di Stephen Gowans
L’Unione Sovietica venne ufficialmente sciolta 22 anni fa, il 26 dicembre 1991. Al di fuori delle ex repubbliche dell’Urss, era ampiamente creduto che i cittadini sovietici desiderassero ardentemente il crollo dell’Unione, che Stalin era odiato come un despota vile, che l’economia socialista dell’URSS non avesse mai funzionato e che i cittadini dell’ex Unione Sovietica preferiscono la vita che fanno oggi sotto la democrazia capitalista, rispetto a quello che, nel febbrile gergo dei giornalisti, politici e storici occidentali, era stato il repressivo e dittatoriale regime di uno stato mono-partitico, che presiedeva una sclerotica, scricchiolante e impraticabile economia socialista.
Nulla di tutto ciò è vero.
Mito # 1. L’Unione Sovietica non aveva alcun sostegno popolare. Il 17 marzo del 1991, nove mesi prima del crollo dell’Unione Sovietica, i cittadini sovietici furono chiamati alle urne per votare su un referendum in cui si chiedeva se erano favorevoli a preservare l’URSS. Oltre tre quarti delle persone votarono sì. Lontani dal favorire la rottura dell’Unione, la maggior parte dei cittadini sovietici volevano invece preservarla. [1]
Mito # 2. I russi odiano Stalin. Nel 2009, Rossiya, un canale televisivo russo, ha passato tre mesi ad intervistare oltre 50 milioni di russi per scoprire chi, secondo loro, erano stati i più grandi russi di tutti i tempi. Il principe Alexander Nevsky, che respinse con successo il tentativo di un’invasione occidentale della Russia nel 13 ° secolo, era al primo posto. Al secondo posto vi era Pyotr Stolypin, primo ministro per lo zar Nicola II e che promulgò la riforma agraria. Al terzo posto, dietro a Stolypin di soli 5.500 voti, vi era Joseph Stalin, l’ uomo che gli opinion leader occidentali abitualmente descrivono come un dittatore spietato, con le mani macchiate dal sangue di decine di milioni di persone. [2] Stalin può, e non a caso, essere oltraggiato in Occidente, dato che non era mai stato ben visto dalle grandi corporazioni che dominano l’apparato ideologico occidentale, ma, a quanto pare, i russi hanno un opinione diversa su di lui.
In un articolo apparso su Foreign Affairs di maggio / giugno 2004 (Flight from Freedom: What Russians Think and Want), lo storico anti-comunista di Harvard, Richard Pipes, citò un sondaggio in cui ai russi venne chiesto di elencare i 10 più grandi uomini e donne di tutti i tempi. I sondaggisti erano alla ricerca di figure significative di qualsiasi paese, non solo russi. Stalin arrivò quarto, dietro a Pietro il Grande, Lenin e Puskin … facendo irritare, e non poco, Pipes. [3]
Mito # 3. Il socialismo sovietico non ha mai funzionato. Se questo è vero, allora il capitalismo può essere considerato un fallimento indiscutibile. Dalla sua nascita nel 1928, fino a quando è stato smantellato nel 1989, il socialismo sovietico non si trovò mai, tranne che durante gli anni della seconda guerra mondiale, ad affrontare una fase di recessione, né fallì nel fornire piena occupazione. [4] Quando è mai successo che l’economia capitalista sia cresciuta incessantemente, senza recessione, fornendo posti di lavoro per tutti, in un periodo di 56 anni (il periodo in cui l’economia sovietica era socialista e il paese non era in guerra, 1928-1941 e 1946-1989 )? Inoltre, l’economia sovietica crebbe più velocemente delle economie capitalistiche che erano a un pari livello di sviluppo economico, quando Stalin lanciò il primo piano quinquennale nel 1928, e più velocemente di quanto abbia fatto l’economia statunitense durante gran parte dell’esistenza del sistema socialista. [5] A dire il vero, l’economia sovietica non ha mai raggiunto o superato le economie industriali avanzate del nucleo capitalista, ma iniziò la gara partendo da più indietro, non venne aiutata, come lo furono i paesi occidentali, da storie di schiavitù, saccheggio coloniale e imperialismo economico ed era incessantemente oggetto dei tentavi di sabotaggio da parte degli occidentali, e in particolare degli Stati Uniti. Particolarmente deleterio per lo sviluppo economico sovietico fu la necessità di dirottare risorse materiali e umane dall’economia civile verso quella militare, per affrontare la sfida della pressione militare occidentale. La guerra fredda e la corsa agli armamenti, che impigliarono l’Unione Sovietica in battaglie contro un nemico più forte, mantennero l’economia socialista dietro le economie industriali avanzate dell’Occidente capitalista. [6] E, tuttavia, nonostante gli instancabili sforzi dell’Occidente per paralizzarla, l’economia socialista sovietica produsse una crescita positiva durante ogni singolo anno senza guerra, fornendo un esistenza materialmente sicura per tutti. Quale economia capitalista può rivendicare uguale successo?
