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Attenti a inciampare nelle guide di pietra


GioCo
Noble Member
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Quando ho parlato la prima volta delle Georgia Guidestones (letteralmente "le guide in pietra") a me pareva chiaro di cosa si trattasse. Ma parlando poi con un amico mi sono reso conto che quello che per me era evidente non lo era per lui.

Non si trattava di una amico sciocco, tutt'altro. Lui aveva "solo" 145 QI. Ma visto che sono scemo, allora mi sono rivolto a un altro amico con "solo" 165 QI. Insomma, volevo vedere che reazione avesse anche quest'ultimo mio amico "molto più intelligente" della media.

Anche lui non arrivava a capire quello che per me era ovvio. Allora mi si è accesa una lampadina: vuoi vedere che l'intelletto non è legato all'osservazione? Cioè, puoi essere un vero Genio Ultraterreno e non vedere che hai le scarpe slacciate e che inciamperai prima o poi sui tuoi lacci?

Le mie ricerche hanno confermato questo e molto altro. Il problema risiede in come viene manovrata l'attenzione (propria e altrui). Ad esempio, le scuole massoniche ripetono spesso che "del quadro la parte più importante è la cornice". La maggioranza dei "sapienti" sorride a una frase del genere. Immaginiamo che il quadro sia uno del tintoretto, magari la Crocifissione, un opera dei maestri veneti del '500, dalla potenza espressiva tale da avere ispirato generazioni e generazioni di artisti. Ecco, se uno ti sussurrasse all'orecchio mentre la ammiri che la parte più importante è la cornice è normale mandarlo a stendere. Tuttavia qualcuno molto tempo prima ci aveva già messo in guardia dai dotti e dai sapienti in particolare proprio per quello che credevano di sapere, anche se alla sua epoca erano rappresentati da scribi e farisei. La persona piena delle cose che ha appreso, dai libri al confronto orale (alla greca) rinforza l'attenzione sul pensiero verbale. Già invece raccontare fiabe rinforza l'attenzione sull'elemento fantastico e mitologico e questo è un altro modo di ridirigere l'attenzione. Chiaro che quando si indica la cornice, non si intende screditare il dipinto, ma aiutare il discente a orientare lo sguardo (e l'attenzione) interiore. Ad esempio, tutto ciò che ruota attorno all'opera: l'epoca, il committente e le sue richieste, il maestro dell'autore e tanto altro, ad esempio dove si trova l'opera e chi ne dispone a piacere.

C'è un altro atteggiamento che rinforza tale attenzione (di cui approfondirò tra poco) ed è quello che maneggia l'attenzione altrui (più o meno consapevolmente) per trarne diretto vantaggio personale (nel momento presente). Non ha un nome unico e non è da intendere necessariamente come un opera negativa ma riassume una grande quantità di pratiche, mestieri e discipline. Da quelle che si occupano di comunicazione (pubblicità) ai prestigiatori l'elenco è lungo e in esso trovano posto anche atteggiamenti più "da strada", come quelli degli agenti porta a porta, dei venditori ambulanti o dei bulli. Potremmo chiamarla per semplicità furbizia, ma si tratta di un "fare" per certi versi più complesso e per altri più semplice. In altre parole è un modo di atteggiarsi nello stabilire relazioni con il prossimo che può essere reciprocamente vantaggioso ed è così nella maggioranza delle situazioni anche se risalta di più quando avvantaggia una parte a scapito dell'altra, per ciò la chiamiamo furbizia in via riduttiva. La sua caratteristica è la necessità di orientare l'attenzione del prossimo per fini e scopi non necessariamente condivisi. Se ad esempio siamo in aula e stiamo seguendo una lezione, lo scopo è condiviso e verbalizzato. Se però il professore ha intenzione anche di umiliare per motivi che (ovviamente) non può e non vuole condividere, possiamo solo dedurlo da come manipolerà quella attenzione che noi gli abbiamo ceduto. Lo stesso vale per la TV o per un leader politico.

