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L'oracolo

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La malattia è un conflitto tra la personalità e l’anima. Molte volte, il raffreddore “cola” quando il corpo non piange. Il dolore di gola “tampona” quando non è possibile comunicare le afflizioni. Lo stomaco “arde” quando le rabbie non riescono ad uscire. Il diabete “invade” quando la solitudine duole. Il corpo “ingrassa” quando l’insoddisfazione stringe. Il mal di testa “deprime” quando i dubbi aumentano. Il cuore “allenta” quando il senso della vita sembra finire. Il petto “stringe” quando l’orgoglio schiavizza. La pressione “sale” quando la paura imprigiona. La nevrosi “paralizza” quando il bambino interno tiranneggia. La febbre “scalda” quando le difese sfruttano le frontiere dell’immunità. Le ginocchia “dolgono” quando il tuo orgoglio non si piega. Il cancro “ammazza” quando ti stanchi di vivere. La malattia non è cattiva, ti avvisa che stai sbagliando cammino.

Alejandro Jodorowsky

Sono certa che se ognuno dei circa 10 mil. di fumatori italiani assumesse un'unica goccia di curaro il loro destino sarebbe irrimediabilmente segnato.
Allora mi chiedo: come mai solo circa 80.000 di questi muoiono ogni hanno a causa del fumo? Come mai gli altri 9 mil, e 920.000 sopravvivono?
Qualcosa non torna.
E pensare che il povero nonno, a detta del medico curante, di spada è morto a soli 56 anni a causa di un cancro da fumo.
Se l'ha detto il dottore...!!
Qualsiasi cosa dichiari quest'ultimo è verità assoluta.
Si può forse contestare il neo-oracolo?

Discorso non del tutto chiaro, comunque: se è vero che muoiono "solo" 80mila fumatori l'anno (hai messo TUTTE le morti più classiche, non solo tumore polmonare, ma pure ipertensione, ictus, infarti...?) in 30 anni sarebbero a quel ritmo un 2 milioni e mezzo, e tieni conto che molte di queste malattie hanno lunga incubazione, e si sommano altre cause, dall'invecchiamento alla cattiva dieta, allo stress ecc. Pertanto, se è vero che il pensiero da solo non è la causa, si può molto elementarmente ipotizzare che le concause sono tante, e questo spiega il perchè certuni tengono duro col fumo, altri mangiando a crepapelle, e certi perfino con la depressione cronica e triste...però, ho notato che tutti costoro presentano una forte motivazione per continuare a vivere, diversa dalla paura di morire (la emozione più stupida che ci sia, data l'inevitabilità dell'esito finale). Citerei fumatori più che incalliti come Camilleri (90, attivi e lucidi) depressi cronici come Montanelli (una novantina pure lui, brillante genio brontolone) ahimè H. Kissinger e molti nostri politici quasi centenari, crapuloni di tavola o di sesso e piaceri vari. Secondo me abbiamo la riprova che l'AMORE più disparato, per qualcuno o per se stessi, e forse ancor più quello che si fa - giornalista d'attacco, un partner adorato, lo scriver romanzi, il potere assoluto, i nipoti e discendenti, e così via - potrebbe essere il vero elixir di lunga vita che fa passare in secondo piano i possibili nocumenti alla salute che invece, se temuti e neanche tanto praticati, si portano via precocemente salutisti preoccupati e ansiosi pessimisti verso se stessi.

La malattia è un conflitto tra la personalità e l’anima. Molte volte, il raffreddore “cola” quando il corpo non piange. Il dolore di gola “tampona” quando non è possibile comunicare le afflizioni. Lo stomaco “arde” quando le rabbie non riescono ad uscire. Il diabete “invade” quando la solitudine duole. Il corpo “ingrassa” quando l’insoddisfazione stringe. Il mal di testa “deprime” quando i dubbi aumentano. Il cuore “allenta” quando il senso della vita sembra finire. Il petto “stringe” quando l’orgoglio schiavizza. La pressione “sale” quando la paura imprigiona. La nevrosi “paralizza” quando il bambino interno tiranneggia. La febbre “scalda” quando le difese sfruttano le frontiere dell’immunità. Le ginocchia “dolgono” quando il tuo orgoglio non si piega. Il cancro “ammazza” quando ti stanchi di vivere. La malattia non è cattiva, ti avvisa che stai sbagliando cammino.

