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L'usura della terra


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
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Scrive Heidegger: "La tecnica obbliga la terra ad andare oltre il cerchio della possibilità che questa ha naturalmente sviluppato, verso ciò che non è più il suo possibile, e quindi è l'impossibile"

Leggevo, in un articolo sul problema delle risorse e i cambiamenti climatici, del "pericolo incombente su tutta l'umanità". Fino a poco tempo fa avrebbe potuto essere soltanto un'espressione ironica, o uno stralcio di un libro di fantascienza. Da quando è diventata non solo credibile abbastanza da spaventare, ma talmente credibile che, forse dopo un barlume di spavento che attraversa le nostre sinapsi, da neurone a neurone per tutto il cervello, ci rilasciamo piombare nella rassegnazione passiva. Credo che il tempo dello spavento sia più che passato, per i sensibili e coraggiosi che l'hanno provato. Il pericolo ambientale rischia di essere, forse è già, archiviato nel cassetto dei mali imprescindibili del mondo, dove la povertà dell'Africa si è stretta un pochino per fargli posto.

Pensavo a quanto è triste che, nell'arco di così poco, nell'arco della mia vita, breve, il mio pianeta abbia smesso di avere un futuro. Quando ero piccola non avrei mai immaginato che avrei visto la Terra cambiare sotto i miei occhi. Ora sì lo penso, tutta la mia generazione è pronta. È pronta a veder scomparire foreste, e sciogliersi ghiacci, è pronta a veder morire animali e soffocare per il caldo, è pronta a non avere più un futuro sicuro. E se non accadrà durante la mia vita, accadrà durante quella dei miei figli. La prima reazione che mi sorge spontanea è pregare un ritorno di massa alla natura, via il progresso, via le auto, via le industrie. Irrazionale, semplicistica. Mi fanno notare che se non ci fosse stato lo sviluppo industriale e il progresso tecnico sarei ad allevare mucche e coltivare ortaggi, non saprei leggere e non potrei sperare di campare un'altra ventina d'anni, se non fossi già morta di parto. E invece sono cresciuta sana, intelligente e con la possibilità di studiare. Ma la possibilità di conoscere ci è data per assistere meglio alla fine di ciò che amiamo, o alla fine di noi stessi? Mi sembra una sorta di dono di Cassandra.

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Le radici che hanno portato l'uomo dall'uso della terra alla sua usura sono molto antiche. In questa mia risposta le darò solo alcuni elementi perché lei possa decidere con chi prendersela. Il rapporto uomo-natura è stato regolato per noi occidentali da due visioni del mondo: quella greca e quella giudaico-cristiana che, per quanto differenti tra loro, convenivano nell'escludere che la natura rientrasse nella sfera di pertinenza dell'etica, il cui ambito era limitato alla regolazione dei rapporti fra gli uomini, senza alcuna estensione agli enti di natura. I Greci concepivano la natura come quell'ordine immutabile che nessuna azione umana poteva violare perché, come dice un frammento di Eraclito: "Questo cosmo, che è di fronte a noi e che è lo stesso per tutti, non lo fece nessuno degli dei né degli uomini, ma fu sempre, ed è, e sarà fuoco sempre vivente, che divampa secondo misure e si spegne secondo misure". Avendo in sé la sua norma vincolata dal sigillo della necessità (anánke), la natura era quell'orizzonte inoltrepassabile, quel limite insuperabile a cui l'azione umana doveva piegarsi come alla suprema legge. Lo stesso Prometeo, l'inventore delle tecniche, non esita a riconoscere che: "La tecnica è di gran lunga più debole della necessità" (Eschilo).

