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N’do coji… coji… Panico!


GioCo
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Dove cogli cogli, dicono i romani, quando una cosa è talmente diffusa e invandente che per trovarla c'è solo l'imbarazzo della scelta su dove guardare.

Ecco, è il principio metaforico della moneta (nel mio caso l'euro) che un bravo Nando Ioppolo (riprendo il senso del suo discorso a mio modo e per l'emozione) ci spiegava in un video di un intervista di tanti anni fa fatta da Elia Menta per chiarire il concetto pervasivo della speculazione: se per fare una passeggiata ti chiedo un euro, se per andare a mangiare un gelato ti chiedo un euro, se per darti un giaciglio dove riposare ti chiedo un euro, se per darti la possibilità di lavorare ti chiedo un euro, se hai bisogno di curarti e ti chiedo un euro.... Insomma, se per qualsiasi cosa alla fine ti chiedo un euro, "forse" voglio l'euro (=non mi importa tutto il resto). O no?

In specie non mi interessa essere umano. Sono costretto a fartelo credere in quanto tu sei cocciuto e masochista, ma non me ne frega niente.

Il principio vale anche per un altra metafora che a mio modo traduco così: se ha il verso di una papera, se ha le piume come una papera, se cammina come una papera, se ha i piedi palmati come una papera... Probabilmente sarà una papera!

Ma noi non vediamo ne l'euro ne la papera. Fuori dalla metafora non vediamo l'obbiettivo che è primariamente sempre e solo il panico, il timore costantemente rintuzzato.

Se il panico è quello che serviva provocare in tempo di pandemia o prima in tempo di sbarchi o prima in tempo di ecodisastri (Fukushima?) o prima il terrorismo (11/9?) o prima... Beh avete capito, allora forse non è il tema in oggetto che risucchia l'attenzione ogni volta per intensità, vastità e gravità ma la necessaria e ovvia evidenza che si vuole mantenere il panico a prescindere, sempre e comunque.

Vastità, intensità e gravità saranno poi le variabili che dipendono (nella guerra per il controllo della nostra Mente) da quanto il pubblico si "distrae" con il sospetto che sia tutto funzionale ad altro (non importa cosa) e che questo altro non abbia niente a che vedere con ciò che provoca il panico. Si deve rimanere concentrati comunque su ciò che provoca panico e ricondotti come le pecore nei recinti dove il cibo sia il panico.

Ora, se non importa il MOTIVO che provoca panico, dal satanismo ai petardi, dalle minacce alle vie di fatto, come qualsiasi altra minaccia, tipo i provvedimenti politici persecutori, oppressivi e creavitamente malevoli (fatti apposta) che possono tornare anche peggio di prima, allora è il panico che si cerca di gestire.

Voglio dire che viene regolato "il disastro" (reale o fittizio non importa) in base all'efficacia che vale tanto nel provocare che nel mantenere il panico fine a se stesso, con motivazioni che non hanno altra funzione se non di mantenerlo e se necessario ravvivarlo.

Non dico che non esistano le questioni che provocano il panico, come adesso il gas, le bollette e la guerra in Ucraina con la minaccia che passi a diventare nucleare. Ad esempio la minaccia di una nuova pericolosa peste del secolo o degli ecodisastri. Non è questo. Dico che se non abbiamo una effettiva pericolosa peste del secolo o una guerra più cruenta e in casa è perché per provocare il panico desiderato e desiderabile (il vero obbiettivo) non c'è bisogno.

Semplice.

Ma c'è bisogno funzionalmente del panico che tende a esaurirsi se non alimentato di continuo e allora ha senso dire che chi soffia sulla paura (tra l'altro spesso ridicolmente coprendo con la foglia di fico i segreti che non potrebbero essere svelati in quanto "provocherebbero panico" - hahaha! "provocherebbero panico"!!! No che lo provocano e per questo non possono essere svelati, ma che se fossero svelati lo provocano... Geniale!) lo fa perché cerca la paura, non per un altro motivo.

Allora, carissimi, quanti della contro-informazione non fanno che usare lo stesso identico metro della paura ma di segno opposto? Poi vanno in TV o spopolano nei social usando la paura per rilanciare i loro brand o per fare i leader, come prima e più di prima...

