Realtà dello scherm...
 
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Realtà dello schermo e realtà oltre lo schermo


GioCo
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Qualche giorno fa ho avuto un piccolo scambio con il mio simpatico collega (molto più giovane di me) che si occupa di grafica di siti web. Lui sente di avere maggiore controllo rispetto la manipolazione di ciò che vede, piuttosto di ciò che sta sotto e che non vede e così pure il resto delle figure in azienda, conquistate dallo sberluccicanesimo demoniocratico.

Da vecchio volpone, a me della grafica importa giusto la funzionalità: che un campo di inserimento dati debba avere un look di un tipo piuttosto che un altro mi da quasi sui nervi, perché si perde costantemente di vista poi tutto ciò che ruota attorno e in particolare quello che c'è sotto, cioè la spesa in risorse che una cosa del genere richiede, con la postilla che si perde continuamente di vista pure la gestibilità e il buon senso. Se dovessi fare un riassunto ad esempio di come è caoticamente evoluta la "sicurezza" oggi più insicura che mai, farei semplicemente un sunto di come ha lavorato bene "l'ufficio complicazioni affari semplici". Vette che voi umani... 😆 🤣 🤣 ... Procediamo...

La modernità vuole anche che ci sia una certa cura dell'aspetto che non è di sicuro secondario. Le cose belle sono apprezzabili in quanto belle, ovviamente.

Tuttavia le cose belle dovrebbero arrivare DOPO aver tenuto conto della sfruttabilà e funzionalità dello scopo per cui esistono le cose, in specie rispetto il contesto in cui andranno ad operare. Ad esempio, sarebbe bellissimo se una macchina ci sostituisse nei lavori quotidiani più faticosi, ma questo se applicato in un contesto dove le persone vivono del lavoro che fanno, in quanto la società riconosce il prossimo per il lavoro che fa, che è sottointeso essere il contributo sociale utile a tutti e per stare con gli altri, nonché avere una propria dignità per tramite di quello specifico contributo, come sottolinea la nostra costituzione, non puoi semplicemente togliere il lavoro senza provare nemmeno a sostituirlo con qualcosa di altrettanto valido. Di certo l'appartenenza di genere mi pare un po' troppo fiacchina per considerarla alternativa valida.

Questo poi a prescidere dalle intenzioni. Nel senso, prendiamo per buone tutte le teorie complottiste più semplici, così come sono: ci vogliono sostituire con l'intelligenza artificiale e l'altra varia tecnofrenia dopo però un adeguata depopolazione effettuata con vaccini e scie chimiche, cioè uno "sfoltimento" di eccessi demografici che sono tali esclusivamente per via delle tecnologie suddette.

Perché ? Bho, a quanto pare la confusione è assoluta... In effetti da appecoronati quali siamo, un tentativo del genere può solo fomentare ribellione e pericolose prese di coscienza, senza reale contropartita per chi promuove sto schifo. Che poi dovrebbe essere anche chi specula su di noi e che quindi dovrebbe essere solo felice se siamo in sovvrappiù...

Ad esempio, chi dovrebbe essere "sostituito" e con quali risultati pratici per costoro ? Si va dal creatore di contenuti, che può essere tanto uno youtuber quanto un pittore, confondendo al solito le stalle con le stelle, ai lavori attidudinali fisici o mentali come l'autotrasportatore o il rider che ti consegna la pizza confusi con altri di ben altro spessore, come il pilota di caccia o l'insegnante universitario.

In apparenza nessuno si salva, ma in verità in verità, essendo questo il Mondo dello Specchio una lettura rovesciata già ci appare più di Buon Senso e un tantino meno confusa. Forse qui l'unica che non può sostituire una cippa di nulla è proprio la demenza artificiosa e per un motivo semplice semplice: è adatta alla minaccia bellica in quanto simula e confonde, come le trombe e i tamburi in battaglia, non intende sostituire, c'è bisogno di dare un senso a tutto questo... Lo strumento non ragiona.

