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IL COMUNISMO ERA UTOPICO E NON SCIENTIFICO?


mystes
Noble Member
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I marxisti amano dire che la loro attività è scientifica: l'angolo della loro bocca sbava e i peli della loro barba si rizzano quando parlano di "materialismo storico". Credono nella loro ideologia quasi quanto un  religioso crede nella sua religione. Non che questo sia un male: avere fede aiuta molto in questi tempi difficili. Il problema è che i marxisti, in generale, disprezzano le religioni. Questa contraddizione diventa chiara quando analizziamo le teorie e le pratiche che difendono.

Veniamo al dunque: il comunismo è utopico, e gli atteggiamenti materiali dei comunisti nel corso del XX secolo lo dimostrano. La professoressa Sheila Fitzpatrick, nel suo libro "Rivoluzione russa" (2017) dice esattamente questo: "C'era una vena selvaggiamente irrealistica e utopica in gran parte del pensiero bolscevico durante la guerra civile. Indubbiamente, tutte le rivoluzioni di successo hanno questa caratteristica: i rivoluzionari devono essere spinti dall'entusiasmo e dalla speranza irrazionale, altrimenti direbbero che i rischi e i costi della rivoluzione superano i possibili benefici. I bolscevichi pensavano di essere immuni dal pensiero utopico perché il loro socialismo era scientifico. I bolscevichi erano entusiasti della rivoluzione. Dire che la Russia era pronta per la rivoluzione proletaria nel 1917 era una valutazione soggettiva, anche se i bolscevichi citavano la teoria marxista delle scienze sociali per dimostrarla. Sostenere che la rivoluzione mondiale fosse imminente era più una questione di fede che di previsione politica e scientifica".

L'insegnante prosegue con alcune curiose prove di questa utopia comunista: i bolscevichi erano così "al settimo cielo" con la loro rivoluzione che nel 1920 decisero di inviare l'Armata Rossa a marciare attraverso la Polonia fino a Varsavia, pensando che i loro "fratelli" operai polacchi li avrebbero accolti a braccia aperte come il salvatore della classe operaia mediante il comunismo. Ma sapete come i polacchi accolsero i comunisti? A colpi di moschetto! Allontanarono il pericolo rosso dal loro Paese! Qualcuno li ricorda e li ammira per questo episodio?   

I bolscevichi avevano fede nel marxismo e che la storia fosse dalla loro parte.

E se pensate che non ci possa essere di  peggio, giudicate voi: quando la guerra civile e la carestia produssero frotte di bambini senza casa e senza alimento, alcuni bolscevichi videro in questo fatto una sorta di benedizione, poiché lo Stato avrebbe potuto dare a quei bambini una vera educazione collettivista e non sarebbero stati esposti all'influenza borghese del precedente modello di famiglia.

A conferma di questo carattere utopico e religioso, un articolo del professor James Ryan intitolato "The sacralisation of Bolshevik violence" (La sacralizzazione della violenza bolscevica), nel capitolo "Political religion and Soviet state violence" (Religione politica e violenza dello Stato sovietico), ribadisce che "il leninismo può fornire l'esempio più chiaro di ciò che può essere considerato una religione politica o secolare". Tra le varie prove presentate dall'autore c'è il fatto che le istituzioni sovietiche esaltavano coloro che morivano nella lotta armata come martiri, le cui vite e morti sarebbero state giustificate dal trionfo del socialismo, e il "sangue puro" degli operai morti era stato offerto in dono per il futuro del "mondo dei lavoratori", con un carattere chiaramente messianico a favore della propria causa.

Per concludere, al fine di ottenere un "domani radioso", gli estremisti comunisti del XX secolo iniziarono a giustificare tutti i mezzi da loro usati. Avevano la fede, una fede basata sul marxismo, che la Storia fosse solo dalla loro parte e che loro fossero gli strumenti utilizzati dalla storia per svolgere questo ruolo fideistico. E niente e nessuno poteva ostacolarli. Qualsiasi somiglianza con i musulmani estremisti che conducono la loro jihad in nome di una causa santa non è una coincidenza.

 

Fonte: https://www.gazetadopovo.com.br/

Trad: mystes


Citazione
oriundo2006
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 3012
 

Bisogna rendersi conto della psiche umana di quell'epoca, di come è cambiata, quali erano i vettori di comunicazione accessibili, di come era importante all'epoca i fattore religioso per confermare, nell'ambito delle verità rivelate, il successo dell'azione umana redentrice e la sua 'giustificabilità' nel promuovere l'azione sociale e non solo il culto personale, eccetera eccetera. L' impulso all'azione, alla violenza di classe doveva essere giustificato per essere adottato e seguito: e lo fu ben oltre il necessario, anche se per moltissimi era un andare oltre il cristianesimo e la passività evangelica proprio per realizzarne il messaggio segreto.

Indubbiamente esistono studi sull'argomento ma sono mera 'sovrastuttura' della sovrastruttura se non teniamo conto di un fatto fondamentale: il comunismo erano i soviet più l'elettrificazione ( Lenin ) in un Paese talmente arretrato da aver abolito solo da poco la schiavitù della gleba.

Dunque erano in gioco tanti elementi che altrove in Occidente avevano già avuto corso e che qui costituivano gli esordi del fattore scientifico in sé considerato come vettore del progresso umano. Questo era inteso linearmente ( oggi sappiamo quanto questo subisca traiettorie molteplici ), ed era vettore che legittimava perchè indubitabile e radicalmente 'nuovo', il 'comunismo' come nuovo modo di produzione 'scientifico' fondato sull'abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione ( e di tutto il resto in realtà ), perchè questa era la vera origine del 'peccato' universale in cui l' umanità era caduta: ma era un discorso che valeva per contadini semianalfabeti che vedevano per la prima volta una lampadina elettrica.

Il fattore religioso cristiano era la base di appoggio del mito socialista perchè di altro le masse non sapevano, era il primo esempio della 'soppressione e conservazione' per le elites, era sentito sia come residuo che pesava nel 'ritardo del fattore soggettivo' e sia come propulsore presso le masse di una chiosa agli scritti evangelici: dopo tutto non era Gesù il primo comunista ? Ideologia vecchia e nuova si confermavano e si completavano a vicenda ( preferibilmente nei Gulag ) ed il Partito era garante sia della continuità storica delle mitologie sia del trapasso forzoso della vecchia nella nuova.

Relazioni ed interrelazioni che oggi si sono perse. Entrambi i miti sono avviati al loro tramonto, l'uno già da tempo, mentre per l'altro stiamo assistendo alla sua progressiva 'nullificazione' da parte delle stesse elites cristiane.

A proposito, perchè avviene questa 'nullificazione' ?

Gli svariati commentatori dimostrano a modo loro il 'tradimento' del papato odierno mettendolo a confronto con quanto loro abbiano potuto apprendere in anni lontani al corso di catechismo da ragazzi. Primo: il catechismo è cambiato trent'anni fa. Leggerselo, anche nelle note a piè di pagina, è importante prima di parlare. Secondo, a certi 'livelli' vi sono saperi inconfessabili: se parlano e dicono certe cose è perchè sanno di certe cose. Terzo: quando il papato con Giampi II ha promosso la crociata e l'ha vinta si era mosso in quanto anticomunista viscerale, dunque in aperta contraddizione con certe parole di Gesù e la vita degli Apostoli. Era lì che dovevate cari amici ribellarvi. Non adesso. Adesso è troppo tardi. Potete andare a nascondervi, grazie. Oppure, come ho fatto io per tante altre ragioni, iniziare il vostro percorso personale oltre dogmi e le follie degli uni e degli altri.

 


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