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Tarchi-Del populismo in Austria


bysantium
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Del populismo in Austria

di Marco Tarchi - 24/05/2016
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=54243

Fonte: Quotidiano Nazionale

In Austria ha vinto in extremis e per una manciata di voti il candidato verde Van der Bellen. Circa la metà della popolazione ha votato per l’esponente della destra xenofoba, Hofer. «È una reazione a una certa retorica europeista, una risposta trasversale all’incapacità di risolvere i problemi degli strati sociali più deboli», spiega Marco Tarchi, politologo dell’Università di Firenze, esperto di populismi e di movimenti di destra.
Quali conseguenze potrebbe avere sulla stabilità, anche quella europea, questa spaccatura netta?
«Conseguenze dirette nessuna, ma sta a indicare che l’impatto di fenomeni come l’immigrazione di massa pone in discussione la retorica europeista tutta rose e fiori degli scorsi decenni e lascia capire che con le sole parole d’ordine del ‘politicamente corretto’ i problemi che stanno a cuore a molti non si risolvono».
Quali sono le ragioni di questa ondata di populismo che coinvolge tutta l’Europa? E quali gli effetti?
«La causa primaria è la pessima prestazione delle classi politiche, che non ha saputo opporre alcun argine al peggioramento delle condizioni degli strati sociali non privilegiati. Il fatto che, come ha rilevato il leader della Svp, a far vincere Van der Bellen sia stato il voto degli austriaci all’estero che appartengono in larga misura alle classi agiate la dice lunga su questa situazione. Gli effetti? Se i politici fossero lungimirante, un’inversione di marcia. Ma dubito che avverrà: ci si limiterà alle demonizzazioni».
Non è però riduttivo il tema dei fenomeni migratori come unico programma politico, e non solo elettorale?
«In realtà riduttivo è valutare in questi termini il programma della Fpoe. Chiunque lo conosca, sa che non si limita affatto a occuparsi di questo problema, che però al momento preoccupa più di altri metà degli austriaci. Il loro programma, lungo decine di pagine, parla di altri temi sociali: dal pieno impiego alla lotta contro le oligarchie finanziarie e altri aspetti della globalizzazione».
Hofer e Strache in Austria, Marine Le Pen in Francia o la tedesca Afd: sembrano queste le nuove destre europee. C’è dunque una sorta di mutazione genetica della destra?
«È errato assimilare il populismo alle destre, che esistono in tutti questi Paesi: dalla Csu alleata della Merkel, ai popolari ai Républicains di Sarkozy. Questo è un fenomeno trasversale all’asse sinistra/destra, come le sue proporzioni elettorali dimostrano».
A proposito di partiti di governo, quanto è profonda la crisi delle forze politiche tradizionali? Non solo tra le destre soppiantate da movimenti xenofobi...
«È una crisi molto profonda, e tutt’altro che compiuta: se si continuerà a combattere vere e proprie patologie sociali con le parole, ci attendono tempi duri».
Il neo presidente austriaco l’ha spuntata anche grazie alla convergenza dei voti dei socialisti e dei democristiani. La dinamica è simile a quella del 2002 in Francia o ci sono differenze?
«La formula è la stessa, così come il sostegno dei media a una sola delle due parti. Diverso è il risultato: Le Pen al 17%, Hofer al 49,8%...».
Dove sta andando l’Europa? Il progetto dell’Unione sarà affossato dalla rinascita dei nazionalismi?
«Sta all’Ue deciderlo. È dai suoi errori e dalle carenze delle sue politiche che è nata questa ondata di reazione. Gli spot televisivi possono ancora contenere per poche migliaia di voti lo sfondamento populista, ma non basteranno a placare le delusioni e i timori, che non sempre sono irrazionali come si ama dire».


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venezia63jr
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Che paura ha l'autore della destra xenofoba?
il suo giornalista di punta e' uno sfegatato
sionista.


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mda1
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uno che si è fatto fottere da fini alle elezioni non dovrebbe fare il politologo.
anzi non dovrebbe fare niente.


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spadaccinonero
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cito

"esperto di populismi e di movimenti di destra. "


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mda1
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uscito dalla fogna si è messo il vestitino nuovo nuovo e si è trovato un bel posto di lavoro.
ma c'è da capirlo. qualcuno è finito in parlamento e c'è rimasto 30 anni. bello stipendio. bella pensione. e che lui era fesso e rimaneva a fare il duro e puro? colqazzo!


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spadaccinonero
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uscito dalla fogna si è messo il vestitino nuovo nuovo e si è trovato un bel posto di lavoro.
ma c'è da capirlo. qualcuno è finito in parlamento e c'è rimasto 30 anni. bello stipendio. bella pensione. e che lui era fesso e rimaneva a fare il duro e puro? colqazzo!

per costoro il problema non è la gente che oggi non ha lavoro e peggio ancora domani non avrà una pensione, non è la criminalità che aumenta e tutto ciò che ne consegue, per loro il problema è la rinascita dei nazionalismi...

roba da matti


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bysantium
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uno che si è fatto fottere da fini alle elezioni non dovrebbe fare il politologo.
anzi non dovrebbe fare niente.

