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Ombre cinesi


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Nel commentare l'accordo di libero scambio tra Taiwan e la Cina, approvato a Taipei nell'agosto di quest'anno, un giornale italiano ha scritto: "Non è chiaro cosa comporterà per le scelte strategiche giapponesi questa ombra cinese che si allunga". Infatti, Taiwan, che per oltre un secolo era stata nell'orbita commerciale giapponese, dopo l'accordo di libero scambio con la Cina passa nella zona di influenza economica cinese.
Negli stessi giorni veniva annunciato il sorpasso del PIL cinese rispetto a quello giapponese: "le cifre dicono che nel secondo trimestre di quest'anno il prodotto lordo cinese ha toccato i 1335 miliardi di dollari, contro i 1286 del tradizionale rivale giapponese". Con questo risultato la Cina diventa la seconda potenza economica dopo gli USA, anche se è ancora molto distante dal livello di questi ultimi: "la Cina dovrebbe chiudere l'anno con circa 5 mila e 500 miliardi di dollari, contro i 15 mila degli Stati Uniti". A quando il sorpasso degli USA? Secondo alcuni "il sorpasso con gli USA potrebbe arrivare entro dieci anni; se si pensa al valore del cambio tutto accadrebbe tra 20 anni". Ma è proprio la questione del valore del cambio tra dollaro e yuan che rende incandescente la concorrenza tra gli Stati Uniti e la Cina. Il segretario di Stato al Tesoro americano, Tim Geithner, il 16 settembre, dinnanzi alla commissione Bancaria del Senato, ha dichiarato:"Siamo molto preoccupati e stiamo valutando l'adozione di provvedimenti adeguati per risolvere il problema". Il provvedimento più drastico potrebbe essere quello di includere la Cina nella lista nera dei "manipolatori di valuta" e per il senatore repubblicano Richard Shelby: "perché non dovremmo ricorrervi, visto che abbiamo a che fare con un vero manipolatore?". l'accusa rivolta alla Cina di tenere troppo alto il valore di scambio dello yuan con il dollaro dura da parecchi mesi, anche per il perdurare della crisi economica in America. A sua volta, Pechino accusa gli USA di praticare il "dumping" sull'acciaio, ricorrendo agli aiuti di stato all'industria siderurgica americana.

Non si tratta però soltanto di schermaglie a livello economico: gli Stati Uniti vedono nella crescita accelerata dell'economia cinese una potenziale minaccia all'egemonia americana nel mondo. Già nel documento del 1997 sul "Nuovo secolo americano", che prefigurò la politica dell'amministrazione Bush, si indicava la Cina come il nuovo nemico globale. In seguito, il Pentagono ha sfornato sistematicamente studi sul "Military Power of the People Republic of Cina", aggiornando le potenziali minacce del riarmo cinese.

Anche quest'anno il Pentagono ha reso pubblico un documento di 83 pagine, che sottolinea la trasformazione dell'esercito cinese "da forza di difesa dell'integrità territoriale a una nuova capacità di operare a distanza", con strategie di accesso "anti-access", o di negazione dell'area "area-denial", o di proiezione di potenza ad ampio raggio "extended-range power projection". In particolare, nel documento si legge che la Cina "sta sviluppando un missile di lungo raggio, capace di intercettare le navi da guerra nei mari dell'Asia e che sta preparando portaerei che, entro un decennio, farebbero del Paese comunista una potenza predominante nella regione".
Lo studio del Pentagono afferma anche che "Pechino punta ad espandere le sue acque territoriali" e ad un mese di distanza si è avuta una verifica. Infatti, in seguito all'incidente del peschereccio cinese che avrebbe speronato due motovedette giapponesi al largo delle isole Senkaku, è riesplosa la "contesa che dura ormai da decenni. Per Tokio quel pugno di scogli sperduti e disabitati si chiama Senkaku, per Pechino, invece, Diaoyu". In realtà, quelle isole, che sono al confine delle acque territoriali cinesi, racchiuderebbero nei propri fondali ricchi giacimenti di gas naturali.

Che gli Stati Uniti vedano nei comportamenti di Pechino una minaccia per la sicurezza globale è quanto meno pretestuoso; infatti, anche se le spese militari della Cina aumentano, il bilancio militare americano "corrisponde più o meno a quello di tutti gli altri Paesi messi assieme: hanno centinaia di basi militari in tutto il mondo e una netta supremazia tecnologica".

Romolo Gobbi
Fonte: www.romologobbi.com
Link: http://www.romologobbi.com/articoli.asp?id=130
27.09.2010


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