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Mercalli - Costretti a salvare anche chi sbaglia


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
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Con un bollettino di rischio valanghe di livello quattro su cinque non si dovrebbe partire per un'escursione fuori pista. Se lo si fa, si deve essere consci di mettere a repentaglio la propria vita.

E alcune amministrazioni pubbliche stabiliscono, a titolo dissuasorio, che la salata fattura dell'eventuale soccorso sarà a carico dell’infortunato o dei suoi familiari in caso di morte. Ma come affrontare il problema dell'incolumità dei soccorritori? Se un'operazione di recupero si svolge sotto la minaccia di nuove valanghe o durante forte maltempo che riduce i margini di sicurezza degli elicotteri, cosa bisogna fare? Astenersi e lasciar morire qualcuno o tentare la roulette russa? La risposta non è facile e attinge ai più profondi valori umani.

Per definizione, chi offre la propria competenza, il proprio coraggio e la propria abnegazione per salvare qualcuno, non si pone la domanda se costui sia un imbecille o un criminale degno o no di essere salvato. Se così non fosse, le ambulanze non dovrebbero mai affrontare pericolosamente il traffico a sirene spiegate per salvare un ubriaco causa di incidente stradale, né si sarebbe mai dovuta rischiare la vita a soccorrere le vittime di un terremoto in case moderne che violavano le normative antisismiche, oppure gli alluvionati in edifici abusivi costruiti sul greto di capricciosi torrenti.

Insomma, lo sfogo di Bertolaso è comprensibile in quanto pronunciato sotto lo stress dell'emergenza, ma inattuabile in pratica: in ogni situazione drammatica i soccorritori tentano sempre il massimo compatibile con le loro capacità tecniche e i mezzi a disposizione, ma si astengono giustamente dal dare giudizi. A questo penserà dopo la magistratura. Il prezzo da pagare è che ogni tanto, per fortuna raramente, le cose vanno male anche per i soccorritori.

Soluzioni? Tanta, tantissima informazione e prevenzione. A chi scia fuoripista, non ci si stancherà mai di ripetere che la neve è un elemento mutevole e instabile, che i bollettini di rischio servono proprio per non trasformare il divertimento in tragedia, che bisogna sempre portare con sé l'apparecchio di localizzazione Arva. Ma si ripete da sempre che anche superare i limiti di velocità sulle strade aumenta il rischio di incidenti mortali, eppure le 4731 vittime della strada del 2008 quasi non fanno più notizia, mentre per i 19 sfortunati che in media periscono sotto la neve ogni anno, e non sempre per imperizia o tracotanza, chissà perché ci si indigna di più.

Luca Mercalli
Fonte: www.lastampa.it/
Link. http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=6788&ID_sezione=&sezione=
28.12.2009


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