AAh, se le cose fossero chiare fin dal principio !
Il centro della comunicazione, ciò che ha di più e di meglio da dire è il cuore NON il cervello, quindi il centro (di tutto) è il cuore... Ma lo è proprio anche solo fisicamente, perché stà dove stà... Al centro del corpo.
Come ho detto tante volte, conta nella comunicazione la metafora e il simbolo. Perché ? Perché è una comunicazione indiretta e controintuiva, cioè con le caratteristiche di base dell'emozione (indiretta e controintuitiva) rispetto il pensiero che si consuma nel cervello.
Quante righe ci sono volute per riassumere corsi universitari di anni ? C'è in qualche testo un trafiletto del genere che possa dare indicazioni ? Lo chiedo per ignoranza, ovviamente. Ma temo di no.
Il cuore ha un suo "lessico", un suo linguaggio, diciamo, dove la semplicità fa imperio. Ha anche una sua sintassi, una sua grammatica ma soprattutto, una sua specifica profondità qualitativa che non sta nelle apparenze. Pensare anche solo per un istante che siccome è semplice allora è banale, è come pensare che nel cielo di notte, pieno di stelle, siccome è nero allora non c'è luce. Ciò che "inganna" quindi non è mai il significato, ma l'intento che è frutto dell'interpretazione identificata (cioè il tuo punto di vista mediato dalla tua esperienza). Il messaggio originario è straordinariamente ricco, fin troppo. Per ciò con l'intepretazione lo semplifichiamo, pensando che siccome è semplice, sarà banale anche la conseguenza logica. Un esempio estremo per capirci: se mi ha fatto del male allora vuol dire che è cattivo.
Siccome il messaggio appartiene all'origine, è più vicino al linguaggio dei bambini. Per ciò oltre a fare la puttanata di banalizzare, lo associamo anche alla tipica ignoranza che governa la realtà infantile, nata senza memoria e quindi obbligata a ricominciare da capo ogni volta la trafila burocratica della crescita corporea. Egli deve imparare tutto, da come si fa pipì a come si cammina e per noi, putroppo, l'espressione emotiva è esattamente quella roba lì...
In altre parole, quando qualcuno si "lascia andare" è un po' come l'avesse fatta fuori dal vasino. In fondo se accade a noi, ci vergognamo e quando accade ci spertichiamo per le giustifiche: è statò quello là, è colpa sua, non doveva fare questo e quello, etc. etc.
Come ho detto tante volte il senso di colpa, instillato non a caso in via prematura dalla scolastica di origine cattolica, insieme al vittimismo è tra le devianze emotive più perniciose che si possano affrontare ed è da superare. Perché nasce dalla condanna che nasce da un giudizio (sempre) parziale della realtà che ci circonda. Se fossimo affamati di Verità (QUELLA Verità) per noi tutto sarebbe più semplice. Ma ogni percorso di Verità è duro, lungo e faticoso. Non è una via semplice, ne tanto meno per bambini !!! E' una via molto impervia, fatta di cadute rovinose e del costante pericolo di perdersi, in un modo che farebbe rimpiangere la morte. Un "luna park" degli orrori dove la tortura è "divertimento", il tempio del sadomasochista. Paradossalmente che riesce persino ad essere attraente, ad avere un suo fascino tutto speciale. Come la cacca.
Fascino che attrare le "anime giovani". Cioè quelle che hanno alle spalle ancora troppe poche rinascite e che quindi mancano dell'esperienza cumulativa che è di natura emotiva e che lega saldamente tra loro le nostre rinascite. Anime giovani con cui dobbiamo convivere e spesso, averle come genitori, insegnanti ed educatori a "sorvegliare" la nostra crescita e adattamento. Anime che di adulto hanno solo l'aspetto esteriore, la maschera di scena. Attratti dalla responsabilità come il sacerdozio i pedofili, con il più assoluto menefreghismo e incapacità di comprensione del Male che provocano.
Quando l'animo è tormentato, arriva a una soglia, per ognuno diversa, oltre la quale "fischietta", cioè stacca.
Lo si vede bene in sede di tortura: quando dura troppo ed è oltre le resistenze della vittima, inzia il vaneggiamento, il distacco dalla realtà troppo dura da affrontare, una sorta di autodifesa semi-conscia che ha la funzione di preservare quanto possibile dalla distruzione (materiale) nervosa. La logica e la realtà dei fatti sono le prime vittime di questo meccanismo che perdura molto oltre la situazione di tortura e può "cronicizzarsi" in specie se l'esperienza orrenda si fa età evolutiva come nel caso della pedofilia. Perché quando hai bene eretto le tue muraglie invalicabili di fantasia, poi ti passa la voglia di andare a esplorare la foresta fuori, data la relativa comodità e sicurezza che sperimenti dentro le mura della tua "tana interiore". In altre parole indebolisci l'animo e ciclicamente accade che si alternino periodi di relativa chiusura con quelli di relativa apertura (maggiore disponibilità a sperimentare l'ambiente).
