Lucio Caracciolo - ...
 
Notifiche
Cancella tutti

Lucio Caracciolo - La questione catalana può mettere in pericolo l'Europa


Tibidabo
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1331
Topic starter  

La questione catalana e veramente finita come sostiene Bottarelli? In effetti la strategia dei leader secessionisti è stata fallimentare nella sua confusione organizzativa e anche di intenti, come testimoniano le dimissioni del consigliere economico Santi Vila che per sua stessa ammissione filmata aveva aderito al “sovranismo” solo al fine di inventare una narrazione di speranza che rendesse sopportabili i sacrifici per le riforme richieste dall'UE, indicando in Madrid il capro espiatorio su cui scaricare la colpa dei tagli al lavoro e al welfare.
O anche le intercettazioni telefoniche in cui Lluís Salvadó diceva che la secessione a ottobre era “inviable” ossia irrealizzabile ma che non lo voleva dire a Puigdemont sennò se la sarebbero presa con lui e con Junqueras.

Eppure quando si mette in moto il nazionalismo, lo spirito di appartenenza - specialmente mentre la globalizzazione inizia a dimostrarsi insostenibile e l'unica speranza tornano a essere i localismi tradizionali - si mette in moto anche “il popolo” e pure una leadership di confusionari molto poco cristallini può improvvisamente scoprirsi capace di infiammare e motivare le masse ben oltre le proprie stesse aspettative.

Speriamo perché a noi italiani in fondo la questione in se stessa interessa poco ma insieme ad altre congiunture come quella geopolitica, quella economica con i problemi che si presentano nel mettere fine alle politiche di QE - che secondo alcuni stanno creando una bolla di proporzioni sempre più preoccupanti - e la crescita dei partiti di destra anti europei, potrebbe ripercuotersi negativamente sulla stabilità dell'intera Unione Europea.
Questo praticamente in coincidenza con le elezioni italiane dove una eventuale grande affermazione di Lega e M5S, nel caso la crisi catalana degenerasse, arriverebbe a caricarsi di significati quasi sovversivi.

Perché ribellarsi - anche oggi - si può e bisogna approfittare di qualsiasi occasione si presenti.

Ne parla Lucio Caracciolo in questo breve filmato su Repubblica tv

https://video.repubblica.it/dossier/referendum-catalogna-01-10-2017/catalogna-caracciolo-con-arresto-indipendentisti-possibile-escalation-a-rischio-spagna-e-ue/288679/289285?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P2-S1.8-T2


Citazione
cedric
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1697
 

il buon caracciolo ha fatto una bella marchetta al suo limes di novembre manco fosse un bruno vespa qualunque. Le cose che ha detto avrebbe potuto dirle un qualunque studente di liceo di media cultura, non serviva certo il direttore di Limes....

Più che un pericolo c'è invece una grande opportuntà per i paesi occidentali del continente europeo, quella di smantellare i grandi stati nazionali di Spagna, Italia, Germania, Francia e Regno Unito ed evolvere verso piccoli stati locali. Anche se non è politically correct dirlo gli stati nazionali ad est del 15° meridiano sono europei solo geograficamente e ci vorranno un paio di secoli prima che escano da una mentalità asiatica.

Le premesse per una evoluzione verso un federalismo ci sono tutte, ad esempio i Land tedeschi hanno già una efficiente organizzazione autonoma ed anche il galles e la scozia. L'italia ha già decentrato parecchio alle regioni e gli unici stati davvero centralisti sono la francia e la spagna. Gli altri piccoli stati europei sono più simili ad un land tedesco o ad una grande regione italiana che a stati sovrani reali.

Ecco perchè la situazione in Catalogna può accellerare la svolta, se non altro se ne comincerebbe a parlare sul serio. Il vero problema sarebbe quello di condividere una moneta che non sia carta straccia come il futuro carlino emiliano e lo scudo veneto oppure l'attuale corona danese, il fiorino ungherese e lo zloty polacco....


RispondiCitazione
Tibidabo
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1331
Topic starter  

E se c'è questa grande opportunità che marchetta sarebbe visto che Caracciolo e la sua rivista sono europeisti ossia sono dalla parte di quelli che vogliono lo smantellamento degli stati nazionali?


RispondiCitazione
SanPap
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 475
 

Oltre al centralizzato e decentralizzato, c'è il distribuito: senza centri e con collaborazione


RispondiCitazione
cedric
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1697
 

Un buon modello da seguire è quello del vecchio impero (più di nome che di fatto) germanico fra il 1400 e il 1700, tanti piccoli stati autonomi ma fortemente collaborativi ed un imperatore eletto democraticamente da sette grandi elettori.

Ovviamente sarebbe indispensabile promulgare una nuova Bolla d'Oro per sostituire l'imperatore con un presidente avente funzioni rappresentative verso l'esterno: la si potrebbe chiamare Trattato di Norimberga in sostituzione dell'attuale trattato di Lisbona.

Sarebbe necessario eliminare i tre grandi elettori del clero ed ampliare il numero dei quattro grandi elettori secolari prevedendo una ventina di grandi elettori, uno per ogni stato/regione (scozia, galles, sultanato di sicilia, land tedeschi, ile de france, repubblica di falce e mortadella, fiandre, portogallo, sassonia inglese, libera corsica, catalogna e galizia, terre longobarde padane, ecc) e tenere fuori i soliti polacchi, ungheresi, baltici, cechi e balcanici assortiti. Una possibile dimensione sarebbe di circa 10-15 milioni di abitanti per stato/regione per assicurare sia l'autosostentamento che un adeguato rapporto fra cittadini e rappresentanti.

Anche se sembra una battuta folcloristica scommetto che pian piano se ne comincierà a parlare ed entro 40-50 anni a metterla in pratica. Peccato solo che, come cantavano i Nomadi, noi non ci saremo....


RispondiCitazione
Condividi: