Identità vs identif...
 
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Identità vs identificazione


pingus
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Nuovo argomento proposto a sociologi, giuristi, filosofi, garanti, amministratori, di cui sento la forte necessità di approfondimento che vada oltre la mera demonizzazione a priori.
L'identità è un concetto base, neutro se vogliamo, probabilmente anche necessario per noi stessi, nella sua accezione intima.
I problemi e gli approfondimenti sono vari e comprendono tra gli altri: cosa contiene il nostro 'record' di identità, cosa ne viene fatto. come viene custodito, quando, come e quanto puo' essere richiesto o deve essere esibito, a cosa è subordinato e cosa ne viene subordinato.
In pratica tutto quanto riguarda il processo di identificazione.

Che sia cartacea, analogica, digitale, sottocutanea o confermata da terzi poco importa.
Che sia onnipresente e diventi sorveglianza, o sia insita in dispositivi di comunicazione che uso, alla fine dipende dalle mie scelte ed e' evitabile
Detta con parole semplici, io ci tengo alla mia identità ma non mi piace mai essere identificato se non quando serve a me.

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cedric
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e' un fantastico comma22!

Se serve a te devi essere identificato per essere servito ma se ti identificano allora non ti serve essere identificato....


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ekain3
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commento trovato poco fa sul web: ''Qui in Canada, la provincia del Quebec sembra essere la prima provincia a introdurre l'ID digitale, qualcosa basato ovviamente su codici QR/pass vaxx, che combina tutte le tue informazioni personali: patente di guida, ID della previdenza sociale, ID dell'assicurazione sanitaria, informazioni bancarie , praticamente, tutto di te.
 
Ho letto che ci saranno sostanziali multe per non conformità e non mi stupirei anche delle pene detentive.
 
L'Ontario seguirà il Quebec a breve poiché è già nelle notizie.
 
Peggio ancora, i miei concittadini canadesi lo stanno accettando  - sì, c'è qualche preoccupazione, principalmente sulla sicurezza dei dati e sulla privacy, ma se ciò che è accaduto negli ultimi 2 anni è un'indicazione, il dissenso sarà di una minoranza .
 
Il nostro governo sta crescendo e ampliando la sua portata: mirano a fornire tutto per te. Coloro a cui piace stare a casa e vivere un'esistenza mediocre lo adoreranno. Per qualsiasi pensatore indipendente, sarà un incubo totalitario.'' https://alexberenson.substack.com/p/in-australia-doctors-are-now-being/comments?s=r
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cedric
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commento trovato poco fa sul web: ''Qui in Canada, la provincia del Quebec sembra essere la prima provincia a introdurre l'ID digitale, qualcosa basato ovviamente su codici QR/pass vaxx, che combina tutte le tue informazioni personali: patente di guida, ID della previdenza sociale, ID dell'assicurazione sanitaria, informazioni bancarie , praticamente, tutto di te.
 

i canadesi arrivano (parecchio) in ritardo.

In italia l'identità digitale è attiva da oltre un ventennio e non serve nessun complicatissimo codice QR per identificarci: basta il codice fiscale. Questa è la definizione ufficiale dello stato italiano

Il codice fiscale è un dato personale che permette un utilizzo significativo, e che agevola l´intreccio di un numero rilevante di banche dati sulla base di una ricerca non nominativa;

La pubblica amministrazione, chiamatela Moloch, Golem, Baal, Grande Fratello, Piccolo Padre, Matrigna Cattiva, ecc tramite quel miserrimo codice di 16 (sedici) caratteri può accedere a tutta, ma proporio tutta, la nostra vita sociale, pubblica e privata che sia

senza alcuna autorizzazione
carta identità, passaporto, stato civile, residenza, domicilio, abitazioni, terreni, auto, moto, barche, cavalli, aerei, stipendio, spese sanitarie, colf, versamenti inps, pensione, isee, patente auto, assicurazioni auto, assicurazioni vita, conti correnti, conti titoli, invalidità, dati sanitari, contratti registrati (affitto e vendite), casellario giudiziale, stato debitorio, tributi e cartelle esattoriali, fatture  e scontrini delle spese, ecc

previa autorizzazione del magistrato (finora!)
cellulari, linee telefoniche, email, social network, bollette luce, gas ed acqua,

Serve quindi distinguere fra il codice identificativo (il codice fiscale unico) e i vari codici di accesso cartacei o elettronici (pin, spid, QR, CNS,CIE, ecc).  I codici di accesso servono solo a farci riconoscere da procedure informatiche o manuali in base al nostro status: sono solo delle banali password.  Quello che conta davvero è il codice identificativo, cioè il codice fiscale che ci assegnano alla nascita e che dura anche dopo la morte. Viene fornito obbligatoriamente anche gli stranieri residenti in italia. Senza codice fiscale forse si puo' sopravvivere acquistando cibo col baratto e facendosi ospitare da qualcuno identificato ma non si puo' fare praticamente niente altro, forse si può andare la cinema ma non allo stadio!

