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Minima Moralia. O la rovina della casa Husher 2


Tao
 Tao
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Praejudicia e Selbstdenken 1

Rosy Bindi ha diffuso magliette con su scritto “Non sono una donna a sua disposizione”, riferendosi al ben noto satirismo del premier e alla sua replica sarcastica: “Ravviso che lei è sempre più bella che intelligente”. Battuta squallida, non per nulla presa a prestito da un altro ben noto gentleman. Due signori, insomma, che, come si dice, si potrebbero vantare che
“in quanto a finezza la mettono in culo a tutti”. E’ quel che è successo nel “salotto” di “Porta a Porta”. D’altra parte quando oggi si dice “salotti”, che diavolo ci possiamo aspettare? Il salotto di Madame de Staël?
Rosy Bindi ha la mia solidarietà.
Però, e mi dispiace per gli amici di sinistra che su questo pare proprio che non mi seguano, ha sempre avuto la mia solidarietà anche Mara Carfagna: solidarizzo con la Bindi per gli stessi motivi che mi hanno fatto indignare quando Sabina Guzzanti ha rivolto frasi ben più ingiuriose al ministro per le Pari Opportunità, quegli insulti volgari che hanno fatto così tanto scompisciare i tarantolati dall’antiberlusconismo.

Praejudicia e Selbstdenken 2

Grande bagarre per la bocciatura in Aula della proposta di “aggravante per omofobia”.
Defezioni in casa PDL e defezioni in casa PD (la solita Binetti, numeraria dell’Opus Dei). La pregiudiziale di costituzionalità sollevata dall’UDC di Casini (bell’esempio di coerenza personale nel campo dell’etica cattolica) era perniciosa: l'«orientamento sessuale» includerebbe anche «zoofilia, pedofilia, necrofilia, masochismo e sadismo». Perniciosa sì, ma che ciurlava nel manico grazie alla dabbenaggine della proposta del PD e del suo “politicamento corretto” (“orientamento sessuale” è una delle classiche espressioni politically correct).
A questo punto anche il ministro Carfagna svetta come una pavoncella, cosa non difficile in un consesso di galline: “Mi farò garante di riparare all'errore commesso dal Partito Democratico, proponendo al Consiglio dei ministri un disegno di legge che preveda aggravanti per tutti i fattori discriminanti compresi quelli dell'età, della disabilità, dell'omosessualità e della transessualità.”

“Vissi d’arte, vissi d’amore”. Ovvero, dell’anticapitalismo artistico

Un sito della “sinistra di classe e libertaria” si scandalizza perché qualcuno critica l’appello di Tornatore per la liberazione di Roman Polanski: “Non sanno cosa sia il carcere! Noi vogliamo tutti fuori!”.
Io non so cosa sia il carcere. Nella mia vita sono solo stato manganellato dalla polizia in alcune manifestazioni e un paio di volte caricato su un gippone, ma in effetti non sono mai stato messo dentro. Tuttavia non faccio fatica ad immaginarmi che non sia una cosa allegra.
Ma che c’entra?
Vogliamo tutti fuori? E perché? Perché ci sono le attenuanti sociali? Perché l’uomo è in sé un buon selvaggio corrotto dalla società? Questo stucchevole sociologismo che ha devastato la sinistra è veramente una motivazione libertaria? Davvero non esiste responsabilità personale? Davvero l’individuo è nulla e la società è tutto (perché questa è la conclusione
da trarre e che fa il paio con la visione più belluina del Comunismo, quella visione organicistica che poco ha da invidiare al nazionalsocialismo)? Alla faccia del libertarismo.
E poi, ovviamente, essere messo dentro per stupro o per reati politici è la stessa cosa: tutti fuori! Il nostro sito “libertario” però ci spiega che ci sono delle motivazioni più raffinate: “Polanski si è già riscattato con grandi opere artistiche.”
Io amo le opere di Polanski, alcuni suoi film li ho visti anche 15 volte (contate). Ma davvero un artista ha diritto di sodomizzazione di bambine? Ah, quanto è libertaria questa idea! Perché delle due l’una: o tutti fuori anche se si è zotici, o fuori uno solo perché è un artista. La giustificazione aggiuntiva non è un rafforzamento della prima: la mina alla base.
Ad ogni modo, che un signore di 76 anni sia messo in galera per un vergognoso crimine commesso decine di anni fa, a me non interessa più di tanto. Posso anche spingermi a pensare che la sodomizzazione sotto droga di minorenni sia prescrivibile, al contrario dell’assassinio di massa per il quale ultraottuagenari nazisti possono ancora andare a finire in galera (cosa,
sarò poco libertario, che in sé non mi rattrista molto). Tuttavia, per coerenza, anche un criminale nazista diventato artista dovrebbe essere difeso a spada tratta dai sedicenti “libertari”. Più incerta, presumo, sarebbe la motivazione per un appello per l’immediata scarcerazione di Gavrila e Alexandru, quelli condannati per lo stupro di una quindicenne a Roma, perché artisti non sono (o per lo meno non lo sono ancora).
Non contenti, in nome dell’equità sociale per cui l’artista non si tocca mentre gli altri non si sa, il sito libertario non perde occasione per lanciare una frecciatina contro Berlusconi: “Berlusconi dovrebbe invece riscattarsi dimettendosi”.
In effetti è qui che si voleva andare a parare. La base di questo discorso è, evidentemente, che l’accompagnarsi con puttane maggiorenni e arriviste d’alto bordo dell’odiato politico- imprenditore equivale alla somministrazione di droghe con stupro finale di bambine dell’amato regista-artista.
E qui passiamo ai punti successivi.