Ecco che avete chiaro il quadro che sistema e anti-sistema se puntano a provocare la paura, ad esempio gli uni rintuzzando sulla pericolosità dei complottismi vari dei secondi (che spesso sono funzionali alla confusione) e gli altri sulla stupidità pericolosa dei primi "che non capiscono una sega", oltre a sostenersi vicendevolemente e diventare l'una funzionale all'altra, costituiscono un efficace morsa che non fa sconti ne da scampo.

Così che tanta brava gente non farà che cascarci.

O no?


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esca
 esca
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Si'.


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sarah
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Sì, certo che sì. Solo che si tratta di un terreno scivolosissimo in cui è difficile addentrarsi, specie in questo tempo di spot elettorali ( nemmeno di campagna vera e propria ). E' apparentemente difficile argomentare a favore di questa idea perché, in fin dei conti, sembra di demolire le ultime certezze, di mancare di fiducia a chi si espone in prima persona a favore di una sacrosanta causa. Eppure la realtà è più complessa: ora che la narrazione co vid è in stand-by ( o lasciata in un angolo nell'attesa di consegnarla ad un provvidenziale - per loro - oblio ) i partiti anti-sistema scendono in campo quando la partita ha già, per l'ennesima volta, preso il corso che è stato deciso dai padroni del discorso. Le odiose misure di segregazione non sono state ritirate in seguito al confronto con l'opinione pubblica o con chicchessia ma per un semplice calcolo degli stessi soggetti che le hanno concepite, forse con un tempismo concordato a livello internazionale ma senza contraddittorio. Se questo è abbastanza ovvio, non lo è altrettanto la riflessione sulle ricadute di simili premesse. Cosa è successo negli ultimi due anni? Molta libera informazione ( non tutta, senza dubbio ) ha ripetuto ininterrottamente per mesi e mesi lo stesso ritornello sull'inesorabilità delle decisione prese, ci ha ricordato fino alla nausea che sarebbe stato impossibile sottrarsi agli eventi e ha anche scoraggiato, secondo me, alcune iniziative che avrebbero potuto sortire effetti più concreti. Dunque, la maggior parte ha letteralmente "subito" la paura che scaturiva dalla narrazione dominante ( la morte, la malattia ) mentre un'altra parte non trascurabile come dimensioni è stata più refrattaria o addirittura l'ha rifiutata. Come fare allora per coinvolgere anche quest'ultima nella necessaria paura collettiva? Beh, spaventandola con ciò che la terrorizza di più e quindi con le misure stesse come la segregazione e l'odio propalati da ambo le parti anche se da tribune opposte. Le paure "in formato mediatico" sono la cifra stabile della nostra vita da una ventina d'anni o poco più: @GioCo ha già citato il terrorismo internazionale, l'is is, i disastri ecologici e infine le malattie infettive, ogni volta viene designato un nemico, umano o immateriale e l'opinione corretta da assumere nel caso. Molto di recente ho notato un cambiamento anche nei canali che veicolano informazioni di fonti libere con il contributo dei singoli cittadini: sparito ogni rigurgito di preoccupazione circa la pan demia, ora si moltiplicano le manifestazioni causate dal carovita e dalle bollette energetiche. Tutto ovvio, più che prevedibile ma il tempismo e la brusca virata mi insospettiscono. I nuovi movimenti come Don't pay colgono al volo il malcontento popolare e portano le persone in piazza senza mai mostrare una minima prospettiva politica e tutte le manifestazioni sono quasi contemporanee e identiche a se stesse in diversi paesi del mondo. Cui prodest? Bene che vada si potrà sperare di ottenere qualche misero aiuto finanziario dal governo di turno ma nulla più. Inoltre, e non è poco, le manifestazioni riempiono le piazze e accrescono appunto il famoso senso di inquietudine, di catastrofe imminente, di paura. 


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GioCo
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Pubblicato da: @sarah

Sì, certo che sì. Solo che si tratta di un terreno scivolosissimo in cui è difficile addentrarsi, specie in questo tempo di spot elettorali ( nemmeno di campagna vera e propria ). E' apparentemente difficile argomentare a favore di questa idea perché, in fin dei conti, sembra di demolire le ultime certezze, di mancare di fiducia a chi si espone in prima persona a favore di una sacrosanta causa. Eppure la realtà è più complessa: [...]

