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Comunicato CPE sulle manovre volte a destabilizzare l'Iran

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Comunicato del CPE sulle manovre volte a destabilizzare la Repubblica Islamica dell’Iran

Comunicato Stampa del 26/06/2009



Il Coordinamento Progetto Eurasia (CPE), rompendo l'unanime coro del sistema mediatico occidentale, esprime solidarietà al legittimo presidente rieletto Mahmud Ahmadinejad ed ai suoi  
sostenitori, ovvero la maggioranza del popolo iraniano, per l'indegna campagna di odio e diffamazione di cui sono oggetto, in particolare dal momento della chiusura dei seggi elettorali.

Il CPE inoltre denuncia con forza il tentativo di destabilizzazione in atto della Repubblica Islamica dell'Iran, che prende il chiaro volto dell'ennesima «rivoluzione colorata», come già in Serbia, Ucraina, Georgia e Moldova, che questa volta si tinge ironicamente di verde, il colore dell'Islam. Questo richiamo non è un caso. Come già successo molte volte in passato, gli occidentali cercano di strumentalizzare ideologie e religioni per i loro scopi eversivi. In questo caso si cerca di propagandare i rivoltosi e il loro leader Moussavi – che si rifiutano, sostenuti dall’esterno, di prendere atto della sconfitta elettorale – come esponenti dell'Islam «buono, progressista e moderato» contro quello «fanatico, corrotto» o addirittura «eretico» di Ahmadinejad e dell'Ayatollah Ali Khamenei.

Quello che accade per le strade di Teheran (e non altrove, in Iran!) è un copione già visto troppe volte, dove folle di giovani studenti ed esponenti delle classi agiate della borghesia cittadina,  
artatamente aizzati dai mass media occidentali e da appositi agenti provocatori (tra cui molti presunti giornalisti e diplomatici), si scagliano contro le legittime istituzioni ree solamente di perseguire una politica estera autonoma e contraria alle mire occidentali e una politica interna rivolta verso le classi popolari più umili, vera base del consenso di Ahmadinejad. Tale copione si è già visto nel 2000 in Serbia contro Milosevic e meglio ancora nel 2002 a Caracas, nel golpe fallito delle opposizioni, aizzate da CIA e televisioni private, contro il presidente Hugo Chavez (non a caso in sintonia con la linea di politica estera seguita da Ahmadinejad).

Il tentativo di destabilizzazione e delegittimazione del governo iraniano si ricollega anche alle polemiche e al boicottaggio internazionale del progetto iraniano di produzione di energia nucleare, mirato a rendere autosufficiente il Paese dal punto di vista energetico e a rafforzare la collaborazione con gli altri Stati dell’Eurasia. L’intento, da parte dell'Occidente, è quello di scongiurare la formazione nell'area di una potenza non allineata né sottomessa ai suoi voleri e, soprattutto, che questa collabori con Russia e Cina inserendosi sempre più nel  più vasto schieramento eurasiatico in formazione attorno al nucleo del Patto di Shangai.

L'Iran, infatti, è tutt'altro che isolato. Russia, Cina, Turchia, Venezuela e Brasile (e altri Stati ancora) hanno riconosciuto la legittimità dell'elezione di Ahmadinejad e si sono congratulati con lui. Per quanto ci riguarda, quindi, le proteste e le minacce di USA e UE – per non parlare di quelle ridicole del Ministro degli Esteri italiano (?) Frattini - non risultano credibili se non in una logica occidentalocentrica di sistematica sovversione di tutte le sovranità che ormai non vale per il resto del mondo. Il CPE – che ci tiene a distinguersi da tutti gli «alternativi» di destra o di sinistra, dediti, ciascuno suonando la sua musica, a spargere menzogne sulla situazione in Iran - intende invece evidenziare come le principali potenze dell'Eurasia e dell'America indiolatina si sono schierate con l'Iran e con il suo presidente rieletto.

La verità – oltre al dato geopolitico – di cui non si vuol prendere atto da trent'anni, è che nel 1979 in Iran è avvenuto un evento di quelli che andrebbero studiati sui manuali di Storia, come l'89 della  
Rivoluzione francese o il '17 della Rivoluzione bolscevica, che a torto o a ragione sono considerate delle date-simbolo. Questo rifiuto di accettare che anche i non europei possano scrivere pagine di  
«storia universale» è uno dei tanti segni della boria della cosiddetta «civiltà occidentale» e dei suoi rappresentanti. Una cosa è certa: dall'esito di questa situazione in Iran dipenderà molto di quel che  
resta di speranza, per noi italiani ed europei, di affrancarsi dalla  presa del dominio occidentale nella prospettiva dell'integrazione eurasiatica.



Coordinamento Progetto Eurasia – 26 giugno 2009

pur trovando il tono leggermente enfatico, sottoscrivo il senso di questo comunicato: la propaganda occidentale smetta di creare casini in giro per il mondo.

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