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Negazionismo controproducente: quando nemmeno il verde è verde


GioCo
Noble Member
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Chi? E' la Grande domanda. Ad esempio "chi" beneficia di questa epidemia e perché, oppure "chi" ha più da perdere.

Sto per scrivere al solito una delle mie "boutade" (intuizioni tratte dalla coerenza) semiserie che non hanno nessun desiderio di sollevare polemiche, al solito per riflettere e che mi aspetto invece sollevi più di una critica "accesa".

Ieri seguivo una delle tante manifestazioni in cui si gridava "libertà" e mi veniva in mente che di libertà non ne abbiamo mai avuta davvero, non ci è mai veramente piaciuta perché costa troppo cara e che per ciò sembrava di sentire un gregge di pecore belare dentro il recinto la stessa cosa perché non ricevevano più la biada (=conforto/sicurezza) con la stessa regolarità di prima e dalle stesse mani di prima, che quindi avrebbero dovuto gridare "coccole" o qualcosa del genere, perché altrimenti "a chi" stavano gridando? Se il soggetto a cui erano rivolti era il Governo, stavano chiedendo al Governo libertà? Ma uno può darti solo quello che possiede, messo che voglia dartelo o possa essere convinto a dartelo. Se no che diamine stai chiedendo o "a chi"?

Ovviamente non sto facendo il disfattista e non mi dissocio dalla protesta. Anzi, è proprio perché mi sento parte della stessa che mi pongo delle domande. Per esempio perché la manifestazione non è contrastata da quel potere che si vorrebbe convincere a darci questa "libertà" e che anzi, proprio sull'onda delle manifestazioni approva una versione più liberticida della semi-legge semiseria, perseguendo un assurdo fine di rendere confusa una situazione legislativa, amministrativa e giudiziaria, già non molto chiara in partenza?

Sembra quasi che ci sia una precisa regia retrostante, propria dei suggeritori più che degli attori che vediamo alternarsi sul palcoscenico del teatrino politico, la quale cerca attivamente la confusione, facendo un passo avanti e uno indietro. Concendo qualcosa per poter negare qualcos'altro, ma in maniera studiatamente schizofrenica, come farebbe un genitore che ha seri problemi di affettività, cioé usando l'arma del ricatto unita a quella dell'affetto: "so che ci tieni tanto ad andare con i tuoi amici ma se rimango sola mi uccideresti" dice la madre schizofrenica alla figlia e il Governo fa la stessa identica cosa ma su scala sociale, tipo: "sappiamo che è importante andare a scuola e vogliamo tutelare le lezioni in presenza ma se non vi vaccinate moriremo tutti". Queste composizioni di significato sono intrinsecamente false ma non intendono minimamente nemmeno provare ad essere vere perché si innestano nei meccanismi emotivi nostrani e quindi devono essere costruite come auto-sostenibili (contraddicendosi al proprio interno) per essere accettate. Sono frasi che hanno lo scopo di creare un doppio legame e un doppio contrasto in chi le fa proprie: o fai qualcosa di spiacevole per te ma non per il prossimo tuo o fai quello che vuoi dispiacendo il prossimo e quindi mettendo a rischio i legame affettivo. Ovviamente il Governo non mette in dubbio il legame affettivo verso il drago, anche se lo sostiene continuamente reificandolo come un padre (padrone) ma quello del prossimo nostro, quello della maggioranza che accetta la versione schizofrenica e rimane a casa perché c'è una pericolosa pandemia e in questo modo si sacrifica qualcosa per il bene collettivo (la paura può essere un rafforzativo in questo caso).

Bene, c'è però dell'altro ed è molto più "fastidioso". A un certo punto mentre la folla che guardavo gridava "libertà" e mentre riflettevo su tutto quello che comportava, un uomo prende il megafono e inizia a incitare la folla con le parole "no-green-pass" in modo insistente e mi sono immediatamente chiesto "ma cos'è un lavaggio del cervello?".

Voglio dire, mettiamo da parte un attimo l'idea che con l'abitudine (indotta dai media) a interpretare come negazionisti coloro che protestano (tipo no-vax, ma c'erano già no-TAV e i no-TAP prima) cioè avendo abituato le persone a intendere come "assurdi negazionisti a prescindere" tutti coloro che dissentono e criticano l'operato del Governo (perché in effetti c'è un quadro psicologico che si avvicina ed è di persone che avendo vissuto un infanzia con genitori che litigavano spesso rifiutano i legami affettivi e quindi tendono a negare in modo irrazionale qualunque proposta anche se vorrebbero aderire) si faccia un opera debole perché un “no-qualche-cosa” allontana gli incerti, dato che basta correggere il tiro evitando di usare slogan negazionisti. Inoltre si può iniziare a sospettare legittimamente chi induce a utilizzare quegli slogan.

Ma anche così, come ho già scritto, si segue una logica da “green-pass”, cioé di un “coso” che non è “green” e non è neppure un “pass”. Ora, più che sull'evidenza che non è verde perché è elettronico e per definizione incolore, si potrebbe discutere sul perché “verde” e qui oltre alla simbologia spiccia (il verde è nel semaforo quel colore che consente il passaggio) c'è anche una precisa storia dietro (ad esempio la “green revolution”) e una politica più allargata (la “green economy”) a cui ricollegarla, entrambe estremamente confuse e quindi aggredibili a livello più basilarmente logico e razionalmente critico.

