"Quel che é di Dio"...
 
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"Quel che é di Dio" - parte III di IV


enzosabe
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Racconto di immaginazione di Enzosabe in CDC (e che la Fantasia sia con voi).

“Quel che é di Dio”.

Parte III di IV 

Il magistrato si era dovuto alzare alle prime ore del mattino. Lo avevano fatto venire  perché  c´era stato  un incendio nella piú grande delle due chiese della cittá  nella quale era stato trasferito da pochi  giorni. Era la prima volta che vi andava. Si era sparsa la voce che l´incendio era iniziato dalla grande chiesa e che si era poi esteso alle case adiacenti  a questa. Per il massimo della sfortuna un terremoto con   epicentro  proprio nella chiesa  aveva completato la distruzione. Si era anche sparsa la voce che al momento della disgrazia vi fossero dentro  moltissimi notabili della cittá e che si stavano incontrando con il sacerdote oltre che per celebrare una messa notturna anche  per discutere alcune iniziative filantropiche. Tutti i partecipanti  nella chiesa avevano perso la vita. Tutti quelli che al momento dell´incendio abitavano nelle case troppo vicine e che erano la grandissima maggioranza degli abitanti della cittá avevano perso la vita nel sonno. Anche alcune case in lontananza erano state incendiate a causa delle faville, ma le perdite umane ed  il danno erano rimasti  circoscritti. L´unica centrale elettrica era stata distrutta  e si pensava che il  servizio di energia elettrica non si sarebbe potuto mai piú riattivare.

Il magistrato, che stava controllando  tutte le operazioni di soccorso e recupero che si stavano svolgendo nel crepuscolo del giorno, stava scuotendo il capo perché non riusciva a spiegarsi come fosse potuta succedere una cosí immane tragedia e si stava domandando perché la Scienza, sebbene fosse ormai stata proclamata  invincibile, non era stata in grado di evitarla. Non  riuscendo a trovare una spiegazione guardando le  rovine della chiesa, alzó lo sguardo in alto e vide su in cielo quell´astro che ormai si stava allontanando;  “Ma cosa puó c´entrare?” si disse. Poi prese distrattamente un appunto dalla tasca  e lo passó con la vista: “Moriranno tutti, velocemente” – convocazione   presso la chiesa di X, il giorno y alle ore z”. “Che fortuna”  pensó  “a non esserci andato”.

Aveva sempre avuto fortuna in vita sua, a dire il vero …  soprattutto oggi. Se non fosse stato per sua moglie che lo aveva pregato insistentemente  di rimanere a casa per  assisterla perché stava male e che aveva scelto per la sua famiglia  una abitazione  abbastanza lontana della chiesa, sarebbe stato anche lui lá in mezzo, ridotto ad un mucchio di cenere E cosí era riuscito, grazie anche alla improvvisa indisposizione di un suo collega, a farsi dare un turno di servizio che gli avrebbe consentito di passare la notte a casa, salvo dover uscire per casi urgenti come questo.  E stava pensando a come se la sarebbe cavata sua moglie senza di lui … e i suoi due figli? Cosí, senza uno scopo ben preciso, andó indietro nel tempo  col pensiero e ripercorse velocemente tutti i momenti piú significativi della sua vita, cosí come si fa prima di morire:  passarono per la sua mente prima le figure  protettrici  del padre e della madre, poi la prima comunione, poi da bambino quando correva spensierato nella sua cittá natale sui pochi prati rimasti e che ancora non erano stati cementificati,  la scuola quando era adolescente, il primo incontro con la sua futura moglie, l´universitá, il matrimono e i due figli.

Per un certo tempo sua moglie era stata la sua guida spirituale. Credente, lo aveva convinto piú volte ad andare in chiesa e a fare omaggi a Dio e alla Madonna: “È per migliorarti”,   “é per salvare la tua anima”, “é per non farti deviare dalla buona  strada”, “ recita  questa preghiera ogni giorno e Dio ti proteggerá”, “fai quest´altro ed anche se ti sei messo in grave pericolo, Dio al momento del bisogno ti salverá  … Lui non  dimentica  mai … Dio é fedele, lo sai?…” diceva con la sua voce  ancora bianca. Da dove gli veniva tanta certezza, si chiedeva sempre …, Dio gli aveva parlato? no!  ed era sicuro che nessuno gli avrebbe mai  rivelato questo mistero;  eppure lei  lo diceva con maggiore convinzione di quanto la Scienza  era sicura che il sole fosse  un´immensa  palla di fuoco che si era incendiata nel cielo da sola senza che qualcuno avesse usato per lo meno un cerino acceso.  Ma gli voleva bene e per un certo tempo aveva fatto come aveva detto lei.  E si ricordó anche del giorno del  matrimonio quando sua moglie subito dopo il “Sí”  gli disse fuori programma: “Veglierò  su di te come un secondo angelo custode” e suscitó gli applausi entusiasti di tutti gli invitati.   

