E' opinione diffusa che Einstein avesse seppellito il concetto di etere con le sue rivoluzionarie teorie relativistiche. A dire il vero gia' Maxwell, decenni prima, poteva farne a meno dell'etere. Ma poteva pure accettarlo, volendo. Fintanto che non arrivarono Moreley e Michelson col loro famoso esperimento d'interferenza luminosa con cui non riuscirono a dimostrare la presenza dell'etere.
Ripugnando inizialmente l'etere Einstein s'adeguava percio' all'evidenza sperimentale. Senonche' la verita' storica e' un pochino piu' sfumata.
Dal 1916 infatti Einstein tento' di ripescare il concetto di etere e di adattarlo alle nuove conoscenze teoriche e sperimentali. Invano.
Fu uno dei suoi flop meno pubblicizzati.
L'altro flop, per modo di dire, fu l'introduzione della costante universale nelle sue equazioni che descrivono l'espansione dell'universo.
Lui pensava che fosse stata una scelta troppo ad hoc, senza grandi basi teoriche. Oggi sappiamo che invece non fu affatto un flop l'idea della costante universale. Anzi fu un'idea troppo avanti sui tempi.
Torniamo alla faccenda dell'etere, concetto che aveva guidato la fisica fino a quasi tutto il 1800, tant'e' che sull'etere v'erano dispute accademiche piuttosto focose.
Faccio fatica a non collegare la scoperta del bosone di Higgs alla nozione di etere, anche se un pochino diversa da quella in auge nel 1800.
Ecco cosa sostengono i fisici delle particelle, o meglio quelli che lavorano col cosiddetto modello standard: il campo di Higgs e' presente ovunque.
Le particelle acquistano massa proprio per la presenza di questo campo, la cui particella mediatrice viene chiamata per l'appunto bosone di Higgs.
In buona sostanza non e' il bosone di Higgs in se' che interessa, ma il fatto che ci sia un campo di Higgs omnipresente, che permea ogni cosa.
Se non e' l'idea di etere questa!
Pero' il giornalismo divulgativo s'e' guardato bene dal fare questa considerazione, per sviscerarla un po', perlomeno. Precisare le analogie e le discrepanze col concetto ottocentesco. Niente, spiegare mai! Solo inneggiare, preferibilmente acriticamente.
Sara' per via dell'omnipresenza che hanno affibbiato al bosone di Higgs il nome di particella di Dio? Intendevano forse dire che Dio e' il campo di Higgs? Uhm, si tratta di bestemmia scientifica, o di zelo religioso, o magari di presa in giro? I giornalisti tacciono su queste sottigliezze. E i fisici pure, anzi no, in generale da' loro piuttosto fastidio quel nomignolo. Quindi ognuno pensi quel che vuole. Per esempio uno potrebbe pensare al campo misericordioso di Higgs.
Per onesta' bisogna dire che il buon Higgs, quando propose il suo meccanismo per spiegare la massa delle particelle non prese ispirazione dall'etere ottocentesco, bensi' dalle coppie di Cooper nel fenomeno della superconduttivita'. Si', scopiazzava un po' traslando un meccanismo da un ambito ad un altro totalmente diverso. Tante scoperte sono nate cosi', non c'e' da scandalizzarsi. Perfino diversi artisti usano questa metodologia. E anche tanti geni.
Quindi sullo slancio di codeste considerazioni, un po' ottocentesche e un po' moderne, un po' serie e un po' facete, val la pena leggere il libro dedicato alla storia del ripescamento del concetto di etere da parte di Einstein, iniziato esattamente 100 anni fa.
L'autore del libro e' Ludwik Kostro.
Il titolo e':
Einstein and the Ether
(Apeiron, Montreal, 2000)
La struttura del contenuto e' questa:
Introduction
Chap. 1 - Einstein's views on the ether before 1905
Chap. 2 - Einstein denies the existence of the ether (1905-1916)
Chap. 3 - Einstein introduces his new concept of the ether (1916-1924)
Chap. 4 - Development of Einstein's ether concept (1925-1955)
Chap. 5 - Physical meaning of Einstein's relativistic ether
Appendix - Original quotations
Bibliography
La bibliografia cita oltre 250 riferimenti, giusto per mostrare che non racconta fanfaluche, Kostro.
