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La Resistenza Identitaria

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Il principale ostacolo al progetto mondialista: La Resistenza Identitaria

di Luciano Lago

“La tragedia degli Indiani Americani si sta ripetendo, ma compressa in un tempo più breve. Dove 10 anni fa c’erano centinaia di indios, ora ce ne sono poche decine”. (Lewis)
Nel mondo si contano attualmente circa 370 milioni di popolazioni indigene ed una buona parte di loro rischia di morire ed essere sopraffatta.
Intere popolazioni scompaiono schiacciate dal mercato, spazzate via dalla fame di potere di Corporazioni, Multinazionali ed aziende senza scrupoli.
Varie tribù indigene in diverse zone del Mondo, dall’Amazzonia al Perù, al Messico, ogni giorno pagano sulla propria pelle il prezzo del progresso e della globalizzazione. Gli interessi delle grandi corporations, delle grandi multinazionali non si fermano di certo davanti alla resistenza che possono fare le persone nel tentativo di proteggere le proprie terre e le proprie culture dove risiedono, dove coltivano e rispettano da centinaia di anni. ………”

Alcune di queste popolazioni, nonostante tutto, sono riuscite a resistere ed a coalizzarsi per non scomparire, è il caso ad esempio dei Mapuche, una antica popolazione india che risiede da secoli in Cile.
In Cile i Mapuche abitavano un territorio grande 100.000 km quadrati ma nel corso della storia sono rimasti confinati in soli 5.000 km quadrati – appena il 5% di quello che erano le loro terre. La loro lotta, una resistenza per conservare la propria indentità e la propria terra, mira quindi alla loro sopravvivenza ed alla difesa del loro territorio.
Negli ultimi anni la lotta mapuche, l’etnia nativa più numerosa del paese, si è intensificata. Il conflitto ha causato una spaccature nella società cilena e per alcuni costituisce una macchia nera per quanto riguarda la difesa dei diritti umani. Vedi: La Resistenza Mapuche continua

Possiamo ritenere che, per le popolazioni europee assediate dalla globalizzazione e da una ondata migratoria senza precedenti, il destino sarà diverso rispetto a quello dei Mapuche? Potrebbe sembrare un paradosso il paragone ma è realistico pensare che, fra 20/30 o 50 anni, saranno alcune popolazioni europee, divenute minoritarie, le prossime a scomparire.

Bambini dei Mapuche manifestano
Bambini dei Mapuche manifestano
Quale fattore può’ ostacolare la vittoria definitiva del progetto mondialista? La disperata resistenza di coloro (individui, popoli e comunità’) che si frappongono all’assimilazione ed alla distruzione della propria cultura contro il non-essere dell’omogeneizzazione, dello sradicamento, della dissoluzione nella malsana brodaglia del cosmopolitismo mondialista. Questa resistenza è’ l’unico fattore che rimane valido ad ostacolare il progetto mondialista quando, assieme ai vari settori di popolo, si coalizza per dare luogo ad una lotta senza quartiere per contrastare l’offensiva delle centrali di potere che dirigono il progetto del “Nuovo Ordine Mondiale” globalizzato.

Per sopravvivere e resistere, i popoli e le comunità’ devono svolgere una battaglia per l’autodeterminazione e per l’autodifesa, per il presidio ed il recupero della sovranità’, una battaglia contro le possenti forze della finanza mondialista, contro i grandi organismi sovranazionali ( come l’ONU, la UE, il FMI, la Banca Mondiale, il Vaticano, ecc.) una battaglia che rimane quale testimonianza di una collettività’ autonoma ed un progetto storico e di configurazione di una comunità di destino che rifiuta di essere sopraffatta.

“Il piano della BANCA MONDIALE degli ultimi 30 anni consiste nell’assicurarsi che i paesi deboli (leggi indebitati) di tutto il mondo promuovano leggi e riforme costituzionali favorevoli agli interessi delle grandi Multinazionali e delle grandi Banche”.

Viviamo un’epoca in cui i popoli europei sono ormai minacciati nella stessa sopravvivenza fisica, dopo aver già ceduto l’anima al demone mondialista, per effetto della sottile e pervicace propaganda mediatica del sistema globalizzato che ha lavato il cervello ed atrofizzato la coscienza di buona parte delle nuove generazioni in nome del consumismo denza freni. La lotta per la difesa delle nostre identità ( in Europa come altrove) rimane l’unica possibile di fronte all’invasione (programmata dalle centrali mondialiste) di una massa indifferenziata di migranti provenienti da svariate e diverse culture, africane, arabe ed asiatiche, che andranno ad occupare il posto lasciato vuoto dalla mancata difesa di culture e tradizioni.

Arriva il momento cruciale in cui, per salvarsi dall’annientamento, deve verificarsi un risveglio della coscienza nazionale e una rigenerazione della cultura e tradizione da quella latina e greco/romana, a quella letteraria, artistica, rinascimentale, spirito dei tempi, l’immedesimazione in quegli elementi culturali che, in un momento come quello attuale, acquistano un’importanza decisiva, essenziale per la difesa dell’identità. Lo hanno fatto anche i Mapuche, potranno farlo le popolazioni europee?

Relativamente all’immigrazione di massa, da considerare una vera e propria “arma letale” del mondialismo, bisogna sottolineare che in pratica, nel momento in cui i sostenitori del terzomondismo, delle frontiere aperte, della globalizzazione, coloro che fanno parte della borghesia progressista pseudo colta e sostenitrice dei “diritti universali”, di estrazione invariabilmente radical-chic, “aprono ” verso la straniero immigrato, inevitabilmente gli stessi chiudono verso i lavoratori del proprio paese danneggiati in maniera inevitabile dalla presenza delle masse di immigrati.