 


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ekain3
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sì ma in Canada è l'ID 2020, quello della Gavi,  Rockfeller legato ai vaccini, all'obbligo vaccinale ricorrente, tra le altre cose, e a blockchain.


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GioCo
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Pubblicato da: @pingus

Nuovo argomento proposto a sociologi, giuristi, filosofi, garanti, amministratori, di cui sento la forte necessità di approfondimento che vada oltre la mera demonizzazione a priori.
L'identità è un concetto base, neutro se vogliamo, probabilmente anche necessario per noi stessi, nella sua accezione intima.
I problemi e gli approfondimenti sono vari e comprendono tra gli altri: cosa contiene il nostro 'record' di identità, cosa ne viene fatto. come viene custodito, quando, come e quanto puo' essere richiesto o deve essere esibito, a cosa è subordinato e cosa ne viene subordinato.
In pratica tutto quanto riguarda il processo di identificazione.

Che sia cartacea, analogica, digitale, sottocutanea o confermata da terzi poco importa.
Che sia onnipresente e diventi sorveglianza, o sia insita in dispositivi di comunicazione che uso, alla fine dipende dalle mie scelte ed e' evitabile
Detta con parole semplici, io ci tengo alla mia identità ma non mi piace mai essere identificato se non quando serve a me.

...E' impossibile. Voglio dire che è impossibile che si possa essere identificati quando "ci va". Tra l'altro l'identità è un processo che si accoda a un problema che rimane, quello dell'indentificazione che non riguarda tanto la nostra identità anagrafica, quanto il potere e le sue proiezioni. Tutte.

Normalmente diamo una connotazione negativa al potere, perché ne riconosciamo meglio e più facilmente le estensioni indesiderabili. Ma poi nel concreto le cose sono sempre più articolate. Ad esempio, qualsiasi espressione di giustizia è per forza un emanazione di potere. Non c'è scelta. Che sia il nostro sugli altri o di un terzo che si fa "primus inter pares" in presunta relazione neutra, non c'è scelta: l'intervento per la correzione di un ingiustizia (presunta o meno poco importa, perché l'esercizio del potere etra comunque in @GioCo) presuppone SOLO l'assenza dell'abuso non dell'esercizio del potere che evidentemente è complesso tenere in equilibrio per chi poi questo potere ce l'ha in mano.

Prima di tutto perché in questo Mondo, tutto, nessuno ha veramente potere su se stesso. Tecnicamente siamo governati da diverse forme di follia e basta. Certo, c'è chi ne è più dipendente e chi meno, ma chi stabilisce qual'è il meno folle? Un giudice? Ma poi, siamo certi che se dovessimo guadagnare uno stato di minore follia poi ci va veramente di mettere mano a un tale papocchio con il risultato facile di venire bruciati? Meglio lasciare che la follia dilaghi e faccia il suo corso. 

Perdonami @pingus, sembra quasi che voglia prendermi @GioCo di te ed è difficile per me dimostrare che è tutto il contrario. Sollevi un problema serio che ha bisogno di risposte che appiano meno evasive di questa. Meno apparentemente volte a screditare (quando così non è) sacrosante preoccupazioni. E' che le parole hanno un peso e Dio solo sa quanto male le usiamo, quanto male con queste riusciamo a fare a noi stessi e ai nostri simili.

Per ciò ribadisco: in condizioni diverse, non è brutto avere una identità digitale e comunque fa parte di un processo (l'ho scritto veramente tante e tante volte) che non si può arrestare, che ci coinvolge ma che va molto oltre la nostra volontà individuale. Noi dentro nel profondo lo sappiamo, sappiamo che ha un significato diverso e che qualcosa che ci trascende vuole ad ogni costo. Qualcosa che GRIDA di essere franterno e quindi vuole prima di tutto sincerità pura, vuole che non ci siano muri a dividerci. Si aspetta una relazione come quella tra genitore e figlio (magari naturale, non da madre surrogata o da sacco placentare artificiale come probabilmente accadrà tra non molto).

