L'integrazione è utile ma non incredibilmente necessaria. Indispensabile è invece il rispetto fra civiltà, usi e costumi.
A Londra , come in America, esistono quartieri dove abitano solo cinesi, o solo indiani, o solo sudamericani, o solo islamici. Queste persone anche se non integrate con gli inglesi o con i "figli dei Padri americani", rispettano le regole dei paesi che li ospitano, prendono la nazionalità senza per questo rinunciare alle loro origini e tradizioni.
Quello che ha creato invece la gestione dell'11 settembre dell'amministrazione Bush, è la genesi di un nuovo odio e di un pretestuoso scontro fra civiltà, in un'Era dove le civiltà sono già belle che globalizzate. L'errore di Bush (secondo me) è di non avere bene compreso che creare uno scontro fra civiltà usando come pretesto religione e/o terrorismo, rischia di creare dei nemici dentro i propri Stati, dato che la globalizzazione non ha portato solo uno scambio planetare di merci, ma ha mondializzato le immigrazioni di tanti paesi. Il melting pot non è una visione futurista, ma una realtà quotidiana. Non solo emigrano mano d'opera dai paesi in via di sviluppo, ma emigrano anche i general intellects dai paesi più industrilizzati verso paesi emergenti.
L'odio che ha tentato di canalizzare Bush verso i paesi del medio-oriente per creare quello scontro "Huntigtoniano" che dovrebbe dovuto rintuzzare od ossigenare quello spirito "occidentalista-cristiano-liberista" è arrivato con troppi anni di ritardo, in un mondo che non è più quello che lasciò George Bush il Vecchio e la sua Corte nel 1992. L'odio non puo' più essere geografico o culturale perchè in ogni nazione occidentale vivono ormai immense comunità delle più disparate origini. Il rischio è di creare odio all'interno del proprio Stato generando un terrorismo indigeno non certo funzionale all'accapparramento delle risorse o al mantenimento di una economia.
Insomma la politica di Bush segue la politica di suo padre, ed è una politica basata su dei presupposti che potevano essere comprensibili negli anni 1970-1990, ma non certo ora.
Per questo credo che sia sbagliato "condonare" le stragi di civili che si fanno sia in Afghanistan che in Iraq, e non solo da un punto di vista umanitario, ma da un punto di vista strategico.
Non puo' essere valida la dottrina che bisogna "fare abbassare gli occhi" agli occupati, perchè il mondo non è più fatto di insiemi chiusi, al contrario gli "insiemi culturali", sono incidenti e compresi nella stesso insieme geografico. (uniche eccezioni sono (forse) Cina India e Russia).
Questo secondo me crea un pericolo di società debole, perchè ha non all'esterno, ma proprio nel suo interno, gli elementi che possono creare si ricchezza, ma anche incredibile instabilità e senso di inappartenenza.