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Limitata e opprimente Visione del Mondo


GioCo
Noble Member
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Ecco, il mio demone vuole che siano rimesse in circolo consapevolezze perdute e che rimangono prigioniere dell'incoscienza collettiva, come bagliori argentati sull'acqua sparsi un po' ovunque.

Vuole che sia portata alla vostra attenzione questa serie di argomenti:

1) Il principio della propietà e del sacrificio che ci domina (scolastica)

2) L'estensione del Multiverso rispetto l'allineamento del pensiero (riduzionismo)

3) Sensi, diretti (ingresso) e indiretti (uscita) come nel videogame (educazione)

Come sempre, la mia miserabile persona la vedo come totalmente inadatta a un tale compito. Tuttavia il mio giudizio conta meno del 2 di picche.

Come sempre, quel che dirò non ha nulla di Vero, nel senso che non cerco, non spaccio e non pretendo alcuna verità nel portare alla vostra attenzione i miei vaniloqui, mi limito a seguire un principio di coerenza il più allargato possibile partendo da constatazioni condivisibili. La Verità è Sacra per me come la Logica, sono le mie divinità e guide Supreme. Eppure rimangono divinità che dimorano in Terre Fantastiche oltre le barriere nebulose del Tempo e dello Spazio e putroppo questo è ben più "vero" di quanto sarebbe auspicabile, ma è solo una constatazione e null'altro.

Noi viviamo di falsita, per la falsita e con la falsità. Dove coi coi, non c'è in questo senso nulla di più "paritetico" e "democratico", nulla che abbia più "par condicio" della constatazione del falso. D'altronde ce lo ricordava anche Gaber in una sua famosa canzone: "il tutto è falso e il falso è tutto". Certo, come sempre un conto è accettarlo e un altro è sostenerlo.

Se è già difficile accettare l'inaccettbaile (per noi) allora quanto è difficile sostenere quell'inaccettabile? Il mio demone comanda, mi chino ed eseguo, eppure per molto meno tanti altri sono stati messi al rogo, diffamati, presi a sassate e chi più ha fantasia più può avvicinarsi al costante danno che l'umanità a subito a causa del buon senso.

Non perseguendo alcuna velleità se non la coerenza non mi interessa tanto parlare di qualcosa che comunque rimane irraggiungibile, ma di altro e più vicino e con ciò secondo me persino più importante. Non in assoluto relativamente a chi siamo, da dove proveniamo e dove siamo diretti. Non per tutti quindi "la risposta" è la stessa e questa relatività non riguarda la Verità ma la coerenza. Se parlo a un figlio del buio cosa posso dirgli? Che è perduto? Lui lo sa, quindi cosa posso dirgli? Parlando invece a un figlio della Luce che è perduto nel buio cosa posso dirgli? Ecco, qualcosa in questo caso ha senso dire.

Per esempio che la Luce prevale anche dove meno te lo aspetti. Se accendi un fiammifero in un luogo buio, per esempio uno scantinato senza illuminazione, ti accorgerai che il buio che domina non lo divora ma si ritira e attende che esso esaurisca la sua carica di Luce. Eppure è "solo" un misero fiammifero. Allora, metaforicamente, vale più il buio o la luce?

Domanda sbagliata!!!

Non vi avevo già ricordato che la cosa più importante non è trovare le risposte, ma farsi le domande corrette? Se infatti tutto e Luce e tutto torna alla Luce perché non è mai andato o venuto da essa ed è quindi sempre rimasto in essa e ciò che si muove si muove esclusivamente per un effetto illusorio, allora cos'è il "buio" esattamente? Perché ci provoca quella sensazione sgradevole?

Una parziale risposta ce l'abbiamo dal principio che la luce che osserviamo, non è tutta la luce osservabile "potenzialmente" e a sua volta questa non è tutta la luce. C'è una luce che filtra dalle barriere dello spazio e del tempo ed entro di esse poi si manifesta. Come il sole ad esempio. Poi c'è una luce che rimane oltre quelle barriere e che siccome non vediamo, allora per noi acquisisce il senso del buio. Come il resto della luce in questa dimensione di spazio e di tempo che non vediamo comunque. Se potessimo vedere tutto lo spettro elettromagnetico, questo Universo ci apparirebbe molto luminoso e ancora più Luce possiamo trovarla oltre.