Per i mondialisti radical-chic che si proclamano cosmopoliti e “cittadini del mondo”, eredi dell’illuminismo utopico, non costituisce un problema la mescolanza di razze e culture all’interno della stessa società, nell’illusione di una società multiculturale e di una possibile integrazione che in realtà non avviene dando luogo ad una sopraffazione della cultura più forte (quella islamica) nei confronti di quella più debole.

In questo caso la borghesia “illuminata” e cosmopolitia si contrappone a tutto l’ordinamento della società tradizionale ed in particolare alle classi popolari, quelle operaie e degli strati sociali costituiti dai perdenti della globalizzazione, piccoli produttori, artigiani ed agricoltori rimasti ancorati alla tradizione della loro terra. Verso queste classi sociali, depositarie a volte di un autentico spirito identitario, la borghesia mondialista “illuminata” dimostra di nutrire un vero e proprio odio e spirito di sopraffazione, basta vedere come, nel mondo globalizzato, sia di fatto umiliato, tartassato e bistrattato il lavoro dei piccoli produttori, manifatturieri e agricoli, in raffronto ai vantaggi offerti alle grandi aziende multinazionali e globali che si accaparrano il lavoro ed i settori di produzione di coloro che non possono competere con i bassi costi, l’elusione fiscale e lo sfruttamento schiavistico del lavoro, praticato dalle multinazionali.

D’altra parte la Commissione Europea vigila perchè siano affossate le culture tradizionali in Europa, dagli ulivi della Puglia ai formaggi della Bretagna, dalla falegnameria artigianale all’arte del vetro di Murano. Aprire il mercato ai paesi africani ed alle grandi multinazionali, queste le direttive delle centrali di potere, affossando le produzioni locali che non hanno diritto a sopravvivere (troppo tradizionali ed antimoderne). La stessa Commissione Europea diffonde i suoi precetti ideologici” raccomandando che sia sostituita la cultura tradizionale della famiglia con la nuova pseudo cultura delle coppie gay, del gender e dell’individuo senza identità, del diritto all’aborto, all’eutanasia, dell’eugenetica, ecc.. Diritti individuali dell’ideologia relativistica, sostitutivi dei diritti comunitari e social
i, quello del lavoro, dell’assistenza mutua, del reddito minimo, dei servizi pubblici garantiti, ecc.. Tutte forme obsolete e superate in nome del mercato aperto e delle privatizzazioni. Riforme, riforme e riforme, questo il motto degli innovatori.

Non per caso l’offensiva mondialista si svolge su più’ livelli: quello politico, quello mediatico, quello pseudo culturale e quello ideologico. Una offensiva a tutto campo favorita dal controllo totale dell’apparato mediatico, delle Accademie, dalle Università, dai Centri di Cultura, con la formazione del ceto insegnante che sia prono al “Pensiero Unico”, servile e ricattabile (trasferimenti e posti precari per chi non si adegua). Neppure Orwell avrebbe immaginato un mondo come quello in cui stiamo inconsapevolmente entrando. Persino il controllo delle scienze viene appaltato dalle centrali di potere dominanti.

Favorire l’assimilazione è uno dei dogmi del Pensiero Unico e sarebbe utile comprendere ed indagare quale sia stata l’origine di questa politica scellerata. Per quello che riguarda l’ambito più specificatamente italiano, in realtà l’origine deve ricercarsi nella natura perversa delle nostre classi dominanti, nel fatto che esse si sono costituite come classi dominanti “antinazionali”, nel loro conclamato asservimento ad interessi esterni collegati al ceto dominante (l’elite finanziaria anglosassone) tale da non esitare ad eseguire su comando il disegno della deindustrializzazione dell’Italia e del depauperamento delle classi lavoratrici italiane, in ossequio alla collocazione internazionale di una Italia sub colonizzata al servizio del dominio tedesco e statunitense.

Sono gli esponenti della sinistra mondialista i più zelanti esecutori del disegno neoliberista che si attua contro i lavoratori, contro le famiglie e le classi sociali subordinate, con la disarticolazione sociale e l’immissione di nuove masse di mano d’opera disponibile allo sfruttamento ed alla sostituzione anagrafica, come prescritto dai piani dell’ONU, nel progetto definito di un nuovo sistema mondializzato e regolato dalle centrali di potere dominante.

Guardiamo bene la sostanza dei fatti: il multiculturalismo, la predicazione delle frontiere aperte, la spinta al mondialismo ed al meticciato, la propaganda ideologica reltivistica di indole massonica, la distruzione della famiglia tradizionale e l’annientamento delle comunità locali, sono questi gli strumenti che vengono utilizzati per distruggere l’identità e la sopravivvenza dei popoli europei.

Saremo in grado di comprenderlo o ci lasceremo morire addormentati nel sonno ? I Mapuche lo hanno compreso e sono rimasti svegli per resistere e difendere la loro cultura.

http://www.controinformazione.info/il-principale-ostacolo-al-progetto-mondialista-la-resistenza-identitaria/#

Ripubblico questo articolo che mi ha "illuminato".

Possibile, mi dicevo, che questi dannati mondialisti vogliano distruggere la cultura e la popolazione europea?

La risposta è veramente sotto gli occhi di tutti: come i "bianchi" inglesi, ora definiti "gli eccezionali" da Obama, hanno distrutto, soppresso, derubato e ucciso milioni di indiani nel continente americano, ora si apprestano, con il nuovo ordine mondiale, a ripetere la stessa cosa nel resto del mondo, cominciando con la Russia e finendo con L'Europa.

il germe della babele ha colpito quasi tutti...

secondo me non si può fare più niente, la nostra società è in perenne declino

è la fine di un'era

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