Requiem per la cult...
 
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Requiem per la cultura italiana


Davide
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A tavola con modelle, fotografe e pittori cito Elisabetta Catalano, Giovanni Lindo Ferretti, Aurelio Picca. E tutti ignorano chi siano. Salvo poi essere ferratissimi in serie tv americane

A Roma mangio e bevo con una stilista, una modella, una ex modella, una fotografa e un pittore, e fra un bicchiere di vino e una forchettata di amatriciana mi succede di citare alcune grandi personalità delle belle arti, tutte italiane e quasi tutte viventi. Cito Elisabetta Catalano e nessuno sa chi sia (nemmeno la fotografa); cito Franco Maria Ricci e nessuno sa chi sia; cito Nicola Verlato e nessuno (a parte il pittore) sa chi sia; cito Giovanni Lindo Ferretti e nessuno sa chi sia; cito Aurelio Picca e nessuno sa chi sia. A questo punto getto la spugna e taccio. E ascolto. E sento che tutti o quasi tutti sono invece ferratissimi per quanto riguarda le serie televisive americane. In silenzio recito un Requiem per l’arte, per la letteratura, per la cultura italiana.

Camillo Langone
Fonte: www.ilfoglio.it
Link: https://www.ilfoglio.it/preghiera/2019/10/18/news/requiem-per-la-cultura-italiana-281240/
18.10.2019


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comedonchisciotte
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Ero in Polonia, a Poznan. Mi capitò qualche volta di citare Alfred Tarski come persona da me molto ammirata. Nessuno sembrava averlo mai sentito nominare.
Forse quando citi delle persone dovresti fare molta attenzione al pubblico a cui ti rivolgi, ma forse ancor di più potresti pensare che per fortuna non tutti abbiamo gli stessi riferimenti.


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Platypus
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Piuttosto che per un funerale, il requiem è stato recitato in memoria di una scomparsa avvenuta molti anni prima.
Non che siano spariti fotografi, artisti, musicisti, scrittori e poeti, ce ne sono molti più di prima e, magari, sono personalità anche notevoli, personalità che se fossero vissute anche solo qualche decennio fa, avrebbero avuto un posto d'onore nel panorama culturale.
Ciò che è venuto a mancare è il substrato su cui far poggiare una qualsiasi produzione culturale ossia manca una Cultura e questa carenza non è neppure recente, direi che il decesso sia avvenuto, grossomodo, tra gli anni '80 ed i primi anni '90.
Tempo fa, parlando con un compositore che, solo pochi anni prima, aveva avuto un momento di notorietà, soprattutto grazie ad alcuni suoi lavori che ebbero un buon numero di esecuzioni (limitatamente a quante ne possano avere le opere di un compositore del cosiddetto genere "colto"), sentii una frase che mi colpì: "oggi viviamo in un sistema che non ha memoria, a prescindere da quello che hai fatto, dopo pochi decenni è come se non avessi fatto nulla".
Cultura è soprattutto memoria, memoria viva, non quella statica degli hard disk, una capacità dinamica di rielaborazione continua.
Senza questa memoria ogni giorno è il primo giorno ed anche l'ultimo.


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oriundo2006
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La memoria è una dea, Mnemosune...in tempo di monolatria di pseudoreligioni mendaci è bandita sia come femmina ( ricordate anche le matrika dello scivaismo ) sia come espressione del Divino dentro l' Uomo. Giammai...solo 'uno' e non 'una' ha da esser 'deo'...


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Platypus
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@oriundo2006. e già, la memoria è femmina.
Forse non riflettiamo mai abbastanza sul ruolo che il femminile ha avuto nella società tradizionale. Non è un caso che il cedimento di tutta la cultura che possiamo definire "tradizionale" sia avvenuto proprio quando è venuto meno il supporto femminile; la cosiddetta "emancipazione" ha distolto la donna da questa funzione di conservare, tramandare, custodire, assistere ed accudire, una funzione non svolta in maniera professionale ma direi, praticamente, sacerdotale. La donna era, di fatto, una sorta di sacerdotessa dei saperi tradizionali e se il potere politico ed economico era di pertinenza maschile al femminile spettava un potere più spirituale, più sottile, ma non per questo meno significativo anzi, piuttosto il contrario.
Che poi le religioni monoteiste abbiano fatto uscire l'aspetto femminile della divinità dalla porta principale, non toglie che questo sia successivamente rientrato dalla finestra, in particolare dalla finestra del culto privato e della devozione popolare, guarda un po', quella delle nostre nonnine che recitavano il rosario e riempivano le case di madonnine, versione aggiornata e di sintesi delle antiche asere, di Iside e della moltitudine di dee dei tempi che furono.
Una curiosità, anticamente lo Spirito Santo, terza persona della Trinità, veniva talvolta rappresentato in forma femminile e persino l'ebraismo, la religione patriarcale per eccellenza, ammetteva che la Ruach, lo Spirito, avesse natura femminile, una concezione per certi versi affine a quella della Shakti induista.
Pensa, infine, che persino nel buddhismo c'è una figura simile, Avalokitesvara, personificazione della compassione del Buddha, spessissimo rappresentata in forma femminile.


