Notifiche
Cancella tutti

Dabiq, "Vogue" del fanatismo islamico

   RSS

0
Topic starter

Da:
http://www.liberatv.ch/articolo/31331/il-vogue-del-fanatismo-e-del-terrore-viaggio-tra-le-deliranti-pagine-patinate-di

Il "Vogue" del fanatismo e del terrore. Viaggio tra le deliranti pagine patinate di Dabiq, il magazine con cui lo Stato Islamico propaganda la Jihad contro i "crociati" e gli infedeli
Il dodicesimo numero del magazine dell'ISIS e' stato pubblicato una settimana dopo il massacro di Parigi. Prende il nome dalla citta' siriana dove secondo le profezie si terra' lo scontro tra il bene e il male


foto tratte da Dabiq

di Massimo Baciocchi e Marco Bazzi - 23 novembre 2015

E' disponibile online da giovedi' scorso, pubblicato con tempismo cinico e non certo casuale, il nuovo numero di Dabiq. A meno di una settimana dai feroci attentati che hanno colpito il cuore della Francia, provocando 129 morti e 300 feriti. La foto di copertina e' esplicita: i pompieri e i sanitari di Parigi in azione durante le operazioni di soccorso poco dopo l'attacco. Poi il titolo: JUST TERROR, solo terrore. E la datazione: 1437, SAFAR.
Safar, detto anche "il mese vuoto" in arabo indica l'autunno (il mese giallo, quello in cui cadono le foglie), ma e' anche considerato il periodo piu' infausto dell'anno, in quanto corrisponde alla cacciata di Adamo dal Giardino dell'Eden.

Il magazine di propaganda e di reclutamento dello Stato islamico rivendica la matrice degli attacchi di Parigi. Coloro che gestiscono il "marketing" per l'ISIS si propongono cosi' ancora una volta al mondo con una pubblicazione in diverse lingue, tra cui l'inglese, patinata, dalla grafica molto curata. Una rivista online di taglio "glamour", molto occidentale, che ricorda Vogue, e con foto degne del National Geographic. Una delle quali ritrare un gruppo di ragazzini in tuta mimetica che leggono il Corano seduti per terra, con il Kalashnikov sulle ginocchia: "I nostri figli hanno la fiducia di Allah".

Il pubblico al quale si rivolge Dabiq e' diviso tra gli amici e i sostenitori jihadisti e i nemici: i regimi arabi "corrotti e apostati" e i popoli "crociati" occidentali.

Cio' che maggiormente colpisce scorrendo le 66 pagine del magazine online e' l'organizzazione e la capacita' comunicativa che lo Stato islamico ha messo in campo, quasi fosse una multinazionale consolidata sul mercato.

"Uniti possiamo colpirvi ovunque!"

Lo scopo di Dabiq e' la legittimazione religiosa e politica di Da'esh, lo Stato islamico, e dell'autoproclamato "Califfato". Inoltre i musulmani di tutto il mondo vengono incoraggiati a recarvisi per vivere e aumentare cosi' la forza e il prestigio della nascente "nazione". Quasi una nuova "terra promessa", una nuova Israele.

Il Magazine incita all'unita' dei popoli islamici, alla ricerca della verita' e alla guerra santa. Giustifica atti come le decapitazioni, gli attentati e la schiavitu', attraverso una retorica violenta e apocalittica in nome di un bene supremo. "Possiamo colpirvi ovunque" e' il monito lanciato dall'ISIS all'Occidente.

Le origini di Dabiq

Il primo numero di Dabiq, "Il ritorno del Califfato" risale al Luglio 2014. "Ramadan 1435" e' la data riportata sulla copertina. Sono passati poco piu' di due anni e quello appena pubblicato e' il numero dodici. - Safar 1437, appunto, secondo l'anno del calendario islamico -.

Nel precedente numero Dabiq ha pubblicato un discorso tenuto nel 2006 da Abu Omar al-Baghdadi, stratega dello Stato islamico in Iraq, l'embrione del Califfato. Al-Baghdadi asseriva che lo Stato islamico e' nato per restare poiche' costruito sui corpi dei martiri e irrigato con il loro sangue. Nove anni dopo, Dabiq rivolge una domanda ai lettori: "Quando i 'crociati' capiranno che il Califfato e' qui per restare"?

La leggenda narra...

Dabiq e' la citta' siriana dove secondo i precetti riportati nel testo sacro della Sunna, l'insieme delle profezie e dei racconti sulla vita di Maometto, nel giorno del giudizio (Yawm al-Din), sara' combattuta la battaglia finale tra le forze del "bene" e gli eserciti del "male". Cioe' tra l'esercito di Allah e quello degli infedeli crociati: i cristiani, gli ebrei e le religione apostate. La guerra non avra' fine finche' gli infedeli non si saranno pentiti.
"In seguito inizieranno a Roma i mercati di schiavi, per il potere e la forza di Allah", si legge sulle pagine della rivista.
Questa battaglia decretera' il trionfo definitivo dell'islam sul mondo.

