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Ricapitolando


INTP
 INTP
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Questo è un seguito del post La forza della debolezza.

Quello che ho chiamato "intuizioni" è cambiato nel tempo.
All'inizio, quando avevo 4 o 5 anni, ero un "bambino vecchio".
Ero gracile e timidissimo, ma ogni tanto me ne uscivo con delle frasi che erano delle bastonate.
In quei momenti avevo una serietà e un'intensità sconcertanti per chiunque, mettevo in soggezione anche gli adulti.
Inoltre, nella lotta che era stare all'asilo o con i pochi amici che avevo allora, percepivo il carattere delle persone come una sovrapposizione di elementi animali su ciò che vedevo guardandoli.
Chi era "cattivo" lo vedevo con in sovrapposizione l'addome di insetti o di rettili.
Chi era "buono" lo vedevo circondato da una tenue luminosità e ricoperto in parte da piume.
In quel periodo non pensavo affatto in parole, ho cominciato solo verso gli 8 anni.
Ero cosciente solo di una oscurità piena di senzazioni. Pur non vedendo niente nella mia mente, avevo una chiara percezione dello spazio, e del tempo, che aveva per me delle caratteristiche spaziali.
Essendo un fuscello avrei potuto essere la vittima perfetta dei soliti bulli, molto più forti di me.
Ma sapevo assumere un atteggiamento che irradiava un'atmosfera opprimente che faceva desistere i bulli di turno.
Ero in qualche modo cosciente delle dinamiche di potere all'interno del gruppo, ma non ero minimamente interessato a fare il capo, o il seguace. Volevo solo essere lasciato in pace e poter dare sfogo alla mia curiosità insaziabile per il mondo che mi circondava.
Così ero sempre lo strano, l'indefinibile, sempre al di fuori dei giochi di potere.
Trovavo spesso dei modi per rendere i giochi più interessanti coinvolgendo tutti in quelli che per me erano esperimenti, con il fuoco, con l'acqua, il ghiaccio, qualunque cosa che mi incuriosisse.
Quando ho imparato a pensare in parole le cose si sono complicate parecchio.
Non vedevo più quelle sovraimpressioni sulle persone, ma le sensazioni che provavo mi segnalavano lo stesso i buoni e i cattivi.
E quel distacco che avevo per il gruppo è sparito.
A quel punto avrei voluto far davvero parte del gruppo, ma non ci riuscivo. Quel distacco continuava a tenere la gente a distanza, che volessi o no.
La capacità di imporre quell'atmosfera opprimente continuava a funzionare, ma ho cominciato a ricorrere sempre di più ad una diplomazia che mi veniva fuori spontaneamente e che finiva per imporre un altro tipo di atmosfera, non più opprimente ma che ispirava rispetto.
Ho anche cominciato a chiamare "visioni" le intuizioni che avevo, anche se non c'era proprio niente di visivo. Erano un sapere immediato sotto forma di sensazioni e ci mettevo qualche giorno per riuscire a tradurle in parole. Riguardavano sempre le dinamiche di gruppo, la comunicazione o i pregiudizi del gruppo, o cose del genere. Ma poco alla volta si sono estese a considerare la società, cioè tutti quelli che conoscevo o comunque avevo a che fare.
Per decifrare le visioni l'unica era scrivere, per qualche anno ho perfino tenuto una specie di diario.
Solo scrivendo le assimilavo per davvero.
Il problema che mi ha angosciato per qualche anno, il non riuscire a sentirmi parte nel gruppo, si è risolto nel momento in cui ho accettato di essere fatto così, strano, ma perché dovrebbe esserci qualcosa che non va ?
Da allora ho cambiato spesso il gruppo di amici che frequentavo e anche se il distacco era sempre lì i miei rapporti con gli altri sono migliorati alla grande.
Quando ho finito le scuole sono diventato un avido lettore. E ben presto ho cominciato ad interessarmi di esoterismo e di storia. E le intuizioni si sono focalizzate su quegli argomenti.
Ma non solo. Nell'anno di naja alle visioni che potevo tradurre in parole ed eventualmente discuterne con altri, si sono aggiunte delle visioni che riguardavano un sapere pratico. In quell'anno ho perfezionato quella diplomazia che mi veniva naturale e ho imparato l'arte di esserci senza esserci. Insomma ero perennemente imboscato. Naturalmente mi toccava fare i vari servizi, ma a parte questi avevo un sacco di tempo a disposizione. Così ho imparato i rudimenti dell'imparare ad imparare.
In quel periodo ho anche colto il nucleo della programmazione software.
Qualche anno dopo, mentre ero in brasile, grazie anche a dei compagni di viaggio, ho "imparato" l'astrologia, a leggere i tarocchi e ad usare varie tecniche di cui avevo letto, o sentito parlare, dell'esoterismo. Tanto che ho cominciato a valutare la possibilità di farne una professione.
Un giorno, in seguito ad una di queste visioni di tipo pratico, ho aumentato a dismisura la sensitività e mi sono ritrovato a percepire un brusio immenso di voci e un'atmosfera che non ho esitato a definire "basso astrale", un concetto comune in brasile. Mi sono spaventato e sono uscito di corsa da quello stato. Ho smesso di leggere i tarocchi. Ogni sessione di tarocchi era fin troppo efficace, ma mi lasciava senza forze. C'era un qualcosa che ho percepito nettamente quando mi sono immerso nel basso astrale e così ho deciso che quella strada era da evitare.
Meglio continuare con la programmazione, meno pericoloso e risolveva anche i dubbi che avevo sul farmi pagare nel campo dell'esoterismo.
Ho anche capito che l'esoterismo occidentale è un po' troppo permeato dall'ossessione per il potere, per cui ho cominciato ad esplorare l'oriente. Per quanto vago e alieno questo se non altro è molto più impersonale ed è praticante libero da quell'ossessione per il potere.
Sto sintetizzando la successione, ma le visioni ed eventuali risultati succedono solo ogni tanto.
Sono come isole nel mare della vita quotidiana fatta di lavoro, amici, la ragazza e infine il matrimonio. Me ne dimenticavo completamente dopo un po'. E gli anni che ho passato con mia moglie sono stati i più poveri in questo senso. Tra il lavoro, la casa etc non avevo più tempo per starmene da solo a ponzare e questo ha significato la fine delle visioni.
Dopo che mi sono separato, per circa un anno sono stato assalito da una caterva di visioni, quasi tutte del tipo pratico, che si sono tradotte in racconti, disegni, dipinti, sculture e musica.
Ma poi di colpo ho perso l'interesse per queste cose e me ne sono dimenticato. E le visioni hanno ricominciato a succedere solo ogni tanto.
Però è anche cominciato il fenomeno dell'attirare la conoscenza, cioè di ponzare su qualche cosa e ritrovare poco dopo questo qualcosa in libri o su internet.
E anche le "isole" in cui riuscivo a ricordare, se non tutte, almeno buona parte delle visioni precedenti hanno cominciato a succedere più spesso. Adesso sono in una di quelle isole e sto scrivendo sperando che qualcosa rimanga. Sento che manca parecchia roba, ma meglio che niente.
Un'altra costante è il ricorrente bisogno insopprimibile di bruciare, letteralmente, il passato.
Nonché cambiare di colpo qualche abitudine, mettermi a fare qualcosa che non ho mai fatto prima o smettere qualcosa che ho fatto per anni, se non da sempre.
Di tutti quei racconti, disegni etc è rimasto ben poco, il racconto Consuelo che ho postato qualche giorno fa, che ho trovato in dei cd che stavo per buttare, e qualche abbozzo di musiche da cui avevo poi tratto le versioni definitive. Il resto bruciato o cancellato. Come per il diario che tenevo da bambino e altre cose che ho scritto in seguito.
Adesso ricordo quello che ho riportato. Delle visioni che ho avuto negli ultimi 10 o 15 anni qualcuna l'ho riportata in qualche post qui sul forum. So di averne avute altre, ma boh...
Quello che è cambiato ultimamente è che quelle visioni traducibili in parole mi vengono direttamente in parole, magari in forma sintetica. Però raramente mi prendo la briga di scriverle.
Scrivo tutto questo nella speranza di assimilarlo una volta per tutte.
E poi chissà, magari qualcuno che legge riesce a ricordarsi di avere avuto le proprie visioni.
Il mare della vita quotidiana è fatto di oblio...

