Ma qualcuno pensa s...
 
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Ma qualcuno pensa seriamente che si possa sconfiggere il globalismo velocemente?

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Tibidabo
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On se la chante...

Per vedere la polarizzazione serve un microscopio molto sofisticato.

Il populisti, con un popolo evoluto, sarebbero in cerca di occupazione.

Addirittura


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fuffolo
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"...un gruppo organizzato, coeso, con una sua identità..."

Sareste così gentili da indicarne qualcuno, a vostra scelta; dal mondo reale intendo?

Visto da fuori.
Mai provato a guardarti con la prospettiva di uno spettatore esterno?
E' l'unico modo per avere un giudizio di quello che sei.
Non valgono le idee che hai nella testa o i libri che sono nella tua biblioteca.
Vali per quello che fai, a parole sono tutti bravi, forti e generosi ma poi nei fatti... (come dicono altri, valgono le opere dell'uomo).
Si vede quello e come consumi (che siano risorse materiali, tempo o altri esseri), poi potrai anche raccontare storie, che in verità in testa hai altro, ma sono i fatti ad indicare dove vai e quello che vuoi.
Emergono così i veri interessi (o bisogni) che muovono quel singolo individuo e su quelli possono valutare il grado di compatibilità o di conflitto con i miei e del mio gruppo (di solito si condivide con quelli che agevolano la sopravvivenza).
La gente inurbata (una grande ed indistinta comunità, come la società che stanno preparando per il nuovo mondo cosmopolita) ha bisogni incompatibili con i miei (sono come cavallette inconsapevoli).
Ci governa più la nostra natura che il nostro cervello, per questo le classi sono categorie conoscitive (buone per le pippe mentali).
Ed infatti il proletario deve acquistare la sua coscienza di classe (insegnata dall'intellettuale)


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Primadellesabbie
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Se ti guardi da fuori, come uno spettatore esterno, questo spettatore...sei tu, quindi l'esercizio, per avere senso, deve essere congegnato in un modo un poco più complesso.
Comunque grazie per la premura.

Vedo che concludi con questo invito: "...Ed infatti il proletario deve acquistare la sua coscienza di classe (insegnata dall'intellettuale)..."

La genialità di aver proposto la coscienza di classe come base di aggregazione é tanto più evidente oggi, data la grande difficoltà di trovare un'alternativa, dopo che quella é stata demonizzata fino a provocarne la negazione e un generale rigetto, complici anche alcuni importanti mutamenti sociali.

A questo punto io credo che, come usava ripetere l'indimenticabile Gino Bartali, sia tutto da rifare, e che sia indispensabile non cadere nel tranello del populismo, una non soluzione proposta sfacciatamente proprio da quelle forze che si sono spese in ogni modo, fin dal primo dopoguerra, per portarci nella situazione in cui ci troviamo.

E se tutto si deve rifare vale la pena di riconsiderare nel suo insieme tutta la problematica, i cambiamenti avvenuti nelle cose e nelle persone, le situazioni createsi, e di darsi obbiettivi più alti che (io credo) matureremo dopo che avremo sbattuto il naso a sufficienza con populismi e riproposizioni di antagonismi storici vari, e che non escludano nessuno, nemmeno i "nemici" di ogni possibile sviluppo positivo che, in un modo o nell'altro, coscienti o automi, ci saranno sempre.

Riproponi di considerare il confronto tra inurbati e non inurbati, certo c'é differenza, in alcuni voluta e perciò significativa, ma ho cercato di dirti che é una dicotomia come altre, che scompare se messa in una prospettiva adatta a considerare più dinamiche.

Tu la vedi centrale e risolutiva? Io no. Possiamo rimanere di pareri diversi senza polemiche ed evitando di scivolare in apprezzamenti personali?

Spero di sì.


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fuffolo
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Se ti guardi da fuori, come uno spettatore esterno, questo spettatore...sei tu, quindi l'esercizio, per avere senso, deve essere congegnato in un modo un poco più complesso.
Comunque grazie per la premura.

Spero di sì.