Mito # 4. Ora che lo hanno sperimentato, i cittadini dell’ex Unione Sovietica preferiscono il capitalismo. Al contrario, preferiscono la pianificazione statale del sistema sovietico, cioè, il socialismo. Alla domanda di un recente sondaggio riguardo quale sistema socio-economico preferiscano, i russi hanno risposto [7]:
• Pianificazione statale e distribuzione, il 58%
• Proprietà privata e distribuzione, il 28%
• Difficile da dire, il 14%
• Totale, 100%
Pipes cita inoltre un sondaggio secondo il quale il 72 per cento dei russi ” dichiara di voler limitare l’iniziativa economica privata“. [8]
Mito # 5. Ventidue anni dopo, i cittadini dell’ex Unione Sovietica vedono la scomparsa dell’URSS come più utile che dannosa. Sbagliato di nuovo. Secondo un sondaggio Gallup appena pubblicato, per ogni cittadino delle 11 ex repubbliche sovietiche, tra cui Russia, Ucraina e Bielorussia, che pensa che il crollo dell’Unione Sovietica sia stato qualcosa di benefico per il loro paese, due pensano che sia stato invece qualcosa di dannoso. E i risultati sono fortemente sbilanciati verso l’opinione che la rottura dell’Unione sia stata dannosa tra quelli tra i 45 anni e oltre, ovvero le persone che hanno conosciuto il sistema sovietico migliore. [9] Secondo un altro sondaggio citato da Pipes, tre quarti dei russi rimpiangono il crollo dell’Unione Sovietica [10].
Mito # 6. I cittadini dell’ex Unione Sovietica stanno meglio oggi. Certo, alcuni sicuramente. Ma quanti sono? Dato che i più preferiscono il vecchio sistema socialista a quello attuale capitalista, e pensano che la disgregazione dell’URSS abbia fatto più male che bene, potremmo dedurne che la maggior parte non stanno meglio, o almeno,non si considerano tali. Questa opinione è confermata almeno per quanto riguarda l’aspettativa di vita. In un articolo sulla prestigiosa rivista medica britannica The Lancet, il sociologo David Stuckler e il ricercatore medico Martin McKee, mostrano che la transizione al capitalismo nell’ ex URSS ha causato un forte calo nella speranza di vita, e che “solo poco più della metà dei paesi ex-comunisti hanno riacquistato i loro livelli di aspettativa di vita pre-transizione “. L’ aspettativa di vita per un uomo in Russia, ad esempio, era di 67 anni nel 1985, sotto il comunismo. Nel 2007, era meno di 60 anni. L’aspettativa di vita è precipitata di cinque anni tra il 1991 e il 1994. [11] La transizione al capitalismo, poi, ha prodotto innumerevoli morti pre-mature e continua a produrre un tasso di mortalità superiore a quello che ci sarebbe probabilmente stato sotto il (più umano) sistema socialista. (Uno studio del 1986 di Shirley Ciresto e Howard Waitzkin, sulla base dei dati della Banca Mondiale, ha trovato che le economie socialiste del blocco sovietico avevano prodotto risultati migliori riguardo le misure della qualità fisica della vita, tra cui l’aspettativa di vita, la mortalità infantile e l’apporto calorico, rispetto alle economie capitaliste che erano allo stesso livello di sviluppo economico, e alla pari delle economie capitaliste a un livello superiore
di sviluppo [12]). Per quanto riguarda la transizione da uno stato a partito unico verso una democrazia multipartitica, Pipes indica un sondaggio secondo il quale, per i russi, la democrazia è una frode. Oltre tre quarti della popolazione russa ritiene infatti che “la democrazia non è nient’altro che un mezzo per nascondere un governo controllato da ricche e potenti cricche“. [13] Chi è che dice che i russi non sono perspicaci?
