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TI: com'e' cambiata la LegaTi


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http://www.caffe.ch/stories/politica/53854_ormai_la_nuova_lega_sconfessa_il_fondatore/

Come e' cambiato il partito tre anni dopo Bignasca
Ormai la nuova Lega sconfessa il fondatore

di Libero d'Agostino - 27 marzo 2016

I colonnelli lo ricordano in ogni discorso ufficiale per celebrare le vittorie elettorali: "Giuliano Bignasca sarebbe orgoglioso di noi". Ma dello spirito libertario e popolare del presidente leghista, scomparso nel marzo di tre anni fa, nella Lega ormai non e' rimasto niente.

Il Nano oggi e' solo l'icona commemorativa sulla testata del Mattino, a garanzia di una continuita' di linea che, pero', in via Monte Boglia non c'e' piu'. Ha il posto d'onore nel sacrario del movimento, accanto a Flavio Maspoli, Michele Barra, Giorgio Salvade', a Rodolfo Pantani e Angelo Paparelli, e' sempre nel cuore del popolo leghista, ma sono bastati tre anni appena perche' delle sue visioni politiche, come ricordava dal Caffe' l'ex presidente della Camera di Commercio Franco Ambrosetti, non restasse piu' traccia.

"Oggi la Lega e' tutt'altra cosa", ha ribadito qualche giorno fa l'ex sindaco di Lugano Giorgio Giudici. Anzi, c'e' chi la descrive come il "nuovo partito delle tasse", la definizione con cui il ribelle Nano Zapata aveva marchiato a vita il Ps.

Che il movimento fondato 25 anni fa da Giuliano Bignasca e Maspoli, con la scomparsa del suo presidentissimo, abbia perso l'anima sociale e la sua carica ribelle contro la partitocrazia, si e' detto e scritto piu' volte, e qualche lamento si e' levato anche tra i leghisti. Meno si e' detto e scritto sulla natura di una mutazione politica che oggi fa della Lega un partito come tutti gli altri. Con la sola differenza di aver conservato una catena di comando senza nessuna democrazia interna, in cui decidono tutto i colonnelli, i leghisti della prima ora con cariche istituzionali, coordinati da Attilio Bignasca, ma con l'accorta regia della figlia Antonella, artefice della nuova alleanza con l'Udc.

Non ci sono, pero', quei guizzi fulminanti del Nano che spiazzavano gli altri partiti, manca la sua capacita' di dare un colpo al cerchio della socialita', con la difesa "della gente", e uno alla botte dell'economia insistendo su sgravi fiscali per cittadini e aziende, piu' liberta' d'impresa e meno burocrazia, e sulla drastica riduzione del personale pubblico per risanare le finanze del Cantone. Quante artigliate domenicali, ai suoi tempi, contro i "fuchi di Stato" e i funzionari "coi piedi al caldo". E' sbiadito persino il ricordo delle sue battaglie piu' popolari: la tredicesima Avs per "i nos vecc", la cassa malati unica con le bandiere della Lega che sventolavano in piazza con quelle della sinistra, la lotta campale, comune per comune, contro la tassa sul sacco della spazzatura, contro ogni aumento d'imposta, contro i radar che falcidiavano il portafoglio degli automobilisti, per cui si era inventato addirittura una taglia, e per i parcheggi a prezzo ridotto nei centri urbani per favorire i commerci.

Battaglie cancellate dall'agenda politica di via Monte Boglia, che per la ferrea legge del contrappasso si sono trasformate in obiettivi della Lega di governo. Ed ecco l'uso implacabile dei radar, "per far cassetta" rimproverato al ministro Norman Gobbi, gli aumenti delle tasse su molti servizi che dipendono dal dipartimento Istituzioni, la tassa sul "ruet", quella sui posteggi voluta dall'altro ministro leghista Claudio Zali. E' la logica del tassa, spendi e governa. Priva della sua anima libertaria, la Lega ha trovato la sua nuova ragione sociale nella lotta agli stranieri, ai richiedenti d'asilo, a frontalieri e padroncini, sdoganata istituzionalmente dai suoi due ministri in cerca di facile consenso popolare. Ecco il super collante per tenere unito il popolo leghista, ma facendo crescere nel Paese la mala pianta della xenofobia.

-- diciamo tutto, va --
d'Agostino non precisa che la Lega dei Ticinesi si definisce un movimento, non avendo le strutture di un partito vero e proprio.
Percio' e' piuttosto alla merce' del consenso popolare, che e' sempre molto elevato, al contrario del PS, il partito difeso con esercizi da contorsionista dal Caffe'. Partito che non solo s'e' ridotto al partito dei funzionari di stato ex PSA, ma che viene praticamente ignorato dagli operai, insomma dalla classe lavoratrice che dovrebbe rappresentare. L'unica rivoluzione locale che ha fatto e' stata quella di rottamare i socialisti. Quando c'erano i colonnelli del PSA. Ora pensionati e straricchi, grazie allo stato, a quel pezzo di stato che conquistarono con la loro "rivoluzione" pro cadrega. Peccato che siccome non li votava quasi nessuno, quando si trattava di eleggere un Consigliere di Stato PS, erano obbligati, obtorto collo, a cercarsi candidati fra gli estromessi socialdemocratici. Per dire della coerenza di questi marxisti caviar e succhiamammelle statali.

E veniamo alla nuova generazione leghista, quella post colonnelli. Il Nano seppe allevare diversi giovani che ora si fanno le ossa politiche nel movimento leghista. Che fa il PS? Sempre li' con i soliti Matusalemme. Professori in tutto, che non ne azzeccano mezza. Sempre li', loro milionari di stato e parastato, a dirsi rappresentanti dei lavoratori. La faccia di tolla sempre quella e'.

Inoltre che diciamo sull'UE? Il Caffe' ha sempre strizzato l'occhio all'adesione all'UE. Non sarebbe ora di ricredersi un pelino? La legaTI per lo meno e' coerente e continua ad essere fortemente contraria all'UE. Altro che cambio di rotta. Cambiatela voi rotta, o sarete gli ultimi struzzi a tirar fuori la testa dalla sabbia.

Vogliamo inoltre farlo una volta il discorsetto su dove e' finito il socialismo di Guglielmo Canevascini? O anche solo quello di Benito Bernasconi, eh d'Agostino? Tanto per non cercare il pelo dell'uovo solo nelle uova altrui.

Ogni partito ha i suoi peli, e le sue travi di traverso, non solo la LegaTi. Per ora la votano sempre in tanti, al contrario del PS. Grattati la pera un po' per capire come mai.

Buona Pasqua, va!


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