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Tre guerre in una


PietroGE
Famed Member
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Interessante analisi di Antonio Li Gobbi sul Fatto quotidiano. La situazione è complicata proprio perché non c'è solo la guerra civile russo ucraina. L'articolo è da leggere nella sua interezza. Alcuni estratti :

https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/04/13/gli-usa-sfruttano-la-guerra-per-sbarazzarsi-di-putin-e-mandare-un-segnale-alla-cina-e-al-mondo-ma-la-loro-nato-non-ha-piu-lappeal-di-30-anni-fa/6557554/

......Analogamente, penso che si possa ritenere che in relazione alla crisi ucraina siano oggi in corso ben tre conflitti che vedono il coinvolgimento di attori diversi, il ricorso a strumenti differenti e soprattutto con obiettivi tra loro ben distinti. Noi tendiamo forse a focalizzarci solo su quello più sanguinoso e più evidente. Vi è, infatti, indubbiamente un conflitto sanguinoso e violento tra Russia e Ucraina. Un conflitto combattuto sia con armi letali che con le armi della comunicazione.

In questo conflitto si sta esprimendo una crudeltà che, giustamente, ci stupisce e ci indigna. Una crudeltà, una barbarie, una violenza di cui pensavamo che l’essere umano non fosse più capace. Violenza gratuita, omicidi, stupri a danni di civili spesso inermi. Crimini che non ci aspettavamo oggi in Europa......

Chi lo vincerà? Penso nessuno dei due contendenti. La Russia comunque non sarà vincitrice e ciò indipendentemente dagli scontri sul terreno. Infatti da 75 anni sul campo si possono vincere le battaglie, ma le guerre si vincono o si perdono in base alla percezione che ne hanno le opinioni pubbliche. Ce lo insegnano il Vietnam, l’Iraq e l’Afghanistan. E la Russia politicamente potrebbe già aver perso. L’Ucraina forse otterrà delle vittorie sul terreno, ma temo che la sua economia faticherà a risollevarsi. Questo, per utilizzare una terminologia militare, rappresenta però solo il livello “tattico-operativo” di quanto sta avvenendo in relazione alla crisi ucraina.

Vi è poi un livello che definirei “strategico”. Ovvero la guerra in atto tra Usa e Russia. Si tratta di una guerra combattuta sia sul terreno (in questo caso per gli USA si tratta di una “guerra per procura” che Washington combatte utilizzando i soldati e i civili ucraini) che con la gestione della comunicazione e con armi economiche (le sanzioni). In questa guerra gli Usa si avvalgono anche della Nato e della Ue, che si sono immediatamente e convintamente schierate al fianco di Kiev e di Washington.

È chiaro, peraltro, che gli obiettivi ai due lati dell’Atlantico siano fondamentalmente diversi. Per alcuni Stati europei (Italia, Francia, Germania, Spagna) l’obiettivo sembrerebbe essere giungere a una rapida de-escalation del conflitto, facendo in modo da evitarne l’allargamento ai paesi Nato. Ovvero, si auspicano il conseguimento in tempi brevi di una pace stabile. Inutile evidenziare che affinché la pace possa essere “stabile” nessuna delle due parti sul terreno (Ucraina e Russia) dovrebbe risultare “visibilmente” sconfitta.

Per Washington, invece, l’obiettivo è radicalmente diverso: si tratta di sfruttare il conflitto ucraino per decapitare le eccessive ambizioni di tornare ad essere una “grande potenza” manifestate dalla Russia putiniana, indurre un “regime change” a Mosca, rinsaldare e rinvigorire la Nato ( che stava dando evidenti segni di stanchezza) anche al fine di utilizzarla in futuro in funzione anticinese. A tali obiettivi, in una visione che potrebbe apparire cinica, possono aggiungersi quelli di azzoppare la locomotiva economica europea (di cui Washington non gradisce la competizione) e far accantonare qualsiasi ambizione di autonomia strategica Ue che possa minare l’insostituibilità della Nato. Evidente che gli obiettivi Usa non possano essere conseguiti senza prima una “visibile” e decisa sconfitta russa. Ciò può richiedere l’escalation dei combattimenti e, soprattutto, molto tempo (mesi o anche anni).

