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Mostra coraggio morale, soprattutto ora. Agire ai tempi del coronavirus.


Pfefferminz
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https://reitschuster.de/post/zivilcourage-zeigen-jetzt-erst-recht/

Traduzione:

Raramente il coraggio è stato più importante di quanto lo sia oggi. Ma sembra che nel corso della crisi questo tratto caratteriale stia svanendo, scrive l'autrice di libri e terapeuta della visualizzazione Simone Riesmeier. Perché il mostrare coraggio  è scomodo e significa dover abbandonare  la propria zona di comfort. Il suo credo: solo chi agisce senza paura può cambiare qualcosa. Leggi qui le sue inquietanti parole:

"SÌ, MA ..."

L'agire e il non-agire ai tempi di Corona

La crisi della corona presenta a tutti noi nuove sfide. Sempre più persone si rendono conto delle contraddizioni insite nelle misure prescritte dal governo e mettono in discussione le sue decisioni  sempre più frequentemente e ad alta voce. Gli sviluppi che stanno emergendo nella società e nell'economia stanno anche attivando il campanello d'allarme in sempre più persone, che divengono consapevoli che è giunto il momento di fare qualcosa.

Ma è proprio fare ciò che causa moltissimi problemi. Da più di un anno, molti divulgatori illuminati utilizzano diverse vie per spiegare alla gente i fatti e i retroscena. Hanno anche suggerito quello che ognuno potrebbe fare per esercitare qualche influenza all'interno del proprio campo d'azione. Ma sfortunatamente sentiamo ancora molto spesso risposte che iniziano con "SI, MA ...".

Ad esempio, all'iniziativa # SmettereCollaborare, che è una delle azioni più pacifiche, semplici e chiare che ci siano, molti rispondono con uno - o anche più - "SI, MA ...":

"SÌ, MA ... non è così facile."

"SÌ, MA ... è troppo estenuante per me."

"SÌ, MA ... non ho voglia di discutere."

"SÌ, MA ... allora non posso più fare la spesa. "

" SI, MA ... allora rischio il mio lavoro. "

" SI, MA ... poi devo insegnare a mio figlio a casa, non posso andare a lavorare. "

" SÌ, MA ... allora sono l'unico in ufficio senza maschera. "

" SÌ, MA ... poi gli altri puntano il dito contro di me. Non ce la faccio. "

" SÌ, MA ... non voglio essere io il primo "

" SÌ, MA ... non posso farlo. "

" SÌ, MA ... il rischio è troppo grande. "

" SÌ, MA ... al momento non ne ho la forza. "

" SÌ, MA ... sono tutto solo. "

"SÌ, MA ... non ho tempo per quello."

"SÌ, MA ..."

 

Per quanto comprensibili possano essere queste reazioni, non sono altro che scuse! Scusa perché qualcuno non agisce quando sa che avrebbe senso agire. Scusa perché sta diventando scomodo. L'azione, d'altra parte, significherebbe lasciare la propria zona di comfort - e questo è associato alla paura.

Pochissime persone fra quelle con cui ho parlato lo scorso anno, sono davvero ben informate dal punto di vista legale. Conoscono solo le dichiarazioni della stampa intimidatrice, in cui si viene resi edotti sulle possibili sanzioni. Persino le minacce dei datori di lavoro nei confronti dei dipendenti mediante avvertimenti o addirittura licenziamenti fanno paura a molte persone. Faccio sempre la domanda: "Hai mai ricevuto una consulenza legale  per appurare se il licenziamento o l'avvertimento siano conformi alla legge? 

Nessuno deve agire. Ma chi crede che la non-azione sia senza conseguenze, si sbaglia di grosso

Finora non ho avuto altra risposta che: “No, non ce l'ho. Dovrei prima cercare un avvocato, trovare il tempo per un appuntamento, ... Di nuovo una scusa, perché ciò crea disagio. È meglio non fare nulla, per evitare così le conseguenze delle intimidazioni subite. 

Nessuno deve agire. Ma chi crede che la non-azione sia senza effetti, si sbaglia di grosso. Chi si rende conto che qualcosa non và o và storto, e partecipa ancora in silenzio, contribuisce in questo modo al fatto che proprio questo percorso, riconosciuto come spiacevole e sbagliato, venga proseguito. Come nella situazione attuale. Solo quando si può vedere che sempre più persone non soddisfano più questi requisiti, possono essere apportati cambiamenti che servono sia alla popolazione sia all'economia.