A and not A

Il lodo Alfano viene respinto dalla Consulta e subito tutti si lanciano a chiedere, per questa ragione, le dimissioni di Berlusconi.
Io, d’acchito, avrei ragionato all’incontrario: se fosse passato il lodo Alfano allora Berlusconi sarebbe riuscito a torcere la Costituzione a suo vantaggio e quindi ne avrei chieste le dimissioni. Essendo però stato respinto, e in assenza (magari momentanea) di sentenze penalmente rilevanti a carico del premier, per quale motivo dovrei chiederne le dimissioni? Capite l’inversione? Bisogna che si dimetta perché ha perso la sua, chiamiamola così, “battaglia contro la Costituzione”. E se l’avesse vinta?

“Però con la perifrastica ...!”

Si riunisce in gran segreto (di Pulcinella) l’Aspen Institute, presieduto dal ministro Giulio Tremonti (quello che fa bau bau alle banche ma che poi non morde - è la “linea Obama” d’altronde). Presenti il fior fiore dell’opposizione (D’Alema & Co.), bei pezzi della finanza, come Corrado Passera, (evidentemente poco spaventati dai bau bau), il ministro Brunetta e il viceministro leghista Castelli.
E, guarda un po’, si parla del dopo-Berlusconi. Perché di questo si è parlato, inutili le perifrasi perché quella riunione era proprio una perifrastica (poi qualcuno spieghi il perché a Christian De Sica).
Nel Paese del Gattopardo e del trasformismo eletto a sistema, le parti si invertono, si mischiano, si disgregano e si riaggregano, alternano l’amplesso al tradimento in un gran puttanaio, questo sì, da cui il nostro povero Paese rischia di uscire molto male. Era già poco tollerabile quando la crisi c’era ma non era ancora conclamata in tutta la sua gravità (e, per
paradosso, il puttanaio era minore). Adesso è un virus aggressivo in un corpo già indebolito mentre fuori imperversano epidemie geopolitiche che non avranno pietà di noi perché siamo eroi, santi e navigatori. E men che meno perché siamo “artisti”.
I topi fanno mostra di abbandonano la nave al primo scricchiolio serio. D’altronde sanno che il Capitano non ha nemmeno lui nessuna voglia di affondare col suo naviglio. Non è mai risuscito a dare un nome agli scogli su cui è andato a sbattere. Eppure i nomi erano scritti in grande, come l’insegna “Hollywood” a Los Angeles: Stati Uniti, politica energetica, politica estera, avvicinamento alla Russia, avvicinamento agli stati arabi, all’Iran, e adesso all’America bolivariana. E se non riesci a vedere
gli scogli per quel che sono, puoi solo affondare.

No, non credo che il Capitano voglia affondare assieme alla nave. Uno che naviga a tentoni scambiando spesso la nave che gli è stata affidata per il proprio yacht personale, al momento opportuno scapperà con la scialuppa di salvataggio e chi trova posto trova posto.
Nelle stive, nella sala macchine, nelle twin-berth cabins di terza classe, con l’acqua alla gola rimarremo noi. Senza topi, senza Capitano, senza ospiti d’onore. Con la nave rovesciata su un fianco in balia dei marosi geostrategici mondiali e della furia predatrice dei pirati che si impossesseranno della carcassa.

Piotr
Fonte: http://ripensaremarx.splinder.com
Link: http://ripensaremarx.splinder.com/post/21506589/Minima+Moralia.+O+la+rovina+de
15.10.2009


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