Mito # 7. Se i cittadini dell’ex Unione Sovietica volevano davvero un ritorno al socialismo, avrebbero semplicemente votato per riottenerlo Se solo fosse così semplice. I sistemi capitalistici sono strutturati per fornire politiche che si adattano ai capitalisti, e non ciò che è popolare, se ciò che è popolare è contro gli interessi capitalistici. A parte l’ ObamaCare, gli Stati Uniti non hanno una completa assicurazione sanitaria pubblica. E perché no? Secondo i sondaggi, la maggioranza degli americani la reclamano. Quindi, perché non hanno semplicemente votato per averla? La risposta, naturalmente, è che ci sono forti interessi capitalistici, principalmente le compagnie di assicurazione private, che hanno usato la loro ricchezza e le loro connessioni per bloccare una politica pubblica che avrebbe potuto attenuare i loro profitti. Ciò che è popolare non sempre, o anche spesso, prevale nelle società in cui coloro che possiedono e controllano l’economia possono utilizzare la loro ricchezza e le loro connessioni per dominare il sistema politico e favorire i propri interessi a discapito di quelli della massa. Come scrive Michael Parenti:
Il capitalismo non è solo un sistema economico, ma un intero ordine sociale. Una volta che prende piede, non svanisce eleggendo socialisti o comunisti. Essi possono ricoprire cariche importanti, ma la ricchezza della nazione, i basilari rapporti di proprietà, la legge organica, il sistema finanziario e la struttura del debito, insieme ai media nazionali, al potere di polizia e alle istituzioni statali, sono stati tutti radicalmente ristrutturati. [14]
Un ritorno al socialismo russo è molto più probabile che avvenga nello stesso modo in cui si instaurò la prima volta, attraverso la rivoluzione,e non con le elezioni- e le rivoluzioni non accadono semplicemente perché la gente preferisce un sistema migliore rispetto a quello di cui gode attualmente. Le rivoluzioni accadono quando la vita non può più essere vissuta nel vecchio modo- e i russi non hanno raggiunto il punto in cui la vita, come viene vissuta oggi, non è più tollerabile. Va poi citato un sondaggio del 2003 che chiedeva ai russi come avrebbero reagito se i comunisti avessero presero il potere. Quasi un quarto degli intervistati avrebbe sostenuto il nuovo governo, uno su cinque avrebbe collaborato, il 27 per cento lo avrebbe accettato, il 16 per cento sarebbe emigrato e solo il 10 per cento avrebbe fatto resistenza attiva. In altre parole, per ogni russo che si sarebbe opposto attivamente ad un ritorno al comunismo, quattro lo avrebbe sostenuto o avrebbero collaborato con esso, e tre lo avrebbero accettato [15], non esattamente quello che ci si aspetterebbe se si pensa che i russi sono contenti di liberarsi da quello che ci è stato detto essere stato il peso del regime comunista. A rammaricarsi del crollo dell’Unione Sovietica sono quindi quelle persone che avevano vissuto l’URSS in prima persona (e non i giornalisti, i politici e gli storici occidentali che conoscevano il socialismo sovietico solo attraverso il prisma della loro ideologia capitalista). Ora che hanno avuto oltre due decenni di democrazia multipartitica, imprese private e l’economia di mercato, i russi non ritengono che queste istituzioni siano le meraviglie che i politici e i mass media occidentali gli avevano fatto credere. La maggior parte dei russi preferirebbe un ritorno al sistema sovietico di pianificazione statale, ovvero, al socialismo. Anche così però, queste realtà vengono nascoste dietro una tormenta di propaganda, la cui intensità raggiunge il picco più elevato proprio il giorno dell’anniversario della scomparsa dell’URSS. Siamo costretti a credere che, ovunque sia stato sperimentato, il socialismo era disprezzato dal popolo e non ha funzionato, anche se nessuna di queste affermazioni è vera.
