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Da: www.laregione.ch

La Svizzera che sento d’amare

di Tiziana Mona - 22 febbraio 2011

Sentiamo in questi giorni un appello ad amare il nostro Paese ma sentiamo anche chi sbraita che questo Paese deve essere recintato da un muro. E allora vogliamo chiederci qual è il Paese, qual è la Svizzera che vogliamo amare?

Cerco una risposta in lontani ricordi. Era il 1979, dal Sud-est asiatico arrivavano le immagini drammatiche dei ‘boat people’ vietnamiti, gente che fuggiva disperata dai campi di rieducazione e approdava sulle coste della Thailandia o della Malesia. E che fece la Svizzera? Inviò in Tailandia una piccola delegazione con un funzionario dell’Ufficio dei rifugiati, un rappresentante della Croce Rossa e uno della Caritas per individuare 1’500 persone che sarebbero state accolte nel nostro Paese.

Ebbi la fortuna, come giornalista, di accompagnarli con una squadra del Telegiornale nazionale.

A Bangkok all’Alto Commissariato per i rifugiati dell’Onu la delegazione svizzera venne accolta con immensa gratitudine perché, ci dissero, voi svizzeri siete gli unici disposti a prendere famiglie, donne e bambini e anche ammalati e feriti; gli altri vogliono prendere solo forza lavoro.

Ci informarono di una situazione tragica alla frontiera con la Cambogia di cui non si sapeva niente, dove in campi di fortuna giungevano migliaia di persone, sopravvissute a quelli che verranno poi chiamati i ‘killing fields’ del regime dei Khmer Rossi e ci spostammo in quella regione.

Pochi mesi dopo un migliaio di rifugiati cambogiani arrivò da noi. Venne creata una rete di accoglienza in numerose località svizzere. Nel piccolo paese dell’Oberland zurighese dove abitavo con la mia famiglia accogliemmo due gruppi familiari. Alloggiati gli uni in un edificio del comune, gli altri in una casa messa a disposizione gratuitamente. Una di queste famiglie cominciò a coltivare nell’orto comunale cavolo cinese e altre verdure per fare gli involtini primavera che andavano a vendere nelle fiere di paese.

Adesso sono i proprietari di una delle più grandi catene di ristoranti asiatici della Svizzera tedesca. E la piccola Lilly, concepita in un campo di rifugiati e nata qui da noi, si è laureata in economia all’Università di San Gallo con uno dei migliori risultati del suo corso. Fra i rifugiati Khmer c’era anche una donna che era stata insegnante di francese a Battambang, aveva perso tutta la sua famiglia di fame e di stenti negli anni del terrore e il figlio più piccolo ucciso dalle mine mentre tentavano di attraversare la frontiera.

Lei dice sempre di esser nata due volte, la prima in Cambogia, la seconda quando ha messo piede nel nostro Paese. Ecco questa è la Svizzera che mi sento di amare.


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Giancarlo54
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Bella letterina di natale, ma non centra niente con quanto sta succedendo. Vediamo come reagisconio gli svizzeri all'invasione di 300.000 magrebini affamati. ma per favore......


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vic
 vic
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
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Cosa credi che metta i post per cosa?

Sono esempi positivi quando tutti ci bombardano di esempi negativi.
Vuoi che metta esempi di profughi Tibetani accolti con successo, o Cileni accolti ai tempi di Pinochet? O preferisci l'esempio degli Uguri?

Un altro esempio d'attualita': la Svizzera e' l'unico paese che ha denunciato poco tempo fa' la Libia, a livello Schengen. Per trovarsi di fronte un Frattini supervenduto al colonnello, neanche fosse la sua escort. Fortuna che a presiedere l'UE v'era la Spagna!

Ma per favore, impara dalla Confederazione, tutti in Italia dovrebbero imparare, compresa la lega e compresa la RAI. Non v'accorgete come sono mutilate le notizie? Di avvenimenti internazionali non si dice quasi nulla. Poi ci si meraviglia che il popolo sia bue. Anzi dico di piu': l'UE intera deve imparare dalla Svizzera! Gli svizzeri non sono nell'UE per motivi politici, non per motivi di convenienza, come farebbero gli italiani: Mai rinuncerebbero ai diritti acquisiti in secoli di lento ma continuo assestamento democratico. Gli Svizzeri non sono nell'UE perche' l'UE e' il contrario della democrazia! Pur essendo armati, non vanno in giro per il mondo a sparacchiare su dei poveracci, come fanno i membri della NATO.

Un paese con 700 anni di democrazia ha ben poco da imparare da un paese che e' appena uscito dal fascismo, con un salto della quaglia, fra l'altro. Fatti nudi e crudi.

Altri numeri: nella confederazione gli stranieri sono numerosissimi, attorno al 22%. In Italia saranno si e no il 4%, eppure si e' ben lungi da una politica di assimilazione decente.

Assimilazione vuol dire acculturamento, non solo avere un tetto d'eternit sulla testa.
Guarda, non avviamo il paragone fra sistema svizzero ed italiano senno' dovrai sotterrarti dalla vergogna! Ovvio che i paesi che funzionano, attirino anche la feccia, questo lo sanno tutti. La feccia italiana alla Lele Mora per esempio, o i frontalieri del crimine. Ma non funzionano grazie alla feccia, bensi' malgrado la feccia, grazie all'eredita' di una sfilza di generazioni che per questo sistema si sono battuti e nell'insieme hanno mantenuto una saggezza popolare che in Italia non si sa piu' dove sia andata a finire.

Invece di ridere, cerca di conoscerlo il sistema svizzero, un po' al di la' degli stereotipi da giornalisti RAI e Mediaset. Sai cosa, magari metto pure un post in romancio, un bel link alla radio romancia del canton Grigioni, patria storica delle tre leghe: perche' gli italiani che non sanno nemmeno cosa sia il romancio sono decine di milioni. E' un altro esempio di rispetto delle minoranze. Te capi'!

La svizzera ti fa ridere? L'Italia fa piangere, purtroppo, dalla pena!

Saluti


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