L'esercizio si può chiamare anche giudizio ed oltre a quello personale c'è anche quello degli altri e serve per evitare che il contenuto della mia coscienza sia deciso da qualcuno che indossando un cachemire e mangiando caviale mi spiega le sue idee.
Il giudizio contiene una scelta e a seconda della onestà (intellettuale? meglio dire solo coerenza) può motivare i cambiamenti del soggetto, non solo nel suo privato.
La coscienza di appartenere al proletariato ha sì riempito le piazze, le menti, le pance e qualche portafoglio (i famosi compagni che sbagliano... poche mele marce) ma se è "tutto da rifare" come sostieni non può dirsi che abbia prodotto grandi risultati.
Rimane un'opzione metodologica del conoscere, buona per gli studiosi che vogliono fare previsioni e progetti, con la stessa attendibilità di quelli fatti dagli economisti.
I consumi invece presuppongono una scelta, anche inconsapevole, che determina quasi tutto l'agire dei diversi fattori ed operatori coinvolti (vedi quanto combinano per assicurarsi petrolio, elementi rari, etc. per star dietro alla domanda del mercato e dei consumatori).
Il lavoratore, quand'anche cosciente del suo essere proletario, continuerà a comprare in continuazione nuovi telefonini e nuove macchine (televisioni, vestiti etc), relegando a poche ore l'anno di presenza in piazza la sua scelta di classe.
Anche quando vota, valuterà bene la scelta considerando preminenti le ricadute nel suo privato e sul suo tenore di consumi.
Mi pare che non si arrivi da nessuna parte.


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Tibidabo
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Anche quando vota, valuterà bene la scelta considerando preminenti le ricadute nel suo privato e sul suo tenore di consumi.
Mi pare che non si arrivi da nessuna parte.

E' vero ma non vale sempre per tutti, sia relativamente al voto che per qualsiasi altra scelta?
La democrazia mi pare inficiata apriori dal fatto chele classi meno abbienti, quelle che teoricamente dovrebbero fare la rivoluzione ossia dovrebbero votare per partiti antisistema, vanno alle urne pensando in ultima analisi all'interesse dei loro datori di lavoro dai quali dipendono per il loro sostentamento, che sono per lo più i membri della classe media, quella che vuole il mantenimento dello status quo.
O magari si astengono per disinteresse o scoraggiamento.
Questo spiegherebbe perché in Francia ha vinto Macron che certamente non si è presentato per fare gli interessi dei lavoratori.
L'aggregazione di cui parlavi funziona quando si ha la determinazione di compiere delle scelte che comportino dei sacrifici.
Per adesso non si vede un motivo o un ideale unificante che possa portare a una simile opzione.


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Primadellesabbie
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Se ti guardi da fuori, come uno spettatore esterno, questo spettatore...sei tu, quindi l'esercizio, per avere senso, deve essere congegnato in un modo un poco più complesso.
Comunque grazie per la premura.

Spero di sì.

L'esercizio si può chiamare anche giudizio ed oltre a quello personale c'è anche quello degli altri e serve per evitare che il contenuto della mia coscienza sia deciso da qualcuno che indossando un cachemire e mangiando caviale mi spiega le sue idee.
Il giudizio contiene una scelta e a seconda della onestà (intellettuale? meglio dire solo coerenza) può motivare i cambiamenti del soggetto, non solo nel suo privato.
La coscienza di appartenere al proletariato ha sì riempito le piazze, le menti, le pance e qualche portafoglio (i famosi compagni che sbagliano... poche mele marce) ma se è "tutto da rifare" come sostieni non può dirsi che abbia prodotto grandi risultati.
Rimane un'opzione metodologica del conoscere, buona per gli studiosi che vogliono fare previsioni e progetti, con la stessa attendibilità di quelli fatti dagli economisti.
I consumi invece presuppongono una scelta, anche inconsapevole, che determina quasi tutto l'agire dei diversi fattori ed operatori coinvolti (vedi quanto combinano per assicurarsi petrolio, elementi rari, etc. per star dietro alla domanda del mercato e dei consumatori).
Il lavoratore, quand'anche cosciente del suo essere proletario, continuerà a comprare in continuazione nuovi telefonini e nuove macchine (televisioni, vestiti etc), relegando a poche ore l'anno di presenza in piazza la sua scelta di classe.
Anche quando vota, valuterà bene la scelta considerando preminenti le ricadute nel suo privato e sul suo tenore di consumi.
Mi pare che non si arrivi da nessuna parte.

Più su hai scritto:

"Visto da fuori.
Mai provato a guardarti con la prospettiva di uno spettatore esterno?
E' l'unico modo per avere un giudizio di quello che sei. ..."

E io ti ho detto cosa penso di questo.