Certo, che le opinioni anti-sovietiche abbiano uno status egemonico nel nucleo capitalista non stupisce affatto. L’Unione Sovietica è vituperata da quasi tutti in Occidente: dai trotzkisti, perché l’URSS fu costruita sotto la leadership di Stalin (e non da quella del loro uomo); dai socialdemocratici, perché i sovietici abbracciarono la rivoluzione e respinsero il capitalismo; dai capitalisti, per ovvi motivi, dai mass media (che sono di proprietà di capitalisti) e dalle scuole (i cui programmi, orientamenti ideologici e ricerca politica ed economica sono fortemente influenzati da questi capitalisti). Così, per l’anniversario della scomparsa dell’URSS non dovremmo essere sorpresi nello scoprire nemici politici del socialismo che vorrebbero presentare un quadro dell’Unione Sovietica che è in netto contrasto con quello che è stato sperimentato da coloro che lo hanno realmente vissuto, nascondere quello che un’ economia socialista ha davvero compiuto, e che tutte quelle persone che ora ne sono private lo reclamano fortemente.
1. “Referendum sul mantenimento dell’URSS“, RIA Novosti, 2001, http://en.ria.ru/infographics/20110313/162959645.html
2. Guy Gavriel Kay, “I più grandi russi di tutti i tempi?” The Globe and Mail (Toronto), 10 gennaio 2009.
3. Richard Pipes, “Flight from Freedom: What Russians Think and Want”, Foreign Affairs, maggio / giugno 2004.
4. Robert C. Allen. “Farm to Factory: A Reinterpretation of the Soviet Industrial Revolution“, Princeton University Press, 2003. David Kotz e Fred Weir. “Revolution From Above: The Demise of the Soviet System“, Routledge, 1997.
5. Allen, Kotz e Weir.
6. Stephen Gowans, “Do Publicly Owned, Planned Economies Work?“, what’s left, 21 dic 2012.
7. “Russia Nw”, in The Washington Post, 25 marzo, 2009.
8. Pipes.
9. Neli Espova e Julie Ray, “Former Soviet countries see more harm from breakup”, Gallup, 19 dicembre 2013, http://www.gallup.com/poll/166538/former-soviet-countries-harm-breakup.aspx
10. Pipes.
11. Judy Dempsey, “Study looks at mortality in post-Soviet era”, The New York Times, 16 Gennaio 2009.
12. Shirley Ceresto e Howard Waitzkin,”Economic development, political-economic system, and the physical quality of life”, American Journal of Public Health, giugno 1986, vol. 76, No. 6.
13. Pipes.
14. Michael Parenti, Blackshirts & Reds: Rational Fascism and the Overthrow of Communism, City Light Books, 1997, p.119.
15. Pipes.
LINK: http://gowans.wordpress.com/2013/12/23/seven-myths-about-the-ussr/
E così perdete qualsiasi credibilità.
Dell'Unione Sovietica si può dire che era l'inevitabile fase di passaggio dopo il superamento (grazie a Dio!!!) del regime zarista; si possono trovare mille valide giustificazioni storiche in considerazione di cosa è significato il crollo di un secolare governo di banditi e assassini schiavisti come quello degli zar; si può contestare che anche il capitalismo è responsabile di massacri e ingiustizie uguali o addirittura più gravi di quelle sovietiche; ma venire a dire che la gente "non stava proprio malissimo" nell'Unione Sovietica è un delirio.