Ma il punto è che tutto questo è stato delegato interamente a enti che fungono da genitore surrogato esattamente come Moloch: macchine che sono immaginate come genitori per l'umanità. Quando dico "esattamente" Moloch non sto sminuendo ne scherzando. Intendo letteralmente. Perché lo sblocco della maternità surrogata, a cosa pensi serva @pingus a tutelare le minoranze? Dopo questi 2 anni veramente pensi che sia quella la ragione? Certamente le adozioni saranno meno complicate, ma non pensi che lo stravolgimento del rapporto tra genitori e figli abbia tutto un altro obbiettivo? Tipo rendere merce libera la prole umana? Tipo dare a Moloch cibo senza limiti?

Ecco che allora forse il problema è certamente la digitalizzazione della nostra identità, ma perché fatta in una realtà che non ci siamo mai preoccupati di indagare e chiarire, ci adeguiamo e basta, seguendo istinti non ragionati e "il desiderio di essere lasciati in pace" a farci i ca%%i nostri.

Non c'è senno in un atto simile, intendo delegare a Moloch la digitalizzazione della nostra identità, tanto più se pianificato per sostenere (tra le altre cose) le ragioni sbarellate di pervertiti che vogliono "amare" bambini (disporne a volontà) senza limiti e senza genitori ingombranti che potrebbero interferire con "l'amore eletto".

C'è qualcosa in noi che lo sa, lo vede e per ciò ci appare pericoloso. Ma prima arriva la coerenza e poi forse quella che pretendiamo essere verità e noi siamo presi dall'ansia e dalla necessità di saltare tutte le tappe. Non si può fare. Avremo l'identità digitale e se non sapremo gestirla in tempo per contenere i danno di averla lasciata a Moloch, avremo anche tutto quello che ne consegue.

Che ci piaccia o no.


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pingus
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Ok a tutto, ma prendiamo in considerazione gli aspetti legali dell'"identificazione".
Scrivo a getto qualche considerazione, a seguito di problematiche sorte in questo ultimo periodo:
.Chi identifica gli identificatori? Mi risulta ad esempio che sia obbligatorio apporre cartelli tipo "area videosorvegliata", il peronale aereportuale deve avere un badge ecc. E abbiamo capito ultimamente che per chiedere un GP o una carta di identità ci vogliono determinati presupposti.
.Quali reati e pene pendono sugli identificatori non autorizzati/Identificabili? Mi risulta che da qualche parte ci siano addirittura multe per chi chiede il pass in certe occasioni.
.Se l'essere identificato e' sempre vissuto come un atto singolo (la propria persona), l'identificazione e' spesso un atto di massa, indiscriminato, quindi, se illegale, aggravato.
.Quali protezioni e contromisure tecniche, legali esistono per ovviare ad eventuali soprusi?

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cedric
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Pubblicato da: @ekain3

sì ma in Canada è l'ID 2020, quello della Gavi,  Rockfeller legato ai vaccini, all'obbligo vaccinale ricorrente, tra le altre cose, e a blockchain.

Il che vale anche per l'italia, anzi è pure peggio.

Altrimenti come avrebbero fatto ad inviare le cartelle esattoriali con la sanzione di 100 euro agli overcinquanta non vaccinati? E' bastato incrociare i dati sanitari, i dati fiscali ed i dati anagrafici ed è andata anche bene che ai pensionati non sia stata fatta la trattenuta già sulla pensione, bastava incrociare anche i dati pensionistici ed i dati bancari.

Fra l'altro le blockchain hanno un senso se sono distribuite (e ci debbono essere almeno una decina di copie sincronizzate) e se ci sono enti indipendenti che validano ogni aggiunta. Per contro tutti i dati identificativi gestiti dalla pubblica amministrazione sono completamente centralizzati e gestiti da una sola entità (AGE, INPS, SSN, MININT, ecc)  e sono pure gestiti da un solo gestore anche sono i dati delle istituzioni private (banche, assicurazioni, enti di telefoni, luce, gas, ecc)

Nemmeno negli stati uniti c'è  una tale invasività, non hanno nemmeno una anagrafe decente.

 

 


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pingus
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Ad esempio, qualsiasi espressione di giustizia è per forza un emanazione di potere. Non c'è scelta. Che sia il nostro sugli altri o di un terzo che si fa "primus inter pares" in presunta relazione neutra, non c'è scelta: l'intervento per la correzione di un ingiustizia (presunta o meno poco importa, perché l'esercizio del potere etra comunque in @GioCo) presuppone SOLO l'assenza dell'abuso non dell'esercizio del potere che evidentemente è complesso tenere in equilibrio per chi poi questo potere ce l'ha in mano.