La tradizione giudaico-cristiana concepisce la natura come creatura di Dio, quindi come effetto di una volontà, della volontà di Dio che l'ha creata e dell'uomo a cui è stata consegnata. Leggiamo infatti nel Genesi: "Poi Iddio disse: facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: domini sopra i pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sugli animali domestici, su tutte le fiere della terra e sopra tutti i rettili che strisciano sopra la sua superficie". In questo modo la natura non è più espressione di un ordine immutabile, ma semplice materia da dominare al servizio dell'uomo. Su questo tracciato incontriamo la scienza moderna che, come vuole il programma di Bacone: "Scientia est potentia", conosce per dominare, e nel dominio della natura scorge l'impronta di Dio e le condizioni del riscatto umano. Scrive infatti Bacone: "In seguito al peccato originale, l'uomo decadde dal suo stato di innocenza, e dal suo dominio sulle cose create. Ma entrambe le cose si possono recuperare, almeno in parte, in questa vita. La prima mediante la religione e la fede, la seconda mediante le tecniche e le scienze". Al di là delle dispute, che tanto appassionano, tra fede e scienza, diciamo che la scienza gronda di metafore teologiche. A partire da queste premesse cristiane, l'uomo occidentale non conosce più il suo limite né in ordine alla propria esistenza che crede si prolunghi oltre la morte né in ordine all'uso della terra oggi spinto fino alla sua usura. Se guardiamo la monotonia di distese di cereali solcate da mietitrici solitarie e irrorate da antiparassitari erogati in volo, abbiamo un esempio elementare ma indicativo di come la tecnica abbia creato un paesaggio così poco naturale, che persino una grande fabbrica offre un volto più umano. Se poi dal mondo vegetale passiamo a quello animale, l'estrema degradazione di esseri viventi trasformati in macchine da uova o da carne, sottratti al loro ambiente, sottoposti a illuminazione artificiale, alimentati automaticamente, deprivati sensorialmente, è la prova più evidente di come la tecnica abbia denaturalizzato la natura che, anche per effetto di un incremento demografico esponenziale, forse ha già superato il suo limite biologico. Ma chi ci ha insegnato a oltrepassare il nostro limite e a considerare l'uomo padrone della terra? Da queste premesse tragga lei la conclusione.

Umberto Galimberti
Fonte: http://dweb.repubblica.it
Link: http://dweb.repubblica.it/dweb/2008/03/01/opinioni/lettere/330occ587330.html
1.03.08


Citazione
Davide71
Eminent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 24
 

Ciao a tutti:
alcune precisazioni:
1) in effetti il Cristianesimo, considerando gli animali "privi di anima" (notare la contraddizione in terminis, ma siamo ormai abituati all'illogicità del soggetto...) ha la sua parte nell'overdose di maltrattamento che essi subiscono e, in questo, continua ad essere retrogrado;
Tuttavia il Cristianesimo, come é ben noto, é stato sempre fortemente critico nei confronti della scienza e della tecnica, forse troppo, ma ciò non toglie che lo fosse.
Anche i greci lo erano, e tutti i loro grandi scienziati si sono sempre rifiutati di "inventare" anche a scapito del loro personale profitto, perché in fondo loro sapevano che cosa sarebbe successo. Grandi uomini, oltreché grandi scienziati.
La causa principale dei disastri planetari é da attribuire in ogni caso alla scienza e alla tecnica e alle ideologie materialiste che essa ha prodotto.
Anzi, se non ci fossero state le religioni avremmo probabilmente assistito allo sterminio del genere umano.
Non mi risulta infatti che gli scienziati:
1) credano nell'esistenza dell'anima non solo negli animali ma negli stessi esseri umani, e se non fosse stato per una generale riprovazione di questa pratica, le esperimentazioni sugli esseri umani sarebbero diffuse su di una scala immensamente superiore a quella attuale;
2) abbiano mai avuto VERE remore nell'ideare e costruire armi terribili, sentendosi del tutto privi di responsabilità nei confronti di chi le avrebbe utilizzate;
Inoltre mi risulta che i primi veri esperimenti di sterminio di massa si siano perpetrati nel XX secolo, (per gli Indiani d'America nel 1890), che dovrebbe essere veramente definito "Il secolo degli stermini di massa"; essi furono operati principalmente da popoli NON cristiani (il Protestantesimo é solo una parvenza di Cristianesimo), e in ogni caso intrisi di ideologia evoluzionista e razzista che nulla ha a che fare con il Cristianesimo.
A tali esperimenti possiamo aggiungere l'elenco di genocidi culturali e fisici perpetrati dagli inglesi in tutto il mondo; popolo abbastanza noto per il suo disinteresse nelle questioni religiose e per essere patria della moderna Massoneria, palesemente avversa al Cristianesimo.
Il problema si quelli come Galimberti é cha la Storia la conoscono poco; é pur vero che fu la degenerazione del Cristianesimo a portare a tutto quello che c'é di negativo nel mondo moderno, ma da questo si dovrebbe arguire logicamente che é proprio mediante una sua "rigenerazione" che tali problemi potrebbero essere risolti e non certo tramite la sua eliminazione, come vorrebbero loro.