Carissima, potentissima... Si, sono serio. Lo siete tutti qui su CDC tra gli abitudinari in qualche modo, ognuno per il suo. In questi anni siamo cresciuti molto e questo canale certamente ha svolto una funzione importante in questo senso.

Come Grillo, come Gesù, come tante altre realtà distantissime tra loro nate dal torbido e che hanno rovistato nel torbido finendo a prescindere dai propositi individuali per farci vedere qualcosa, perché viviamo dove viviamo e non potrebbe essere altrimenti, questa di CDC ha già svolto la sua funzione. Percepisco che la curva della migliore condivisione sta per volgere al termine, come sempre accade. Ma c'è tempo, c'è ancora tempo.

La realtà digitale è fetida. Un campo nazional-socialista di stampo vetero-comunista, una pseudo forca per la Mente a compartimenti stagni, regno per quelli che vestono la rivoluzione di fiorellini per coprire i cadaveri (sottostanti) ed eleggere i campi di contenzione/sterminio a luoghi di "avanzamento spirituale". Della peggiore specie. D'altronde che sia il neo-dominio inontrastato di quella forza lì, quella vasta oscurità ribollente e perché ivi si è rifugiata avvertendo che le sue migliori fortune "fuori" vanno esaurendosi (pensiamo solo a cos'era la nobiltà un paio di secoli or sono) non è un segreto per nessuno. Inevitabile quindi volgere lo sguardo al nuovo inferno, dove la fascinazione collegiale porta.

Assoldare qualche migliaio di nerd "molto intelligente" (secondo le risibili stime estrememante pervicaci) prendendolo per il culo, è stato un @GioCo da ragazzi. Il resto è storia e oggi abbiamo senza saperlo il tecno-culto del cretino. D'altronde da secoli ormai avevamo perso nella nostra cultura la centralità iprescindibile della educazione emotiva sostituendola con la comodità di non doverci pensare. Perché l'esercizio del pensiero per la disamina emotiva è molto faticoso e scivoloso. MOLTO. Per ciò ogni scusa per evitarlo è bene accetta e i demoni hanno una pletora infinita, una scorta inesauribile di scuse a buon mercato per noi che venuti al mondo, inconsapevoli, ne abbiamo fatto incetta appena ne abbiamo avuto occasione. Tra l'altro "senza che ci sembrasse vero", condannando coloro che erano i guardiani del pensiero emotivo, marginalizzandoli fino alla loro estinzione applaudita. La storia continua ancora oggi.

D'altronde loro (gli anziani guardiani dell'educazione emotiva) vista la mal parata della neo-lingua e della neo-era dell'imbecillità precotta non hanno nemmeno opposto tanta resistenza. Si sono fatti da parte avvertendo che la malparata era solo nostra, di tutti e indistintamente, "loro" la vita l'avevano già vissuta e non ne avrebbero pagato il dazio. Hanno cercato di spiegarlo in mille salse e di quegli sforzi, accompagnati dai demoni, abbiamo inteso tutt'altro. Perché abbiamo "voluto" intendere tutt'altro e ci abbiamo pure goduto.

Dici che è un terreno scivolosissimo... Cosa ripeto incessantemente da quando ho iniziato a scrivere su CDC? A me la faccenda appare abbastanza evidente nelle sue tante sfaccettature. Non mi sembra che lo sia altrettanto per la realtà del mio prossimo e vicino, quella che mi circonda. Ma è una constatazione e nulla di più... Le sirene che meglio del muezzin ci chiamano un giorno si e l'altro pure alla preghiera del risveglio collettivo dovuto alla neo-scienza, alla neo-lingua e di conseguenza alla tecno-devozione e tecno-fede, fanno il loro corso e non paiono arrestabili. Per ora. Per l'era della scienza che dovrebbe vedere il dominio della stessa è corretto così, solo che non è previsto che la scienza divenga una religione.

LA SCIENZA NON HA QUEL SIGNIFICATO. Semplicemente.

E' la religione che l'ha cooptata per ritardare l'era della scienza e farne un mezzo per perseguire il suo fine. Ce ne accorgeremo? Forse, e una gara contro il tempo. Per ora possiamo solo constatare che così non è...

