Edulcorare un pensiero equivale a confonderlo. E' arduo capire la portata di questa banale constatazione.
Ad esempio, ieri cercavo di dire ad un mio assisito (un termine di confronto d'eccellenza) come nelle storie Disney e in generale in città come Topolinia o Paperopoli non esiste una vera relazione famigliare e in particolare tra figlio~genitore. Sono tutti nipoti e zii.
La risposta "di genere surreale" che ho ricevuto è che non è vero, Qui Quo Qua ce l'hanno una madre e le relazioni parentali ci sono, perché il primo giorno che si sono presentati in casa di Zio Paperino la lettera con cui si erano presentati era firmata Della Duck, la madre appunto di sti pargoli.
Perché sussiste la necessità della giustifica per una roba così evidente e in fondo anche marginale ? Facciamo attenzione che il nostro pensiero è tutto volto a trovarle e che si produce in maniere straordinariamente sofisticate. Cerchiamo di capire meglio.
In effetti mi trovo quotidianamente a lottare con l'evidenza evidente che il pensiero è vincolato alla morte ed è IL pensiero dei Morti. Ma cosa significa esattamente e cosa c'entra con Paperino ? Tranquilli, il mio demone impone lo approfondisca. Eseguo.
Il principio del pensiero dei Morti è che la Mente rimanga vincolata (a livello attentivo sottostante) alla fine. Non necessariamente al tempo futuro e a ciò che accadrà, ma proprio all'idea astratta che si possa riprodurre una fine, ad esempio stabilendo fini e obbiettivi in un progetto. D'altronde ogni buona storia ha un finale e noi la leggiamo proprio ed esclusivamente per arrivare alla conclusione, quando l'eroe giunge al suo epilogo.
Che sia poi una fiaba, un mito o la nostra Vita poco cambia. In un certo senso anche la nostra Vita è un progetto e quindi deve avere dei fini e degli obbiettivi. Naturalmente uno dei modi per giustificare questa tendenza è dire che non si può fare a meno di concludere qualsiasi pensiero. Che non ha senso, ne è realistico, tanto come affermare che Disney ci abbia dato effettivamente genealogie famigliari non meno che surreali di intere società, ma tant'è... Che non si lotta con la confusione, ne si può "ragionare" con un ubriaco. Lo si riaccompagna a casa perché si faccia una bella dormita e si aspetta che gli passi la sbronza.
Il punto è capire dove ci troviamo... A che punto della Storia dell'Uomo. Noi ci troviamo esattamente nella Tana di Shelob, non proprio per farci una vacanza e quindi "svegliarsi" non è una meraviglia... Infatti non ti svegli, preferisci tornare a dormire che quello è SOLO un incubo. Ecco da dove deriva la "necessità" di edulcorare e di mantenere la Mente legata alla giustificazione indipendentemente da poi quanto questa appare paradossale, assurda o surreale. E' la paura che ti suggella il vincolo ed è bene non insistere. Non si può è basta. Ma proprio e solo per rispetto del poveraccio che si agita ancora nel sacco del tecnoragno.
Noi dipendiamo dal veleno del tecnoragno. Intendo proprio fisicamente, non possiamo farne a meno. Allora ? Come se ne esce ? Cos'è poi sto "veleno del tecnoragno" ? @GioCo di che ca%%o vai cianciando ?
Calma, un passettino alla volta. Per uscire dalla situazione disastrosa che pare non avere uscite, il primo passo è rendersene conto e almeno su sto punto non mollare. Ma poi non basta, certamente. Il "veleno del tecnoragno" è il pensiero dei Morti, la necessità di tenere vincolata la Mente all'illusione. Approfondiamo. Si tratta di un meccanismo, appunto un tecnicismo da cui deriva poi il termine "tecnoragno" che uso spesso, atto a tenere rivolta verso se stessa (autogenamente) la Mente in modo che sia essa stessa a prodursi per mantenere attiva l'illusione. In pratica prima costruisce una percezione (il più possibile complicata e particolareggiata) di se stessa che è l'identificazione, ricavata dall'esperienza sensibile nel corpo fisico, poi da questo guazzabuglio, questo intruglio simile alla pozione della strega nel pentolone che conserva la caratteristica di non avere alcun senso compiuto se non nella sua propria complicata forma, tipo frattale che riproduce fedelmente i profili delle coste di una realtà geografica a partire da elementi geometrici banali ripetuti all'infinito, come il triangolo, vincola il Pensiero alla Morte di se stessa. La morte della Mente che mente. Cioè alla fine del frattale che siamo diventati. La maschera.
Ora, il "veleno del tecnoragno" non ha antidoti e riproduce confusione in luogo di dolore. Mi spiego meglio: dato che questo stato illusorio ha poi la necessità di farci in qualche modo vivere, l'unico modo per rimanere "nutrienti" per il tecnoragno e farci rimanere felici. Tuttavia lo stato allucinatorio in cui ci troviamo riproduce continuamente la marcescenza perché è esattamente quello che stiamo vivendo in pratica nella Tana di Shelob. Siccome la Mente che mente è vincolata alla morte è impossibile non rimanere attratti (cioè fascinati) dalla marcescenza in tutte le sue forme. Da qui la magia nera e tutte le sue devianze alla "MKUltra" oltre che l'apparenza dell'esercizio del suo potere. Cioè il fatto che appare dominare ogni cosa in ogni dove.
Allora ? Allora semplicemente il pensiero dei morti non fa che riproporre l'idea della colpa e la spalma ovunque e quantunque. E' colpa nostra di qualsivoglia cosa e da qui il pensiero che ricerca ossessivamente la colpa da qualsiasi parte. Tipo che è colpa dei miei vicini se non riesco a dormire perché fanno rumore la notte. Ma possiamo sbizzarrirci tanto dove coi coi, non è una questione di luogo o di momento, ma una costante. Sei capace di accettarlo ? La risposta è ovvia: solo se non sei dominato dal terrore di ciò che ti circonda. Cosa difficile se sei cosciente di stare nella Tana di Schelob, più facile se pensi di stare a casa tua, tranquillo nel tuo tran tran quotidiano. Magari tra una preghiera e l'altra, se sei fedele e se credi in qualche Dio o Trascendenza mistica.
Ora, il veleno del tecnoragno è vero che non ha antidoti e quindi è praticamente impossibile risvegliarsi. Di fatto ogni risveglio non è che un diverso stato allucinatorio perché poi devi dipendere comunque dalla Mente che mente per sapere qual'è la verità ma se questa mente... Non la sai e basta. Tuttavia "in automatico" l'insistenza e l'esagerazione (cioé l'abuso costante di veleno) finisce per generare resistenza. Non è volontaria, si produce da sé e basta perché fa parte dell'Ordine di tutte le cose e nemmeno Shelob può farci nulla. Mano a mano che si sviluppa resistenza il tecnoragno deve aumentare le dosi. Non può fare altrimenti dato che il suo veleno è davvero oscenamente potente ma proprio per questo non ha un "opzione B". Se non funziona deve aumentare la dose. Il rischio di abuso quindi non fa che aumentare con la necessità di ricorrere a dosi sempre maggiori che mettono a nudo il processo appena descritto, il tecnicismo sottostante.
Come si "contrasta" il veleno e come si può "contenere" la devastazione che produce ? Rimanendo ancorati alla coerenza in controtendenza. Perché la coerenza obbliga la Mente che mente a risalire al principio che non è una garanzia di nulla, tanto meno di verità, ma si oppone banalmente all'azione del veleno del tecnoragno che costringe la stessa a rimanere fascinata dalla fine.
Tutto qui.