Facilitare una soluzione negoziale non appare certamente coerente con gli obiettivi di Washington che vuole la caduta di Putin e quindi ha bisogno una sconfitta tale da provocare un regime change e possibilmente un radicale ridimensionamento delle aspirazioni geopolitiche di Mosca. Lo stesso ampio ricorso a sanzioni economiche che non portano a risultati immediati indica una prospettiva di molti anni di interruzione delle relazioni economiche con la Russia (lunga interruzione che gli Usa si possono permettere, ma che per molti Paesi europei potrebbe comportare non trascurabili sofferenze al sistema produttivo).

Peraltro, vi è anche un terzo conflitto che si combatte intorno alla crisi ucraina. Un conflitto ben più importante per il nostro futuro: quello che viene combattuto a livello geo-politico tra Usa e Cina. È chiaro che Washington voglia inviare un messaggio a Pechino in relazione a Taiwan. Ovvero far sapere a Pechino che come oggi gli Usa sono riusciti ad aggregare una vasta coalizione per contrastare le mire russe sull’Ucraina, così saranno in grado di fare per difendere l’indipendenza di Taiwan e che anche in quel caso le armi sarebbero soprattutto di natura economico-finanziaria (le armi che il Dragone forse teme di più). Soprattutto, però, indipendentemente dal destino di Taiwan, di cui all’elettore americano medio importa relativamente, prendendo spunto dall’attacco russo all’Ucraina Washington sta tentando di obbligare il mondo a scegliere con chi schierarsi: se con il “mondo democratico” o con l’aggressore Putin (e indirettamente con Pechino, che notoriamente ha legami abbastanza solidi con Mosca)...............

Finora, però, i risultati di questa strategia tendente a fare terra bruciata intorno alla Russia e alle nazioni che continueranno a “violare” l’embargo unilateralmente deciso dall’Occidente non sembrerebbero particolarmente confortanti. La politica del “o con me o contro di me” lanciata da Biden potrebbe essere percepita da parti terze come più o meno ricattatoria, ma questo non è l’aspetto più importante. Il punto è che si tratta di una politica la cui efficacia va scemando man mano che diminuisce il bisogno delle parti terze di accontentare gli Usa. Ad oggi il fronte dei Paesi che stanno seguendo le indicazioni Usa (taluni con forti mal di pancia) appare limitato ai suoi “alleati storici”: Ue e Nato (meno la Turchia che si è ritagliata un ruolo super partes), Giappone, Sud Corea, Australia, Nuova Zelanda......

In conclusione, un approccio “o con noi o contro di noi” non potrà che evidenziare plasticamente il calo di credibilità della leadership politica, economica e militare Usa. Leadership che era stata incontrastata dopo la fine della Guerra Fredda, ma che ormai da una decina di anni almeno mostra segni di debolezza in favore del Dragone. Ragionare come se si fosse ancora l’unica superpotenza in un mondo unipolare quando i rapporti di forza sono drasticamente cambiati può rivelarsi estremamente pericoloso per Washington (e di conseguenza per i suoi più fedeli Alleati europei)

Non sappiamo oggi come evolveranno questi tre conflitti che si muovono lungo piani forse non sempre paralleli. Certo è che si influenzeranno a vicenda e ciò probabilmente non nell’interesse di una rapida soluzione del conflitto sul terreno. Tale crisi sul terreno potrebbe, per diversi attori extra europei, risultare strumentale al perseguimento di obiettivi strategici e geopolitici aldilà della situazione in Ucraina e che forse hanno il loro baricentro nell’Oceano Pacifico.

 


Citazione
oriundo2006
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
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Tre conflitti a cui aggiungerei una ricerca che ha peso determinante sopra la politica e la parte militare e tutto il resto: gli esperimenti genetici per costruire l’ androide. Come ho scritto altrove, con ogni probabilità l’ Ucraina, con la sua riserva genetica di un ceppo biondo\occhi azzurri, le madri surrogate, il delirio suprematista di sion-nazi costituisce un laboratorio privilegiato per ogni sorta di esperimento biototalitario e AzovStal, con i suoi 30 Km di tunnel ad alta profondità, le migliaia di armati, lo stuolo di stranieri che sappiamo esser presenti lì, costituisce il luogo scelto per questi deliri di onnipotenza. 

Questo post è stato modificato 2 anni fa da oriundo2006

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