Come si evince, nella relazione è necessario prima di tutto orientare l'attenzione propria e altrui perché la comunicazione possa avvenire con la qualità migliore. Nel condividere una cosa come le Georgia Guidestones ho dato per scontato che quella manipolazione non fosse necessaria. Aggiungo che nutrivo anche una certa repellenza all'idea, perché dotti e sapienti mi avevano riempito la testa di questioni riguardanti la libertà di pensiero e tante altre belle stron%ate. Mi dispiace dirlo ma la libertà di pensiero non esiste ed è facile dimostrarlo: qualcuno mi sa dire cos'è il pensiero? Forse dopo lunghi e faticosi confronti potremmo metterci d'accordo sulla parola "libertà", ma se riuscite anche solo darmi una definizione di "pensiero" soddisfacente allora mi genufletto. L'enciclopedia si smarca dicendo che è un attività psichica o della mente. Già, come praticamente qualsiasi altra attività non fisica. Ad esempio guardare o sognare. Ma quale ruolo avrebbe poi in tutto ciò il corpo ad oggi nessuno è in grado di determinarlo. Figuriamoci quindi avere le idee chiare su ciò che interagisce con il corpo ma non è il corpo e riuscire addirittura a definirlo!

Prendiamo della guida la frase di apertura, secondo me già da sola sufficientemente agghiacciante: "Mantieni l'Umanità sotto 500.000.000 in perenne equilibrio con la natura."

Mantieni "chi"? A chi si riferisce? Chi ha scritto è evidente che non si riferiva a se stesso, ma avendo scritto sulla pietra è abbastanza evidente che si riferiva ai posteri, ma non a tutti i posteri, quelli destinatari del messaggio. Che è difficile stabilire chi siano. Facciamo un ipotesi per assurdo. Mettiamo che chi ha scritto il messaggio sia un alieno che sulla superficie del pianeta governa l'Uomo più o meno come l'Uomo governa le capre. A questo punto è chiaro a chi si riferisce, ai suoi discendenti. Magari sono meno chiari i tempi, perché non sappiamo quanto vive l'ipotetico alieno in media. Ma il messaggio sarebbe un po' come quello che un fattore lascia agli eredi quando muore, una specie di testamento su come gestire l'azienda agricola. Fin qui ci erano arrivati anche i miei amici.

Ma quando gli ho chiesto "che senso ha un messaggio del genere?" entrambi hanno reagito minimizzando. Per esempio adducendo al fatto che ci sono un sacco di riccastri che non sanno come spendere i loro soldi (e il loro tempo) e possono permettersi di fare qualsiasi cosa gli passi per la testa. Quindi un monumento ai posteri con quella frase scritta in bella vista perché tutti la possano leggere sarebbe una specie di goliardia di persone troppo ricche ma in cerca di gloria? Ribattevo che però i committenti hanno fatto di tutto per rimanere anonimi e tutta quell'opera infatti non è firmata. Allora hanno alzato le spalle e rinunciato a dare la risposta che non avevano.

Ecco, qui c'è una specie di divaricazione tra quello che segue il suo intelletto (ciò che ha appreso) e quello che invece lo abortisce per seguire lo sguardo, cioè quella che chiamo "evidenza evidente". Uno scemo come me che però ha dalla sua il vantaggio di avere scaricato almeno in parte i condizionamenti propri dell'apprendimento, per quanto mi riguarda non per virtù ma per questioni neurologiche, osserva ma non sa dove andrà a finire la sua l'attenzione di volta in volta. In un certo senso è come essere ciechi, si "annusa" la pista tenendo lo sguardo basso e sulle cose vicine. Chi ha conoscenza invece sa perfettamente dove vuole arrivare e il suo sguardo è rivolto al cielo (orizzonte) e verso le cose lontane ma non sa dove mette i piedi quando cammina. Se l'osservatore finisce nei guai perché la pista lo porta dritto dritto verso il suo magro destino avrà il biasimo del sapiente che forse lo aveva pure avvertito. Peccato che invece il sapiente inciamperà di continuo nel cercare di raggiungere la sua meta e sarà certamente soggetto anche a cadute rovinose perché invece lui è come fosse zoppo. Se mettete insieme il cieco e lo zoppo quale coppia viene in mente? Il Gatto e la Volpe di Collodi, il finto cieco e il finto zoppo che diventano nella pratica il finto osservatore e il finto sapiente.