A me l'idea che la giustizia appartenga al potere non suona. Al potere sta l'applicazione. La giustizia appartiene al popolo, come si direbbe. In tribunale ci sono le giurie popolari (ma magari mi sbaglio, ci sono  forse solo nei film USA?)
Bloccare conti, prelevare forzatamente denaro e proprietà, impedire  spostamenti, sostentamento  incontri e attività, subordinare diritto e libertà a un "permesso fino al nuovo ordine",  sono misure che presuppongono una condanna, a seguito di un processo.  (se vogliamo già la patente a punti era stata un sopruso)
Ed e' tramite legislazione emergenziale che vengono bypassati.
Nulla o poco a che fare con l'identità. Tutto con il diritto e la sua applicazione tramite la giustizia. Per questo dico che bisognerebbe fare un referendum completo sulla legislazione dell'emergenza, e confermare con referendum entro n giorni qualsiasi dichiarazione o variazione.
Se il problema fosse nell'identità l'unica soluzione sarebbe fare come i globalisti, doppia tripla nazionalità, danaro all'estero, società di comodo, te la sfanghi legalmente, sei piu' protetto. Si potrebbe organizzare in massa. Stesso discorso per il lavoro. Nonn c'era in Catalogna quella mega cooperativa i cui soci potevano legalmente lavorare, fatturare in tutta la UE, tenere fondi ecc?

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ekain3
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però il concetto di giustizia è storicamente determinato e cambia nel tempo.  La giustizia è sempre la giustizia della classe dominante, scrive Marx, che spesso ha ragione.  E andando indietro veloci nel tempo, da Marx a Platone, La Repubblica, Socrate:- Trasimaco, cos'è la giustizia?  -Trasimaco-: La giustizia è l'utile del più forte.  Concetto che impressionò Nietzsche.

Per esempio la legge elettorale americana è stata studiata dai Padri Fondatori, capitalisti predoni, per non permettere alle classi meno abbienti di avere una reale voce in capitolo elettorale, la famosa democrazia americana è drogata alla base. In Francia, dopo la Rivoluzione dell'89, la regina e il suo consorte hanno dovuto ammazzarli, farli fuori con una guerra civile, una rivoluzione giacobina, per cambiare le cose. Così in Russia nella Rivoluzione d'Ottobre.  Ci sono voluti bagni sangue per fissare il concetto che la legge sia uguale per tutti, la famosa egalitè, di giacobina momoria.  E ancora non si è riusciti a farlo. Non è vero che la legge è uguale per tutti, la Comune di Parigi, del 1870, che si richiamva a questo concetto, fra le altre cose, è stata smantellata e soffocata in un bagno di sangue, e i comunardi macellati come banditi.   La nostra Costituzione, che è durata almeno fino al crollo del muro di Berlino,  è stata sbriciolata dalle elite finanziarie, che detengono il 90% dei beni del pianeta.    Le democrazie egualitaria non te le danno dall'alto; è un sogno dei giacobini, dei comunisti e degli anarchici, roba forte; un' eresia da estirpare senza lasciare traccia. 

qui Pierre Dardot e Christian Laval: "Cosa dobbiamo intendere con «democrazia», ovvero con il potere (kratos) del popolo (demos)? Il termine kratos significa molto prosaicamente la superiorità vittoriosa in una guerra contro nemici, tanto interni quanto esterni. Può anche significare la vittoria di un’opinione all’interno di un’assemblea. Ma si tratta sempre di una vittoria ottenuta dentro uno scontro. Per questo si tratta di una parola «malfamata», che all’interno della polis agli stessi democratici ripugna utilizzare, tanto essa fa sentire che il potere del popolo non è il potere del popolo esercitato dal popolo in quanto tutto, ma quello che deriva da una vittoria ottenuta dal «partito» popolare contro il «partito» oligarchico. Se questo accade, è perché gli stessi democratici, una volta giunti al potere, cedono al «fantasma di una polis unica e indivisibile» e si sperticano a rimuovere la guerra interna alla quale pur devono la loro stessa posizione. Questa guerra è appunto chiamata stasis, parola che in greco significa tanto «posizione» ;«stazione in piedi» quanto insurrezione violenta o «sedizione». Che il senso peggiorativo della parola «sedizione», intesa come aperta guerra civile, abbia finito per prevalere non ci autorizza a misconoscere che, all’interno di una polis fondata sulla partecipazione popolare, ogni posizione politica, e non solo ogni posizione, l’intera politica è in un certo senso «sediziosa». Per questo è oggi importante far risuonare il senso originario della parola «democrazia»: non la gestione pacificata dei conflitti attraverso il consenso, bensì il potere conquistato da una parte della polis in una guerra contro il nemico oligarchico."  Pierre Dardot e Christian Laval, Guerra alla democrazia

 
Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "DON'T PANIC, ORGANISE!"
 
 
 
 

 


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