Oggi il nostro è il dio l'Ignoranza Interiore. Il dio dell'Ignoranza chiede di pregare per auto-imporsi un credere che non avrebbe comunque la forza di imporre. La sua chiesa e il suo dogma è quindi la Fede. Eppure, un conto è sapere di non potersi sottrarre all'ignoranza da cui dipendiamo e accettare questo limite con umiltà, in quanto parte dell'Ordine delle cose vigenti, ben altro è farne una religione o (peggio) eleggerla a proprio Unico Dio.
La Caduta del Tempo delle Religioni del Dio Unico sta tutta qui. Ma ci vorranno secoli per capirlo e in specie le conseguenze di quanto ho appena scritto.
Non c'è nessuna correlazione tra la Fede e l'Amore Universale. L'uno fa capo a un principio di Ignoranza, l'altro a uno di Armonia. L'uno ha come guida il possesso, la sicurezza e la forza, l'altro l'adattamento, la condivisione e la saggezza o convenienza di tutti.
La via surrettizia che vuole che la Fede richiami l'Amore, sta alla realtà come una cozza nel deserto: fuori posto. Mantenere in vita quella cozza costa quindi un patrimonio. Ma non per colpa della cozza e nemmeno del deserto. L'unico amore che impone la fede è quello verso l'ignoranza e per assurdo, dato che l'Amore Universale poi non ha confini per principio, pure quello a volte riesce uguale a rompere le barriere del possibile e accedere all'impossibile. Ma è come pretendere di divenire un essere superiore con la tortura che poi è l'icona oggi incensata. Il divino che nasce dalla via crucis.
Solo la via più miserabile e orrenda, nessuno la sceglierebbe se sapesse o non fosse costretto dalla sua miserabile condizione...
Se vivi nell'ignoranza non vedi quale possa essere la via della convenienza comune. Sei un disadattato, cronico aggiungerei, non tanto rispetto al contesto dove vivi che può essere "la vasca dei pesci" adattata alle tue esigenze e dove trovi comodo vivere, ma per principio e spiritualmente, cioè per quanto riguarda l'ordine più generale di tutte le cose, vicine e lontane. In primis quelle che regolano la via del perfezionamento interiore.
Se vivi nell'ignoranza devi lavorare e devi lavorare duro anche solo per poter respirare. Avrai comunque una vita breve, perché devi combattere ogni santo istante per avere anche solo quanto ti occorre per sopravvivere. Ma ogni stilla di Vita rubata ti costerà l'impossibile che tu lo sappia o meno, caricandoti la coscienza di pesi che tu puoi pure dimenticare al momento, ma il conto ti verrà presentato comunque. Ogni miseria che fa la differenza tra vivere un po' peggio o un po' meglio, varrà per te più dell'oro e sarai disposto a passare sul cadavere di chiunque pur di avere quella minuscola differenza. Questi sono i pesi che dovrai scontare nelle tue vite successive e per crescere.
Nella misura in cui dipendi dall'ignoranza della vita presente, questa è la realtà che vivi e quando parlo di ignoranza, indico un ingnoranza emotiva, specificatamente. Cioè la misura della mancanza della raggiungibilità della tua pace interiore. Una pace per lo più che viene dissimulata e che adora esistere in funzione della "perdita dei freni inibitori". Ne è attratta come il miele le mosche.
Facciamo un esempio meno fine di conoscenza che in altre sedi ho chiamato "canoscienza" in onore a Dante, per distinguerla dalla dottrina che ha cancellato oggi da ogni consesso quello specifico "modo di conoscere", perché incompatibile con il modernismo e in specifico per il confronto con la macchina che occorre per mantenere la dottrina divinizzata dell'ignoranza.
Esseri che come me "fanno da sentinelle" della coscienza collettiva non mancheranno mai, un po' come i suricati, detti anche "sentinelle del deserto", "osserviamo" dove non c'è nulla (in apparenza) da vedere per antonomasia. Non sono speciale, non ho "voluto" nulla, sono spinto da una volontà che è superiore alla mia e ne sono lucidamente cosciente. Se non me chiunque altro andrebbe bene. Eliminare la sentinella serve a poco, la stessa coscienza collettiva ricrea senza soluzione di continuità quanto occorre a prescindere da qualsiasi cosa accadrà.