Il Vaticano nel mirino

Il principale nemico di Dabiq e' il Vaticano. Sono chiari ed espliciti gli attacchi e le minacce contro il cuore della Chiesa cattolica, per ora solo grafici, come nell'edizione di ottobre 2014: in un fotomontaggio, la bandiera nera dello Stato islamico svetta sull'obelisco egizio al centro di Piazza San Pietro.
Nello stesso numero e' inoltre citato l'imam bosniaco, Bilal Bosnic. "Col tempo il mondo intero sara' uno stato islamico" - "Il nostro obiettivo e' di assicurarci che il Vaticano diventi musulmano". Toni minacciosi che destano preoccupazione se si pensa che tra pochi giorni, l'8 dicembre, in pieno Avvento, avranno inizio a Roma i festeggiamenti per il giubileo straordinario della misericordia.

Odio e violenza

I terroristi del Califfato sono dunque tornati online con la dodicesima edizione della rivista dell'odio e della violenza. Gli attentati di Parigi, l'attacco aereo messo a segno in Egitto ai danni di un velivolo russo che ha causato la morte di 224 persone, l'uccisione di un cooperatore allo sviluppo italiano in Bangladesh. Questi alcuni degli "articoli" firmati dall'ISIS sul nuovo numero di Dabiq. E ancora, minacce e promesse di violenze verso tutti. Parole piene di odio. "Che siano Cattolici, Protestanti o Ortodossi. Che siano Ebrei conservatori o progressisti. Che siano Buddisti o Sikh o Induisti. Che siano capitalisti comunisti o fascisti. Sono tutti alleati gli uni degli altri contro l'Islam e i musulmani".

Il commento iniziale e' un j'accuse alla Russia, che ha osato sfidare il Califfato con il proprio intervento armato in Siria pro Assad e anti ISIS. In riferimento all'aereo russo abbattuto, e' stata pure pubblicata una foto dell'ordigno che avrebbe causato l'esplosione: una lattina "Schweppes Gold" raccolta sul luogo della tragedia dagli attentatori, arrivati per primi.
"Dopo aver scoperto la strada per compromettere la sicurezza dell'aeroporto di Sharm el Sheikh, per abbattere un aereo appartenente a un Paese della Coalizione internazionale contro l'Isis, abbiamo deciso di cambiare obiettivo con un velivolo russo. Una bomba e' stata piazzata nell'aereo. Il risultato e' stata la morte di 219 russi e altri 5 crociati, solo un mese dopo l'inizio dei raid russi".

Secondo l'ISIS, la Francia e' invece vittima della propria scelta d'intervento armato in Siria. "Il 19 settembre la Francia ha cominciato in modo arrogante a condurre raid aerei contro il Califfato".
Non mancano le interviste ai miliziani di diverse aree geografiche d'influenza dello Stato islamico, tra le quali la Somalia, e diverse "Top ten" di video graditi all'ISIS o realizzati dai suoi terroristi, consultabili su Youtube.

Tra le pagine patinate di Dabiq c'e' anche il "necrologio" di due cugini, Abu Junaydah e Abu Hafs al-Almani, entrambi tedeschi, uccisi in una battaglia dai ribelli siriani.
C'e' pure un articolo f
irmato da John Cantlie, il giornalista e foto-reporter britannico rapito in Siria nel 2012 insieme al collega americano James Foley, decapitato dall'ISIS nel 2014. Cantlie e' costretto a fare propaganda per i terroristi.
Nel suo scritto provoca i "crociati" asserendo che il negoziato non e' tabu'. "Se le nazioni occidentali vogliono una tregua, ci pensino tre volte prima di buttare all'aria quest'opportunita' ".

L'ultima pagina e' tristemente dedicata alle foto di due ostaggi messi all'asta nel numero precedente: un giapponese e un norvegese. GIUSTIZIATI, e' il titolo, "dopo essere stati abbandonati dalle nazioni kafir", le nazioni che non credono nel Dio islamico. Gli infedeli, insomma.

Il nemico dobbiamo guardarlo in faccia, leggerlo, conoscerlo. Capirlo. Ecco perche' liberatv ha deciso di raccontare questo viaggio nel delirio del fanatismo nel nome di Dio...

La cosa tragicamente divertente è che il web ha dei padroni, i quali potrebbero tranquillamente oscurare il sito di questa schifezza. Chissà perché non lo fanno, anzi, lasciano che gli si faccia pubblicità.
Sarà per gli stessi motivi per cui i circuiti bancari e il mercato degli armamenti restano aperti per questi stronzi.

la cosa da "ridere" è che gli stessi "fedeli" bevono, fumano e si drogano come un qualsiasi "infedele"

il fanatismo è solo un pretesto, un caprio espiatorio

ma molti fanno finta di non capirlo...

Condividi: