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Robadamatti: la cifra delle lacerazioni


GioCo
Noble Member
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Erano gli anni '80 quando mio padre raccontava di un ragazzo con i pantaloni tutti strappati incontrato per strada e quando lo ha visto ha esclamato: "quelli sono perfetti per andare a pescare!". Intendeva ovviamemente che essendo pantaloni vissuti o quantomeno si pretendeva lo fossero, erano perfetti per attività dove rovinarli ancora di più non avrebbe fatto la differenza.

Quando gli hanno spiegato con pazienza (eh, la colpa d'aver vissuto altri tempi!) che erano pantaloni alla moda e che "erano stati rovinati apposta", rimase scioccato. Non riusciva a capacitarsi di come uno dovesse volontariamente rovinare dei pantaloni nuovi. Ne aveva fatto una specie di barzelletta e ci rideva su ogni volta che lo raccontava.

Povero papi. In un mondo dove l'idea era quella che l'integrità fosse un merito da conservare e dove era nato suo malgrado, insieme alla saggezza, quelle idee non potevano avere futuro dove la cifra della ribellione "verso un nuovo che avanza" (come la macedonia) passava per forza per la lacerazione interiore, il disagio ricercato e l'idea generale che "farsi a dimensione di spazzatura", sia morale che civile, fosse un vanto. Cosa ovviamente impossibile se fossero sopravvissuti brandelli di un ideale spirituale qualsiasi, quindi inseriti per forza in una materialità della vita portata alle massime conseguenze. Motori inutilmente potenti, eistenze dedite a tutti gli eccessi e soprattutto "il divertimento" entro un segno preciso, quello dello "strappo" con un passato fatto di altri eccessi, opposti.

Mia nonna, madre di mio padre, quando commentava le rigidità con cui erano trattati certi temi "scandalosi" al suo tempo, oppure il numero di automobili circolanti rispetto quando era bambina, con quella classica saggezza popolana di cui tanto avremmo bisogno oggi constatava: "prima era troppo da un lato, ora è troppo dall'altro".

Insomma "la qualsiasi" purché non vi sia equilibrio in noi. Sia mai che la bestia media, il troll delle future caverne digitali insomma, non scopra che il problema non è altro che l'essere costretto a stare nel caos dal padrone. Un padrone sotto la cui gonna si corre senza riuscire ad ammetterlo. 

Un padrone che tiene in catene la nostra Mente.


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