale" che ne consegue è per ciò esattamente quello del dipindo alle spalle dei due personaggi citati che non a caso uniscono finanza e arte in un unico oggetto-soggetto che comunica perversione "spalmata ovunque" per antonomasia.

E' esattamente da questo humus spirituale che nasce l'economia della disperazione. Cioè un economia dove il mediatore dello scambio è esattamente la disperazione che circola, posseduta e distribuita. La disperazione posseduta è quella generata da questo conflitto interiore insanabile, quella distribuita e quella che si riesce a rendere al Mondo affinché abbia la stessa moneta di cambio. Potremmo parafrasare "l'unica moneta unica". In un certo senso potremmo dire che sta gente vuole essere compresa ma per il livello che abbiamo ora è meglio dire secondo me che non fanno altro che volere il Mondo a loro immagine e somiglianza, illudendosi che così possa andare bene, sia perfetto e adatto per loro e per ciò per estensione a chiunque.

Ma un economia di quel tipo è del tutto aliena (e per ciò incompatibile) a qualsiasi principio di questo Mondo e il suo primo e diretto nemico giurato è l'ordine costituito che viene prima della Vita stessa, quello che si può osservare in un ambiente selvatico. Se quindi in apparenza questi si vestono da pretadori e agiscono da parassiti, si pongono al di fuori del regno selvatico, non hanno alcun intendo di farne parte, di esserne armonicamente compresi. Ne hanno invece orrore e a ben vedere dal loro punto di vista se si considera quanto appena scritto.

Sull'economia della disperazione c'è tantissimo da dire. Troppo perché si possa anche solo accennare qui. Ma qualcosa d'altro va aggiunto se no sembra una cosa buttata lì tanto per dire qualche battuta un po' fuori dal seminato. Intanto va detto che è un economia energetica e questo penso che non ci sia bisogno più di tanto di approfondirlo. Se l'emozione è la sensazione di come si muovono le energie psicofisiche nel corpo, è ovvio che un emozione così potente come la disperazione intende descrivere esterioremente massicci spostamenti di energia.

Faccio un esempio di questo tipo di economia: un sermone cattolco classico dove il demonio "che ci può possedere quando vuole" in quanto arma e castigo divino è usato come spauracchio.

Un altra piccola nota è quella che chiamo "politica della zanzara" o prurigginosa. Un animo ammaliato (in esoterismo si parla più propriamente di fascinazione ma è un discorso troppo complesso e inutile in questo contesto) esprime un concetto di para-possesione, nel senso che la vittima conserva una certa autonomia nell'esprimere la propria volontà solo che questa è completamente favorevole al "padrone" (la volontà che ci possiede) e alle sue esigenze, credute o reali non importa. "Il padrone" è generalmene una volontà ritenuta idealmente superiore, come quella divina, non necessariamente manifesta. Capite quindi che si entra in un terreno estremamente delicato.

L'ammaliamento è forse uno dei processi più reconditi e volutamente nascosti che agiscono in noi. Nel senso che lo mettiamo in pratica senza rendercene conto e lo subiamo allo stesso modo, perché nessuno ci ha insegnato a riconoscerlo. La pubblicità o propaganda è una tipica tecnica moderna di ammaliamento. In senso più generico possiamo intenderla "magia" ma in senso più pratico è un atto che riguarda il corpo emotivo e la sua specifica economia.

Questo genere di economia funziona in modo strano. Diremmo, prendendo il concetto dalla matetica di Lorenz che è una specie di "attrattore strano". Cioè proprio di un infinito che si esprime in uno spazio finito. Quello emotivo nel corpo.

Si tratta di un economia che ha un funzionamento "bizzarro" che possiamo riassumere in questo modo: "prende quando da e da quando prende".

