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Nebbia - Gli eventi di quest'estate confermano l'esistenza..


Tao
 Tao
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Gli eventi di quest'estate confermano l'esistenza di mutamenti climatici dovuti al riscaldamento planetario

Gli eventi di quest'estate confermano l'esistenza di mutamenti climatici dovuti al riscaldamento planetario. Devastanti alluvioni nell'Europa centrale; più a Oriente, una eccezionale siccità ha provocato incendi di boschi e di giacimenti di torba in Russia; ancora più a Oriente, alluvioni nell'Asia meridionale e in Cina. Piogge intense, alluvioni e siccità si sono già verificati nei decenni e secoli passati, ma mai su una scala così vasta e con così grande frequenza, proprio come le previsioni avevano indicato.
Il fenomeno del riscaldamento globale si può schematizzare come dovuto all'aumento della concentrazione dell'anidride carbonica nell'atmosfera; di conseguenza aumenta la frazione del calore solare che resta "intrappolata" dentro l'atmosfera, ciò che fa aumentare la temperatura media della superficie terrestre nel suo complesso. Ne derivano cambiamenti nella circolazione delle acque oceaniche e nell'intensità e localizzazione delle piogge sui continenti. Bastano relativamente piccole variazioni per far aumentare le piogge in alcune zone della Terra o per rendere aride altre zone. Pochi numeri aiutano a comprendere tali fenomeni; per tutto l'Ottocento e per la prima parte del Novecento l'atmosfera conteneva circa 2200 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, corrispondenti ad una concentrazione di circa 280 ppm (parti in volume di anidride carbonica per milione di parti dei gas totali dell'atmosfera).

In quei decenni l'industrializzazione era già cominciata in Europa e nel Nord America con crescente combustione di carbone e di legna e con la diffusione di numerose fabbriche; queste attività immettevano nell'atmosfera anidride carbonica che però veniva assorbita, più o meno nella stessa quantità generata ogni anno dalle attività umane, da parte della vegetazione, soprattutto delle grandi foreste, e da parte degli oceani nelle cui acque l'anidride carbonica è ben solubile. Foreste e oceani, insomma, erano capaci di depurare l'atmosfera dai gas immessi dalle attività umane.

La svolta si è avuta a partire dalla metà del Novecento con due fenomeni concomitanti: è aumentata la quantità dell'anidride carbonica immessa ogni anno nell'atmosfera in seguito alla combustione di crescenti quantità di carbone, petrolio e gas naturale e alla crescente produzione di cemento, che pure libera anidride carbonica dalla scomposizione delle pietre calcari, e, nello stesso tempo, è diminuita la superficie e la massa delle foreste e del verde, tagliati e bruciati, anche con incendi intenzionali, per recuperare spazio per pascoli e coltivazioni intensive, per ricavarne legname da costruzione e da carta, per nuovi spazi da edificare.
Mentre è relativamente costante la capacità degli oceani di "togliere" anidride carbonica dall'atmosfera (circa cinque miliardi di tonnellate all'anno), è andata aumentando (da 20 a 40 miliardi di tonnellate all'anno, dal 1950 al 2010), la quantità di anidride carbonica immessa nell'atmosfera dai combustibili fossili e dalle attività "economiche" di una popolazione in aumento e da un crescente livello di consumi, ed è diminuita, da circa otto a cinque miliardi di tonnellate all'anno, la quantità dell'anidride carbonica che la biomassa vegetale è stata capace di portare via dall'atmosfera.

Questo insieme di fenomeni ha fatto aumentare, in mezzo secolo, la quantità dell'anidride carbonica presente nell'atmosfera (da circa 2400 a 3000 miliardi di tonnellate) e la sua concentrazione da circa 320 a 390 ppm. Le conferenze internazionali che si succedono ogni anno (la prossima sarà in dicembre a Cancun, nel Messico) danno per scontato che tale concentrazione possa arrivare a 450 ppm nei prossimi decenni e poi aumentare ancora: un aumento di concentrazione, e di temperatura globale, insostenibile.

