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Blondet -L’ateismo come deficienza mentale

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L’ateismo come deficienza mentale

Maurizio Blondet
25 agosto 2015 
http://www.maurizioblondet.it/lateismo-come-deficienza-mentale/

Uno dei troll che mi hanno lordato la casa ha voluto scrivermi un’ultima mail per insultarmi di persona: esibendo al sua superiorità di ateo contro la mia ridicola stupidità e inferiorità di cattolico integralista, difensore di una Chiesa pedofila, eccetera eccetera.

Confesso che – in questo volgere di tempi apocalittici che ormai ci travolgono – sentire uno che dichiara: “Io sono ateo” come fosse una prova di superiorità e libertà, mi fa uno strano effetto. Come si può vantarsi di mancare di una facoltà? Di essere privi di una funzione conoscitiva? E’ come se uno dicesse: guarda, adesso ho perso il senso del tatto, quindi – come vedi – posso afferrare ferri roventi, mettere le mani nelle braci, rovesciarmi addosso pentole bollenti… tutte cose che tu, povero idiota, non puoi fare. Tu non sei libero, io sì.

Ora, quello che costui descrive è il Morbo di Hansen, più comunemente noto come lebbra. La lebbra infatti, come affezione neurologica, fa’ perdere il senso del tatto. E’ per questo che i malati di lebbra nel terzo mondo hanno perduto le dita delle mani; hanno sollevato pentole bollenti e ferri roventi senza sentire dolore. Ma almeno, loro, non si sentono supremamente liberi; si sanno sciagurati e malati.

L’uomo-massa che oggi trionfa è precisamente la forma umana che si vanta di aver perso un supremo organo di conoscenza, quel che Pascal chiamò l”esprit de finesse”, la fine capacità intellettuale di intuire dietro il caso un Ordine, dietro le realtà domestiche una simbologia; di cogliere le più sottili analogie dietro realtà distanti, di presentire un’Intelligenza e un Progetto nel cosmo. No; all’uomo massa hanno detto che il mondo col suo ordine è un puro risultato di “caso e necessità”, tuttavia felicemente (ancorché casualmente) progressista: tant’è vero che dal verme è salito allo scimpanzé e poi al lettore di Repubblica, coronamento ultimo dell’Evoluzione. Sicché l’uomo massa è ben contento di non avere sopra di sé Uno a cui rispondere; si è esercitato per un secolo ad annullare in sé ogni briciola residua di quella facoltà intellettuale troppo fine e impegnativa per lui; adesso ci è riuscito completamente, e vive questo abbassamento come la sua suprema “liberazione”.

Apro una parentesi per ricordare cos’è “L’uomo-massa” per Ortega y Gasset, che l’ha meglio denunciato: non è l’operaio, non è una classe sociale. E’ essenzialmente il tipo d’uomo per cui “vivere significa essere ciò che già è” , senza sforzo di migliorarsi. L’uomo che “vive a suo gusto”, approfittando da sciocco viziato dei beni della civiltà – creata dai suoi antenati – che rendono possibile la facilità della sua esistenza; verso questa civiltà non si ritiene obbligato- almeno alla sua manutenzione; l’uomo massa vive nella civiltà come il selvaggio vive nella natura, nella foresta, come se i jet low cost che gli rendono facili le vacanze all’estero, gli antibiotici che lo guariscono dalla polmonite, i tablet e le auto, fossero prodotti naturali, e non già risultati di duri sforzi, organizzazione complesse e severe discipline sociali elaborate e perfezionate dal passato.

Discipline che lui vede, ormai, come ostacoli alla sua facile e piatta felicità.

Come aveva previsto Ortega y Gasset, l’uomo-massa ha preso oggi il comando del mondo “ di cui sta facendo “un paradiso senza tracce antiche”; naturalmente odia ogni tradizione (1) , se non altro perché gli ricorda una nobiltà superiore a quella a cui abbia mai aspirato. Privatosi della speciale facoltà di cui dicevamo, non solo ha cessato di produrre “arte”: ha prodotto sgorbi cui dà un valore “di mercato”; non contento, sta distruggendo tutte le forme d’arte antica presenti nel mondo (l’ISIS è un modello per ogni uomo-massa, non meno di quanto lo siano i modernisti fra i cardinali ‘cattolici’) . Ovviamente, insulta chiunque abbia una qualche aspirazione ad una vita un poco più nobile della sua – ricordiamo , “Nobile è chi aspira a un ordine e a una legge” – e lo vuol appiattire al suo livello.