Quindi il buio è esclusivamente ciò che non si Vede. Mentre la Luce è tutto ciò che c'è ed è copresente a noi. Il futuro ad esempio non è "assente", semplicemente è inaccessibile in via ordinaria, cioè è meno accessibile dei raggi X che oggi siamo capaci di gestire in via certamente più comunemente accettata e perché la loro natura "invisibile" ma fisicamente presente è "scientificamente" condivisa. Noi quindi abbiamo accettato che possa esistere una dimensione invisibile, ma non che la Luce ne sia l'essenza. Eppure solo tutto ce lo suggerisce.

Prendiamo un esempio con cui "combatto" da tempo. Il principio del "buco nero", cioè una forza cosmica data da un collasso solare che diventa una specie di "divoratore onnivoro" di luce, quindi energia e materia. Nulla pare sfuggire a un Mostro del genere. lasciando perdere che tale soggetto astrale nasce da un'esplosione che espelle materia e se tanto mi da tanto, la diminuzione di massa generale dovrebbe impedire il collasso, la questione di fondo rimane che la fucina solare "genera massa" che si concentra al centro ed è quella che poi collassa, allora le domande possono essere: da dove proviene la "massa" solare aggiuntiva? Risposta sconcertante: "dal nulla". Esattamente come la scissione dell'atomo "genera" energia "dal nulla", allo stesso modo la fusione "la crea". E' evidentissimo che qualquaglia non cosa, nella coerenza del ragionamento "scientifico" intendo e non solo perché è in disaccorto con la meccanica della fisica classica che vorrebbe la conservazione della massa come principio inalienabile. Sappiamo da tempo che nell'infinitamente piccolo come nell'infinitamente grande la fisica classica non basta.

Non essendo poi un fisico e non occupandomi di queste faccende, mi fermo al principio e noto con sconcerto che il "buco nero" ha acquisito nel tempo l'ideale metaforico di Forza Forte del Buio che prevale su qualsiasi Luce. Il Buio che acquisisce il potere di inghiottire la luce. Ecco che quindi ci troviamo qui a scongiurare questa ennesima manovra di depistaggio dell'attenzione collettiva da parte delle solite centrali mefistofeliche. Con la speranza d'aver miglior fortuna rispetto le altre e la consapevolezza che è il pensiero fa la differenza in queste faccende. Allora, carissimi, se una stella che concentra la sua forza diventa oscura, sarà perché ha perso luce o perché ne ha guadagnata "troppa"? Sarà perché è diventata una Forza Forte propria del Buio che tutto risucchia come appare e sembra o perché troppa luce concentrata strappa la "pelle" che ci divide (lo spazio-tempo) dall'origine e diventa con ciò un portale aperto verso ciò che sta dall'altra parte che per ovvi motivi non possiamo vedere? E se inghiotte "materia ed energia" sarà perché quella è la residua luce filtrata che torna da dove proviene e dove comunque è destinata a tornare o perché osserviamo un Mostro Cosmico all'opera?

La mostruosità è qui certamente Cosmica ma solo per quanto riguarda l'ignoranza che ci domina nella Mente.

Vedete allora come è facile prendere un evento e farne metafora che rappresenti il suo esatto contrario? Così è per tante altre "idee" proprie della scolastica, cioé l'azione inquisitoria ecclesiastica che è la base della nostra attuale educazione e della nostra cultura demoniocratica. Pensieri che ci dominano e che si cumulano nell'animo e nella spiritualità collettiva come spazzatura mentale, andando a confondere, disturbare il nostro senso del Vero e del Giusto interiore. Esso incrosta quella che dovrebbe essere l'opera summa che è dell'Intelletto, non del semplice cogitare, ma di quello che mette cuore e pensiero in armonia con il Cosmo ed è soltanto la Luce che riesce a farlo.