Non c'è niente da fare, non ragiona a nessun livello e a prescindere. La demenza artificiosa è solo matematica, inferenziale e statistica basata su teorie della mente, tipo bambolotto meccanico dell'800, splendido, complessisimo, straordinario quanto si vuole, ma creato per scimmiottare e basta. La complessità aggiunge imprevedibilità al comportamento sul medio e lungo periodo, per cui rimane una tecnologia particolarmente insicura e particolarmente inadatta a sostituire chiccessia, oltre che totalmente priva di coscienza. Non è che se ne fotte allegramente come i nostri satrapi, non ha proprio alcuna possibilità di sviluppare coscienza. Ti spalma sull'asfalto e poi se ne va come nulla fosse, oggi domani e per sempre. Tu, non riusciresti nemmeno a pensare altrettanta ferocia. Per ciò un campo in cui sarà dominante è quello di battaglia, dove potremo misurare tutti i suoi limiti. Gli Houthi a tal proposito dovrebbero già far suonare abbastanza campanelli...

D'altronde è un algoritmo, sofisticato quanto ti pare, ma pur sempre un algoritmo, che non "intellige" assolutamente nulla, esegue operazioni statistiche, non comprende quello che fa e la dimostrazione è immediata: se sbaglia non può "rendersene conto" e non può "correggersi", dobbiamo dirgli noi che sta sbagliando e se va bene (ma è un SE grosso non si sa quanto) almeno in quello specifico caso non sbaglierà un altra volta. Forse. Esattamente come un martello che picchia su una superficie e che non si chiede se sia qualla adatta, se c'è sotto il tuo dito o la tua capoccia li pesta uguale. 

Certo, se l'aparecchio ha dei sistemi di sicurezza che lo prevedono può fermarsi prima, ma questo non toglie che l'apperecchio in sé non ha "ragionato" che siccome c'è il tuo dito, siccome sei un umano e puoi farti del male, siccome gli dispiace che tu possa farti del male a causa sua, allora si ferma. Si ferma solo e unicamente perché lo abbiamo concepito noi per fermarsi in quell'unico caso e basta. Mettigli sotto una bomba nucleare (non prevista) e lui pesta, perché non è il tuo dito.

Putroppo quando si simulano i comportamenti umani, poi c'è sempre il gonzo beota che ti fa la domanda retorica trasognante: "e tu cosa ne sai se non ha ragionato?". Beh, è come dire che non si può mai sapere chi mette in cinta la madre degli sciocchi. Ma che tipo di madre sia non si fatica a capirlo. Certo che per chi non vuol sentire, vedere o capire l'evidenza più evidente, non conviene nemmeno insistere. Gli si da la ragione degli sciocchi e poi si fa lo stesso quello che ha senso. Cioè si ignorano le sue stupidaggini.

Se invece appartieni alla categoria dei confusi e vuoi capire, approfondire, non svarionare alla catus "Hararar..." filosofo transumanista di ste palle sudate, nonché bersaglio facile da freccette messo lì apposta dai Gesuiti, ma applicando la logica e il Buon Senso alla realtà che vedi...

Allora, noti una cosa semplice. Che noi ragioniamo sulla superficie degli specchi, come la TV, internet, lo smartphone e adesso sta demenza articiosa. Ma guai ad andare oltre quella superficie... Su quello che concretamente e veramente c'è dietro agli specchi lucenti della nostra epoca e che fa funzionare questi simulatori di realtà. Cosa realmente possono o non possono fare ad esempio le demenze artificiose. Cosa ha senso pretendere e quali sono le fregature.

Signori e signori sto per svelarlo: l'emozione. Tutto ciò che fa funzionare sta roba, il motivo per cui la usiamo, per cui ne siamo avvinti, per cui ci possono prendere per il culo dicendo che può sostituirci è solo, unicamente e concretamente, l'emozione. Che è la pietra d'angolo, l'epicentro del dissidio e del contendere, il tira e molla, il valore che si contende tra noi e loro, ciò che viene percepito fare la differenza tra "libertà" o "schiavitù".

