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Strage di Bologna, il revisionismo che avanza

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Riceviamo e pubblichiamo un abstract di un documento che analizza quanto accaduto intorno alla Strage di Bologna del 2 agosto del 1980.

Strage di Bologna, il revisionismo che avanza. Un primo tentativo di risposta politico-culturale.

Il 2 agosto si celebra il ricordo delle vittime dell’attentato alla stazione di Bologna del 1980.
E come ogni anno questo triste anniversario sarà attraversato da polemiche, contestazioni e scontri tra modi molto diversi di leggere quegli avvenimenti.Ma cosa c’è di differente tra questa strage e tutte le altre di matrice fascista o mafiosa che l’hanno preceduta e seguita?Cosa la distingue insieme al fatto di essere la più sanguinosa in termini di vittime, cioè la più cruenta strage di civili nel dopoguerra italiano?
Da oltre dieci anni Alleanza Nazionale prima, esponenti del PDL e di Futuro e Libertà oggi, stanno spingendo in modo interessato per un’operazione di revisione ad amplio raggio sulla matrice e sul movente di quell’evento. Esplicitamente parlano di responsabilità a vari livelli di forze comuniste nel progettare, eseguire, gestire la strage. Una formazione comunista palestinese la avrebbe voluta, un gruppo armato comunista tedesco l’avrebbe compiuta, i paesi del Blocco di Varsavia avrebbero fornito basi logistiche e protezione, i giudici comunisti italiani avrebbero condannato senza prove dei fascisti, i parlamentari postcomunisti avrebbero cercato di proteggere il maggior indiziato, fornendogli la possibilità di costruirsi un alibi. La stessa associazione dei familiari vittime della strage viene descritta come un’entità orientata ideologicamente e dalla sete del capro espiatorio piuttosto che interessata davvero a fare emergere la verità.

Vari apparati politici e culturali della destra sono mobilitati in modo specialistico verso questa “ricostruzione” della strage. Dai parlamentari, fino a numerosi blogger, passando da saggisti e giornalisti. Il loro modo coordinato di procedere conferma che ci troviamo di fronte a una strategia costruita a livello di vertice.

Come probabilmente tutti sanno per la strage sono stati condannati 2 fascisti, già membri dell’organizzazione armata NAR. Diversi esponenti della sinistra si sono dichiarati convinti della loro innocenza. Rossana Rossanda, giornalista ed esponente di spicco del quotidiano comunista il “manifesto”; Andrea Colombo ex di Potere Operaio che su questa tesi ci ha scritto anche un libro; l’ex brigatista Laurea Braghetti, carceriera di Moro durante i giorni del suo sequestro; il parlamentare di Democrazia Proletaria Luigi Cipriani.

Lo sforzo revisionista si intreccia sovrapponendosi al filone innocentista senza peraltro coincidere esattamente con esso. Fatto sta che questo aumenta la confusione e il disorientamento.

E’ un fatto le affermazioni dei due ex NAR vanno ad alimentare la strategia revisionista nel suo insieme.

Si può facilmente constatare come la quasi totalità dei compagni (forse il 99% e oltre) non sta percependo né i contenuti e le tappe di questa strategia né la effettiva posta in gioco. Probabilmente è il sintomo di uno stato di inferiorità reale, in questa fase, che la sinistra (della nostra sinistra, quella che si dice e vorrebbe essere rivoluzionaria) sconta nei confronti delle destre, anche estreme, nell’occuparsi effettivamente della politica, intesa come progetto coordinato di soggetti specializzati per indirizzare una società nel suo insieme.

Nella loro volontà egemone gli eredi del fascismo, che fascisti sono rimasti, hanno individuato nello snodo della strage di Bologna la possibilità concreta di riscrivere un pezzo consistente della storia del paese, con ricadute in prospettiva pesantissime su tutta la sinistra comunista, anche e soprattutto italiana. In pochi sembrano essersene accorti.

Lo scritto in allegato in fondo pagina è un piccolo sforzo, un primo contributo per cercare di analizzare criticamente e complessivamente l’intera questione. Non è ancora sufficiente ma nel silenzio quasi assoluto potrebbe rappresentare un momento significativo per dare alla massa dei compagni i primi strumenti critici per affrontare la questione. Non è il frutto del lavoro di uno storico di professione, ma dell’auto-documentazione di un compagno cha parte da esigenze politiche immediate, legate anche alla sua militanza nel movimento in favore della causa palestinese. Aspetto significativo è che tutte le fonti su cui si basa sono alla portata di tutti, o nella rete o nella pubblicistica sull’argomento. Semplicemente sono state messe in relazione tra loro fornendo alcune possibili linee interpretative.

L’intero testo è animato dall’auspicio che un “team” di storici e intellettuali si prenda carico di un lavoro più esteso e approfondito sugli aspetti considerati, e che possa giovarsi della specializzazione dei singoli compagni, per produrre un libro di riferimento molto preciso e fruibile da tutti. Un appello anche in campo intellettuale a quel gioco di squadra che i fascisti sanno condurre e che i comunisti sembrano così spesso avere perso.

Gino Pontecorvo. 01/08/2012

Fonte: http://www.senzasoste.it/speciali/strage-di-bologna-il-revisionismo-che-avanza

Il documento integrale:
http://www.senzasoste.it/Strage%20di%20Bologna.%20Il%20revisionismo%20che%20avanza..pdf

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