Luce metaforica? Luce nel senso più ampio del termine che non dovrebbe mai essere intesa meno che fisica. Semplicemente perché il nostro corpo è di fatto di luce, fisicamente intendo e non è un caso. Accidentalmente è luce (ma preferisco il termine "energia organizzata") che si manifesta come carne, sangue e ossa in questa parte del Mondo. Ma questo dipende dalla natura di come tale luce si organizza e basta. Tra la luce e il pensiero c'è poi una relazione strettissima. Anche scientificamente e con la scienza d'accatto che abbiamo intendo dato che la ricerca attuale "riduce" il pensiero ad attività elettromagnetica dell'encefalo. Una miseria rispetto la sua estensione che però comunque è di luce!!!

L'inquisizione fa poi la stessa sequenza di errori escatologici che propria del "buco nero" che dovrebbe essere inteso al massimo come un "buco bianco" inosservabile al suo interno. Cioè riduce la Mente a una macchina. Errore che dipende dal disperato tentativo di tenere separata ad ogni costo la scienza dall'escatologia. Una vera e propria opera circense, da spettacolo falso ma incredibilmente ricco di fascino come un film fantastico al cinema, tipo Matrix. Un inganno insomma, splendido, bellissimo, struggente e appassionante ma solo illusorio come tutto il resto della semantica scolastica. Solo illusioni e basta.

I due pilastri della scolastica sono la "proprietà" che poi vedremo adesso è intesa nel senso univoco di furto (bieco) espresso in altri termini più accettabili e "sacrificio" che poi è passione nel senso di sofferenza portata sempre alle estreme conseguenze, cioè esagerata. Questi due pilastri hanno due rappresentanti, una certa anima giudaica e un altra cattolica. Per estensione poi dato che ci dominano nel pensiero, si parla di cattogiudaismo, ma è bene sempre precisare che un conto è il tavolo e ciò che vi si raduna attorno e ben altro poi è ciò che vi ruota attorno. Non è mai da confondere il tavolo con la realtà in cui esso agisce. Il tavolo raduna l'essenza terrena della massima rappresentanza dei figli del buio che comandano perché il resto dell'umanità dorme e continua a dormire sonni molto profondi, nonostante tutto e nonostante la sveglia stia suonando da un pezzo. Attenzione, non dico con ciò di essere meno che parte dell'Incubo di tale sonno, solo che non c'è mezzo se non l'incubo per esprimersi coerentemente alla situazione, cioè di apparire meno che folle tra i folli per poter esprimere coerenza. Così se dico qualcosa di sensato, non faccio altro che parlare di qualcosa di inaccettabile o "folle". Perché va contro tutte le tesi scolastiche ("folli") dominanti che sono poi l'assunto, il fiele del filtro alchemico che viene assunto di continuo, sempre e comunque tanto nel cibo come nell'acqua e nell'aria e che ci sprofonda nel Sonno della Ragione o dell'Intelletto, cioè nell'incapacità di mettere in accordo il cuore con il pensiero ed essi con il Cosmo.

Va da sé che ciò che mi spinge è da sempre colui che agisce in opposizione a quell'oscurità e aggiungo anche mai per essere "contro" la stessa. Non si può essere "contro" ciò che non si vede e ciò che si vede semplicemente lo si integra e gestisce.