Usiamo come esempio l'amore: se amo qualcuno la mia attenzione si focalizza verso questa persona e teoricamene gli "dono il mio amore" in questo modo, "pensando spesso" e volentieri questa persona. Tuttavia non è questo che crea il legame quanto la risposta attesa di riflesso e nell'esternare questa attenzione. Se quell'amore non è ricambiato, tende a spegnersi o comunque degenerare. In questo senso quindi l'amore prende quando da e da quando prende, perché l'atto è centrato su noi stessi.

Notiamo per piacere la ricorsione del pensiero "autoalimentato" che è un punto imprescindibile per capire il meccanismo: siccome a me piace quella persona, la penso in continuazione e più la penso più mi piace e questo si riflette anche in ciò che "voglio dimostrare" in amore, nell'attesa di un riflesso di quell'amore. Il piacere è quindi la base per ripetere il pensiero, a prescindere da qual'è questo pensiero. Basta il piacere e questo è il punto.

Abbandoniamo ora l'amore che era solo per arrivare al piacere (che è un estensione fisica).

Se il pensiero è l'estensione del comportamento, cioè lo guida e al netto di condizionamenti esterni lo determina, è chiaro che alla base di ogni insistenza deve esserci un piacere. Ma nell'ossessione vige una profonda inquitudine, la coscienza che "dovremmo smettere", non va bene quel che stiamo facendo, però questa consapevolezza non riduce il comportamento ma anzi sembra alimentarlo. C'è un "bisogno" emotivamente fondato che ci costringere ad agire. Quindi c'è tecnicamente una emozione che ci possiede.

Questo "meccanismo" è ciò che definisco "politica della zanzara" ed è alla base della economia della disperazione. Senza è praticamente impossibile esercitarla. Cerchiamo di capire meglio cosa intendo. La zanzara è un essere molto piccolo e delicato. Come Satana di base è impotente. Come può quindi un essere tanto piccolo e delicato condizionare il nostro comportamento? E' assurdo! Ma non tanto se si capisce il meccanismo. Vediamo.

La zanzara vuole una goccia del nostro sangue ma non può averla perché persino la nostra pelle, infinitamente più sottile di qualsisi altra in natura è per lei una barriera impenetrabile. Allora slinguazza depositando saliva velenosa che scioglie letteralmente le pelle in un punto qualsiasi e contemporaneamente seda il dolore. Per ciò non ci accorgiamo di nulla e la lasciamo agire indisturbata a meno che non la vediamo. Siccome non ha nemmeno la forza per succhiare, allora deve lasciare che la pressione interna faccia uscire il sangue. Per farlo deve agevolare tale processo se no la pelle che è elastica si richiuderebbe troppo in fretta e per ciò fa quello che può: spinge all'interno della ferita che ha creato una piccolissima quantità si saliva velenosa, un po' come una microsiringa. Data la quantità l'azione non ha bisogno di molta energia e funziona come nelle perforazioni per di GAS: raggiunto il giacimento non c'è bisogno di pomparlo fuori, viene da sé. Siccome ha sensori di calore in genere perfora vicino ai capillari ed è abbastanza certa che otterrà il risultato di sciogliere abbastanza materia organica da fare uscire una goccia di sanque che infine succhia.

Tutto ciò deve essere fatto nell'arco di pochi secondi.

Il lascito sottopelle di tale opera è quello di un cocktail di sostanze che dopo pochi minuti iniziano a fare reazione infiammatoria e quindi a prudere. A questo punto abbiamo due comportamenti possibli: resistere o cedere al prurito. Se cediamo al prurito gratteremo e più gratteremo più il prurito aumenterà. Lo sappiamo benissimo ma se cediamo gratteremo lo stesso per avere nell'immediato sollievo. Dopo staremo peggio e avremo più prurito e sempre meno sollievo ma almeno nell'immediato stiamo meglio.

Questa è ESATTAMENTE (in grande e nella meccanica) la politica della disperazione: piccolissimi vantaggi immediati per danni futuri sempre maggiori. Il termine "piccolissimi" è inteso proporzionalmente al danno e non in assoluto al vantaggio!!!