Certo, in un mondo ideale i ciechi dovrebbero andare d'accordo con gli zoppi e gli uni fidarsi degli altri nell'ambito di reciproca pertinenza, senza fare finta. Ma questo non è quel mondo ideale e facendo finta si può diventare anche buoni amiconi "per la pelle". Per ciò domina l'arroganza del sapiente o quella dell'ignorante (osservatore) giustificata dalle miserie reciprocamente manifeste e stupidamente celate. Così già il bambino in questo mondo marcio impara a muoversi con sospetto tra la fitta rete di relazioni ingarbugliate che lo circondano, dovendo fare i conti molto presto con l'evidenza che finirà male se non sta attento, cioè se non mette l'attenzione dove gli viene imposto dai vari condizionamenti. Torniamo allora alle nostre Guidestones che come avrete capito sto usando più come scusa per evidenziare altro.

Riflettiamo insieme: se è evidente che chi ha commissionato il lavoro doveva avere una grande disponibilità economica e un certo potere, dal momento che il monumento è piazzato su suolo pubblico(*) in bella vista, però è anche evidente che se pure non sono in molti che possono disporre di sufficiente potere e ricchezza, non siamo ai tempi dei nobili in cui questi sono portati a dichiararsi in misura pari al loro grado di potere. Insomma, ci sono certamente anche persone molto ricche e potenti che però conducono una vita quotidiana tutto sommato banale e mescolata con la massa, indistinguibile da quella borghesia media affermata che non è la maggioranza ma nemmeno una ristretta minoranza bene identificabile. Certo, esiste anche un gruppo di persone molto ricche e potenti che preferisce una vita più isolata rispetto a quella della massa anche più benestante ed è quella che siamo abituati a indicare come responsabile delle peggio cose che accadono nel mondo. Ma il punto non è lo stile di vita di un individuo molto potente e ricco, il punto è che se le Georgia Guidestones le ha fatte qualcuno di ricco e potente senza condividerle con gli altri, questi potevano tranquillamente non gradirle. Se infatti qualcuno ha l'idea di portare la popolazione a un numero molto inferiore di quello attuale, chi è che decide chi ne farà parte? Quindi avere messo quelle guide in pietra in bella vista, è evidente che comporta un accordo trasversale tra tutte le persone abbastanza ricche e potenti da eseguire l'opera. Non è detto che l'abbiano fatto di comune accordo condividendo oneri e onori, ma certamente per evitare che qualcuno se la prenda a male e ci faccia su una bella indagine per capire meglio, ci deve essere a un certo livello tra furbastri un accordo comune. Come tra gangster che si rispettino o mafiosi importanti.

Lo dico in un altro modo. Prendiamo ad esempio la Commissione presidenziale sulle attività della CIA negli Stati Uniti creata da Gerald Ford nel 1975 e presieduta dal vice presidente Nelson Rockefeller, chiamata quindi anche "Commissione Rockefeller". Che ci fosse già uno stretto legame tra i Rockefeller e la CIA c'era da sospettarlo. Ad esempio nell'inventarsi l'arte moderna. Quella per intenderci bruttissima che adorna la stanzetta della meditazione all'ONU di cui mi sono occupato di recente o se preferite quella di Andy Warhol e di altri astrattisti. Ma perché mettere a nudo l'operazione MK-Ultra? Semplice, perché Rockefeller non ne era certamente informato e non gradiva che la concorrenza detenesse l'esclusiva su certe conoscenze pericolose. Quindi sono certo che il progetto CIA ha proseguito in segreto dopo gli opportuni aggiustamenti.

Ma circa le Guidestones non è successo nulla di simile. Devo aggiungere altro?

 

(*) La proprietà del sito non è chiara. Secondo quanto afferma la Georgia Mountain Travel Association, "Le Georgia Guidestones sono nella fattoria di Mildred e Wayne Mullenix...". Il sistema del registro informatico della Elbert County mostra poi che il terreno delle Guidestones è stato acquistato il 1º ottobre 1979. Tuttavia il sito è facilmente raggiungibile dall'autostrada in modo tale da non renderlo dissimile da un parco pubblico, quindi probabilmente l'acquisto serviva per impedire che divenisse privato e fosse poi reso inaccessibile.


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