A volte mi guardo attorno e mi chiedo quante cose ancora evidenti non riesco a vedere dietro ai paraventi di una realtà che rimane limpida nella sua feroce lucidità, ma prorprio per questo parallelamente più capace di "sparire".
Il paradosso, perchè di questo si tratta, è tale solo per l'impalcatura del modello cognitivo-comportamentale che ci abitia, costruito tramite i media, come TV e Cinema, ma anche con la scuola. Costruito perché è mancata l'alternativa, non perchè è mancata la critica o la visione lucida della ferocia del processo e del modello: senza alternativa la mente "non registra", cancella anche l'evidenza più spettacolare.
La nostra mente agisce escludendo anche l'abitudine, l'ovvio, il troppo grande ma in differita, cioè subito dopo aver "registrato". Per ciò se riesco a rendere una induzione a un comportamento feroce ovvio, abitudinario e i suoi effetti così orrendi che se fossero considerati nel loro complesso manderebbero in "tilt" il cervello di chiunque, semplicemente creo comportamenti fuori dal controllo dei soggetti che li attuano. Come fossero sotto ipnosi.
Qualunque convinzione (persino l'innamoramento) funziona con la ripetizione. Ripetere non è solo un esercizio per la memoria (lo sapevano bene i preti che lo avevano imparato pregando, quando detenevano le redini dell'istruzione mondiale) ma è una vessazione per lo Spirito. Non si modellano solo le memorie, ma il complesso sotterraneo delle idee che guidano le valutazioni (come la fede in Dio) e di conseguenza emozioni e comportamenti ad essi legati. La TV e in essa la propaganda (più nota come "pubblicità") è quindi l'esatto speculo della preghiera in ambito mercantile, non perchè i messaggi sono pericolosi (probabilmente nessuna di queste ha come obbiettivo qualcosa di pericoloso) ma perché sono ripetuti e quindi si professa comunque la fede nel mercanteggio, nel principio del consumo che è diventata di fatto la fede collettiva e di massa, rimuovendo come un ostacolo ingombrante qualunque "fede" che le si opponga.
Difendersi da questa pressione è diventato un esercizio ascetico inevitabile che però non ha più niente a che fare con la ribellione. Non ci si può ribellare dentro la struttura del pensiero che ci sostiene e che abbiamo creato fin dall'infanzia, senza finire per impazzire. Non possiamo cioè cambiare i costrutti di base più profondi della nostra psiche, quelli con cui siamo nati, senza morire fisicamente. Per ciò la mente si difende e si aggrappa con ogni mezzo a quei principi e non possiamo che realizzare quanto sia corretto: vale per il reduce di guerra, tanto come per l'imbianchino o la donna in carriera. Difficilmente potremmo ammettere che sono fallaci questi nostri pensieri, men che meno che sono demoniaci, cioè proprietà del demonio e anche riuscendo nell'impresa, più difficilmente ancora potremmo trovare alternative, dato che ogni alternaltiva si traduce automaticamente in un cambio radicale di pensiero per definizione "inaccettabile". Chiederlo a una persona è come chiedere di diventare santi o veggenti, ma chiederlo a una massa equivale a chiedere di fatto l'intervento di Dio o di qualcuno suo pari perchè altrimenti non vedo come si possa un tale miracolo, senza che sia strage di massa per collasso psicofisico. Già mi vedo la massaia di Voghera (solo per riprendere una vecchia battuta) che stramazza sulle scale e muore mentre le pulisce perché realizza "banalmente" cosa sta facendo.
Ma qualcosa si può dire per chiarire meglio il concetto e non rimanere a sorridere per la battuta della massaia. Noi viviamo dentro un mondo che non pare mai, in nessuno dei suoi angoli, accoglierci per ciò che siamo biologicamente e cognitivamente. Per ciò abbiamo bisogno di intervenire per cambiarlo e renderlo compatibile ai nostri bisogni. Fin qui niente di nuovo. Solo che la questione non ha nessun senso evolutivo, ma nemmeno ha senso "sapere" quale dovrebbe essere il bisogno che guida il nostro "cambiare il mondo". La termite c'è l'ha nel DNA ed esegue un programma che è coerente con la sua storia evolutiva e il suo ambiente. Ma perché dovrebbe esistere un Uomo che costruisce un palazzo praticamente in qualunque posto? I palazzi non sono nati con l'Uomo e l'Uomo non ha bisogno dei palazzi. Quindi da dove diamine vengono le idee "i palazzi" ed il bisogno di costruirli? Perchè ne facciamo poi un "bisogno" tale da radunarli in conglomerati che divenato città e poi metropoli? Per abitare disponiamo di infinite soluzioni alternative anche molto più auspicabili in ogni senso (civile, individuale, sociale, economico, politico, etc.) e nel tempo alcune di queste le abbiamo anche praticate. Eppure ogni volta ci appare indispensabile solo ciò che nella nostra personale storia di vita "modifica" il senso del bisogno e cambia la nostra valutazione di cosa è o non è indispensabile. Quando non avevamo i cellulari non ci sembravano indispensabili e nemmeno quando hanno iniziato a circolare. Adesso molti sono pronti a giurare che il cellulare non è indispensabile ma al lancio dei nuovi iphone fuori dai negozi "l'indispensabilità" si palesa come un evidenza luciferina.