Cosa succederebbe, se tutte le persone che trovano la mascherina scomoda e dannosa per la salute, non la indossassero più, anche senza un certificato medico, né mentre fanno la spesa né altrove? Ci sarebbe  abbastanza personale nella polizia e nell'ufficio di ordine pubblico per registrare tutti questi illeciti amministrativi? Cosa accadrebbe se i tribunali dovessero occuparsi di grandi quantità di procedimenti di illeciti amministrativi, ben oltre i loro limiti di capacità?

Il cambiamento è associato all'azione

Chiunque partecipi attivamente alla discriminazione e alla coercizione decretate dallo stato, non ha evidentemente imparato nulla dalla storia e non otterrà  mai la mia approvazione. Non vado in nessun negozio o fornitore di servizi che richiede una mascherina o un risultato negativo del test come prerequisito e dove non si servono persone che per ragioni comprensibili non possono / non vogliono indossare la mascherina, o che non possono / non vogliono portare il test.

Un "SÌ, MA ..." non solo indica che qualcosa è stato riconosciuto come contraddittorio o sbagliato. Mostra anche qualcos'altro: il potenziale di crescita personale che si trova di fronte a te come su un piatto d'argento, e che ora puoi accettare o meno. Un "SI, ma ..." porta in superficie la resistenza interna. Se sei pronto a guardare questa resistenza, a dissolverla, sorgono nuove intuizioni e possibilità di azione. È così che può nascere ed essere vissuta la vera libertà.

Il cambiamento è legato all'azione e questa azione richiede l'uso di energia. E di regola, inizia con il "lavoro di pulizia interna". Per molti, questo sembra semplicemente troppo faticoso. Ognuno può prendere la decisione che gli aggrada. Tuttavia, dovrebbe tenere a mente con estrema chiarezza quali sono le conseguenze della sua non-azione, specialmente in questo momento fuori dal comune. 

SÌ, MA ..." si riferisce all'azione, al modo di svicolare. 

"SI, COME ...", d'altra parte, è la strada per la soluzione.

Simone Riesmeier - autrice, relatrice e terapeuta della visualizzazione

Questa argomento è stata modificata 3 anni fa da Pfefferminz

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Simsim
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Io se possibile trovo piú imbecillitá fra i tedeschi e gli italiani in Germania che tra gli italiani in Italia. Con una differenza: gli italiani in Italia che io conosco hanno anche una paura tremenda. I tedeschi e gli italiani qua (per la mia esperienza naturalmente) stanno solo aspettando di vaccinarsi per ricominciare come se nulla fosse.

Per farti capire, da un anno a questa parte ho un gruppo nella chat aziendale con alcuni colleghi e colleghe, nel quale ci ritroviamo il venerdí dopo pranzo per una pausa caffé virtuale. Da quando hanno cominciato a congratularsi per gli appuntamenti per il vaccino, ho semplicemente smesso di scrivere ed entrare nei meeting. Non ho piú comprensione né pazienza, né voglia di discutere con nessuno che non abbia neanche la piú lontana idea di provare a pensare per un secondo, mentre si lamentano di non poter fare la loro cacchio di vacanza in aereo nel weekend.


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Pfefferminz
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I tuoi colleghi di lavoro, evidentemente, non hanno neanche raggiunto la fase in cui ci si pone dei dubbi, non sono arrivati al "Sì, ma", sono rimasti molto più indietro. Sono ancora dentro alla "vecchia normalità" e credono che la vaccinazione sia la bacchetta magica che restituirà loro il paese dei balocchi, le "caramelle" di cui parla l'utente R66. Se non fossi tu a raccontarlo, non ritenevo neanche possibile che ci siano ancora persone mentalmente così arretrate e fuori dal mondo. Non mi resta che prenderne atto. Siccome lo stadio di maturazione in cui si trova una persona, dipende dalle conoscenze acquisite su un certo argomento, non credo che sia una questione di nazionalità  o di luogo di residenza. Bisognerebbe chiedersi piuttosto perché gli americani sono più avanti. Mi viene da rispondere che loro hanno avuto un Trump come presidente... 


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dom
 dom
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nella matassa spinosa del covid, un bandolo promettente è quello di creare una rete di esercenti che non impone mascherina negli esercizi commerciali, aspetto solo di conoscere un negoziante che non mi imponga per il mio bene una benda sulla bocca, farei anche 30 km per andare a comprare lì ciò che mi serve.

In fondo parte tutto da loro, e può partire da loro anche la liberazione. Dove anche i più impuniti sono costretti a coprirsi la bocca? Nei negozi. 