Durante il periodo comunista sono stato a Mosca e a Budapest e se volevate la rappresentazione dell'inferno in terra bastava scattare una foto in quelle città.
Poi se vai negli slums di Kinshasa non è certo meglio e concordo che la diretta responsabilità sia proprio del sistema capitalistico; ma lasciate perdere le rivalutazioni dell'URSS che non sapete di cosa state parlando.
Durante il periodo comunista sono stato a Mosca e a Budapest e se volevate la rappresentazione dell'inferno in terra bastava scattare una foto in quelle città.
che hai visto ?
❓
Durante il periodo comunista sono stato a Mosca e a Budapest e se volevate la rappresentazione dell'inferno in terra bastava scattare una foto in quelle città.
che hai visto ?
❓
Lungo da dire. Ti assicuro che ti veniva la depressione solo a vedere il colore delle case.
Quello che conta è che la gente era disperata. Non dico che adesso stiano meglio anche perché non lo so, non ci vado da più di vent'anni, però era brutto assai e fa rabbia leggere che qualcuno cerchi di rivalutare un periodo la cui unica giustificazione è che veniva dopo un regime, quello zarista, che era un secolare insulto all'umanità da parte di un'aristocrazia spietata e incapace.
Durante il periodo comunista sono stato a Mosca e a Budapest e se volevate la rappresentazione dell'inferno in terra bastava scattare una foto in quelle città.
che hai visto ?
❓Lungo da dire. Ti assicuro che ti veniva la depressione solo a vedere il colore delle case.
Quello che conta è che la gente era disperata. Non dico che adesso stiano meglio anche perché non lo so, non ci vado da più di vent'anni, però era brutto assai e fa rabbia leggere che qualcuno cerchi di rivalutare un periodo la cui unica giustificazione è che veniva dopo un regime, quello zarista, che era un secolare insulto all'umanità da parte di un'aristocrazia spietata e incapace.
ma ognuno fa il confronto con quello che ha vissuto. Gli ex-sovietici hanno vissuto solo nell'URSS, e nella Russia (o altro stato ) capitalista, non ha senso dire che l'URSS è una merda perchè in occidente (che ha saccheggiato per secoli l'intero pianeta per arricchisti) si sta meglio. Per i russi era comunque meno peggio di quello che c'è oggi, c'è poco da discutere...
Per i russi era comunque meno peggio di quello che c'è oggi, c'è poco da discutere...
Ma che stai dicendo...
Per alcuni russi può essere che sia cambiato molto poco ma quello che conta è che quando è finita la gente era felice, si sentiva uscire da un incubo.
Ed era un incubo spaventoso.
Ripeto esistono solo due attenuanti:
1) L'URSS va presa come il necessario periodo di passaggio dopo il regime bestiale degli zar che andava superato in ogni modo
2) Il capitalismo ha compiuto gli stessi crimini del comunismo e del nazismo solo che invece di farli a casetta propria li esportava in Sudamerica, Africa, Asia
Ma mannaggia la miseria non mi venite a parlare di cose che avete visto solo in fotografia. Era una cosa allucinante e chiedete a chiunque ci sia stato.
quando è finita la gente era felice
Questo lo dici tu. La realtà ci dice che fu fatto un referendum 9 MESI PRIMA dello scioglimento dell'URSS; e i tre quarti dei (ancora) sovietici votarono CONTRO. Fu Eltsin che impose lo scioglimento con uno dei suoi tanti golpe che, quelli sì, portarono il paese indietro di decenni (l'aspettativa di vita diminuita di 10 anni, IN TEMPO DI PACE, è un record storico negativo):
quando è finita la gente era felice
Questo lo dici tu. La realtà ci dice che fu fatto un referendum 9 MESI PRIMA dello scioglimento dell'URSS; e i tre quarti dei (ancora) sovietici votarono CONTRO. Fu Eltsin che impose lo scioglimento con uno dei suoi tanti golpe che, quelli sì, portarono il paese indietro di decenni (l'aspettativa di vita diminuita di 10 anni, IN TEMPO DI PACE, è un record storico negativo):
Ma roba da matti.