Qui sta un commento (in inglese) al succitato libro:
http://itis.volta.alessandria.it/episteme/ep3-24.htm
-- PS --
Mi scuso, non ho ricordato cos'era l'etere per chi viveva nell'ottocento: era considerato il mezzo attraverso cui si muovono le onde luminose. Percio' doveva possedere proprieta' un po' bizzarre: una certa elasticita' e rigidita', unite alla omnipresenza, trasparenza, leggerezza e penetrabilita', senno' la Terra sbattendoci contro in continuazione alla fine si fermerebbe.
A meno che non se lo tiri dietro l'etere. Se putacaso le Terra si tira dietro l'etere, Moreley e Michelson non hanno dimostrato un bel niente. Questo va pur detto. Be', ad essere pignoli tutto dipende dal come se lo tira dietro.
La Terra si tira dietro anche l'atmosfera. Mica se la tira dietro in modo tranquillo: nell'atmosfera ne succedono di cotte e di crude, di calde e di fredde, di tranquille e di impetuose. Per l'etere potrebbe andare in modo analogo. A quel punto ci vorrebbero le previsioni eteriche, subito dopo quelle della meteo. Ops, sto divagando troppo.
Se d'altro canto l'etere non c'e', evidentemente gli si possono affibbiare tutte le proprieta' che vengono in mente. Per esempio che sia misericordioso.
l'effetto casimir sta lì a dimostrare l'esistenza dell'etere, mi pare. Se Einstein avesse accettato questa teoria avrebbe confutato la velocità della luce come costante universale. La presenza del "medium" cambierebbe il concetto di gravità, l'espansione dell'universo, l'energia oscura...
l'effetto casimir sta lì a dimostrare l'esistenza dell'etere, mi pare. Se Einstein avesse accettato questa teoria avrebbe confutato la velocità della luce come costante universale. La presenza del "medium" cambierebbe il concetto di gravità, l'espansione dell'universo, l'energia oscura...
Quante verità nelle sue parole!!
Rileggiamo allora Olinto De Pretto !
Rileggiamo allora Olinto De Pretto !
E' risaputo che la teoria della relatività non ha come padre Einstein, ma forse proprio il signore da lei indicato. E l'etere in tutte le sue desinenze è contemplato nei Veda indiani. Mi promuovono tenerezza tutti 'sti scopritori dell'acqua calda.
Suvvia qui non siamo mica a Focus, Mistero o Kazzenger!
Lo zio Alberto ha "dedotto" tutte le sue belle equazioni tensoriali da una considerazione tutto sommato banale ed è stata questa la sua genialità.
se una legge fisica è scritta "in un certo modo" ad esempio sul marciapiedi di una stazione allora la stessa legge deve essere scritta "nello stesso identico modo" anche su una locomotiva che va a cento all'ora.
Questo enunciato deve valere "sempre" anche se si prova ad accelerare fino a un miliardo di chilometri all'ora, magari girando in cerchio e passando pure in mezzo a due stelle grandi cento volte il sole.
E questo il "succo" della relatività speciale e della relatività generale messe assieme. Purtroppo per tradurlo in formule e farci qualche conto occorrono dieci equazioni tensoriali che ancora oggi , tranne qualche caso particolarissimo, nessuno ha risolto. Non fosse stato per un tale Ricci Curbastro da Lugo di Romagna non ci sarebbero state neppure le equazioni.
La formuletta e=mc2 (energia a riposo) è solo una banale derivazione della relatività speciale e per sua disgrazia assomiglia assai alla formulazione dell'energia cinetica e=½mv2 che qualcuno attribuiva all'etere. Di qui la commistione della presunta primogenitura, la realtà è che si tratta di due cose del tutto diverse. Volendo parlare di primogenitura della relatività il concorrente di Albert era casomai David Hilbert da Königsberg.