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Qualche riflessione: conquiste, caste, cultura, non violenza


Primadellesabbie
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"...Non vi è alcuna obiezione morale alla conquista da parte di un principe o di uno stato, di altri territori, di altre razze, se ne sono capaci, a condizione che vengano osservate le restrizioni di casta e i doveri del conquistatore. Se ci attribuiamo le prerogative di caste diverse, allora siamo dei tiranni. Il conquistatore ha tutto il diritto di godere delle sue conquiste, ma in quanto cavaliere, in quanto kshatriya. Può percepire tasse, esigere tributi. Ma se si serve dei vantaggi acquisiti militarmente per imporre la sua lingua, la sua cultura, i suoi costumi, la sua religione, allora spezza le leggi di casta e il suo impero non potrà durare, poiché i conflitti saranno inevitabili.

È questo errore che ha causato il fallimento di tutti gli imperi coloniali dell'Occidente. L'impiego dei missionari che utilizzavano il cristianesimo come strumento di assimilazione dei popoli sottomessi ha avuto dappertutto risultati disastrosi. I doveri del conquistatore sono chiaramente definiti dai legislatori indù.

Egli deve considerare legge ciò che ordina la religione dei popoli (conquistati) (Manu,7.203).

Quali che siano gli usi, i costumi, le istituzioni familiari di un paese conquistato, è conformemente ad essi che bisogna governare (Yajnavalkya smriti).

L'uso che il Mahatma Gandhi ha fatto della teoria della non violenza come arma politica non ha nulla a che vedere con la tradizione indù. La non violenza è una tecnica di perfezionamento strettamente individuale. Essa non può servire per fini politici e non può trovare posto nel governo degli Stati. L'intera Bhagavad Gita è, in effetti, una lezione impartita ad Arjuna che voleva rinunciare alla violenza e venir meno così ai suoi doveri di principe e di soldato. 

Gandhi è stato in definitiva, grazie alle sue teorie sulla non violenza, lo strumento di massacri che non hanno quasi precedenti nella storia, che hanno preceduto e seguito la divisione del subcontinente indiano in India e Pakistan, da lui accettata. ..."

da: Alain Danielou, 1992, I quattro sensi della vita, Neri Pozza, p. 64-65.


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Fedeledellacroce
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Ghandi strumento... ci vuole fantasia per pensarlo.

E' riuscito a mandar via gli Inglesi, i quali hanno imposto la divisione e frantumazione dell'Industan.  Con tutto il caos e vioenza che ha comportato.

Industán che all'epoca era la terra piú ricca del pianeta.


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PietroGE
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Può percepire tasse, esigere tributi

Questo lo facevano i romani e stavano alla larga da religione e usanze locali, come è ben testimoniato. Non è stato così con le conquiste arabe quando i 'conquistadores beduini' imposero lingua, religione e usanze proprie a tutti quelli che conquistavano anzi usavano la religione proprio come strumento principale per cementificare le conquiste territoriali. E le conquiste arabe sono ancora rimaste  tali e quali. I missionari cristiani convertivano al cristianesimo e imponevano i valori sociali cristiani, spesso adattavano anche la liturgia alle usanze locali. Da notare che nessuno è mai stato ucciso per abbandonare la fede cristiana (almeno ufficialmente, poi è vero che gli 'eretici' venivano bruciati), come invece è prescritto per l'islam. Chi ancora crede al mito del buon selvaggio corrotto dagli occidentali dovrebbe vedere il film di Mel Gibson 'Apocalypto'.


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LuxIgnis
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Bell'esempio che dai citando un film prodotto e diretto da un fondamentalista cristiano. Questo è Mel Gibson. Non so, un bel conflitto di interessi. Decisamente di parte direi.  Tanto per giustificare gli orrori che la chiesa cristiana nelle sue forme ha perpetuato nei confronti dei nativi di tutto il globo.
Non siete credibili con questo tentativo di rinnovata verginità. Avete anche voi le mani sporche di sangue, sarebbe ora che ne rendiate conto.


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PietroGE
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Che il produttore e il direttore sia un cristiano tradizionalista è una cosa secondaria rispetto alla domanda : rispecchia il film la realtà di quei luoghi e di quei tempi o è una fiction? Secondo me la fiction è : la società primitiva integrata nell'ambiente in pace con se stessa e la natura viene corrotta dai cattivi cristiani che impongono il peccato originale. C'è poi il due pesi due misure, il proselitismo cristiano è cattivo, quello musulmano è buono. Con esempi tipo : le 'cattive' crociate' e la conquista 'buona' musulmana (al tempo era saccheggio, massacri e stupro) del Nord Africa e della Andalusia.


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Primadellesabbie
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Non ci vuole fantasia, basta studiarlo sulle pagine dei conservatori indù, che sono tutto meno che opinioni; quelle che ho riportato sono solo una parte delle responsabilità che gli vengono attribuite.

Se poi si vuole si può indagare da chi era circondato e consigliato, e dal posto che gli è stato immediatamente riservato in determinati ambienti.

Poi si possono maturare idee diverse, ma non aggirando i problemi o andando al cinema.


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PietroGE
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Proprio nel Paese del Mahatma si dimostra come la teoria del buon selvaggio corrotto dai cattivi occidentali cristiani sia una fiction inventata per generare sensi di colpa, basta vedere quello che è successo tra indù e musulmani. Leggo le cifre su Wikipedia :

Tuttavia, la spartizione dell'India britannica in India e Pakistan nel 1947 non divise le nazioni lungo determinate e nette linee religiose. Quasi un terzo della popolazione musulmana dell'India britannica rimase in India e violenze interne tra indùsikh e musulmani causarono tra i 500.000 e il milione di morti 

I cattivi missionari cattolici o in generale cristiani non c'erano.


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