Non il cervello. Quello non c'entra niente. Voi non siete liberi di "pensare", figuriamoci di "fare". Nella misura in cui dipendete dalle vostre emozioni, farete e penserete quello che il dettato emotivo vi obbligherà a fare e pensare. Ma si può anche rovesciare: nella misura in cui pensate e fate quello che pensate e fate, potete riconoscere le vostre dipendenze emotive.

Nessuna macchina può anche solo minimamente avvicinarsi a qualcosa di così straordinariamente immenso come le vostre dinamiche emotive. Solo voi potete. Ma si può farvi credere che no, che vi sia qualcuno che possedendovi può "comandarvi" le emozioni desiderabili e questo conviene a tutti e voi per primi, perché (vi viene detto) voi di voi stessi NON POTETE FIDARVI.

D'altronde come fare a respingere a una prospettiva del genere ? Guardando in giro, come si fa a non essere d'accordo sul fatto che alla base dei disastri, piccoli o grandi, ci sono emotività fuori controllo ? Dall'ingordigia all'egoismo, dall'irrascibilità all'indifferenza, dalla superbia alla vanità, come si fa ? L'Uomo sembra proprio IL problema in quanto non controlla la sua emotività anche quando è sinceramente convinto del contrario.

Attacca quindi la spina alla rete e non cacare il ca%%o (ti dice Hararara... Quel fico d'India lì). Ma anche lo spararazzi cosmico Musk...

In effetti in un certo senso è proprio così... Ma ciò che è IL problema deve per forza anche essere la sola e UNICA soluzione. Non ci sono scappatoie. La demenza artificiosa è come per le maschere a Venezia nei secoli passati, una scusa per nascondere la peste dietro apparenze teatralmente suadenti e in fondo più desiderabili. E' l'ennesima TINA (there is no alternative) certamente ancora più elaborata delle precedenti per nasconderla meglio, quando le altre erano già barocche, ma con l'identico fine di creare una via di fuga apparente dalle responsabilità che per carità, rimangono inaccettabili e sempre più orridamente spaventose, per ciò nessuno può recriminare quello che alla fine è la debolezza di tutti.

La voglia di fuga ci accomuna ai nostri satrapi.

Quello che affermo è che affrontare le proprie emotività, iniziando dalla disamina disincantata e onesta di noi stessi, cioè il materiale a noi più vicino, non è semplicemente un atto dovuto a noi stessi e al Mondo, ma la sola e unica VIA per superare l'orrore. Tutte le altre sono solo un tipo diverso di fuga da noi stessi che gira che ti rigira finisce per rincarare la dose d'orrore che subiremo più avanti, procrastinando ancora di poco la data della nostra fine.

Il pensiero non è nostro e così pure non è sotto il nostro controllo ciò che da quel pensiero scaturisce. Se lo fosse, allora sarebbe pensiero nostro.

Allora, quali difetti dominano in me ?

Vedete come questa semplice domanda ribalta di 180° la prosettiva della condanna del prossimo come portatore di disordine e di quell'altra terrorizzante del "ci vogliono controllare" spacciata per fine dei nostri satrapi ? 

Se si rinforza l'amore verso il prossimo sarà perché avremo imparato a conoscerci un po' meglio e a capire che non c'è distanza tra noi e gli altri, a sapere che da noi dipende tutto ciò che è fondamentale e che la responsabilità di mantere in noi gioia e amore nonostante tutto, non è un giochino, un trastullo, perdita di tempo per svago, ma il tabù, il solo esatto target strategico militare ed esoterico da demolire e per cui esistono e ci sono date queste tecnologie che millantano poteri di cui non potranno MAI disporre.

SOLO TUTTO CE LO SUGGERISCE.

Vinceranno se ci lasceremo abbindolare dalla conoscenza superficiale di noi stessi. In fondo lo specchio non è altro che il rimando della nostra immagine e quindi solo ed esattamente la superficie delle persone.


