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Sclerosi multipla, sperimentazione al via. Di nascosto

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Sclerosi multipla, sperimentazione al via. Di nascosto
In molti pazienti la malattia migliora dopo un intervento alla giugulare, ma gli interventi avvengono di nascosto dai neurologi.

Bernardo Iovene

http://www.corriere.it/inchieste/reportime/salute/sclerosi-multipla-parte-sperimentazione/abd7790a-51ab-11e1-bb26-b734ef1e73a5.shtml

L’INTERVENTO - Nel 2007 Il professor Paolo Zamboni, chirurgo vascolare di Ferrara, scopre che molti malati di sclerosi multipla hanno le vene giugulari e azygos otturate. Attraverso un piccolo intervento, con un palloncino, le vene si dilatano provocando un beneficio immediato. I pazienti trattati perdono la stanchezza tipica della malattia e riacquistano parzialmente il movimento degli arti. Ma i neurologi non ci credono, parlano di effetto placebo, così la sperimentazione promossa dalla regione Emilia Romagna si arena. Servono 2 milioni e mezzo e la regione è disponibile a finanziare la sua parte, ma non può farsi carico di tutti gli altri 18 centri sparsi nella penisola. Il funzionario che coordina lo studio per la regione afferma che si sta aspettando il finanziamento dell’Aism, l’Associazione dei Malati di Sclerosi Multipla. Ma l’Aism ha promosso un altro studio definito Cosmo, per verificare se c’è una relazione tra la malformazione delle vene e la sclerosi multipla. Se questa relazione non c’è, non finanzierà il cosiddetto protocollo Brave Dreams di Zamboni.

LE NOVITÀ - Dopo il servizio di Report, andato in onda il 4 dicembre scorso, sono arrivate 2 grosse novità. La prima è che l’Aism ha deciso di non finanziare la sperimentazione di Zamboni, infatti il Comitato Scientifico non ha riscontrato relazione tra la malformazione delle vene e la malattia. La seconda novità è arrivata 2 giorni fa. La giunta della regione Emilia Romagna ha deciso di finanziare con 2,7 milioni la copertura totale dello studio nazionale messo a punto dal professor Zamboni, «anticipando così i finanziamenti a carico di altre regioni per assicurare comunque la copertura Sclerosi multipla, sperimentazione
al via. Di nascosto di tutti i costi dello studio» ha dichiarato l’assessore Lusenti. Lo studio Brave Dreams è finalizzato a valutare l’efficacia clinica della angioplastica venosa in persone con sclerosi multipla. Sono coinvolti 700 pazienti in 19 centri. La Regione si augura di poter dire una parola definitiva circa il reale impatto di questo intervento sugli ammalati, ed evitare quello che succede oggi, ovvero il ricorso a interventi presso cliniche private, fuori dal controllo dei neurologi che curano la malattia.

Bernardo Iovene
7 febbraio 2012(ultima modifica: 8 febbraio 2012 | 8:36)

http://www.corriere.it/

Se questi cosiddetti neurologi prendessero in considerazione l'ipotesi Zamboni (definiamola così) nella sua versione integrale e utilizzassero quelle conoscenze mediche che la loro formazione accademica e clinica dovrebbe pure avergli fornito senza dubbio, non gli sarebbe affatto difficile comprendere che l'effetto placebo c'entra ben poco. L'evento della CCSVI si basa certamente sul restringimento (stenosi) venoso il quale, essendo causa di carente o mancato deflusso provocherebbe un accumulo di Ferro a livello del tessuto cerebrale. Il ferro è ben conosciuto come potente attivatore dei ROS (specie radicaliche dell'ossigeno) che, in queste condizioni di cronicità, possono certamente comportare lipoperossidazione sospinta con conseguente danno alla struttura mielinica. Il ferro antagonizza inoltre il rame, elemento necessario per la formazione e la riparazione della mielina stessa. Riattivare il corretto deflusso significa quindi anche il poter rimuovere l'eccesso di ferro, riequilibrare il rapporto Fe/Cu, inibire la lipoperossidazione, restituire la capacità naturale di riparazione cellulare, migliorare la funzione immunitaria ecc... Qui solo per riferirsi al ferro ma in realtà potrebbero essere coinvolti metalli tossici come Mercurio, Alluminio, Piombo ecc... i quali, per lo stesso motivo, potrebbero essere ritenuti nel cervello. Il problema, uno dei problemi, sta nel fatto che le 'ricadute' possono essere anche frequenti, quindi formarsi nuove stenosi e, a quanto pare, oltre ad un secondo intervento non è consigliabile procedere. Al di là delle cause genetiche che possono predisporre a questo tipo di stenosi ne esistono certamente altre che sono ad esempio alimentari ed altre che sono tosssinfettive. Una delle ipotesi per cui si è trovato riscontro è quella della esistenza di una tossinfezione subacuta (cronica) da Bordetella pertussis. Per questa ipotesi è stata presentata una interrogazione parlamentare e alcuni pazienti che hanno ricevuto benefici dalla terapia antibiotica hanno recentemente costituita una Onlus 'dedicata' che si applicherà nella ricerca in tal senso. Le tossine della Pertosse possono certamente provocare anche questo tipo di danno. È nato prima l'uovo o la gallina? Forse il pulcino. Difficile dirlo e probabilmente si tratta di fattori coesistenti, tutti necessari allo sviluppo della malattia. La EAS viene considerata il modello sperimentale della SM umana. Certamente, non andrebbe sottovalutato che 'Modello sperimentale della SM umana è universalmente considerata l'encefalite allergica sperimentale (EAS), che s'induce immunizzando gli animali per via intradermica con omogenato di midollo spinale, iniettato insieme ad adiuvante completo di Freund (ACF). Dopo 2-3 settimane insorgono i disturbi neurologici (turbe dell'equilibrio, della visione e della minzione; paralisi) sintomi di una encefalite acuta generalizzata, comune, che porta a morte tutti gli animali, tranne certi ratti che guariscono completamente.
La demielinizzazione è preceduta, dal quinto giorno dall'immunizzazione, da invasione del tessuto cerebrale da parte di linfociti-T ("messaggeri di morte") e, immediatamente prima delle manifestazioni cliniche, da infiltrazione perivascolare di linfociti-B e macrofagi. Una EAS cronica-ricorrente s'induce, in alcuni ceppi di cavie, immunizzando soggetti maschi giovanissimi, con una singola dose di midollo spinale singenico in ACF, iniettato in regione nucale. Con questo protocollo, l'EAS insorge dopo una latenza di 8-12 settimane e, con remissioni e riacutizzazioni, dura tutta la vita dell'animale. Più spesso, in patologia sperimentale, si provoca una EAS comune, immunizzando gli animali per via intradermica con proteina basica della mielina o con omogenato di midollo spinale in ACF e somministrando endovena, nel giorno dell'inoculazione dell'antigene e 48 ore più tardi, Bordetelle Pertussis (BP) uccise. In ratti Lewis, se si sostituisce l'adiuvante completo di Freund con BP uccise, si produce una "EAS iper-acuta generalizzata" , che insorge dopo soli 7-8 giorni dall'iniezione del vaccino antipertosse e porta a morte tutti gli animali per lesioni cerebrali vascolari e perivascolari intense'.