Ho sentito da qualche parte (avv. Fusillo) che il mancato rispetto dei DPCM comporta multe cumulabili fino a 3000 euro poi non è più possibile comminarne, mi pare un prezzo più che accettabile per la libertà, oltre a frequentare solo i negozi "sorridenti" parteciperei volentieri a un crowdfunding per aiutarli a pagare questa multa. Tanti Rossana di Chivasso in tutti i campi commerciali, alimentari casalinghi, ospitalità, ristorazione.. fino a diventare una concorrenza LEALE e REALE per i negozianti collaborazionisti.


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gix
 gix
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Per arrivare alla fase del dubbio, bisogna essere disposti a pagare un prezzo, che è quello della fiducia verso il prossimo. Si tratta di una valutazione importante, su cosa è meglio per se stessi, se continuare a dare fiducia al prossimo o cominciare a dubitare della maggioranza, se il pensiero prevalente non corrisponde alle informazioni acquisite, che mettono in moto il procedimento del dubbio. Nei luoghi e nei contesti dove prevale ancora la fiducia nel prossimo, in quanto ritenuto specchio della propria virtù morale, è difficile che prenda piede il beneficio del dubbio. Così non è la dove la fiducia nel prossimo è ben inquadrata nell'ambito dei limiti morali che il singolo stesso è cosciente di avere; se sono cosciente della mia stessa imperfezione morale, sarò ben cosciente dei limiti degli altri. Un aspetto pratico di questa condizione, è l'ordinamento giuridico di una comunità: quanto più è pieno di disposizioni che mirano a regolare minuziosamente casi e situazioni particolari con linguaggio non facilmente comprensibile (come è il caso dell'Italia), tanto più genera contraddittorietà al proprio interno, e di conseguenza mina la fiducia nelle istituzioni.   


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Simsim
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@gix

Guarda...il vero punto è che noi vediamo esternamente solo il risultato finale delle elucubrazioni della gente, come forse è normale che sia tra l'altro. Nello stesso gruppo di cui sopra, tempo addietro si parlava delle prime avvisaglie di green pass in Germania credo, o comunque di una delle tante sparate della Merkel. Una persona in particolare ad un certo punto se n'è uscito con "dittatura". Il discorso è stato lasciato cadere. Dopo qualche giorno la stessa persona parlava di prenotazione vaccino, ed in generale come se quel pensiero non lo avesse minimamente sfiorato.

A mio parere il percorso del pensiero delle persone è molto più complesso di quanto sembri. Poi subentrano tanti fattori. Noi italiani siamo in terra straniera, con la lingua come barriera più o meno alta secondo le persone, con una generale inesperienza sul come una determinata burocrazia persegua chi non si allinea, e con la paura già in parte sperimentata di non poter liberamente tornare a casa dalle rispettive famiglie. Io ad agosto sarà un anno pieno che non torno in Italia. 

Io sto gestendo la cosa, non senza sofferenza, non senza un senso di oppressione, non senza la paura di trovarmi a dover decidere fra il vaccino e la possibilità di viaggiare. Ma soffro in relativo silenzio, tengo duro per quanto possibile, e aspetto il cadavere del sistema sulla riva del fiume. Mi rendo conto però che tanti non reggono questa pressione,ed è generalmente gente il cui livello di profondità del pensiero è eufemisticamente molto relativo.


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Pfefferminz
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@dom

"nella matassa spinosa del covid, un bandolo promettente è quello di creare una rete di esercenti che non impone mascherina negli esercizi commerciali..."

https://t.me/Kulturstudio/15565

Salve, vorrei documentare come si stanno organizzando gli attivisti di lingua tedesca, in Germania, Austria e Svizzera. Hanno dato vita ad un sito internet, chiamato "animap", dove sono reperibili indirizzi di negozi i cui esercenti non impongono la mascherina. Nel link di cui sopra si comunica che viene istituita una "Jobbörse", ovvero un punto di incontro fra datori di lavoro e richiedenti lavoro che non vogliono sottoporsi alla vaccinazione Covid. Sono gli albori di una vera e propria società parallela, tutte idee ripetibili anche in Italia, se non è già stato fatto


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dom
 dom
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@pfefferminz

cara Pfeff sono felice di condividere con te e CDC che un'iniziativa del genere che ha poche settimane di vita e già 10mila aderenti, esiste anche qui in italì! E' nato un gruppo Fb che si chiama "Cercasi commercianti che non impediscono di respirare" facciamolo crescere! 🤗 


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