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BrunoWald
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affrontare le proprie emotività, iniziando dalla disamina disincantata e onesta di noi stessi,

E come potrebbe la stragrande maggioranza dei nostri simili anche solo concepire un simile compito, che spesso si rivela proibitivo anche per quelli di noi che si sforzano di seguire un percorso di crescita interiore? La mia non vuol essere una critica, ma un mero interrogativo al quale io stesso non trovo risposta. Se non sei Luke Skywalker con il maestro Yoda, o Kwai-Cheng nel monastero Shaolin, affrontare certe dinamiche è di una difficoltà estrema.

"Quali difetti dominano in me?" Già il solo fatto di dare una risposta onesta a una simile domanda richiede una predisposizione quasi eroica... Figuriamoci provare a trasformare la struttura della personalità, quasi sempre senza guida, senza una dottrina chiara né indicazioni affidabili.


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GioCo
Noble Member
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Posted by: @brunowald

affrontare le proprie emotività, iniziando dalla disamina disincantata e onesta di noi stessi,

E come potrebbe la stragrande maggioranza dei nostri simili anche solo concepire un simile compito, che spesso si rivela proibitivo anche per quelli di noi che si sforzano di seguire un percorso di crescita interiore? La mia non vuol essere una critica, ma un mero interrogativo al quale io stesso non trovo risposta. Se non sei Luke Skywalker con il maestro Yoda, o Kwai-Cheng nel monastero Shaolin, affrontare certe dinamiche è di una difficoltà estrema.

"Quali difetti dominano in me?" Già il solo fatto di dare una risposta onesta a una simile domanda richiede una predisposizione quasi eroica... Figuriamoci provare a trasformare la struttura della personalità, quasi sempre senza guida, senza una dottrina chiara né indicazioni affidabili.

Mi inchino al tuo Maestro Interiore, Potentissimo...

E' davvero raro trovare colui che riesce dove ogni altro fallisce nel constatare l'evidenza. La tua "domanda retorica" è sensata, ammetto anche che non me l'aspettavo.

Siamo così miserabili, cenci dispersi in questa discarica umana, eppure... Se dipendesse da noi, identificati come siamo, @brunowald, la resa all'evidenza rimarrebbe fatale.

Ma vedi, quello che accade di là quando lavori, non è una conseguenza di quello che accade di qua, ma l'esatto contrario ed è proprio per questo che è così difficile e non è per tutti.

Oggi poi non va bene nemmeno per gli asceti nei monasteri o con presunti maestri di chissà quale disciplina. Il lavoro va fatto qui e tu sai perfettamente cosa fare, non hai bisogno che qualcuno te lo dica...

Ciò che si oppone è tremendo. In sé l'opera è banale, ma attira inesorabilmente l'attenzione su di noi di tutto ciò che è più indesiderabile. Se non sei un anima antica, è meglio non provarci nemmeno. Guai a coinvolgere chi non può essere coinvolto... Se sei un anima antica, facilmente però cedi alla pigrizia. Perché comunque è una fatica inenarrabile.

Lo puoi fare solo tu, ma quanto a desiderarlo, meglio l'ignavia.

Insieme a coloro che non hanno speranza, ci sono quelli della terra di mezzo, i tanti "vorrei ma non posso" che si moltiplicano giorno dopo giorno, attratti come il miele da l'una e dall'altra musica, in costante ricerca ondivaga di equilibri improbabili. Dall'esterno e in superficie è impossibile distinguere tra questi le poche e disperse anime antiche, mescolate con tutti gli altri nella stessa identica melma.

Tutti vagano confusi, stortiti, ottusi da una politica gestita da chi si nutre di oscurità e non esita a corrompere i migliori, se li trova.

Per ogni Generale d'Armata o anima antica, che anche solo prova a uscire dal circolo vizioso che ci incatena al servizio dei nostri carnefici, l'opera che compie è immensa. Basta mantenere salda la consapevolezza, basta non cedere alla confusione, basta la calma interiore. Difficile ? No, quasi impossibile. Eppure, nulla è nelle nostre mani, per fortuna. Per ciò se deve succedere, accadrà comunque e noi siamo qui solo, umilmente, a provare a dare una spintarella.

