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Confessioni Spiritualmente Imprescindibili


GioCo
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"Non si lavano in panni sporchi in pubblico", suggerisce una massima popolana, non senza qualche ragione. Certamente, dice qualcuno (ad esempio QUI) travisando il messaggio sotteso, "... se non vuoi che la gente sappia delle schifezze che hai fatto... non fare cose schifose!", come se fossimo padroni delle chiacchiere altrui e delle opinioni che fin troppo spesso per sentirsi "libere" confondono la libertà d'espressione con il piacedere cinico della cattiveria gratuita anche inventata di sana pianta.

Sparlare di qualcuno, indipendentemente da tutto, non è mai una buona pratica. Dire la Verità però è ancora più difficile, dato che se c'è chi ha "diritto" a farsi i fatti propri e a tenersi nell'intimo gli errori commessi magari in gioventù, anche senza volere, però poi c'è anche chi sfrutta malignamente proprio quelle conoscenze per costringerti a fare ciò che altrimenti non faresti. Come rimanere omertosi su tanti misfatti che avvengono, esattamente lì dove non dovrebbero e nessuno si immagina. Come istituzioni prestigiose o dai compiti di responsabilità delicata, tipo orfanotrofi e case di cura.

Il ricatto e il tradimento sono i due pilastri su cui si basa la solidità del governo catto-aschenazi praticamente da sempre. Prima dell'arrivo di queste oscure presente al timone della nostra quotidianità, del nostro "benessere" e dei nostri interessi di specie (umana) immaginabile, quindi dei nostri usi, costumi e tradizioni, "lavare i panni in pubblico" era una pratica abbastanza bene accetta in molte culture (compresa la nostra originaria) e proprio perché la conocenza condivisa del male commesso era LA sicurezza che nessuno in particolare avrebbe potuto profittarne biecamente. A questa pratica si associava anche il timore d'essere espulsi dalla comunità nel caso fossero state confessioni inaccettabili per la stessa. Di conseguenza non era la condanna alla morte, ma l'allontanamento dalla sicurezza affettiva a fare leva (molto più efficace) sul comportamento del singolo.

Poi c'era anche chi non gliene fregava niente (dell'affetto) e costoro andavano a popolare le file di briganti, perdigiorno e mercanti di varia foggia. Nell'era discendente, diciamo per avere un riferimento storico e bibliografico, con Thutmose III, inizia quel dedacadimento diffuso avvertito come "moralità discutibile" di natura socio-politica, dov'erano diffusi e acriticamente accettati continui tradimenti e cambi di bandiera che non coinvolgevano solo i regnanti ma la popolazione intera, come le fonti storiche confermano (QUI). A questo si reagiva con l'istruzione che tentava un rimedio blando e relativo a un problema di origine astrale che era evidente ai popoli dell'epoca non sarebbe diminuito nei secoli a venire.

Oggi viviamo l'apice di questa "ubriacatura dell'occulto oscuro", la "coda di Moloch che si agita", una specifica influenza ultraterrena che ha visto la sua ascesa inarrestabile con l'avvento dei monoteismi intorno al terzo, quarto secolo. Da una parte è stato sempre necessario obnubilare la mente perché le anime più antiche tra i molti accettassero, se non con favore almeno col silenzio, pratiche di sacrificio dell'innocenza tendenzialmente diffuse il più possibile "alla luce del sole" (in modo da espanderne la virulenza) anche partecipate, come testimoniato fin nell'Antico Testamento in più passi, dall'altro il continuo intervento di quelle forze oppositrici che non potento arrestare la deriva oscura religiosa, sempre mascherata da "miglioramento" tanto quanto la peste al carnevale di Venezia, si sono sempre limitate ad abbracciare le distorsioni al fine di moderare gli eccessi pagandone conseguenze indicibili.

Con l'apice del potere cattolico abbiamo l'inizio della mentalità più oscurantista di sempre, forse la più oscura mai vista, l'inquisizione, un finto tribunale che aveva il compito principale non di mettere al rogo innocenti o torturarne altri, ma di assicurarsi la distorsione della realtà dei fatti per comodità eclesiastica e di quelle "sorgenti spirituali discutibili", di fatto dando corpo (esperienziale) alla migliore invenzione di sempre: l'Inferno. Che ricordo essere tutt'oggi professato come luogo fisico, materico, dalla teologia, non "spirituale", proprio per distaccarsi totalmente dalla necessità dell'autovalutazione. In quel periodo si raffina quindi quella specifica pratica di successo cattolico che è "fare il bene per fare esclusivamente il Male", il primo per promuovere il cattolicesimo ovunque, il secondo per praticarne la parte più oscura una volta radicatosi territorialmente.

Per esempio torturare alla morte chi seguiva precetti esoterici di autoanalisi, indipendentemente dalla cultura che così veniva condannata, ostacolando la riflesisone critica del suo intimo e quindi il principio che il Dio della nostra coscienza viene prima (ed è più severo) di quello "estetico" cattolico, per trasformarlo in Satana, il babau dei miserabili. Esiste quindi Satana ? Si e no al solito. Le forze che stanno al centro delle Lande, nel Piano Terra ultraterreno, come un buco nero per la Galassia hanno potere smisurato effettivo e hanno influenza altrettanto smisurata, prima in quel luogo tra i morti "pesanti" perché resi incapaci di autocritica e poi anche per ricaduta qui da noi, nella nostra realtà quotidiana. La funzione del cattolicesimo è sempre stata quella di fermare il più possibile i morti al Piano Terra. Solo TUTTO lo suggerisce ed è una realtà schiacciante. Non c'è appello possibile.