Quando noi guardiamo gente come i Rothschild o chi per essi e pensiamo a chissa quali segreti siano celati dietro i loro invidiabili successi economici dovremmo pensare alla minuscola zanzara, all'economia della disperazione e a tutto ciò che essa comporta. Perché poi di riflesso sta gente sa perfettamene di essere "irrilevante" come la zanzara e rimane terrorizzata dall'essere scoperta e schiacciata. In questo senso possiamo immaginare la propaganda come il cocktail di sostanze velenose di cui sopra ma per il pensiero.

Bene, ora c'è un ultimo passaggio da fare: come si ricollega tutto ciò alla bizzarria della meccanica emotiva? A questo punto è relativamente semplice arrivarci, abbiamo tutti i prodromi necessari.

Se meccanicamente con l'econimia dell'emozione "do quando prendo e prendo quando do", agisco come allo specchio, è sufficiente dare l'impressione di donare quando voglio prendere e viceversa far finta di prendere quando voglio dare, renendo cioè il dono una specie di obbligo, una necessità "dolorosa" ma necessaria.

In questo modo posso sempre "dare" il mio cocktail velenoso, come fosse una specie di ambrosia, qualcosa di amaro come una medicina, ma per il bene, posto sempre al futuro ma per il bene, al fine di prendere la mia goccia di sangue che generarà disastri a ripetizione con "effetto domino", ma a causa di un beneficio dato dalla necessità di alleviare un danno (piacere immediato) la colpa ricadra per forza su chi sceglie di "avere la gratificazione immediata" (e non su chi ha avvelenato il processo) lasciandosi corrompere per non sopportare le conseguenze al momento ma rimandando a dopo la gestione, sapendo bene quel che significa ma agendo allo stesso tempo in modo compulsivo.

Resistere subito avrebbe comportato danni relativamente piccoli (e una maggiore attenzione alla "libertà delle zanzare") resi maggiori proprio dal rimandare (si noti come tutto ciò adersica agli effetti moltiplicatori dei processi recessivi, del debito bancario e della necessaria mitologia del benessere del progresso democratico che poi spalma malessere ovunque nel pianeta e consuma immani quantità di qualsiasi bene imprescindibile alla vita sprecandolo - come le foreste - in cambio di piccoli vantaggi locali, come l'olio di cocco per fare biscotti o il carburante per veicoli dalle coltivazioni intensive).

A questo punto dovrebbe essere chiaro che l'economia della disperazione è OBBLIGATA a fare ciò che fa. Non c'è in nessun punto della sua espressione possibilità di "miglioramento". Essa vincola alla maledizione della possessione, come il conte dracula, Signore di tutti i Vampiri, nonché principe della fascinazione, che è data dalla necessità di prendere piccolissimi (relativamente alle proporzioni in @GioCo) quantitativi di sangue o succo vitale, in cambio di pruriti (comportamenti compulsivi propri di una proto-possessione demoniaca) che non hanno effetto tragico nell'immediato, anzi, portano la possibilità di godere il piacere intenso e proprio della corruzione, ma il prezzo di questo piacere cresce ad ogni giro, fino a quando l'intero castello "collassa".

Come i sieri genici, come tutto, perché la logica sottostante è sempre quella, propria di quel pensiero.

Noi oggi chiediamo a gente come il drago di gestire il collasso. Chiediamo cioè alle zanzare di gestire il danno che abbiamo contribuito a portare nel Mondo e che è TOTALMENTE fuori controllo. E' più che sciocco è brancaleonesco, cioé tra lo straccione, il tragico e il grottesco.

Lui è l'equivalente di una zanzara e può fare solo quello che è stato sempre abituato a fare: succhiare altre gocce di sangue e avvelenare ciò che ancora è rimasto sano aumentando il "prurito" generale.

Le mani di troppi adesso prudono, ca%%o se prudono e si vede. Ma come sempre è per avere un altro poco di piacere immediato che si cede. Piacere che ora come ora può portarci solo verso una sorta di "purificazione" dalle tossine di questa mentalità perversa.


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