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geopardy
Eminent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 35
 

Caro Galimberti,
innanzitutto complimenti per l'opera di comprensione che sta tentando di fare con i suoi libri.
Per quanto riguarda l'articolo, avevo già da molto tempo raggiunto la conclusione che il seme della discordia tra uomo e natura affondasse nella genesi biblica.
L'uomo che appare dopo una miriade di milioni di anni su questa terra (quanto immensamente lunghi sono stati i primi 5 giorni della creazione), si arroga il diritto della consegna dei poteri tra Lui e Dio (li scrivo entrambi maiuscoli per precisa scelta), quindi peccando perde il dominio, diremmo, semi-divino sul mondo, ma ne conquista un altro manipolando l'ecosistema.
Sembra che con il rinascimento si sia raggiunta la sintesi tra filosofia greca e concezione giudaico-cristiana, mi corregga se sbaglio.
Non so dirle di preciso perchè si è giunti dall'inchinarsi a Dio (o glorificarlo) allo sfidarlo apertamente, ma chi crede che Egli abbia creato noi ed anche Lucifero, ma al tempo stesso sia onnipotente ed onnicomprensivo, dovrebbe chiedersi il perchè abbia creato l'Eden e l'Albero della Conoscienza, di cui ne proibì l'assaggio dei frutti.
Perchè la spiegazione per cui l'abbia fatto per mettere alla prova la fedeltà dell'uomo, quindi abbia creato l'oggetto della tentazione, mi sa tanto perfidia, non di divino amore.
Lo sa che la mela è un frutto che ogni anno allinea perfettamente il torsolo al campo geomagnetico (non lo dice Uriel, ma l'osservazione scientifica ufficiale)?
Insomma il frutto che più simboleggia la terra è proprio la mela.
Indubbiamente concordo con lei sulla spiegazione che ha dato.


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Zret
 Zret
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2925
 

Preciserei che gli dei (o Dio?) secondo la Bibbia crearono una prima volta l'Adam (essere androgino) vegetariano, solo in seguito gli dei diedero ad Adamo ed Eva il dominio sulla terra.

Intanto, aumenta il numero delle persone che decidono di diventare vegetariane o vegane. Le ragioni sono principalmente di tre tipi: etiche, attinenti alla salute ed economico- politiche. In primo luogo i vegetariani ed i vegani ritengono che l'uccisione degli animali per il nutrimento sia un atto abominevole, come abominevoli sono le condizioni in cui sono allevati bovini, suini, polli, tacchini, oche... Atroce è la morte riservata agli animali allevati, una fine preceduta ed accompagnata da indescrivibili sevizie. Molti sono convinti che un'alimentazione, in cui sono esclusi i grassi e le proteine di origine animale, è più salutare per l'organismo. Infine molti riflettono sulle perniciose conseguenze per l'ambiente che la zootecnia determina: per l'allevamento degli animali destinati alla macellazione si consumano quantità enormi d'acqua, si distruggono foreste da destinare al pascolo, si impiegano cereali che potrebbero, invece, sfamare intere popolazioni e favorire una diminuzione dei prezzi dei prodotti cerealicoli sul mercato internazionale.

