Sarde, sardine e merluzzi svedesi

Facciamo un breve ragionamento semplice semplice, senza connotazioni ideologiche: queste varietà della fauna ittica provviste di una notevole biodiversità hanno trovato una comune connotazione: il rifiuto della modernità e del modernismo. E quindi dovremmo incontrarle nella descrizione che il paziente Evola fece nei suoi testi di riferimento: “Rivolta contro il mondo moderno” e “Gli uomini e le rovine”.
Testi di forte denuncia di tutte le aberrazioni del mondo moderno le quali sviluppano le loro tesi ideologiche sulla base della denuncia dello sviluppo economico discendente dalla filosofia e dalla morale illuminista sfociata nel sistema economico capitalista e nella sua controparte marxista.
Ma che sto facendo? Sto portando ad esempio e citando un autore nazista? Che al massimo potrebbe interessare quelli di CasaPound? Perdonatemi! Faccio ammenda! Sono andato fuori tema.
Senonché la fauna ittica che in questi giorni occupa le cronache dei diversi media non sembra particolarmente avversa alle aberrazioni del modernismo: al contrario è la prima a beneficiarsi di tutte le produzioni e dei vantaggi che il modernismo ha sfornato in questi ultimi anni, soprattutto nel campo della tecnologia e della meccanizzazione dove proprio un paese che ha saputo coniugare il pensiero comunista di Mao con quello capitalista nordamericano, si sta imponendo all’attenzione del mondo.
E allora, come la mettiamo? In piazza si contesta tutto (politica ed economia in testa) avendo in tasca lo smartphone ultima generazione, si parla di una rivoluzione giovanile stando collegati ad internet e si viaggia con l’alta velocità o con gli aerei supersonici ignorando, per finta, i danni ambientali che la rivoluzione industriale ha prodotto al pianeta. (Per inciso: i merluzzi dichiarano che si rifiutano di usare le auto perché inquinano e perciò usano il treno, come se le auto fossero una produzione industriale terrigena, mentre i treni li importiamo dal satellite lunare).
O il mondo moderno si rifiuta in modo radicale e totale come scriveva Evola, oppure ci troviamo di fronte agli ennesimi predicatori d sventura che predicano bene e razzolano male, soprattutto cantano bene quando intonano “bella ciao” denunciando così la loro matrice ideologica che non è per nulla “super-partes” e vanificando quindi la pretesa innocenza giovanile.
Questi di infantile o giovanile non hanno proprio nulla: sono già nati vecchi e quindi destinati a perire prima ancora di aver messo i denti e consumato una buona fiorentina al sangue.