 


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ducadiGrumello
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bellissimo post, caro INTP. Non è sorprendente che ti sentissi strano e fuori dal gruppo, è la sorte che tocca in questa disgraziata fase storica a chi ha una ricca e complessa vita interiore. Devo dire - o forse lo spero solamente? - che la parabola dell'appiattimento e della riduzione di ogni significato del vivere al piano materiale mi pare stia cominciando a scricchiolare, proprio nel momento in cui il suo trionfo appare totale e irreversibile - basti pensare allo smartphone visto ormai come nucleo psichico extracorporeo. Colgo qualche timido segnale qua e là, ma i grandi collassi cominciano sempre da piccole crepe.


danone hanno apprezzato
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INTP
 INTP
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Mah...
Rileggendolo lo trovo un po' angosciante.
Mi fa pensare che GioCo abbia ragione quando dice che il libero arbitrio non esiste.
E anche che il basso astrale sia, se non creato, almeno mantenuto, da tutta quella gente che passa la vita con l'attenzione focalizzata sulla telenovela per ricavarsene un ruolo di spicco.

Anch'io percepisco un'allegria nella gente che fa sperare...


danone e ducadiGrumello hanno apprezzato
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ducadiGrumello
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credo in tutta onestà che non sia possibile comprimere l'umano oltre un certo limite. Certo ci sono poi differenze individuali - per dire, io per imposizione governativa non avrei preso nemmeno un confetto falqui, altro che pere covid - ma a me pare che il progetto concentrazionario scricchioli perchè ha raggiunto una massa critica di persone che trovano intollerabili le limitazioni alle libertà personali. Mi spiace, sono andato fuori tema, lo facevo spesso anche a scuola


danone e INTP hanno apprezzato
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INTP
 INTP
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Figurati...

Pure io sto bene nell'andare fuori tema.

Comunque, concordo.

Del resto non vedo tutta 'sta onnipotenza, perché mai dovrebbero preoccuparsi così tanto di manipolare la gente ? Hanno ovviamente bisogno di consenso, ma visto che sono pazzi difficilmente lo otterranno.


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