Pochi metterebbero la stessa enfasi emotiva rivolta a un cellulare o al programma TV preferito (cioè la stessa attenzione cosciente circa la valutazione di quello che è importante) per i senzatetto, i disabili, gli anziani, o le ragioni sociali che per tutti noi sono l'essenza del convivere civile, come pure pochi avrebbero la stessa considerazione per tutta quell'altra massa di disgrazie e persone ad esse legate che pure abita questa follia di realtà con noi. Tutta quest'altra gente "dall'altra parte della barricata", i fragili, i reclusi, gli scarti della società nella quasi totalià poi, anelano (orrore dell'orrore) solo ad essere come tutti gli altri, cioè praticare ferocia allo stesso modo, perchè ciò è "normalità". Ma questo, fate molta attenzione, non è una accusa e non cerca una colpa, ne vuole capire, che non c'è niente da capire nell'evidenza luciferina. E' solo una constatazione disarmata e del tutto lucida di un aspetto della nostra realtà cognitivo-comportamentale infernale di cui sto parlando e nemmeno tutto l'insieme. Solo un aspetto, piccolo piccolo e tutto sommato, molto, molto marginale.
Ho capito che non ama essere contraddetto ma è più forte di me!
La mente registra ogni cosa che poi lei ne abbia consapevolezza o meno è un'altra cosa, se si sottopone ad un rebirthing ne risulterà basito. :p
Ma sei così pesante e ti fai tutte queste pippe mentali anche nella vita di tutti i giorni?
@ga950 temo di non cogliere la contraddizione. Per ciò che riguarda il rebirthing (letteralmente "rinascita") tutto ciò che mi ha procurato è stato un mal di testa. Ma ho praticato di tutto, dalla trascendentale ad altre varie e sperimentali, compreso sedute di ipnosi, ma studiandole e non solo subendole. Risultato? Vaccate. Se ci credi hanno certamente effetto (come ha effetto la magia o la preghiera alla madonna); sono utili palliativi per sentirsi meglio, rispetto a una vita vuota e inconsistente quale quella che conduciamo. Possono farti vivere praticamente qualunque esperienza appagante ma dire che ci sia qualcosa che sia "buono per la mente" equivale a ignoranza pura. Noi non sappiamo nemmeno cosa sia questo soggetto "mente" e il dato più oggettivo che abbiamo è la sua adattabilità, ergo la sua plasticità. Che detto in parole meno complicate corrisponde alla più completa e totale permeabilità alla propaganda per effetto emotivo: si legga bene gli incartamenti della MK Ultra. Posso farle credere di essere discendente di Dracula o di Gesù e le assicuro che ogni "tecnica" di manipolazione della coscienza corrisponde a credere qualsiasi cosa, indipendentemente da quanto sia giusta o stupida.
Bernays e Le Bon ci hanno messo in avviso, troppe sono le indicazioni sui documenti che ci dicono che le alterazioni della coscienza erano al centro di una vasta ricerca per il controllo degli individui da parte di pochi e potenti. Crowley ha importato lo Yoga meditativo e anche questo dovrebbe metterci sull'avviso se non altro per le sue "amicizie". Ma tanto so che parlo a vuoto, come ho detto nell'articolo, tutto il suo essere non farà che raccontarle che "va tutto bene" e lei ci crederà per stare tranquillo.
@riefelis, nella vita di tutti i giorni cerco di dare aiuto a chi ha più bisogno di me e ne trovo così tanti che rischio a ogni passo il mio equilibrio. Faccio pure così poco che me ne vergogno. Eppure i commenti come il suo (coerenti rispetto il mio post) inducono a credere che il bene come la verità è inutile. Non rinuncerò per questo, perché significa danzare con le tenebre dove la lascio volentieri. Ma non posso che vedere come sia beata l'ignoranza ed in fondo la invidio.
Ricevo in toto le sue obiezioni, Gioco, perché ogni caso ed azione che lei ha citato sono come esperienza squisitamente personali.
Le faccio un esempio banale: io e mia moglie a tavola dobbiamo alimentarci in modo diverso perché lo stesso alimento a me è indigesto ed a lei no, vale anche il viceversa, quindi nessuno dei due può prevaricare l'altro sostenendo che la personale esperienza è quella vera.
Concludendo, non ci sono solo i casi da lei elencati, prove ne esistono moltissime ma non si possono trasmettere elettronicamente, e ciò è un vistoso limite.
Buona vita.