Circa quest'ultima motivazione, bisogna osservare che essa dipende da un'infinita ingenuità: la devastazione degli ecosistemi non è tanto l'effetto di un modello di sviluppo aberrante e carnivoro, ma il tragico risultato di un'azione deliberata volta a coventrizzare il pianeta. Se anche non si disboscassero le foreste per ricavare spazi adatti al pascolo, i biomi non si salverebbero (e non si salveranno) ugualmente: infatti con le chemtrails, le potentissime emissioni elettromagnetiche, le scorie nucleari, le sostanze inquinanti emesse dagli inceneritori... gli ambienti naturali sono aggrediti, depauperati di animali e di essenze vegetali, desertificati ed avvelenati in modo lento, ma inesorabile, nell'ambito di un'attività sistematica che ha come scopo finale la definitiva distruzione della natura del pianeta, escluse forse alcune oasi. Parole ed espressioni come "decrescita", "sviluppo sostenibile" sono o patetiche illusioni di cittadini che non hanno minimamente capito come purtroppo funziona il mondo o vuoti slogans dei soliti globalizzatori travestiti (male) da ambientalisti.

Un'alimentazione vegetariana può presentare benefici sul piano della salute, non tanto perché ortaggi e frutta siano più genuini e naturali (oggi giorno di naturale non esiste più niente o quasi), ma poiché si evitano alimenti in cui le concentrazioni di metalli ed altri veleni sono inferiori rispetto a quelli contenuti in carne e pesce.

Restano tuttavia le motivazioni etiche che reputo non solo condivisibili, ma radicate in una tradizione religiosa tanto netta a tale proposito, quanto ignorata, distorta e stuprata da chiese e confessioni che hanno tradito, più o meno volontariamente, l'insegnamento dei fondatori o presunti tali.

Recentemente la ricercatrice Daniela Bortoluzzi ha pubblicato un libro intitolato Impronte di Gesù: la studiosa, oltre a proporre, come altre migliaia di studiosi prima di lei, la sua interpretazione della figura di Gesù, prova a dimostrare (a mio modesto parere, in modo persuasivo) che il Messia era vegetariano. Ad esempio, il celebre miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, contiene, secondo l'autrice, un errore di traduzione: infatti il testo originale presentava pane di pianta pesce, un pane insaporito con alghe, e non pesce. Per chi scrive è solo una conferma: d'altronde molti esegeti, esaminando la Chiesa di Gerusalemme, enuclearono tre caratteri della comunità sorta attorno a Giacomo, fratello del Signore: il vegetarianismo, il comunismo (Vedi, ad esempio, Brandon, Gesù e gli Zeloti), la concezione apocalittica. Tutti i passi che nei Vangeli paiono contraddire il vegeterianesimo del Cristo e della comunità giudeo-cristiana o sono interpolazioni posteriori (vedi il cap. XXI del Quarto vangelo) o devono essere letti simbolicamente o sono mal tradotti. Lo stesso miracolo delle nozze di Cana, in cui Cristo avrebbe trasformato l'acqua in vino, stando a studi recenti, in realtà si riferirebbe ad un portento inverso, il vino tramutato in acqua, con buona pace, di Lista e di altri simili dilettanti. Un Messia, quindi non solo vegetariano, ma, in quanto Nazireo, che non beveva vino.

Come è noto, i precetti di vegeterianesimo degli Ebioniti furono elusi o stravolti dagli interpreti del messaggio: oggi, a distanza di duemila anni, i sedicenti Cristiani non sanno che, se veramente volessero professarsi tali, non potrebbero cibarsi di carne né bere bevande alcooliche. Il mondo sarebbe diverso forse, considerando che il consumo di carne è legato anche a manifestazioni di aggressività.

Sembra infine che l'ammaestramento dei "grandi iniziati" sia destinato ad essere snaturato, quanto più essi sono esaltati e divinizzati.

http://www.tankerenemy.com/


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