Non mi pare corretto, Infatti :

“Dopo l’abbandono di Anderson, Almirante aveva affidato il Fronte ad un reggente, Franco Petronio, un deputato cinquantenne, con il compito di vigilare sull’attività dell’organizzazione, in attesa di un chiarimento sull’assetto di vertice. Quando l’Assemblea, composta sulla carta da una maggioranza almirantiana e da una consistente minoranza rautiana si riunisce, domenica 5 giugno all’hotel Universo di Roma, Fini e Tarchi di contendono la leadership. È’ un duello drammatico
Rauti sconsiglia al suo pupillo di arrivare alla conta finale. Non vuole lo scontro. E invece Tarchi fa di testa sua. Rauti risponde con un colpo basso: vieta, ad una trentina di suoi seguaci, di votare all’Assemblea. Nonostante lo sgambetto del maestro, per Tarchi è un trionfo: 49 voti su 99 votanti. Il secondo, con 44 voti è Biagio Cacciola, terza Stefania Paternò di Padova (38 voti), ex equo con Duccio Caparvi, il candidato di Romualdi. Fini, il primo degli almirantiani, è solo quinto, con 33 voti. Dopo di lui ci sono Fabio Fatuzzo di Catania (31 voti) e Claudio Virzì di Palermo (27 voti), unico superstite della corrente di Anderson.
Uno smacco clamoroso per Almirante e Fini. Il Secolo, in un resoconto firmato da Mauro Mazza, oggi cronista politico del TG1 dà la notizia della votazione, e riporta l’elenco degli eletti, ma non i voti ricevuti da ciascuno. La graduatoria sarà pubblicata solo qualche tempo dopo da una rivista francese Cahiers europeens, organo di una corrente nazionalrivoluzionaria dl Front National
Sudatissimo, ma terreo, giacca grigio chiara e cravatta, nonostante il caldo torrido, Fini appare sconvolto. Mentre i delegati sciamano verso l’uscita, si avvicina al rivale in jeans e Lacoste verde, e si congratula con lui: “Ti sei preso una bella gatta da pelare” gli sibila nell’orecchio.
Tarchi si schernisce: “Figurarsi, tu sai bene che Almirante è con te….” Gianfranco è troppo abbattuto: “No, guarda, vista la figura, non accetterei mai”
Invece, due giorni dopo fa dietrofront. Accetta e diventa segretario del Fronte, carica che conserverà per dieci anni, trampolino di lancio della sua carriera politica
La scena dell’investitura è raggelante. Convocati d’autorità, si presentano nello studio di Almirante, a palazzo Del Drago, al numero 22 di via Quattro Fontane a Roma, solo quattro dei sette eletti dall’Assemblea. Tra loro Fini e Tarchi. Almirante li squadra con disprezzo, a nessuno porge la mano. “Avete osato sfidare l’autorità del vostro segretario” tuona.
Solo Cacciola tenta una replica. Almirante lo fulmina: “Silenzio ! Non avete diritto di parola. Sceglierò io chi avevo già scelto” cioè Fini. A Tarchi dà il contentino della vicesegreteria.
Commenta oggi Fini: “Era convinto di scegliere il meno peggio”
(Locatelli/Martini, “Duce addio, la biografia di Gianfranco Fini”, Milano 1994)
http://chinonrispettaimorti.blogspot.it/

Quindi Tarchi aveva battuto Fini ma quest'ultimo inizio la sua brillantissima carriera di di maneggione e traditore che sempre lo contraddistinguerà e marchierà.


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bysantium
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uscito dalla fogna si è messo il vestitino nuovo nuovo e si è trovato un bel posto di lavoro.
ma c'è da capirlo. qualcuno è finito in parlamento e c'è rimasto 30 anni. bello stipendio. bella pensione. e che lui era fesso e rimaneva a fare il duro e puro? colqazzo!

per costoro il problema non è la gente che oggi non ha lavoro e peggio ancora domani non avrà una pensione, non è la criminalità che aumenta e tutto ciò che ne consegue, per loro il problema è la rinascita dei nazionalismi...

roba da matti

Non capisco a chi vi riferiate e non so cosa abbiate letto.
Comunque, per precisare riporto una breve sintesi del pensiero di Tarchi riguardo il populismo :

“i punti cardine attorno a cui si gioca il contrasto fra populismo ed establishment”, elencati così un po’ alla svelta, ma con chiarezza politica, da Marco Tarchi: “Identità e radicamento culturale contro cosmopolitismo e omologazione; amore per la stabilità contro culto della precarietà; solidarietà e legami di prossimità contro individualismo e globalismo; buonsenso contro sofisticazione intellettuale; controllo costante su chi governa contro delega fiduciaria” http://www.maurizioblondet.it/cose-destra-cose-la-sinistra-lo-dice-bernie-sanders/


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