Detto in breve, l’uomo-massa è incapace di mantenere la civiltà. Da quando ha il potere, non fa’ che abbassarla e guastarla. Lui si contenterebbe di “essere quello che già è”; ma il guaio è che l’uomo “lo voglia o no, è un essere obbligato per costituzione a cercare un’istanza superiore” (come disse Ortega, che non era un cattolico). All’uomo si addice dunque il motto della freccia: “O sale o scende”. Non può restare quello che già è. Se si propone questo, scende.

Ha imposto come metodo la privazione della facoltà sottile e raffinata, ha finalmente costruito una società mondiale a sua immagine. Piatta, edonista, volgare, e radicalmente sbagliata. Una società truffaldina alla radice, che ha riportato iniquità che i nostri padri hanno provato per secoli a ridurre; una giustizia sempre più arbitraria in quella che fu la culla del diritto; che ci ha ridotto dal benessere alla miseria, e che adesso sta crollando sotto i nostri occhi, e che probabilmente finirà con una catastrofe di fuoco e di sangue inimmaginabile.

E adesso veniamo all’italiota. All’uomo-massa nella sua versione nostrana. E’ la torma che, di fronte al mio articolo sul “topino”, sulla povera ragazza senza amore né innocenza lasciata morire sulla spiaggia a Messina, ha ululato e vomitato – ormai appartenendo ad una specie subumana che non riesce più a parlare veramente. C’è chi si è sentito offeso, chi urtato da una mia mancanza di delicatezza verso la poveretta: l’uomo massa ha creato una realtà orribile, ma pretende che gliela si edulcori col sentimentalismo. L’uomo-massa ha questo atteggiamento davanti alla morte: non se ne deve parlare. Specie la propria morte non deve essere evocata; vige in lui la superstizione che se non se ne parla, la si scongiurerà, o forse – a lui – non toccherà mai. L’evento più certo della vita umana, non deve esser ricordato al nuovo padrone, al bambino grasso e viziato collettivo che ci domina; cosa che fa dubitare se esista vita intelligente sulla Terra.

Ma fra gli ululanti, ci sono stati anche approvatori. Fra questi cito un medico, chirurgo plastico, che ringrazio

“Preziosissimo Blondet,

Lei ha fotografato perfettamente la situazione del Nulla che abita le giovani anime. Glielo confermo prendendoLe poco tempo.

Il mio lavoro mi porta quotidianamente a scoperchiare il vuoto che ristagna in questi giovani tegami. E non parlo solo di ragazzine che vogliono le tette da pornostar o le labbra a canotto ( che ovviamente verranno utilizzate con uno scopo ben preciso).

Parlo anche dei giovani novelli aspiranti Rocco Siffredi, che, neanche ventenni e ACCOMPAGNATI DALLA MADRE, vengono in ambulatorio e chiedono di aumentare le dimensioni di un già notevole pene perché “Sa dottore, lo faccio per lavoro”. E te lo dicono guardandoti negli occhi senza vergogna. Colla mamma ( impiegata amministrativa presso una delle nostre Asl) che si accolla volentieri le spese dell’intervento. Altro che selvaggi col telefonino, qui siamo ormai arrivati alla fase finale del dannato per scelta. Il brutto ed il cattivo sono percepiti come il bello ed il buono da queste giovani testoline. Il rovesciamento e’ completo e consolidato.

Tuttavia ho speranza – direi anzi ho la certezza- che i suoi nobili sforzi -come i piccoli nostri -di denunciare crudelmente – a crudo!- questo marciume , e di spronare violentemente – a forza quasi..!- gli ultimi residui di umanità in ascolto verso la Sacra Etica ed Estetica sia essenziale per la Vittoria finale.

Direttore grazie quindi!!! Continui ad ispirarci.

d
ottor cristiano “

Dunque la realtà, da noi, è ancor più orribile di quanto immaginato. Non ci sono solo le discoteche per dodicenni, le mega-discoteche dove i quindicenni si fulminano con l’ecstasi e il come etilico; abbiamo una mamma, impiegata, classe media, che porta il figlio a farsi ingrossare il pene, “per lavoro”. Quale marcio “rapporto educativo” unisce una simile madre a un simile figlio? Questa società è tarlata, corrotta fin nelle fondamenta. Totalmente privata di risorse spirituali, come affronterà la tempesta che viene?