Adesso allarghi al giudizio degli altri...poi aggiungi:

"...Ed infatti il proletario deve acquistare la sua coscienza di classe..."

Anche qui credo di aver messo il mio punto di vista.

Adesso scrivi: "...La coscienza di appartenere al proletariato ha sì riempito le piazze, le menti, le pance e qualche portafoglio (i famosi compagni che sbagliano... poche mele marce) ma se è "tutto da rifare" come sostieni non può dirsi che abbia prodotto grandi risultati. ..."

Condiito con cachemire, caviale, compagni che sbagliano, onestà intellettuale...:
(guarda che i luoghi comuni ti prendono prigioniero, fanno più danni dei soggetti che vuoi mettere all'indice), ad ogni modo non posso fare altro, per quanto mi riguarda, che confermare quanto ho detto sopra aggiungendo che sì, lo stile di vita, i consumi, potrebbero, a certe condizioni, divenire il grimaldello determinante e che chi ha maturato il grado di coscienza necessario é bene che dia l'esempio.


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fuffolo
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che sì, lo stile di vita, i consumi, potrebbero, a certe condizioni, divenire il grimaldello determinante e che chi ha maturato il grado di coscienza necessario é bene che dia l'esempio.

s
Si perchè il nostro sistema è fondato sul furto, che sia del plusvalore del proletario, dell'interesse monetario o della natura, altrimenti ognuno dovrebbe assumersi la responsabilità della propria sopravvivenza.
Questo avviene sempre di meno perchè qualcuno ne guadagna (padroni e ricchi)
Molti (troppi e troppo) imbrogliano, volontariamente o come utili idioti.


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fuffolo
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che sì, lo stile di vita, i consumi, potrebbero, a certe condizioni, divenire il grimaldello determinante e che chi ha maturato il grado di coscienza necessario é bene che dia l'esempio.

Si perchè il nostro sistema è fondato sul furto, che sia del plusvalore del proletario, dell'interesse monetario o della natura, altrimenti ognuno dovrebbe assumersi la responsabilità della propria sopravvivenza.
Questo avviene sempre di meno perchè qualcuno ne guadagna (padroni e ricchi)
Molti (troppi e troppo) imbrogliano, volontariamente o come utili idioti.
E i conti non tornano.


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fuffolo
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Un esempio (continuando dal maldestro invio di prima).
L'immigrazione deve essere pagata dalla classe sociale che ne guadagnerà, individuata dal livello dei consumi, visto che tutto ciò è contenuto in dati ed informazioni posseduti dal sistema.
Se si volesse o qualche volontà (anche popolare) lo imponesse.


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fuffolo
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"!...che sì, lo stile di vita, i consumi, potrebbero, a certe condizioni, divenire il grimaldello determinante e che chi ha maturato il grado di coscienza necessario é bene che dia l'esempio."

Si perchè il nostro sistema è fondato sul furto, che sia del plusvalore del proletario, dell'interesse monetario o della natura, altrimenti ognuno dovrebbe assumersi la responsabilità della propria sopravvivenza.
Questo avviene sempre di meno perchè qualcuno ne guadagna (padroni e ricchi)
Molti (troppi e troppo) imbrogliano, volontariamente o come utili idioti.
E i conti non tornano.


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Primadellesabbie
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"!...che sì, lo stile di vita, i consumi, potrebbero, a certe condizioni, divenire il grimaldello determinante e che chi ha maturato il grado di coscienza necessario é bene che dia l'esempio."

Si perchè il nostro sistema è fondato sul furto, che sia del plusvalore del proletario, dell'interesse monetario o della natura, altrimenti ognuno dovrebbe assumersi la responsabilità della propria sopravvivenza.
Questo avviene sempre di meno perchè qualcuno ne guadagna (padroni e ricchi)
Molti (troppi e troppo) imbrogliano, volontariamente o come utili idioti.
E i conti non tornano.

Traduco: chi sviluppa la sua coscienza é anche in grado di tenere a bada le sue smanie occasionali e di condurre uno stile di vita equilibrato, con consumi limitati alle sue necessità (e gran vantaggio per la sua personalità).

Mettendo da parte finalità moralistiche, credo si possa stimare che, qualora i consumi rispecchiassero le necessità di una società "matura" (leggi composta da persone con coscienza di sé e del mondo intorno), ci sarebbe molta meno trippa per gatti, con innegabile vantaggio per tutti.


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