L'Aldi nel mirino dell'OCST: "Condizioni di lavoro esasperanti, basta!"
Il sindacato attacca a testa basse sulle condizioni di lavoro all'interno della celebre catena di vendita: "Nei prossimi giorni partirà una segnalazione all'Ispettorato del lavoro"
Scritto il: 29 luglio 2013
LUGANO – "La catena di vendita ALDI continua con la sua politica aziendale di ottimizzazione a scapito delle condizioni di lavoro dei propri dipendenti". Lo sostiene l’OCST e per il sindacato è arrivato il momento di dire basta. Per questo “formalizzerà nei prossimi giorni una segnalazione all’Ufficio cantonale dell’Ispettorato del Lavoro chiedendo loro di procedere ad una verifica completa della “gestione orari di lavoro” nei 10 punti vendita del cantone Ticino”. Così si legge in chiusa al comunicato del sindacato, con cui denuncia pubblicamente le condizioni di forte incertezza e pressione a cui sono sottoposti i dipendenti di ALDI SUISSE.
La catena di vendita tedesca, secondo il sindacato "si è subito fatta notare per il ricorso a forme di flessibilità oraria estreme. Nei punti vendita regionali solo il gerente è impiegato a tempo pieno, c’è poi il vice con un grado di occupazione tra il 70 e l’80 per cento, mentre tutto il personale di vendita ha un contratto a tempo parziale con un’occupazione che varia dal 30 al 70 per cento. Senza che peraltro venga indicata una durata minima o massima giornaliera, settimanale o mensile".
Sempre l’OCST informa che i dipendenti sono anche obbligati a produrre un’autocertificazione, vidimata dalla cancelleria del Comune di domicilio, in cui dichiarano di avere un unico posto di lavoro e che questo sia presso ALDI SUISSE SA: “Ovvero, dipendente ALDI SUISSE SA a tempo parziale (nella forma) ma nel contempo a disposizione di ALDI SUISSE SA dal lunedì al sabato con orari “à la carte” (nella sostanza). Infatti i piani di lavoro sono resi noti solo qualche giorno prima e subiscono continue variazioni. Così ALDI obbliga di fatto il proprio personale a rimanere a completa disposizione impedendo di integrare l’occupazione part time con un altro posto di lavoro e rendendo difficile conciliare l’attività lavorativa con le proprie esigenze personali".
"Gli straordinari poi sono la regola: la durata settimanale stabilita dal regolamento interno (42 ore per i venditori, 46 e mezzo per gerente e vice) è costantemente superata e la durata giornaliera di lavoro arriva anche a punte di undici ore e mezza. Le ore extra così accumulate vengono corrisposte in pari tempo libero entro un periodo di dodici mesi e nei periodi pianificati dal gerente in base alle esigenze di organizzazione. In maniera del tutto unilaterale quindi e in pieno spregio del Codice delle Obbligazioni. Il codice, infati, stabilisce che le ore straordinarie devono essere pagate a fine mese con un supplemento salariale del 25% oppure possono, ma solo col consenso del singolo lavoratore, esser corrisposte in pari tempo libero entro quattordici settimane", attacca il sindacato.
Per l’OCST questa organizzazione del lavoro dà vita a una crescente situazione di disagio che negli ultimi tre anni non ha fatto che peggiorare. "Le pressioni sui lavoratori sono impressionanti e molteplici. Il sindacato registra un preoccupante aumento dei casi di assenza per malattia dovuti a stress o esaurimenti nervosi. Si lavora in una costante carenza di effettivi con una rotazione del personale impressionante che in alcuni punti vendita viaggia alla velocità di un nuovo collaboratore ogni tre o quattro mesi. Non si sprecano poi le pressioni a livello individuale con minacce di licenziamento espresse con frasi del tipo “ci sono cento persone ogni giorno pronte a prendere il tuo posto di lavoro”, sostiene il sindacato.
Le condizioni di lavoro emerse, si conclude la nota, “attraverso una lunga raccolta di informazioni e di contatti con il personale di ALDI SUISSE SA” sono inaccettabili e per questo, oltre alla segnalazione all’Ufficio cantonale dell’Ispettorato del Lavoro, il sindacato OCST si riserva di esercitare tutte le misure di pressioni ritenute atte a riaffermare il primato della difesa della dignità e della professionalità del personale di ALDI SUISSE SA.”