La notizia anche sul blog di Matteo Dall'Osso guarito dalla sclerosi multipla dopo una cura di disintossicazione dai metalli pesanti:

http://www.matteodallosso.org/?p=1382

La terapia chelante a base di EDTA. In realtà è solo una parte del percorso compiuto dal Dell'Osso, se si legge tutto con attenzione, e non è la più determinante anche se, chiaramente, si rivela di primaria importanza quando si riscontri la presenza di intossicazioni subcliniche da metalli. Il contesto terapeutico del soggetto in questione è peró ben più ampio ed in tale ambito non è certamente la sola chelante ad aver determinato la ritrovata condizione di buona salute. Anche perchè se così fosse i casi di guarigione sarebbero in numero ben superiore, non sono pochi i pazienti di SM che hanno effettuato più cicli di chelante senza riceverne particolari benefici. Ho avuto a che fare direttamente con almeno una decina di questi che si sono rivolti a questa terapia proprio a seguito della lettura della vicenda del Dall'Osso. Non è così semplice, purtroppo. Comunque, chi sentisse la necessità di sottoporsi a questo tipo di terapia o volesse valutarne l'opportunità e l'utilità perchè affetto da patologia, a parte il determinare l'assenza delle controindicazioni specifiche (ad esempio insufficienza epatica o renale ecc.... sarà il medico a valutare) puó sottoporsi al 'test di chelazione' il quale serve a stabilire se siano presenti metalli pesanti e/o tossici in eccesso cosí da rendere indicato il trattamento.

La terapia chelante a base di EDTA. In realtà è solo una parte del percorso compiuto dal Dell'Osso, se si legge tutto con attenzione, e non è la più determinante anche se, chiaramente, si rivela di primaria importanza quando si riscontri la presenza di intossicazioni subcliniche da metalli. Il contesto terapeutico del soggetto in questione è peró ben più ampio ed in tale ambito non è certamente la sola chelante ad aver determinato la ritrovata condizione di buona salute. Anche perchè se così fosse i casi di guarigione sarebbero in numero ben superiore, non sono pochi i pazienti di SM che hanno effettuato più cicli di chelante senza riceverne particolari benefici. Ho avuto a che fare direttamente con almeno una decina di questi che si sono rivolti a questa terapia proprio a seguito della lettura della vicenda del Dall'Osso. Non è così semplice, purtroppo. Comunque, chi sentisse la necessità di sottoporsi a questo tipo di terapia o volesse valutarne l'opportunità e l'utilità perchè affetto da patologia, a parte il determinare l'assenza delle controindicazioni specifiche (ad esempio insufficienza epatica o renale ecc.... sarà il medico a valutare) puó sottoporsi al 'test di chelazione' il quale serve a stabilire se siano presenti metalli pesanti e/o tossici in eccesso cosí da rendere indicato il trattamento.

Sei del ramo, o e' solo pura conoscenza?

La salute umana è il mio settore operativo ed il mio 'ramo' professionale, la ricerca nel campo della cosiddetta medicina biologica integrata è il mio settore specifico, se cosí si puó dire senza creare scandalo (datosi che non è la prima volta che vengo aspramente contestato in questo forum per aver detto qualcosa sul Metodo DiBella) e soprattutto senza voler fare alcuna pubblicità ma al solo scopo di poter meglio chiarire e meglio indirizzare gli eventuali lettori grazie ad una discreta esperienza accumulata nel corso degli anni. In specifico, sono stato il primo ad 'importare' nel territorio di San Marino la Terapia Chelante a scopo terapeutico; essa veniva già praticata ma solo nel settore della medicina estetica per il suo effetto antinvecchiamento visibile ad esempio sulla pelle del viso. Invitai quindi quel medico (medico estetico e flebologo) a praticarla nei casi di malattia, SM compresa. Spero così di aver soddisfatta la tua richiesta, Mari.

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