E poi divenne  magistrato, si sposó: ed inizió la sua carriera con tanto di ambizione. Nulla fu difficile per lui: mentre tutti i suoi conoscenti incappavano in ogni tipo di problema personale e professionale, lui volava sopra tutti gli avvenimenti, come se fosse portato da una invisibile piuma.  I  primi anni di carriera si svolsero placidamente. Ma  un giorno fu chiamato dal suo superiore di ufficio che gli disse: “Ti abbiamo osservato e hai delle ottime qualitá. ma non basta se vuoi fare carriera:  se vuoi arrivare fino ai vertici…  ti devi mettere con Noi …”. Il superiore gli spiegó chi erano i Noi e che esistevano da secoli e che il loro fine era quello di perfezionarsi  e perferzionare il mondo  e cosí   liberare l´Uomo  dalle catene e dai limiti  a cui era stato assoggettato …  non disse da chi  …e  che da sempre  erano molto  potenti sulla Terra.  La cosa al momento gli sembró giusta e nobile ed aderí. Alla moglie non aveva mai detto niente: “Oggi torno tardi perché ho delle pratiche urgenti  da terminare” era la sua motivazione usuale per coprire una riunione con i  suoi nuovi superiori. E un bel giorno la moglie gli regaló un quadretto con una scritta di proprio pugno: “DIO é fedele”. Non lo mise in ufficio per non farsi fare domande dai nuovi superiori ma per l´affetto  che voleva a sua moglie  lo mise in bella vista nel suo studio privato: giá, si inizió a chiedere, dove era andato Dio? Dio non era mai nominato dai suoi nuovi superiori e chiedendo un giorno il perché gli avevano risposto: “Dio? Dio é morto da tanto tempo  … Noi bastiamo a far camminare il mondo …”,  e accontentandosi della risposta dimenticó con la mente il quadretto che diventó un oggetto come gli altri in bella vista  e cosí  anche Dio. Ma con il passare del tempo si era iniziato a chiedere: “Se Noi esistiamo da tempo e siamo tanto potenti, perché l´umanitá soffre ancora per la  tanta miseria, le ingiustizie,  le guerre, le malattie, anzi … piú si va avanti tanto piú queste aumentano?”. Questo non osó mai chiederlo ai suoi nuovi superiori e neanche se lo sapeva spiegare, ma la domanda si stava facendo sempre piú pressante.

Da un pó di tempo aveva iniziato a sentirsi male: nausea e senso di vomito. Ma con tutta la buona volontá alla fine non vomitava nulla: lo stimolo restava. Anche i  medici non se lo sapevano spiegare: un fatto psichico, conclusero. Nella sua mente stavano scorrendo queste immagini quando un soccorritore esclamó  a voce alta: “Incredibile”, un altro: “Mai visto una cosa simile”, un terzo: “Non é possibile …”.

Il magistrato  fu richiamato alla realtá, alzò  la testa e vide che un soccorritore stava estraendo  qualcosa dalle ceneri ancora fumanti della chiesa e chiese: “Di cosa si tratta``?

Il soccorritore: “Una tavola  di legno totalmente integra”.

Il magistrato: “ E allora?”

Il soccorritore che stava in tuta protettrice: “Tutto ció che era di legno é stato distrutto dal fuoco; questa tavola peró é stata sotto le ceneri della chiesa che sono tuttora ardenti  per almeno un paio di ore ed é completamente intatta, come se le fiamme  non gli facessero niente … meglio di un pezzo di acciaio … nella mia vita professionale  non ho mai visto nulla del genere … sfida la ragione ….”

Il magistrato: “La porti qua, per favore”

Il soccorritore gliela portó. Il magistrato, lasciando cadere per la distrazione l´appunto a terra, prese la tavola in mano ed inizió ad esaminarla. Era di forma ovale e di un certo spessore ma abbastanza larga e lunga poco piú di un metro. Era caldissima al tatto ma non mostrava nessun segno di carbonizzazione e, stranamente,  era  totalemente pulita. Sopra vi era dipinto un motivo che non aveva mai visto né nei mercatini rionali che usava frequentare la domenica come collezionista dilettante,  né sui libri in materia: era  un  Cristo dalla carnagione chiara e dai  capelli biondi  e lunghi fino alle spalle che vestiva una tunica color oro e che con viso approvante ma grave  stava esaminando il grado di  maturazione di alcune spieghe di un immenso campo di grano grandemente infestato  da zizzania. Vicino a Lui stava l´arcangelo Michele, e in vicinanza degli  angeli in armatura e con delle spade  che stavano aspettando degli ordini; alcuni di essi avevano delle trombe e  un angelo portava innnalzata una bandiera  con una croce rossa su fondo bianco. Accanto a Gesu stava  pure  la Madre  che gli stava  trattenendo una  mano  quasi a chiedergli di essere misericordioso nella Sua giustizia. Alcuni disegni floreali contornavano il tutto. Sembrava essere molto vecchia: doveva avere almeno centocinquanta  anni, concluse.  La  stava ridando indietro quando decise di voltarla dall´altra parte.