Uno dei movimenti ambientalisti che si sta diffondendo dagli Stati Uniti (il paese più ricco ma anche più attento alla fragilità della propria opulenza) indica in 350 ppm il livello di anidride carbonica a cui si deve tendere per attenuare le conseguenze catastrofiche dei mutamenti climatici. Per raggiungere tale obiettivo la quantità di anidride carbonica totale nell'atmosfera dovrebbe diminuire da 3000 a 2600 miliardi di tonnellate. Un obiettivo che richiederebbero almeno un secolo, durante il quale (1) dovrebbe gradualmente diminuire il consumo di combustibili fossili e di energia; (2) dovrebbe rallentare la distruzione dei boschi esistenti fermando incendi e diminuendo l'estrazione di legname commerciale e le superfici coltivate e dei pascoli e allevamenti da carne e rallentando le attività minerarie che oggi si estendono in terre finora occupate dalle foreste; (3) dovrebbe aumentare la biomassa vegetale, piantando alberi e verde in qualsiasi ritaglio utile della superficie terrestre.
Conosco bene le obiezioni; si avrebbe un rallentamento dei consumi e quindi "della civiltà". Ma anche se continua il riscaldamento globale si va incontro a un rallentamento dell'economia e "della civiltà", lento, quasi inavvertibile fino a quando le conseguenze non assumono carattere catastrofico come quest'estate. I danni dei mutamenti climatici, infatti, comportano, anche se non ce ne accorgiamo, distruzione di ricchezza monetaria; ne sono colpiti paesi ricchi (pensiamo alla Russia e alla Germania oggi) e paesi poveri e poverissimi come, oggi, il Pakistan e certe zone della Cina. Pensiamo invece alla ricchezza monetaria che sarebbe messa in moto dalla diffusione di processi produttivi che consumano meno energia, meno materiali, che usano meno legname, dai prodotti ottenibili dalle nuove foreste, e ai vantaggi che ne verrebbero sia ai paesi ricchi, sia, ancora di più, a quelli poveri.

Probabilmente la ricchezza complessiva aumenterebbe perché tanti paesi sarebbero alluvionati di meno e meno esposti alla siccità, e aumenterebbe la vegetazione dei continenti; forse la ricchezza sarebbe distribuita diversamente fra i vari paesi. Siamo sicuri di perderci in questa prospettiva?

Giorgio Nebbia
Fonte: www.lagazzettadelmezzogiorno.it/
18.08.2010


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Pellegrino
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Nebbia, nomen omen...


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vic
 vic
Illustrious Member
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Basta con la disinformazione di fantasia.

L'effetto serra da CO2 non e' misurabile. Ne' oggi con le moderne tecniche satellitari, ne' ieri, come risulta dai carotaggi di Vostock, Antartico, da cui risulta che l'incremento di CO2 seguiva di 700 anni l'incremento di temperatura. Questo racconta l'analisi paleoglaceologica sulle condizioni climatiche in Antartico lungo l'ultimo milione di anni, suppergiu'.

Responsabili dell'effetto serra sono per il 90% le nuvole, meglio certe nuvole in certe ore del giorno. In seconda battuta altri gas come il metano. Il CO2 viene talmente lontano, che il suo effetto e' per ora solo teorico perche' appunto non misurabile. Perfino l'ideatore dell'ipotesi effetto serra da CO2 si arrese all'evidenza ed abbandono' la propria posizione.
Voler influire sull'effetto serra controllando il CO2 e' da veri polli. Polli doppi, in quanto si fanno contemporaneamente partire a livello globale certi giochetti di tipo finanziario dei soliti noti.

Detto questo, e' encomiabile l'idea di una societa' piu' spartana, meno consumista. Ma il CO2 non centra proprio niente se non come escamotage per impaurire e poi convincere a prendere una certa direzione.
Caro Nebbia, personalmente la tua direzione verso la vita piu' spartana la prendo, pero' non allinearmi fra i nemici del CO2 ne' fra gli amici dei certificati di emissione, ne' fra gli amici degli enti preposti alla loro gestione, putacaso pagati da noi per un'attivita' finanziaria che arricchisce solo loro. Lasciamo perdere le soluzioni finanziarie a problemi fasulli, va'! Lo so che viviamo in un mondo fasullo. Rendersene conto aiuta.

Lasciamolo in pace il CO2, che non e' mai stato un inquinante, ne' un gas dannoso alla vita. Tanto meno dannoso per l'atmosfera, che occorre ricordarlo, ne contiene una quantita' quasi ridicola. Le piante crescono molto meglio con piu' CO2, non con meno CO2. Tant'e' che le serre sono provviste di generatori di CO2, proprio per stimolare la crescita dei vegetali. I quali ci fanno il grande piacere di rifornirci dell'ossigeno che respiriamo e che bruciamo per i nostri vari bisogni, piu' o meno indispensabili.

Perche' nessuno mi versa mai i benefici d'emissione d'ossigeno che il mio boschetto, silenziosamente e costantemente produce, malgrado la miserrima quantita' di CO2 che si trova a disposizione? Sai quanti comuni potrebbero tirare il fiato se solo venissero debitamente indennizzati per la quantita' di fresco ossigeno che i loro boschi e le loro campagne producono nel silenzio piu' assordante!

Distintamente
V.

PS
Gli avvenimenti di questi ultimi 10 anni confermano che la temperatura media globale si sta abbassando! E che le precipitazioni nevose sulle Alpi ultimamente tendono ad aumentare, non a diminuire. Come si sa' la neve rinfresca. Come la pioggia d'altronde! Non venirmi a dire che e' un'estate afosa! Gli incendi in Russia hanno cause che non centrano nulla con il CO2, ma probabilmente con chi giocherella a deviare le correnti a getto.


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Zret
 Zret
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Quella di Nebbia è nebbiosa disinformazione.


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