Ora, cerchiamo quindi di analizzare bene questa faccenda del “pass”. Un oggetto di quel genere è sempre equiparabile a una chiave. Serve ad aprire delle porte chiuse e anche se basta per certi passaggi esibirlo, non è previsto che si possa ignorare. Ce l'hai o per passare puoi solo tentare di forzare le cose. Falsificando, certo, ma non solo. Ad esempio sfondi la porta o se è un robusto butta fuori a impedirti il passaggio tenti di corromperlo oppure di eluderne la sorveglianza. Comunque non puoi fisicamente ignorare l'impedimento ed è qui che sta il punto. Perché non è una circostanza immaginaria, non è un timore d'essere scoperti, ma proprio un impedimento fisico da affrontare in qualche modo con o senza il pass. Altrimenti non è un “pass” ma un altra cosa.

Questo “coso” invece non può essere richiesto da chi vigila per separare gli autorizzati dai non autorizzati e non è neppure necessario esibirlo. Si esibisce per volontà di chi ce l'ha. Il che fa venire in mente che non c'è motivo per non esibirlo se ce l'hai e invece c'è eccome. Perché non è un pass ma una dichiarazione che mette in luce un tuo dato personale sensibile. Tecnicamente è come se andassi in giro con un cartellino appeso al petto con scritto “ho il pisello piccolo” pensando che sia obbligatorio esibirlo a chi me lo chiede, quindi potenzialmente chiunque.

Prevengo la critica: l'esempio non è sanitario! Basta poco per renderlo tale. Mettiamo che certe malattie veneree siano proprio associate (dai media) a tale attributo fisico, perché (aggiungete quello che volete è uguale, basta sia verosimile) ad esempio questo male incurabile orrendo ha tra i vari effetti quello di rimpicciolire il membro e quindi è un dato medico per determinare l'infezione in corso e la sua potenziale trasmissibilità, ecco che “moralmente” diventa lecito richiedere se hai o meno il membro piccolo. Assurdo? Certo, ma è proprio questo “coso” ad esserlo, sotto ogni punto di vista perché è un pasticcio tale che si può definire solo per ciò che non è e non per ciò che vorrebbe essere nelle dichiarazioni e negli intenti di chi ce lo propina.

Ma è persino peggio di così. Oltre a non avere alcuna necessità di esibirlo, non c'è neppure una figura istituzionale preposta a chiederlo. Per ciò chiunque lo chieda, non essendo investito dell'autorità per farlo (e qui includo anche le forze dell'ordine che possono solo su mandato di un giudice) non può farlo e se ci prova con la forza può essere persino denunciato penalmente. Se ad esempio alla richiesta di esibire sto “coso” noi dicessimo “non me lo può chiedere” in modo fermo e perentorio senza cedere, non potrebbero in alcun modo impedire il passaggio. Se ci provassero potrebbero essere denunciati. Quindi al massimo si può procedere con la solita multa.

Si potrebbe a questo punto immaginare anche forme di lotta creative per denunciare la situazione: ci si fa sto vaccino per ottenere il “coso”, poi non si esibisce apposta e quando si arriva a ricevere il trattamento riservato (blocco del passaggio o multa che dir si voglia) si fa la denuncia e poi DOPO solo DOPO si svela che non lo si è esibito perché è incostituzionale (oltre che perfettamente inutile dal punto di vista sanitario) rendendo in questo modo evidente non solo l'assurdità del provvedimento ma anche la posizione di comodo di chi è sdraiato sulle posizioni del Governo in quando non aderisce ai movimenti “no-qualche-cosa” perché è “responsabile”. Non sentirsi imbecilli a quel punto è davvero difficile.

Chapeau! Sarebbe uno scacco matto!

Tra l'altro non ci sarebbe nemmeno bisogno di trovare chi se la fa sta terapia genica sperimentale perché tra le file della protesta c'è già chi si è vaccinato e quindi dispone del coso che non è un “pass” e non è nemmeno “verde”.

Ma ora veniamo alla parte difficile da accettare. Se posso immaginare che uno slogan come “no-green-pass” sia parte di un tentativo manipolatorio di qualche forza politica interessata a pilotare il dissenso al fine di far perdere di efficacia, tentativo non necessariamente consapevole da parte di chi poi lo mette in pratica, c'è però un aspetto più pernicioso.

Se avallo l'idea che esiste un atto semi-legislativo che effettivamente realizza uno strumento per impedire a qualcuno di fare qualcosa che è costituzionalmente garantito, non importa che sia pro o contro il provvedimento, comunque lo rendo effettivo nell'immaginario collettivo.

Quindi se in piazza dovessi inneggiare a “si-Amore” o “si-Diritti” o “si-Norimberga” o qualsiasi altro si, eviterei l'associazione indebita con movimenti contrari a prescindere voluti apposta da una politica che è comunque caotica e a questo punto mi verrebbe da dire volutamente pasticciona, impedendo al contempo che si monopolizzata per avallare in qualsiasi modo la volontà amministrativa di sto Governo. Rimane solo il pericolo che la protesta sia diretta verso qualcuno più che verso qualcosa.

Certamente, dovremmo riuscire a raggiungere chiunque razionalmente parlando, portando costoro inevitabilmente a concludere che questo Governo non è solo maldestro ma proprio malvagio o quantomeno gestito da un ente che lo costringe a prescindere dalla sua volontà ad adottare misure malvagie. Il tempo (se teniamo duro sapendo che questa è principalmente una guerra delle parole e subito a seguire dei significati) può volgere a nostro vantaggio.

Senza però tenere conto che qualsiasi legittimazione di questo governo passa per la legittimazione delle sue opere, sarà una guerra persa in partenza.


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