Un piano per incrementare del 30% la produzione italiana di nocciole, materia prima fondamentale per la produzione della Nutella, portando da 70 mila a 90 mila ettari la superficie coltivata in Italia. È questa la mossa di Ferrero per allargare il suo impero. Si chiama Progetto Nocciola Italia ed è stato presentato durante il Macfrut del maggio 2018, da Maurizio Sacco, Healthcare compliance manager della multinazionale di Alba. Un’opportunità, secondo alcuni. Una catastrofe, secondo altri: soprattutto, piccoli e medi produttori.
Stiamo parlando di una delle coltivazioni più redditizie del panorama agricolo nazionale e «tutti gli scenari futuri prevedono un incremento della domanda maggiore di quello che sarà l’offerta – ha affermato Sacco – soprattutto se si parla di nocciola di qualità». Un giro d’affari che attira attenzioni, anche politiche. Lo sa bene il capo della Lega, Matteo Salvini, che si è scagliato contro la multinazionale italiana per i suoi rapporti commerciali con la Turchia salvo poi fare marcia indietro dopo qualche ora. La nocciola è la voce più importante del settore economico della frutta in guscio e rappresenta il 59% della produzione relativa al segmento, seguita dalle mandorle al 35%. Ed è anche quella che genera il maggiore flusso di denaro. Il prezzo, diverso a seconda delle varietà (la tonda gentile trilobata di Cuneo è la più apprezzata) e della stagione, si aggira intorno ai 350 euro al quintale e si è impennato a partire dal 2012, quando la produzione mondiale della nocciola ha subito un brusco calo.
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