Note

1) Cito ancora una volta la definizione di Evola: “Il termine “tradizionale” nulla ha da spartire con il termine “conservatore”. Una Società Tradizionale non è tale perché adotta le leggi, i costumi e i precetti morali del passato – il che sarebbe “tradizionalismo”, uno scimmiottamento di ciò che è già superato – bensì perché si rifà al »principio tradizionale«, il quale afferma che all’interno di una collettività che voglia dirsi in linea con l’evoluzione del Cosmo, tutti i cittadini si dedicano alla propria realizzazione interiore, ognuno al suo livello e in accordo con le caratteristiche personali. In una società autenticamente tradizionale l’elevazione spirituale dell’individuo è vissuta come l’unico scopo della vita cosciente di un essere umano. Ogni altra attività – politica, economica, scientifica, educativa, artistica – ruota intorno a tale principio e ne è la manifestazione.”

Bravo!

L’ateismo come deficienza mentale
cut...

Gentile Arcadia, Buon giorno!
Potremmo passare le ore a dibattere di spiritualità e di religioni,
però a mio modesto avviso ,tale articoletto non affronta in modo esaustivo la problematica che ha sollevato l'autore!
Premesso non voglio fare da avvocato del diavolo a nessuno,
però se si affrontano tali tematiche,si dovrebbero spiegare,

a)Nei secoli le chiese da che parte sono state?
Da quella del popolo o da altre?
b)Perchè delle grandi religioni che potrebbero permettersi una tv propria, non finanziano opere indipendenti:
a)es immaginate i Salmi spiegati da eminenti studiosi,sottoforma di un bel documentario,eeehh?
b)perchè se facessimo un sondaggio,persone definite Cristriani credono nella reincarnazione?

c)Domanda delle domande: l'autore dell'articolo,perchè non spiega i motivi della caduta del popolo dalla civiltà verso "la barbarie"?
Essi(motivi) sono prettamente culturali e/o economici?
d)E' più dannoso un ateo o un bigotto/bigotta della domenica che parla bene e razzola male?
Tanto per intenderci,il padre di famiglia candido che si fa certe due giorni particolari ad un'ora di aereo da Milano, magari con qualche scusa lavorativa?
e)I valori attuali propugnati da certa stampa e cinema,vengono dal basso o vengono dall'alto?
Bye,Bye The Essay

P.P.S.:
Mentre scrivo mi viene ossessivamente in mente non so perchè il seguente passo del vangelo:

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti,
che siete simili a sepolcri imbiancati, belli di fuori, ma pieni dentro di ossa di morti e di ogni sporcizia!
(Vangelo di Matteo)

E' più dannoso un ateo o un bigotto/bigotta della domenica che parla bene e razzola male? È più dannoso un ateo, se della sua mancanza di orizzonti superiori fa pubblica professione e cerca di estenderla agli altri, perché contribuisce a togliere ai malvagi l’unico freno che possa influire su di loro, il timor di Dio, e ai buoni la speranza e il conforto. Il bigotto della domenica (che poi chi va a messa è semplicemente religioso, bigotto è un’altra cosa – già che ci siamo, perchè se uno dice finocchio invece di gay viene massacrato, ma dire bigotto invece di religioso va bene?) come detto, parla bene, ed è già tanto. Se poi razzola male, ovvero ha dei vizi, quantomeno ha il buon gusto di non esibirli. In altre parole, il primo contribuisce al degrado della società, il secondo no.
Le altre domande non le capisco.

Non è che il timor di Dio abbia mai fermato un credente dal fare le peggiori porcherie. Cattolici che rubano, truffano e ammazzano ce ne sono a bizzeffe, così come ci sono protestanti che sparano sulla folla e calvinisti che distruggono le economie di continenti interi. Che una persona abbia o meno l'umana decenza non ha nulla a che vedere con la sua religiosità. Se poi si pensa che un "timorato di Dio" sia per forza di cose migliore degli altri, beh, andatelo a spiegare ai ragazzini violentati dai sacerdoti o ai religiosissimi mafiosi con i cadaveri nei piloni e le immagini della Madonna in salotto.

I bigotti senza Dio sono una categoria interessante: moralisti incalliti, si differenziano dai bigotti tradizionali per eliminare Dio come entità esogena, ergendo se stessi a tale rango.
Il risultato è che neanche loro concepiscono l'errore e ancora credono che andare in chiesa o dirsi credenti, significhi automaticamente dirsi senza macchia, puri ed esenti da errori.
Sono i più terrificanti perchè la loro inquisizione- che non brucia in pubblica piazza- isola comunque dal gruppo in base ad una pretesa superiorità morale che cambiano a propria convenienza, non lasciando scampo.

Sono i "buoni" a tutti i costi, te lo sputano in faccia e sono i meno inclini al perdono, perchè un dio umano per autoinvestitura non sa che farsene della misericordia e neanche della speranza.

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