Ma torniamo al punto della proprietà. Noi apparteniamo a quel ceppo di dominio schiavile del pensiero che considera "possibile" possedere qualsiasi cosa. Per ciò possiamo dire ad esempio: "mi appartiene questa montagna e questa foresta". In che senso scusa? Dovrebbe essere la domanda coerente. Ma non per la scolastica ovviamente. Nel senso che qualcuno, un terzo incomodo e del tutto estraneo alla suddetta montagna e foresta, censisce che "tizio e caio" possiedono e con ciò "certificano" che tale proprietà è trasmessa. La vendita della Fontana di Trevi che faceva Totò in un suo film ha lo stesso identico significato, la differenza sta solo nel fatto che la prima è da noi considerata una cosa inappuntabilmente "seria" e la seconda una rappresentazione "ridicola" ed esagerata. Solo un atto della Mente, un illusione, separa l'una dall'altra. Ovviamente per mantere l'illusione c'è poi la Forza Pubblica che interviene per far rispettare "la legge" che è unica e sola garante del primo pilastro. Quindi riassumendo, qualcuno acquista il dominio su un territorio (con la guerra?) e poi lo cede. Come al tempo delle Signorie medievali solo che tutto è ammantato di ordinaria amministrazione comune e tutti ne usufruiscono. Nulla più che scartoffie, burocrazia. Al tempo antico era la Chiesa a garantire per editto divino che un nobile potesse avanzare pretese su un territorio. Di fatto la Chiesa si limitava a riconscere il vincitore nelle contese (sanguinose) territoriali tra potentati, tuttavia questo procedeva dalla presa sulla Mente del resto della popolazione che attraverso la scolastica insegnava come Dio fosse l'unico proprietario di tutto e la Chiesa fosse il suo emissario in terra oltre che l'ente (unico) deputato (unilateralmente) all'amministrazione delle cose terrene e che quindi aveva mandato per gestire materialmente il trasferimento di quella amministrazione. Perché se il bene spirituale rimaneva amministrazione unica della Chiesa quello materiale poteva comunque essere trasferito, non era necessario che se ne occupasse la Chiesa. Avete presente la frase "datemi il controllo della moneta di una nazione e non mi importa di chi farà le sue leggi" di Mayer Amschel Rothschild (1744 – 1812) ? Il principio è quello, basta sostituire la moneta con la spiritualità, cioè l'attribuzione per fede che il tuo sia un mandato divino col diritto di trasferire un diritto pretendibile.

Oggi Dio non è più il proprietario simbolico di tutto. Ma il principio di trasferimento del diritto alla proprietà è rimasto. Certo, come era illusorio (=ipnotico) il potere ecclesiastico di un tempo di assurgere al ruolo di rappresentante divino in terra e oggi ci fa un po' sorridere, allo stesso identico modo però lo è oggi la proprietà trasferita a un privato da un ente astratto come lo Stato che agisce esattamente come faceva la Chiesa medievale e limitandosi a certificare e gestire burocrazia, perché in sostanza tutto dipende poi dal pensiero collettivo residuo che "da forza" a questa messinscena.

La credenza (in buona sistensi) che si possa effettivamente pretendere il possesso materiale di un bene (o di un servizio) solo perché certificato da un terzo estraneo (=alieno) e poi perché difeso con la forza da quest'ultimo, non cambia la sostanza. 

Che è sempre sempre sempre, la pretesa di far valere tale "diritto" su un bene o un servizio che non ha modo o ragione da opporre a quella pretesa totalmente campata in aria e "folle". Cioè priva di qualsiasi senno o buon senso e applicabile solo perché comunemente accettata e condivisa internamente alla comunità umana. Un bosco non dirà mai che non è d'accordo e anche una montagna. Semplicemente continuerà a fare quello che ha sempre fatto, fottendosene delle questioni antropologiche e che riguardano solo noi. Forse se potesse parlare farebbe notare l'incongruenza che un essere tanto insulso e piccolo non se ne fa nulla di una foresta o di una montagna e in ogni caso per lui ha più senso lasciarla dov'è a fare quel che sta facendo, riducendo al minimo l'impatto delle sue esigenze rispetto quell'Ordine Costituito da sé. Eppure... Il semplice pensiero di poter esercitare un diritto di proprietà poi ci fa sentire anche in diritto (per estensione) di disporre di quel territorio come vogliamo. Per esempio spianando la montagna se ci da fastidio o la foresta se volevamo una piantagione di cavoli. Da qui a divenire "agente antropologico nemico dell'ambiente in cui vive" è un attimo e da ciò poi ricaviamo l'autocondanna che è propria del nostro "zeitgeist" attuale. Proseguendo su questa china per arrivare poi a considerare se stessi Dio e gestire allo stesso modo "del tutto squilibrato" il globo e i simili è un attimo.

Tuttavia, questi pilastri per reggere tutta l'assurda impalcatura di scemenze e a causa della portata straordinaria delle stesse, per qualità, quantità e mezzi necessari obbligatori, ha bisogno di ben altro. Il teatro non sta in piedi solo per l'infrastruttura, ci vogliono scenari e commedianti, luci e musica, sorveglianti e camerini riservati, parti in commedia e registi, palco e posti a sedere comodi per gli spettatori che dovranno rimanere "rapiti" (cioè tenuti distratti) dallo spettacolo, gestendo ogni potenziale distrazione dalla distrazione. Ok, ma "esattamente" tutto questo sforzo... Perché? Da cosa dovremmo rimanere distratti?!