Qualunque tentativo di carpire il potere che promana da queste origini oscure, farà solo precipitare chi ci prova nella follia. Non esiste modo, non esiste forza che possa evitarlo, anche se sempre viene insegnato il contrario e per una semplice ragione: ogni cosa abita il suo luogo ed è lì per garantire l'equilibrio di Ordini Straordinariamente Superiori in rapporto all'inutile identificazione carnale che pretende quel potere, per ciò possiamo solo essere abitati da differenti assunzioni, cedendo potere Reale al nemico dell'Uomo per avere in cambio illusioni di potere. Ma ci sono regole ferree che anche queste forze devono seguire e una di queste è che NON si può assumere il nostro piccolo corpo senza il nostro consenso, poiché siamo sempre i primi a prenderne possesso. Tutto a posto ? Non tanto. La suadenza e il fascino con cui il nemico dell'Uomo si presenta è la fonte dell'evidente corruzione che dilaga attorno a noi. Tanto più la tua anima è antica, tanti più "trucchi" impari a riconoscere. Ma tra noi non c'è chi è salvo. C'è solo chi è più facile a cadere nella corruzione rispetto al fratello più smaliziato che prima di lui è passato per quelle stesse forche caudine e ben sa quali sono le conseguenze.

Quanti hanno sfidato la sorte ? Innumerevoli, come i gradi di sabbia e tutti sono caduti nella polvere, inesorabilmente, tutti immaginando se stessi eroici e vittoriosi: tanto è di là che scopri la fregatura, quando non puoi più dirlo a nessuno. Solo chi non sfida l'oscurità ne esce vittorioso ed è quindi questo il principio paradossale così difficile da accettare: per combattere il nemico dell'Uomo, devi imparare a non combattere contro te stesso. Ti devi arrendere.

In una società fondata sulla paura, più una chimera che un percorso fattibile. Tuttavia è anche l'unico. Per ciò chi si arrende, non intende il suo cammino null'altro se non il Fato che attende come un gatto in agguato, per metterci alla prova.

Una delle distorsioni peggiori forse praticata dalla fede più inumana che sia mai stata concepita, raccontata come il suo esatto opposto dai suoi delatori, camerieri di Moloch, gli inquisitori, è la pratica della confessione che sempre, sempre, sempre è stata umanamente intesa come pubblica e che invece con il cattolicesimo diviene privata ad uso esclusivo del Potere Nobile.

Bene sto per farne una per chiarire di cosa si tratta. Molti a pensare le proprie reincarnazioni potrebbero associarle a Padri Nobili, come spesso nel meme degli Ospedali Psichiatrici dove troviamo infinite riedizioni di Napoleone. Ma anche meno nobili e più folli, data la deriva morale attuale, come Hitler quando non l'ennesimo noioso "figlio di Satana". In genere comunque sono scelti i grandi condottieri del passato e i conquistatori di anime e di consenso, come Djehuty il generale di Thutmosi III che fu a lungo considerato solo un mito, tanto quanto Troia prima di scoprirne i ruderi "fortunosamente".

Difficile invece è trovare l'identificazione di quei personaggi storici comunque perdenti, più di Fantozzi, che sono stati resi famosi solo dal biasimo di chiunque ne abbia avuto sentore. Come già fu Giuda Iscariota, prima ladro, poi apostolo e quindi traditore per trenta denari. Quelli che furono, secondo il Vangelo, accettati per indicare Cristo ai romani e poi restuite al Tempio da lui medesimo pentitosi, ma che essendo frutto di corruzione furono dai sacerdoti usate per comperare un terreno.

Quando pensiamo alle nostre vite passate dovremmo per forza pensare alla corruzione a cui abbiamo ceduto. Nel caso di Giuda non i trenta denari, ma il suicidio. Se avesse atteso la "punizione", probabilmente sarebbe stato lapidato o allontanato con ignominia dai suoi pari. Anche se a dire il Vero, Giuda non fu il solo a tradire il suo Maestro Spirituale, eco di quello nostro interiore. Tutti gli apostoli tradirono e lo fecero esattamente per viltà. Tuttavia la viltà all'epoca, frutto del sonno della mente in cui furono colti nel giardino degli Ulivi, è considerata meno grave della corruzione per denaro. Però, se guardiamo bene, da quale pulpito sarebbe arrivata la predica, abbiamo già ben chiaro il tracciato della deriva spirituale conseguente. Il Cuore non Mente Mai.

Se torno all'epoca, se mi guardo dentro, non ho mai temuto un tradimento che nei fatti "so" non esserci mai stato con una consapevolezza che di certo non è di questo Mondo. Perché concordato con il Maestro e per un Bene superiore, tuttavia anche ingurgitato molto male, come il fatidico Rospo. Cioè mai del tutto accettato. Solo il mio prossimo e il suo Giudizio era il centro del timore. Di contro il mio difetto più Grande è sempre stata la permalosità. Giuda Iscariota è la figura simbolica che incarna il tradimento per antonomasia. Cosa c'è di più vicino a chi morirebbe piuttosto che accettare di nuovo di tradire ?

Eppure, se ciò che dico è Vero come sento, allora qual'è il peggiore tradimento che l'Uomo può subire, quello verso noi stessi o quello verso il nostro Fato ? Chi davvero viene tradito, il senso della nostra missione terrena o più banalmente solo quello che siamo in grado di accettare ADESSO di noi ?

Allora forse non è nemmeno importante se Giuda Iscariota sia o meno una nostra reincarnazione, ma solo e unicamente ciò che ci può insegnare, solo e unicamente la Grandezza di ciò che procede dalla propria disamina spirituale che sempre sempre sempre, andrebbe condivisa per il Bene Superiore. Non tenuta "segreta".

Come sempre, rifletteteci.

Questa argomento è stata modificata 1 minuto fa da GioCo

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