Quella "tana interiore" (degli altri) è l'ossessione di chi vive nella tana. Quindi ci si chiude a cipolla, ogni strato serve a proteggersi a diverse distanze. Come quando si va all'aeroporto dove ci sono 3 barriere di sicurezza minimo, se civile. Più la cipolla è spessa meno ci si preoccupa degli altri tanto quanto di se stessi.
I molochiani cattoaschenazi che hanno avuto modo di studiare a fondo il meccanismo (per esempio con MKUltra) sanno bene come sfruttarlo a loro vantaggio. Sanno bene (da millenni) ad esempio che la maggior parte delle condizioni inaccettabili non sono calcolate come tali dalla comunità. Ad esempio era evidente che chi faceva spettacolo e viaggiava con i carrozzoni (il nomade per antonomasia) tra un paese e l'altro, una fiera e l'altra, in epoca pre-tecnologica, non era proprio proprio legato al bene per il Bene che era quello della comunità locale. Come era chiaro che la "ricchezza" di quella gente doveva avere anche una provenizienza sospetta e poco pulita, perché non era certo con i loro spettacolini che potevano tenere in piedi il carrozzone, anche solo per il costo dei cavalli. Erano però bene accetti perché portavano notizie e a volte anche conoscenze utili alla comunità, come nuove tecniche di allevamento e agricoltura.
Oggi ? Oggi chi è nello "spettacolo" e di mestiere fa (ad esempio) l'artista di successo è sempre invischiato in robe che nel retroscena della Vita rimangono inconfessabili, tanto quanto i poltici e non è un caso se vediamo a volte i ruoli scambiarsi. Non tutti, certamente. Uno come De André o come Pasolini, evidentemente no. Avevano le loro pecche ma nulla più di quelle che si possono trovare in tanti altri. Tuttavia il connubio incestuoso tra fama, ricchezza, successo, potere e l'inconfessabile agire sotterraneo è sempre stato storicamente molto forte. Tanto che sappiamo bene che l'uno difficilmente può fare a meno dell'altro.
Ma oggi improvvisamente ci troviamo nella bizzarra condizione di dover constatare che la maggioranza non ci crede. Crede che invece, fantasiosamente, esistano lì fuori dal muro di cinta che garantisce sicurezza (internet vicino, tipo quello delle persone che su FB conosciamo) delle belve, seguaci di presunte "teorie del complotto" e colorati di epiteti creativi, come appunto potenti "complottisti", che se ascolti ti fanno il malocchio e tu diventi come loro, come con gli zombie o i vampiri.
Ovviamente qui non c'è nessun credo da perseguire. Non si tratta di una religione ma della sola e specifica realtà che ci circonda e dalla interpretazione dei fatti. Opinabile per carità, ma a patto che esista una discussione non drogata dalla fede. Che invece è la sola argomentazione concessa, altrimenti sei automaticamente escluso e nella esatta misura della tua infedeltà al dettato acritico calato dall'alto, cioè dagli "inesperti" (tiranni teocratici di varia foggia) e dalla demenza artificiosa ancora meno esperta se possibile nel decifrare il dettato emotivo. Tutti subiamo questo processo alle intenzioni che si sta concentrando sulle tane. Più aumenta l'esigenza di sicurezza, più aumentano i muri, più aumenta l'ossesione del controllo per chi si rifugia nelle tane (mentali). Cioè nei suoi vanagloriosi tentativi di estraneamento dalla crescente evidenza di vivere in un Mondo sempre meno Umano e sempre più simile a quello del Basso Astrale. Tipo "i vaccini ci salveranno", "non tutti i predi sono pedofili", "la tecnologia porta benessere", "l'automobile elettrica non inquina" o altre scempiaggini colossali simili sempre costruite attorno alla tortura.
La tortura dei notiziari, delle "opere artistiche" che evitano accuratamente di far riflettere e sempre più simili a rituali oscuri, i provvedimenti amministrativi sempre più ossessivamente persecutori (da una parte) per essere garantisti (dall'altra) ad una specififca cerchia scelta e dividere chi può da chi non può... Si fa cioè il bene esclusivamente con il fine di fare il Male secondo dettato cattolico, oppure si colpisce (o punisce) l'amico (innocente) per accusare un nemico, magari inventato di sana pianta e di punto in bianco, perché di comodo e sulla scorta del "vai avanti te che a me scappa da ridere".
Per ciò l'animo di chi ha FAME di Verità langue, non trovando nulla che possa aiutarla a capire il caos crescente che ci circonda e cosa fare. Allora, se volete, ascoltate un povero pirla, un miserabile come il sottostrittio: difendete ad ogni costo la vostra gioia e il vostro amore NON identificati. Voler bene o essere nella gioia senza motivo è il cuore di tutto... LETTERALMENTE.
Facile ? Mentieri spudoratamente. No, non è facile. Qui, nei domini del Basso Astrale, il territorio più prossimo oltre la barriera dell'esperienza materiale, non è facile. Come ho detto tante volte, a mio avviso, è la sola via. Non la migliore, ne la più semplice.