Su questa parte stava una scritta. Il magistrato la lesse e riconobbe  qualcosa di familiare … e gli parve di non credere a quello che stava leggendo;  la lesse una seconda volta e avrebbe voluto vedere tutto salvo quello che stava vedendo; inizió a scorrerla con la vista  una terza volta  e riuscí a dire, balbettando, una frase compiuta, ma la vista gli si era ormai offuscata, le mente, per lo schock, si stava rifiutando di ricevere segnali da tutti i sensi e inizió ad avere dei giramenti di testa. Nonostante tutti i sensi gli stessero venendo meno, cercó di resistere… il suo corpo si irrigidí per non cadere … per non cedere alla evidenza dei fatti che era appena entrata in una disastrosa  collisione con le sue piú radicate certezze …e in pochi istanti tutto il mondo attorno a lui, cosí come quando si toglie la corrente ad una  televisione, di colpo svaní.

Nonostante tutto ció che era umano avesse ormai  smesso di funzionare,  il corpo era totalmente irrigidito e non ne voleva sapere di cadere … come se fosse sostenuto da un innaturale ed invisibile endoscheletro,  ma alla fine piegó le ginocchia non per la debolezza delle membra  che resistevano ostinatamente ma perché una potente forza sembró colpirlo  violentemente dal di dietro all´altezza delle ginocchia; rimase in ginocchio per alcuni secondi e alla fine  si accasció  senza sensi in avanti, steso in lungo  a terra, con la tavola all´altezza del petto che gli paró la caduta e con  le mani protese sul lato lungo del legno; il colpo al petto e al cuore fu tale che vomitó.  Dopo qualche minuto, stando ancora in stato di fortissima  confusione, fu portato ad un posto di soccorso in vicinanza  per essere assistito.

La tavola  rimase sul posto. Il soccorritore che l´aveva portata  e che aveva assistito  a tutto il  fatto si levó il casco protettivo e inizió a  grattarsi la testa perché non riusciva ad elaborare razionalmente quello a cui aveva assistito e che aveva per lui un qualcosa di inspiegabile. Raccolse la tavola, la esaminó anche lui, lesse la scritta e si mise a pensare di nuovo.  Poi si mise a ispezionare il terreno dove il magistrato era caduto.

Il suo collega, che aveva assistito all´estrazione della tavola  e che si stava grattando anche lui la testa per i fatti suoi lo raggiunse   e chiese: “Cosa stai cercando,  per caso dei bitcoin anche  sottoterra?  ah! ah! ah!…” e vedendo che il collega perseverava nella ricerca, aggiunse: “é inutile che continui a dannarti l´anima … senza elettricitá la Scienza non funziona …  tutto é svanito e nulla tornerá come prima perché tutto sará come prima … ti hanno venduto una illusione …”.

Il primo soccorritore: “Che strano  oggi … mi sento come un attore in un film … e non so se questo film si sta girando nel mondo della  reatá o della fantasia: dapprima trovo intatta questa tavola di legno lavorata e vecchia di almeno cento anni nelle ceneri di un incendio che ha letteralmente divorato tutto in quella chiesa, … poi vedo quel pover´uomo  che va sotto schock per avervi letto una scritta e crede  di riconoscervi  la calligrafia di sua moglie … ma se fosse cosí, che etá deve avere la moglie? … ed infine lo vedo crollare a terra e lí …   all´impatto con il terreno¸ lo vedo vomitare dalla bocca oltre a ció che si vomita normalmente anche un un qualcosa di  orrendamente nero che non ho capito cosa era e che  si é infilato subito sotto terra ”.

Il secondo soccorritore, guardando a terra e notando sull´erba solo una sagoma  carbonizzata che sembrava ricordare la testa di un gatto con le orecchie ben riconoscibili, ma non dando importanza alla cosa perché pensava che fosse stata provocata dalle faville dell´incendio, chiese: “Ma perché, cosa c´é scritto sulla tavola?”

Il primo soccorritore, mostrandogli la scritta  gliela lesse:  “DIO é fedele”.

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