Dal multiverso che è infinitamente più ampio di qualsiasi cosa possa essere concepito o concepibile. E' letteralmente qualsiasi evento e sequenza di eventi esprimibile in uno spazio coerente. Che non è quello fisico a noi noto, quello è solo un possibile modo in cui la Luce si può organizzare e basta. Nel momento in cui la Luce si organizza in una successione di eventi avremo un Tempo e con esso sarà uno spazio ove tali eventi rimarranno circoscritti. Come un romanzo o un sogno. C'è un inizio, una fine e una successione di eventi a catena.

Ok, direte voi, ma dal teatro a questo "multiverso" che citi cosa cambia? Illusorio uno, illusorio l'altro. Ni, c'è una differenza che ci porta all'ultimo punto.

I Sensi non operano in due direzioni. I sensi "in ingresso" (cioè che sono rivolti al nostro interno e per catturare gli accadimenti) sono in un certo senso "diretti" e con ciò meno manipolabili. Non nel senso che non operano tramite filtri, ma che tali filtri arrivano solo fino a un certo punto e che la loro portata è limitata. Alterano certamente l'osservato e in vari modi, tuttavia lo spazio per agire e per influenzare l'osservazione è minimo rispetto i "sensi" in uscita che con ciò e per mero confronto possiamo dire "indiretti". Non siamo mai "noi" a controllare le nostre azioni, ma è un meccanismo, il corpo, che media e ciò rende l'interferenza così fluidamente accoppiata alla nostra volontà residua originaria da diventare quasi invisibile. Facciamo di continuo cose che in realtà non abbiamo mai desiderato o voluto e in specie nel nostro profondo e questa è solo la punta dell'iceberg. In realtà è davvero raro lo spazio "autentico" delle nostre azioni originali. Più facile è "l'integrazione" cioè il considerare nostre azioni che non sono assolutamente originate da noi.

No, non andrò oltre perché non me la sento e il mio demone non mi obbliga (ancora). Ciò basti a rendere però coerente il motivo per cui è necessario il teatrino e la distrazione continua. Se è tramite l'osservazione (per esempio constatando) che noi possiamo svincolare la Mente alla presa Magica del Sonno dell'Intelletto, perché è dove c'è per noi più spazio di manovra è chiaro che è obbligatorio immergere tutta la Mente in uno spettacolo, un opera faraonica di facciata esteriore che possa tenere costantemente distratta la Mente. Se no i Polli poi scappano.

In ultima analisi, il potere è sempre una forma di possessione. Noi possediamo il corpo e con ciò ci illudiamo di agire. In realtà questo è un corpo concepito per essere posseduto da qualsiasi "cosa" in grado di prenderne il controllo, come un vestito che può essere indossato da chiunque. Per ciò uno lo può "comandare", ma chi guida, chi conduce il mezzo, non è affatto detto che sia colui che sarebbe auspicabile guidasse tale mezzo o colui che riconosce se stesso come guidatore o colui che la collettività riconosce come guidatore. Peggio, il costante "demandare" la guida del mezzo, perché ad esempio "troppo complicato" e quindi "necessitante di professionisti appositi" ci obbliga a stare seduti e passivi al suo interno, con la postilla che però qualsiasi "manovra sbagliata" ci verrà poi attribuita perché eravamo semplicemente noi i responsabili a bordo.

Quando per ciò la Chiesa e lo Spirito (del nostro Tempo) che ci abita suggerisce una colpa per qualsiasi cosa accada, tanto che è persino considerato per fede tale colpa il discendente di un peccato originale che ci perseguita e da cui solo la Chiesa ci può salvare, provate a rispondere alla provocazione "ognuno pensa a se stesso, sempre e comunque" ed avrete la migliore descrizione in "real time" del pensiero che domina. Un pensiero che raramente è vostro ma sempre è identificato.


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