Perché banalmente, @brunowald, non ce la facciamo più... Non è più tempo di rimandare per chi può lavorare su se stesso. Anche solo UNO che dovesse procedere verso la Montagna sposterebbe sulla bilancia più di una Bomba Zar... Anche se non se ne rende conto o da fuori non sembra cambiare nulla. Qualcosa succede ed è come sempre Leggendario.

Certo, ogni passo è un peso insopportabile, si incespica di continuo e non si vede la fine. Dentro e fuori è una lotta che non termina mai, istante dopo istante, di notte e di giorno. Non ci si fa l'abitudine, ma almeno con il passare del tempo diventi un poco più abile e le sberle che pigli all'inizio, non sono più così dolorose. Quando aiuti coloro che hanno bisogno è già tanto se non vieni insultato, mentre dentro di te gli altri lavorano per farti cadere, senza mai dormire. Si lotta per non odiare anche solo il fatto che respiri...

Se fosse semplice, non staremmo qui a cianciare di sta Merda. Non saremmo qui a constatare esattamente quello che vedi.

Infine per la guida... Se disponi di qualcosa di così maestosamente potente che nonostante tutto vedi la misera realtà in cui vivi tanto lucidamente, di quale guida avresti bisogno, perdonami ?


BrunoWald hanno apprezzato
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BrunoWald
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Ti ringrazio per questo tuo commento, che ho trovato molto ispiratore e che ho copiato per conservarlo.

Sul fatto che anche il minimo lavoro interiore attiri attenzioni indesiderabili, avevo pure io i miei bravi sospetti. Ho anche visto fallire miseramente persone dotate di un notevole potenziale. Non che io sia messo meglio, ma si cerca di restare sereni... 😄

C'è una tua frase che non sono sicuro di aver compreso bene, e che ti pregherei di chiarire se possibile:

Ma vedi, quello che accade di là quando lavori, non è una conseguenza di quello che accade di qua, ma l'esatto contrario ed è proprio per questo che è così difficile e non è per tutti.

Un caro saluto.


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GioCo
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Posted by: @brunowald

Ti ringrazio per questo tuo commento, che ho trovato molto ispiratore e che ho copiato per conservarlo.

Sul fatto che anche il minimo lavoro interiore attiri attenzioni indesiderabili, avevo pure io i miei bravi sospetti. Ho anche visto fallire miseramente persone dotate di un notevole potenziale. Non che io sia messo meglio, ma si cerca di restare sereni... 😄

C'è una tua frase che non sono sicuro di aver compreso bene, e che ti pregherei di chiarire se possibile:

Ma vedi, quello che accade di là quando lavori, non è una conseguenza di quello che accade di qua, ma l'esatto contrario ed è proprio per questo che è così difficile e non è per tutti.

Un caro saluto.

L'immaginazione è il punto di contatto. Quando lavori, lavori con l'immaginazione. Come nel sogno, immagini e quindi rifletti. Quando riflettendo ti "rendi conto", sblocchi energie che ti riconducono all'origine e all'interezza dell'informazione.

Perché il cuore è il centro e la sorgente da cui promana energia originaria, la Mente il filtro che come un vetro, se rotto, distorce quell'informazione. Da qui la pluralità delle espressioni emotive. Riparando, il segnale smette di essere distorto.

Questo migliora la tua integrità e la tua armonia con tutto ciò che ti circonda e quindi vedi attorno a te "l'aria che cambia". Ciò che accade dall'altra parte è esattamente e solo il motivo per cui le cose si sistemano da questa parte.

La lettura va sempre rovesciata, in un senso e nell'altro. Se le cose non cambiano, significa che non hai lavorato in modo efficace abbastanza da avere impatto dall'altra parte.

Qui (per esempio quando vai dal medico) si può fare solo un opera estetica, non significativa. Diciamo che al massimo "prendi tempo". Ma poi ti conviene rifettere e usare quel tempo, dato che ogni rimando aumenta la posta.

 

 


BrunoWald e oriundo2006 hanno apprezzato
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BrunoWald
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Grazie di cuore, @GioCo, la tua risposta è stata molto chiara.

Questo post è stato modificato 3 settimane fa da BrunoWald

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