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oriundo2006
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Ciao Platypus, commento un poco quanto hai sagacemente detto, chiarendo che quella ebraica è la Shekinà...e non si identifica completamente con lo 'spirito' dei cristiani 'occidentali': questo è più affine a certi aspetti esoterici indù ( da cui hanno preso parecchio...).
Per i cristiani orientali è Aghia Sofia: è una ipostasi divina femminile...e solo questo varrebbe a differenziare profondamente nella dogmatica i due culti, divergenti non solo sul 'filioque'. I cristiani 'occidentali' hanno voluto ristabilire un certo 'equilibrio' ( del 'quarto' elemento, come ebbe a dire Jung nei sui Archetipi ) attraverso la figura della Madonna, addirittura elevandola a Mater Dei: per un culto che si pretende derivante dall'ebraismo è veramente una eresia totale, e ad esempio i musulmani, assai sensibili a queste cose, da qui nutrono l'idea che i cristiani siano tutti idolatri deviati profondamente dal Messaggio originario.
Ma se si ammettono degli imprestiti importanti dall' India attraverso i culti soteriologici e misterici del tardo mondo pagano ( specialmente attraverso il Tantrismo, questo illustre sconosciuto in Europa se non per bizzarre valenze dovuti ad interessi sessuali ), ebbene i conti tornano, anche se con parecchi torsioni: Avalokitesvara, Entità benefica è 'Dio' e si presenta ( anche ) come Kannon, la dea della compassione ( ad esempio qui un riassunto: https://lauracarpi.wordpress.com/2011/03/18/kannon-dea-della-compassione/ ) ed è figura beatifica che ascolta le richieste umane e provvede ad esaudirle. Può esser raffigurata in forma femminile o maschile, a seconda dei diversi culti e trova la sua origine nel Buddha della Misericordia citato nel Sutra del Loto, fondamentale se si vuol capire il buddismo esoterico, testo veramente importante insieme agli scritti sullo scivaismo magistralmente tradotti e commentati da R. Gnoli, questo gigante intellettuale negli studi orientali, completamente dimenticato dagli onori pubblici che gli spetterebbero.
Questa 'entità', emanazione del Brahman imperituro agisce nel mondo umano per lo scivaismo delle origini come 'ascoltatore dei suoni del mondo' e dimostra l'esistenza ( a mio avviso ) di 'entità' 'oltre-umane' poste a difesa e guarentigia della nostra tormentata permanenza sulla Terra, presenza che poi le diverse religioni 'riflettono' nelle loro categorie spirituali.
Se si nega l' Eterno Femminino, come 'apollinea' paredra dello Spirito manifestato nella Coscienza Divina ci si preclude l'accesso all'agire proficuo e fruttuoso nel mondo della materia, dominato dall' oscurità di un' altra 'Dea', Kalì: e dunque guai ad esserne vincolati ... la Femmina è Madre e Sposa e Paredra ed è nel contempo quell'elemento che giace oscuro nella nostra psiche vincolata dalle nostre oscurate rappresentazioni mentali. Liberarla è d'obbligo...ma per raggiungere la Coscienza Suprema.


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oriundo2006
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Aggiungo: assieme...!


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comedonchisciotte
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Giusto un cenno sulla memoria: Philip K. Dick suggeriva con il titolo di un suo racconto una visione suggestiva (che forse Borges avrebbe approvato): la memoria è un labirinto.


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oriundo2006
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Salve, @comedonchisciotte: e di lì si ritorna al Mito: Teseo, l' Eroe, bello ed inspiegabile nella scelta dell'abbandono, il Minotauro, mostro senz'anima rappresentante l'oscurità cieca delle forze negative, Arianna, l'unica dotata di senno: dà la possibilità all' Eroe di rivelarsi tale e questi, realizzato il suo scopo, l'abbandona e fugge: perchè ? Forse aveva visto nel Minotauro l' immagine di sè stesso...e non volle più sapere del segreto indicibile. Il pensiero greco volle farsi discorso sul mondo eroico degli albori per entrare nel mito e si fermò di fronte a ciò che sta oltre come suo disvelamento: la meta-fisica, appunto...


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Platypus
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Purtroppo della cultura greca ci è pervenuta solo la parte exoterica ossia la filosofia e la mitologia ma dietro queste manifestazione traspaiono contenuti molto più antichi e profondi che erano gli insegnamenti delle scuole misteriche: i misteri eleusini, il pitagorismo, l'orfismo... La filosofia nasce proprio col declinare di queste scuole e trionferà con la loro chiusura, si cominciò a cercare la saggezza dopo aver preso coscienza di averla persa.
Quanto alla mitologia, questa è ciò che resta della memoria (ecco che torna di nuovo questa benedetta memoria!) di quel passato remoto che si è dissolto agli albori della nostra era, essa ricorda le ossa dei dinosauri; possono essere utili per farsi un'idea di quegli esseri ma non si può pretendere di più.


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