Alejandro Jodorowsky

Sono certa che se ognuno dei circa 10 mil. di fumatori italiani assumesse un'unica goccia di curaro il loro destino sarebbe irrimediabilmente segnato.
Allora mi chiedo: come mai solo circa 80.000 di questi muoiono ogni hanno a causa del fumo? Come mai gli altri 9 mil, e 920.000 sopravvivono?
Qualcosa non torna.
E pensare che il povero nonno, a detta del medico curante, di spada è morto a soli 56 anni a causa di un cancro da fumo.
Se l'ha detto il dottore...!!
Qualsiasi cosa dichiari quest'ultimo è verità assoluta.
Si può forse contestare il neo-oracolo?

Secondo questo metro di analisi, allora anche tutti gli onnivori bipedi, dovrebbero morire come mosche, ma questo non avviene, come mai?
La vita media si è allungata di parecchio nonostante mangiamo cose a volte rivoltanti.
Non sarà come diceva mio padre: Ognuno lassù ha una candela, chi lunga, chi corta, noi non lo sappiamo ma quando si spegnerà passeremo a miglior vita

Discorso non del tutto chiaro, comunque: se è vero che muoiono "solo" 80mila fumatori l'anno (hai messo TUTTE le morti più classiche, non solo tumore polmonare, ma pure ipertensione, ictus, infarti...?) in 30 anni sarebbero a quel ritmo un 2 milioni e mezzo, e tieni conto che molte di queste malattie hanno lunga incubazione, e si sommano altre cause, dall'invecchiamento alla cattiva dieta, allo stress ecc. Pertanto, se è vero che il pensiero da solo non è la causa, si può molto elementarmente ipotizzare che le concause sono tante, e questo spiega il perchè certuni tengono duro col fumo, altri mangiando a crepapelle, e certi perfino con la depressione cronica e triste...però, ho notato che tutti costoro presentano una forte motivazione per continuare a vivere, diversa dalla paura di morire (la emozione più stupida che ci sia, data l'inevitabilità dell'esito finale). Citerei fumatori più che incalliti come Camilleri (90, attivi e lucidi) depressi cronici come Montanelli (una novantina pure lui, brillante genio brontolone) ahimè H. Kissinger e molti nostri politici quasi centenari, crapuloni di tavola o di sesso e piaceri vari. Secondo me abbiamo la riprova che l'AMORE più disparato, per qualcuno o per se stessi, e forse ancor più quello che si fa - giornalista d'attacco, un partner adorato, lo scriver romanzi, il potere assoluto, i nipoti e discendenti, e così via - potrebbe essere il vero elixir di lunga vita che fa passare in secondo piano i possibili nocumenti alla salute che invece, se temuti e neanche tanto praticati, si portano via precocemente salutisti preoccupati e ansiosi pessimisti verso se stessi.

Essendo un medico lei si è espresso con cognizione di causa e quindi quasi completamente ricevibile il suo commento, sono curiosa di leggere il pensiero degli altri suoi colleghi cha calcano questo luogo.
Mi sembra ridondante nonché superfluo sottolineare che il fumo, come tutte le altre azioni da lei evidenziate, sia una mera concausa, come pure che il pensiero poco c'entri con eventuali traumi.
Sull'emozione più stupida che ci sia, la paura di morire, non mi trova d'accordo, l'istinto di sopravvivenza è l'estrema ratio.

Secondo questo metro di analisi, allora anche tutti gli onnivori bipedi, dovrebbero morire come mosche, ma questo non avviene, come mai?
La vita media si è allungata di parecchio nonostante mangiamo cose a volte rivoltanti.
Non sarà come diceva mio padre: Ognuno lassù ha una candela, chi lunga, chi corta, noi non lo sappiamo ma quando si spegnerà passeremo a miglior vita

Temo di non aver capito la conclusione!
Perché gli onnivori bipedi dovrebbero morire come mosche?
Come sposa quest'interrogativo con il metro d'analisi?

Non è peregrina l'affermazione di suo padre, per sovrapporla giustamente alla recita della filosofia popolare è sufficiente che sostituisca la candela con la stella.

Che si muoia più vecchi è in parte un artificio statistico: infatti c'è MENO mortalità infantile, ma pure molti meno figli (in Occidente) il che alza molto l'età media (come la vecchia storia del io ho 2 polli, tu zero, dunque fa 1 pollo ciascuno). In realtà. oggi abbiamo un poco di più centenari e novantenni, ma non è vero che non ve ne fossero nei secoli passati anche se l'età media era poniamo, di una quarantina d'anni. Anche la fine delle grandi epidemie ha contribuito a questo. Ma la morte da tumore, e la sua incidenza anche non mortale, continua a crescere....

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