Nessuno voleva più il comunismo; i votanti volevano comunque una Unione che fosse ampiamente riformata e la fine del comunismo è stata una liberazione per tutti.
Se hai una vaga idea dello spirito prevalente nelle varie repubbliche sovietiche sapresti che al momento di decidere effettivamente sulle "riforme" si sarebbero scannati e non avrebbero risolto una mazza; e infatti sai che è stata sciolta nonostante l'esito del referendum. Secondo te perché?
Ma come diavolo si può pensare che gente come i georgiani possa stare insieme ai russi? Si odiano in un modo animalesco da sempre. E i ceceni, i daguestani...armeni contro georgiani poi non hai idea.
In ogni caso se non hai capito che la fine del comunismo è stata una festa per quella gente significa che non hai capito molto della storia contemporanea.
quando è finita la gente era felice
Questo lo dici tu. La realtà ci dice che fu fatto un referendum 9 MESI PRIMA dello scioglimento dell'URSS; e i tre quarti dei (ancora) sovietici votarono CONTRO. Fu Eltsin che impose lo scioglimento con uno dei suoi tanti golpe che, quelli sì, portarono il paese indietro di decenni (l'aspettativa di vita diminuita di 10 anni, IN TEMPO DI PACE, è un record storico negativo):
Ma roba da matti.
Nessuno voleva più il comunismo; i votanti volevano comunque una Unione che fosse ampiamente riformata e la fine del comunismo è stata una liberazione per tutti.
Se hai una vaga idea dello spirito prevalente nelle varie repubbliche sovietiche sapresti che al momento di decidere effettivamente sulle "riforme" si sarebbero scannati e non avrebbero risolto una mazza; e infatti sai che è stata sciolta nonostante l'esito del referendum. Secondo te perché?Ma come diavolo si può pensare che gente come i georgiani possa stare insieme ai russi? Si odiano in un modo animalesco da sempre. E i ceceni, i daguestani...armeni contro georgiani poi non hai idea.
In ogni caso se non hai capito che la fine del comunismo è stata una festa per quella gente significa che non hai capito molto della storia contemporanea.
Poi non si comprende il motivo per il quale, se negli ex Paesi a guida socialista si rimpiange così tanto il passato, non esiste Paese (eccezion fatta per la Bielorussia) in cui i cittadini abbiano riconsegnato le redini del potere ai comunisti.
Io ricordo una discussione simile in cui mincuo sciorinava ineluttabilmente argomentazioni in linea con questo post, facendo terra bruciata di ogni tentativo di confutazione.
Certo è che - ma lo dico da ignorante - non riesco proprio ad accettare il frame REGIME ZARISTA BRUTTO E CATTIVO o quello STALIN DITTATORE SANGUINARIO.
Sarebbe bello rivangare alcuni estratti di mincuo in proposito. Ricordo che quanto scrisse era ben motivato e dimostrato. Non tenerne conto in questo forum (e in questo thread) equivale a sciupare e gettare nella spazzatura dei contributi preziosissimi e di rara valenza storiografica.
Credo sia il caso di avere la pazienza di leggere questo discorso di Aleksandr Solzhenicyn [Solzhenitsyn], qui i link della traduzione italiana e quella inglese:
http://www.sandrodiremigio.com/blog/1978_un_mondo_in_frantumi_solcenicyn.htm
http://www.americanrhetoric.com/speeches/alexandersolzhenitsynharvard.htm
Avrei alcune cose da dire se la discussione fosse meno "accesa", a cominciare dal fatto che noi, in questo momento, teniamo responsabile il regime anche di disagi che ci infliggiamo a causa di caratteristiche peculiari che non vediamo o che non vogliamo vedere…ad esempio.