Per quanto mi riguarda non ho aspettative. Questo Mondo sensibile ha smesso di rappresentare per me un attrattiva. Non che non ci sia nulla di importante, intendiamoci, ma non c'è nulla di "sufficientemente importante" che mi faccia desiderare di tornare a rivivere "il momento" nell'identificazione. Nulla che sia importante tanto da alterare la necessità profonda di coltivare la pace interiore con ogni mezzo.
Qualsiasi esperienza considero, confrontata a ciò che ora conosco, appare assurdamente miserabile e povera oltre ogni evidenza. Possiamo un po' considerare qualcosa che scimmiotta in modo vago, nulla più. Certo, accettare quell'altra realtà è impossibile senza calma interiore. Non puoi vedere oltre il velo dell'agitazione se a comandare e la tua pancia, così come non puoi vedere dove va la barca nella tempesta.
Non puoi nemmeno ammettere che a comandare è la tua pancia, quindi "renderti conto" che è così, finché non smetti di dipendere dalla pancia. Allora capisci e vedi che le cose non erano affatto come hai creduto fino quel momento. Non erano affatto come la fede ha voluto fartele considerare. Non erano importanti ad esempio, ne necessarie e nemmeno utili. Erano solo inutilmente dispendiose, come il cibo dato ai parassiti e che non fa nemmeno a loro "bene". Come un individuo sotto ipnosi, "ti rendi conto" di avere vissuto una esistenza alterata che consideravi normale.
Chi comanda sa che la dottrina della Ignoranza è fondamentale per comandare e non va oltre. Tutta la sua esistenza la concentra nel dispensare quella dottrina e null'altro. Non si può prescindere e non si può accettare che il governo possa essere in parte è per la legge dell'Armonia anche lasciato all'individuo senza pericolo. Si impone il pericolo e per tramite di esso il dogma della divina Ignoranza.
Noi come Ratti o Scarafaggi scappiamo via dalla spazzatura non appena la nobiltà la agita con la punta dell'ombrellino. Quella montagna maleodorante è anche il cibo di cui ci nutriamo quando ci viene imposta la Legge della divina Ignoranza, cioè ad essere buoni il 99,9% delle volte. Praticamente, per noi, sempre. Stiamo da millenni vivendo nella Geenna, ci siamo trasferiti "armi e bagagli" in questo "regno diversamente sensato", vi abbiamo costruito dentro i nostri migliori successi e adesso non ci sognamo manco per il ca%%o di mollare la presa. Abbiamo merda in mano e nuotiamo nella merda, ma è la "nostra" merda e guai a chi ce la tocca. Chi ci prova è certamente geloso e non può capire... L'importanza. Come il bambino il ciucio.
Quando vedi tutto questo, poi non ti soprendi a vedere gli altri così agguerriti, ma tu a doverli seguire nel loro miserabile impegno a fare del loro peggio per poter almeno "portare conforto" tra i miserabili. Ti sorprendi a vederti tra tutti il peggio... Perché per arrivare dove sei arrivato hai dovuto nuotare a lungo in quella merda... Consapevolmente.
Il conforto della canoscienza non è bello. Per nulla...
Grazie GioCo...ti leggo da anni...ti sono grata, come lo sono a Bertozzi, o a Il Contadino o Gix e altri ancora...tu sai racchiuderli tutti, come se fossi un tuttuno di ogni pezzo del mosaico, antico e prezioso, ed é questa, per me, la " conoscienza" , che é poi anche la forza interiore che sai trasmettere, inclusi lati molto umani, di certe inconsolabilita.Lati che su un piano più metafisico, sono UNO con tutti gli altri più GioCosi o Gioiosi....gli umani dal dio dell ignoranza li hanno financo confuse e chiamate aree confort e per fottersi meglio, si sono fatti infinocchiare dalla capacità di "resilienza" ( orroreeee), ergo comandati a uscire dalle zone confort ...no comment, con un bel chissenefrega
Ti/Vi abbraccio