Le conseguenze se non riesce il passaggio, sono quelle che accadono a un feto quando nasce morto. Non una bella cosa. C'è una guerra quindi, quella qui ed ora delle nostre mattanze quotidiane composta da un esercito gestito dall'idiozia, utile come un preservativo bucato, come tutte quelle precedenti e le future che ci attendono. Poi ce ne è un altra IMMENSAMENTE più vasta e importante. Cruciale per noi tutti. Ognuno può scegliere o meno quale combattere, ma attenzione, non si sceglie con la ragione. La ragione non agisce, illumina e basta.

Si sceglie con l'emozione. Poi quel che accade accade e bisogna avere pure la forza di sopportare. Per ciò tralascio tutti "gli altri" che pur avendo chiara la visione dei nostri tempi scelgono per la fuga che qui ed ora è una sola: non combattere ne l'una ne l'altra guerra. Come gli ignavi, fuggono perseguiti dai millantamila piccoli fastidi, dietro alla chimera di una salvezza per lo meno parziale, dal peggio. Così è d'aldronde, perché l'inferno non lo vedono, rimangono nell'umbral o soglia in portoghese ma affine a ombra, quella prossima della montagna e si accontentano. Non ho per loro altro che una sterminata compassione, come d'altronde per chi invece all'inferno ci va e per altrettante buone ragioni.

Alla fine (se tutto va come deve) dovremmo essere almeno consapevoli di cos'è la fragilità e di quanta è la nostra, quella fragilità che nulla a che fare con il nostro corpo.


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Luca VFR
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Riprendo una parte della risposta di GioCo:

"La realtà digitale è fetida".

Vero e lo è perché è tutto tranne che realtà.

E lo stiamo vedendo chiarissimo come non mai nel caso dell'attuale guerra.


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GioCo
Noble Member
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Pubblicato da: @luca-vfr

Riprendo una parte della risposta di GioCo:

"La realtà digitale è fetida".

Vero e lo è perché è tutto tranne che realtà.

E lo stiamo vedendo chiarissimo come non mai nel caso dell'attuale guerra.

Questo @luca-vfr dipende strettamente da che parte la guardi. Se la vedi dall'esterno è una realtà come tante, ad esempio i missili di Musk e del suo avveniristico quanto aberrante piano di sfruttamento dei cieli con micro satelliti. Se la vivi dall'interno, come questo blog è invece virtuale. Ci sono punti di forza e di debolezza visibili da entrambe le angolature ma sono profondamente differenti tra loro. Un conto è se la vedi da fuori e allargando le braccia osservi come oltre la follia di un progetto che è di fatto fondato sulle cretinate a partire dalla necessità di un governo globale fondato sul disprezzo del vivente, soprattutto se Umano, contempli l'impotenza che ci schiaccia e propria di un meccanismo inarrestabile, guidato da forze (che pilotano i pensieri) infinitamente più grandi della comunità umana nel suo complesso e proprie di uno "spirito del Tempo", il nostro, ben altro è se vivi l'illusione del virtuale che "no", però noi qualcosa la possiamo fare e dobbiamo combattere. Usando gli strumenti del nemico per i nostri fini e scopi. Di fatto non facendo altro che rendere più devastanti, pervasivi e invandenti proprio quelle tecnologie che vengono avversate. Di riffo o di raffa sempre lì andiamo a parare. Si valuta la tecnologia a spese dell'Uomo svalutando l'Uomo per dare un senso (che non ha) alla tecnologia.

La vita è quella dell'Uomo, rimane insostituibile e ogni valutazione che sposta i pesi e le misure dell'importanza da un altra parte fa marcire un pochino di più quella vita e basta. Ecco che allora vediamo la gente trasformarsi in Zombie, in non morti e la realtà diventare sempre più simile a una cloaca, alla Gheenna, una discarica di merda e vomito, dove coltivare nuovo Male con cui alimentarla.

Cos'è che sposta quei pesi? L'emozione. Più è degrandante più ci degrada. Io, tu, ognuno è direttamente responsabile per il suo, per piccolo che sia. Le scuse che abbiamo per non invertire la tendenza sono più numerose, brullicanti e prolifiche dei vermi tra i cadaveri. Un tempo era chiamata accidia, oggi non ha più un nome, si è evoluta in un movimento per la difesa dei diritti senza i rovesci. In tanti la difendono accanitamente e ognuno di noi può essere uno di loro, già solo nel combatterli.

E' come una battaglia persa in partenza. Basta a volte anche solo considerarla per esserne infettati: è triste, ma questo è ciò che la Landa ci dona. Tristezza.


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