Nessuno voleva più il comunismo; i votanti volevano comunque una Unione che fosse ampiamente riformata e la fine del comunismo è stata una liberazione per tutti.
no, i votanti dovevano scegliere tra URSS e scioglimento dell'uRSS. Le ampie riforme le sogni tu, e non ti posso permettere di attribuire ad altri quello che pensi solo tu e che non è comprovato da nulla, come dimostra il fatto che ancora oggi la maggior parte dei russi ancora rivorrebbe l'URSS; tale e quale, altro che liberazione per tutti!
infatti sai che è stata sciolta nonostante l'esito del referendum. Secondo te perché?
perchè Eltsin è stato un golpista figlio di puttana servo degli oligarchi che hanno ridotto la Russia alla fame con una ferocia che Hitler al confronto è un agnellino (ripeto: 10 anni di speranza di vita persi, RECORD DI TUTTI I TEMPI IN TEMPO DI PACE!). Questi sono i fatti ,la liberazione per tutti continua a restare un tuo sogno.
Nessuno voleva più il comunismo; i votanti volevano comunque una Unione che fosse ampiamente riformata e la fine del comunismo è stata una liberazione per tutti.
no, i votanti dovevano scegliere tra URSS e scioglimento dell'uRSS. Le ampie riforme le sogni tu, e non ti posso permettere di attribuire ad altri quello che pensi solo tu e che non è comprovato da nulla, come dimostra il fatto che ancora oggi la maggior parte dei russi ancora rivorrebbe l'URSS; tale e quale, altro che liberazione per tutti!
infatti sai che è stata sciolta nonostante l'esito del referendum. Secondo te perché?
perchè Eltsin è stato un golpista figlio di puttana servo degli oligarchi che hanno ridotto la Russia alla fame con una ferocia che Hitler al confronto è un agnellino (ripeto: 10 anni di speranza di vita persi, RECORD DI TUTTI I TEMPI IN TEMPO DI PACE!). Questi sono i fatti ,la liberazione per tutti continua a restare un tuo sogno.
E lo so.
C'è pure un canto dell'Orlando Furioso in cui Ariosto spiega che chi ha viaggiato tanto non viene mai creduto da quelli che hanno passato la vita a casetta.
Fa così:
Chi va lontan da la sua patria, vede
cose, da quel che già credea, lontane;
che narrandole poi, non se gli crede,
e stimato bugiardo ne rimane:
che ’l sciocco vulgo non gli vuol dar fede,
se non le vede e tocca chiare e piane.
Per questo io so che l’inesperienza
farà al mio canto dar poca credenza.
Mah...
Nessuno voleva più il comunismo; i votanti volevano comunque una Unione che fosse ampiamente riformata e la fine del comunismo è stata una liberazione per tutti.
no, i votanti dovevano scegliere tra URSS e scioglimento dell'uRSS. Le ampie riforme le sogni tu, e non ti posso permettere di attribuire ad altri quello che pensi solo tu e che non è comprovato da nulla, come dimostra il fatto che ancora oggi la maggior parte dei russi ancora rivorrebbe l'URSS; tale e quale, altro che liberazione per tutti!
infatti sai che è stata sciolta nonostante l'esito del referendum. Secondo te perché?
perchè Eltsin è stato un golpista figlio di puttana servo degli oligarchi che hanno ridotto la Russia alla fame con una ferocia che Hitler al confronto è un agnellino (ripeto: 10 anni di speranza di vita persi, RECORD DI TUTTI I TEMPI IN TEMPO DI PACE!). Questi sono i fatti ,la liberazione per tutti continua a restare un tuo sogno.
E lo so.
C'è pure un canto dell'Orlando Furioso in cui Ariosto spiega che chi ha viaggiato tanto non viene mai creduto da quelli che hanno passato la vita a casetta..
chi sta a casetta sua e si documenta ne sa sicuramente di più di chi viaggia coi paraocchi e attribuisce ad altri i suoi pregiudizi.
@Primadellesabbie:
mi interesserebbe molto sapere cosa volevi aggiungere, spero tua abbia voglia di farlo.