Credo che CdC, sito specializzato nel proporre soluzioni per uscire dalla crisi nella quale il nostro Paese è impantanato da decenni, dovrebbe ricordare adeguatamente Philippe Daverio, che recentemente ci ha lasciati, il quale, oltre a molti altri meriti ha quello, inestimabile, di aver immaginato e proposto insistentemente, inascoltato, di mettere al centro del nostro sviluppo economico, con provvedimenti e modalità adeguati, l'enorme Patrimonio archeologico, architettonico e culturale, testimone di tanta parte della storia della civiltà, di cui dispone la Penisola.
Adesso che se ne è andato, non saprò mai perchè abbia omesso Georges Braque da una sua brillante Storia dell'arte.
Entrò nella giunta Formentini, fu considerato uomo eclettico e geniale, non pilotabile perchè ne sapeva di più e dunque inaffidabile in vista degli infiniti compromessi al ribasso, dominati dalle mezze teste: un uomo libero e intelligente ( molto ) in un contesto milanese di assoluta lontananza dalla cultura e di aperta ignoranza mascherata dal gergo economicista. In Italia è anatema pensare, agire, credere liberamente sia dx come a sx: la sagrestia è il luogo d’elezione della italica concezione della libertà e la cultura è assimilata alle prediche dominicali del parroco. Daverio dimostrò il contrario con una serie TV straordinaria. E fu allontanato, anzi si allontanò lui stesso dalla politica, non volendo stringere certe mani…dei tanti ladri e imbecilli che fan festa quando hanno ridotto tutto al loro miserabile livello.
Di lui posso solo ricordare che fu uno dei tanti esponenti di spicco della banda del né-né, ovvero di coloro che come Casaleggio si prese cura di seppellire le vecchie ideologie per imporre il mantra del pensiero unico: un'idea non è né di destra né di sinistra, basta che sia funzionale al sistema (così è finito il M5S). Questo è uno dei tanti motivi per cui la politica oggi che le ideologie sono ormai defunte è diventata luogo di protagonismi dove il carisma personale vale più dell'appartenenza. Daverio sarà anche stato un ottimo critico d'arte, ma sulla complessità della postmodernità non ci azzeccava molto.